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lunedì 23 settembre 2013

Breve carrellata dei magici incontri tra clienti in libreria! Dal professore con l'alunna, agli acerrimi nemici passando per autori stalker e mitomani di successo!

La domenica porta consiglio e si sa, sempre nuovi orrori. La magica giornata in cui si aprono le gabbie dell'umanità porta, davanti a chi dietro le sbarre c'è rimasto (tipo me), la più vasta delle carrellate antropologiche. Questa settimana, un episodio che di seguito narrerò, ha ispirato questo elenco degli incontri più tipici che avvengono in libreria.
 Come in tutti i posti dove la gente passa e spassa, e molto più di altri negozi perché in genere c'è mediamente meno caos (ergo più possibilità di notarsi a vicenda) e si tende a stanziare per più tempo alla ricerca della sempre più introvabile ispirazione per un buon libro, vi è in libreria una tendenza all'incontro che propone dei casi frequenti. Di seguito ve ne darò elenco, protagonisti e motivazioni.

 Perduti amici di infanzia che si rincontrano: Il mondo è un fazzoletto. Tu ignori che Peppuccio il tuo compagno di banco delle elementari si sia sposato, trasferito in Canada e fatto sei figli, poi, trent'anni dopo lo trovi in libreria a vessare il libraio di turno ed è subito amore fraterno.
 "Peppuccio mio da quanto tempo!" "Nooooo da quanto tempo tu!" "Che fine hai fatto? Sempre a leggere eh!" "Sì e tu? E tua madre e tua sorella e il tuo cane?" "Il cane è morto, gli altri bene!"
Insomma, tempo cinque minuti le grida di giubilo per questa commovente carrambata si spanderanno per tutta la libreria, attirando i curiosi pronti a gioire per interposta persona, e i molesti pronti a rumoreggiare stile telefonino che suona in mezzo alla messa: "Eh, ma un po' di rispetto, qui c'è gente che legge"
  Gli incontri dei perduti amici e fratelli durano in genere una molestissima mezz'ora che si conclude con un "Non facciamo ripassare trent'anni" che verrà opportunamente dimenticato appena fuori dal negozio.

Perduti nemici d'infanzia e di vita che si incontrano:
Ogni tanto si assiste a queste surreali scene da film in cui un tizio, se ne sta pacifico a leggere un libro, quando, con la coda dell'occhio, scorge lui. Il nemico. Qualcuno che aveva avuto la saggezza di non rispondere alle sue chiamate, mail, sms, lettere, richieste di incontro tramite interposte amicizie e inimicizie, entra ignaro in libreria e fiuuuum finisce tra le sue grinfie. Inizia allora un balletto minaccioso che ti fa sempre domandare se non dovresti chiamare la polizia.
 "Ehi tu, finalmente ti vedo!" "Ah, lasciami in pace. Non parliamo qui!" "E invece proprio qui parliamo perché non rispondi st***o??" "Non mi pare il posto pr litigare." "E invece lo è!"
Il mondo è un posto pericoloso, pieno di gente strana, con conti in sospeso, debiti, denunce pendenti, tradimenti matrimoniali, bancarotte fraudolente. E sì anche la pacifica libreria fa parte del mondo.

Il professore e la studentessa:
Anziani tremebondi e tranquilli sono lì, in pace, che si leggono l'ultimo libro sulla prima guerra mondiale (di cui tutta una fascia di anziani è superfan, la II guerra la lasciano ai 50enni, non so perché), quando ecco avvicinarsi lei, la ragazza/donna scosciata, con capello fluente e stivale alla moda che, orrendamente, li riconosce.
 "Professoreeeeeeeeeeeee", miagola rischiando di fargli saltare il bypass.
 Comincia allora lo stalking: "Ma cccccome? Non si ricorda di me? Circa 8 anni fa, lei ha fatto una supplenza di mezz'ora nella mia classe! Non può non ricordarsi di noi! Eravamo i più pazzi pazzi dell'istituto!".
 L'anziano allora ha due possibilità: dire che no, lui ha sempre fatto il camionista, altro che professore lei si sbaglia, oppure fingere di ricordare e inventare cose a caso. Nel 100% dei casi, forse per educazione, l'anziano dice che sì, si ricorda, anche se non rimembra una mazza. La ragazza allora attacca un soliloquio di un'ora in cui racconta la sua vita, i suoi successi scolastici, l'importanza per lei di quella supplenza, che fine hanno fatto TUTTI gli altri alunni ecc. ecc. L'anziano stordito vorrebbe evidentemente scappare, ma nulla può salvarlo. 
 Se comunque non è supplenza sarà stato un seminario universitario o mezza giornata di orientamento. Ma si sa, tutti ci crediamo indimenticabili.

Il mitomane al 90% e il fesso che ci casca:
 Talvolta vengono in libreria questi strani soggetti che al 90% sono dei mitomani, ma a cui non riesco a negare un 10% di fiducia. Parlano con cognizione di causa, hanno qualcosa di molto serio. Ma. Sostengono di aver tradotto Gramsci in svedese, di essere gli autori dell'ultima edizione commentata della Divina Commedia in turco o dei miliardari in vacanza. Insomma, c'è di che instillare il dubbio. Un esempio che si è palesato ieri, spiega bene quello che voglio dire. Arriva questa anzianissima, accento inglese, curata, che mi prega di consigliarle dei libri di filosofia perché presto partirà per Dubai, e vuole leggere buoni libri sotto il caldo sole. Io, che di filosofia non ricordo nulla, mi arrampico sugli specchi finché arriva il fesso. E' un uomo ben vestito, di corsa, mi chiede un libro di Sennett, il sociologo che per lui però è filosofo ed indignato mi comunica che no, non posso tenerlo tra i libri di sociologia. Mentre tento di non farmi partire un embolo, l'anziana dice "E' vero! Sennett se la prenderebbe. Sa è un mio caro amico, come lo era Chomsky del resto." A queste parole voi che fareste? Prendereste il libro e via come il vento.
 No. Il fesso rimane estasiato e comunica tutto il suo cv all'anziana, che intanto afferma di aver tradotto Heidegger in inglese e di tenere un colto salotto a NY dove sono passati un po' tutti da Warhol al pupazzo Gnappo. Il fesso è sempre più estasiato, cade in adorazione e comincia a chiedermi millanta libri che vuole consigliare alla signora. Credo si veda a NY a pasteggiare con Chomsky, Keith Haring e il Che.  Li lascio ad amoreggiare tra loro. 
 Poi chi può saperlo, magari io sono una cretina e la signora davvero una delle intellettuali più in vista di NY. Concedo sempre il beneficio del dubbio.

L'autore e i clienti:
Eccolo. Si apposta. Come un predatore nella savana si mimetizza con gli altri, egli è leone gli altri gazzelle, ma gli altri non lo sanno. Ignari, si avvicinano ad alcuni libri generici di narrativa sotto la lettera K. Magari vogliono Kafka, ma sono indecisi. Temporeggiano e sfiorano un libro, forse a caso, forse per curiosità, ed è lì che il predatore coglie l'attimo. 
 "Saaaaaaaaaaalve, scusi se la disturbo, passavo per caso di qui, ma sa che io sono l'autore del libro che ha tra le mani?".
 Alcuni clienti fanno smorfie come a dire: sei pazzo o chissenefrega. Altri no, cadono in adorazione. Magari il libro si chiama "Peccami" e parla delle pornoavventure di una suora carmelitana scalza del XIII° sec. che mai avrebbero comprato, ma davanti ad un AUTORE in carne ed ossa, molti si sciolgono. Inizia un vicendevole gorgheggio di "Come sei bravo" "No signora che dice" "Ma no sei bravo davvero" "Sì forse lo sono sul serio" che termina in verità molto spesso con l'abbandono del libro da parte del deliquiante cliente. Sei bravo sì, ma insomma, il soldo è soldo e non so se "Peccami" a casa mia ci starebbe poi così bene, ma vedrai ti farai strada.

"Peccami" ovviamente è un parto della mia mente (anche se temo che qualcuno abbia davvero partorito questa trama). Tutto il resto invece è reale realtà. 
E voi siete stati vittime di qualche delirante incontro mentre, ignari, vi appassionavate a qualche quarta di copertina?

3 commenti:

  1. Non ho mai visto "Peccami", ma per la serie dei parti delle menti malate, ricordo un libro erotico che fece scalpore un decennio fa, o forse due. La traduzione in italiano era stata intitolata "Scopami". E per le vendite fu una meritata catastrofe. Ogni tanto la mano invisibile del mercato si collega al cervello :)

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  2. Uhuhuh! Peccami... se esiste, lo voglio!
    Comunque il capitolo scoscione con professore mi capita spesso...quando esco con mio padre (ex professore di liceo) è tutto un susseguirsi di ex alunne e madri di ex alunne che tutte suadenti lo avvicinano e salutano calorosamente. Eppure lui non ne delude una, se le ricorda TUTTE, dalle più capre in su. Io invece più che per la figlia vengo puntualmente scambiata per la moglie. Il dramma di avere un padre piacione (ma con cui scambiare considerazioni sul fascino femminile).

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    1. Ahahaha che mito tuo padre!! Questa parte professore/alunna la dedico virtualmente a quel povero anziano che due settimane fa è stato vessato per un'ora e mezza da una tizia di cui non ricordava niente di niente (per forza, le aveva fatto un seminario all'università!). I prof. di liceo che si rincontrano in libreria producono due effetti, anche su di me: il livore o l'amore nostalgico incondizionato.

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