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giovedì 24 ottobre 2013

Il fricchettone in libreria. Comportamento, gusti e preferenze del cliente alternativo: dal riciclo alla pasta madre, sostenibilità foreva.

La libreria è uno dei pochi negozi dove il cliente fricchettone si sente a casa. Già essere fricchettone e cliente crea un dissidio interiore degno del Leopardi, ma in taluni negozi come quelli di Libera, dell'equo e solidale e le librerie, la cosa raggiunge una sua momentanea pacificazione. 
 Son cresciuta in luoghi in cui essere fricchettone era altamente consigliabile, se non altro perché lo erano la maggioranza delle persone che facevano cose interessanti, ma non ho mai condiviso passioni di gruppo come le canne e i campi in tenda sulle rive del mare a ballare la taranta, oltre al fatto che, fatta eccezione per rare occasioni ho anche bazzicato poco i centri sociali (e una delle poche volte ci sono quasi rimasta sotto il fuoco incrociato di molotov e bombe carta). Non credo perciò di poter essere mai stata una fricchettona con tutti i crismi, ma manco con la metà. Tuttavia ho sviluppato un occhio clinico infallibile per individuare tale tipologia nella massa. Che poi, direte voi, manco ci vuole tanto, il vestiario che in teoria non dovrebbe essere omologato, li rende riconoscibili lontano un miglio.

COMPORTAMENTO DEL CLIENTE FRICCHETTONE: Poichè in libreria costui si sente meno oppresso dal capitalismo, vaga sciantoso e felice come se si trovasse in un circolo Arci. Ciò si traduce anche in posizioni da circolo Arci, ossia loro completamente sdraiati davanti alla sezione sull'antiglobalizzazione a sfogliare i libri di Vandana Shiva con la musica a palla nella orecchie. Manca solo il filo di fieno in bocca. Amano prendere le presentazioni con la stessa foga di un cineforum e sollazzarsi con te, sorridendo a agitando i rasta in segno di amicizia: "Ehi tu non mi stai servendo, non sei un lavoratore, tu sei mio fratello e mia sorella. Noi amici" . Si aggirano spessissimo  in coppia con giganteschi zaini che a me sembrano sempre vuoti e mi chiedo ogni volta perché siano così giganteschi. 

CIO' CHE  COMPRA IL CLIENTE FRICCHETTONE: Il cliente fricchettone in genere o è in libreria per non comprare assolutamente nulla o per libri universitari o punta una serie di evergreen che potrei indovinare senza manco fare lo sforzo. Ossia:

LIBRI DI AMORE PER LA NATURA:
"Walden ovvero vita nei boschi" di Henry D. Thoreau: è uno dei classici immortali del cliente fricchettone, sempre speranzoso di ritrovare se stesso vagando nella boschività, ma che, nel dubbio, continua misteriosamente a vivere a Milano. Probabilmente la lettura di come il vecchio filosofo americano abbia cercato di tornare a contatto con la natura sublima questo loro inappagato desiderio. La versione moderna e più infelice è l'ormai strafamoso "Into the wild". A me la storia di questo ragazzo che aveva mollato tutto per andarsene in Alaska, fa rispetto e tenerezza. Rispetto perché comunque aveva fatto una scelta forte, tenerezza perché ok, vanno bene le scelte forti, ma morire di freddo e stenti è veramente imbecille. Si possono perseguire le proprie idee senza rimanerci secchi, ma aveva vent'anni e magari non ancora la percezione della cosa. 
 Il fricchettone ama smodatamente tutti quei libri che narrano avventure estreme in cui ci si rende conto del vero significato della vita stando seduti su un costone di roccia a guardare l'infinito. La montagna è molto freak, il mare, stupido esempio di una vita di agi e dormite, no. A meno che non siate Conrad e sfidiate le tempeste, le baleniere e i giapponesi per salvare il pianeta.

LA SOSTENIBILITA'
In questa categoria ficco tutti i libri sull'acqua, sul consumo solidale, sul no profit, sul riciclo e sulle cose da autoprodursi anche con mezzi a dir poco estremi. Il fricchettone aspira a prodursi da solo ogni cosa, dal sapone, al dentifricio al vestiario. Mira a riciclare il 100% e punta a non aver bisogno di nulla. Nobili intenti, ma anche sfogliando questi libri, mi domando: il fricchettone ha tempo per vivere mentre si produce ciò che gli serve? Tra il reperimento delle materie prime, i procedimenti complessi per ottenere ogni cosa, il pellegrinaggio per miliardi di isole ecologiche diverse, il compostaggio, la maglia per farsi i maglioni di lana autarchici, la raccolta di carta, tappi di bottiglia, vestiti usati presso tutti i parenti e amici poco rispettosi della natura.....dorme?? Lavora?? Ha una famiglia? Un esercito di schiavi? Mistero.

LA COLTIVAZIONE DELLA CANNABIS: 
Il fricchettone è decisamente a favore delle droghe leggere e non è un cliché ma la verità. Costui, visto che è il più equo e solidale possibile, vuole imparare ad autoprodursi l'erba da solo, direttamente dal seme e, visto che in Italia non è illegale vendere il "Mein Kampf", certo non lo è vendere libri sulla Cabbabis. Voglio ricordare in particolar modo un tomo giunto ultimamente "Canapa medica" di cui mi ha colpito la biografia dell'autore sulla quarta di copertina: "Insofferente alle ingiustizie, dedica il proprio tempo a raccontare la gabbia di matti nella quale è cresciuto." 
Non dato sapere se per gabbia di matti si intende il cosmo intero o solo il suo personale.

LIBRI DI CUCINA VEGANA E PRODUZIONE DEL PANE CON LA PASTA MADRE:

Il fricchettone vero non è manco vegetariano, è direttamente vegano. Io ho passato l'adolescenza a mangiare da amici vegani che continuavano a scodellare pasta con le zucchine. Ora che la cosa si è diffusa esistono pacchi di libri che ti insegnano a fare torte solo con la farina e il cacao (no latte no uova no burro non so come amalgamino), le bistecche di soia e le false vongole composte in verità da funghi. Altro tormentone del fricchettone vero è la pasta madre. Ormai è guerra aperta al lievito, tocca trovare quelli che chiamano "spacciatori di pasta madre" che te ne diano un po' permettendoti di fare chili di focacce e pane in casa. Il fricchettone mentre composta, lavora, ricicla, produce cosmetici naturali e shampi bio, ha anche il tempo di mettere su una panetteria, sappiatelo.

GEOPOLITICA DELL'OPPRESSIONE: 
Il fricchettone è per la Palestina, contro la Tav, se non milita (ma se non milita allora non è vero freak) ha di sicuro simpatia per i centri sociali, sostiene a priori tutte le rivoluzioni quali che siano le conseguenze. Ama Cuba e legge la biografia del Che. Non può mancare nella sua libreria "Restiamo umani" di Arrigoni e "Non lavate questo sangue" di Conchita de Gregorio, libro sull'evento che ha segnato lo spartiacque politico della mia generazione: il G8 di Genova. Il fricchettone in genere è politicizzato e per questo empatizzo, tuttavia la simpatia si spegne quando non c'è modo di comprendere come vorrebbe che le sue idee fossero praticamente convertite in realtà. Che non di soli fricchettoni è composto il mondo, ma anche da tante altre categorie sociali. Le quali, come loro, si ritengono tutte le majo parte.

 So che sembrano cliché, ma è la pura verità. La realtà, certe volte, è molto più semplice di come ameremmo immaginarla. E fricchettoni, peace, non me ne vogliate, facciamo che così saldate il debito per quella volta,che a causa delle vostre beghe incrociate coi fascisti, ero andata a vedere un'innocua partita dei mondiali e ci ho quasi lasciato le penne.

13 commenti:

  1. "il fricchettone ha tempo per vivere mentre si produce ciò che gli serve?"

    mi faccio la stessa domanda, ma relativamente alla categoria vegan/bio-a-tutti-i-costi senza essere fricchettoni (ce ne sono). Va bene tutto ma diventare scemi per farsi il tofu in casa, comprare 10 chili di ortaggi perchè a kilometro zero, inventarsi una ricetta per lo zabaione vegan

    "le false vongole composte in verità da funghi."

    questa mi mancava. Mo' chiedo alla mia amica vegan-moderata (esistono, sono pochi ma esistono).

    Last but not least: il frikkettone over 30 nella sua libreria conserva ancora gelosamente il CentopagineMillelire "le droghe", comprato al liceo e tenuto nascosto agli occhi dei genitori.

    http://i.ebayimg.com/t/LE-DROGHE-ENRICO-MALIZIA-/24/!Bi0KU1gBmk~$(KGrHqEOKi8EslKtufkhBLQ3tdCcVQ~~_12.JPG

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    1. Eccole qua le vongole vegan dette anche vongole felici: se ho ben capito in questo caso sono pistacchi e alghe, ma un mio amico veganocentrico aveva la versione coi funghi.
      Comunque io di vegani ne ho conosciuti tanti e nessuno moderato....
      http://www.cucinaecozoica.com/cucina-ecozoica/vongole-felici-in-vegvisione-su-veggiechannel-backstage.php

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    2. Vademecum per individuare il vegano moderato:
      - non ha la parola Veg o riferimenti simili nel nome su facebook
      - non sbandiera ai 4 venti la sua veganità ogni 2x3
      - non è complottista
      - le sue motivazioni sono principalmente di ordine etico (cruelty-free) e di sostenibilità ambientale (contrario agli allevamenti intensivi), contrariamente al vegano talebano che non fa altro che dire che il latte fa male e la dentatura umana non è fatta per masticare carne
      - non usa termini come "mangiacadaveri"
      - non passa tutto il suo tempo su facebook a postare video e link che mostrano la crudeltà umana sugli animali, convinto di convertire i carnivori assassini rimasti (ottenendo invece l'effetto di far inorridire i suoi contatti vegan)
      - scrive post come "smettetela di postare foto e video di animali macellati, per favore"
      - predilige il bio ma non a tutti i costi.
      - non coltiva cannabis
      - raramente posta link di evangelizzazione vegana, ma è in grado di sostenere una discussione con chi trova qualcosa da ridire (il classico intramontabile è appunto "la dentatura umana non è fatta per mangiare carne", ho fatto ammettere ad una mia amica che è una fesseria!)
      - sa farsi una risata vedendo i link di pagine come "Perle antispeciste" o "Le cazzate dei vegetariani"
      - certe volte è talmente discreto che se non ci vai a cena insieme puoi anche non sapere mai che non mangia carne

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    3. Ora ho la conferma di non aver MAI conosciuto un vegano moderato.

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  2. su 500 e rotti contatti su facebook ho 4 vegani dichiarati: 2 di loro prendono praticamente tutte le cose qui sopra, altri due ne prendono una metà abbondante. E' confortante!

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  3. Io purtroppo ho una amica vegetariana che aspira a diventare vegana. Io non ho nulla contro chi decide di adottare tale stile di vita, ma mi sono rotta di essere guardata come una psicopatica omicida (tipo del calibro di Hitler) quando dico che mi piace mangiare la carne e penso sia giusto così perché fa parte dell'equilibrio naturale.

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    1. Stiamo attent* che qua è un attimo che parte il flame vegano/animalista. E allora sarà la fine.

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    2. tranquilla, appena arriva il talebano che ti dice che i nostri denti non sono fatti per mangiare carne ME LO MANGIO IO :D *grin*

      (ho una sorta di missione: demolire la gente che racconta palle su internet)

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    3. Tranquilla, già mi ero preparata mentalmente agli insulti per via delle mie parole estremamente eretiche per la sacra religione Vegana/animalista (quindi estremisti prendetevela pure con me e non iniziate discorsi lunghi chilometri su sto povero blog). Inoltre tengo a precisare che sarebbe inutile e abbastanza stupido da parte di questa gente prendersela con la mia persona visto che, nonostante mangi carne, sono altrettanto contraria agli allevamenti intensivi e altrettanto favorevole ai diritti degli animali. Poi lasciamo perdere visto che con tutti i video denuncia che mi spedisce la mia amica aspirante vegana ormai ne so anche fin troppo su tutte queste storie. Davvero.

      P.S. Grazie impossiball, sono commossa dal fatto che diventeresti cannibale solo per difendere la mia libertà di opinione :)

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  4. Ho partecipato qualche tempo fa a un corso residenziale di qi gong di tre giorni durante i quali veniva presentata la cucina kousmine: dopo il primo momento imbarazzante nel quale mi sono sentita jack lo squartatore per aver ammesso pubblicamente che non solo mangio carne, ma mi piace pure, ho cominciato a vedere con occhio più distaccato i miei coinquilini taleban-kousmine e a rispondere a tono, osservando che anche la dottoressa Kousmine alla fine è morta. Alla loro risposta "si, ma aveva 87 anni" ho replicato che "mio padre è meglio: 91 anni e mai mangiato sano in vita sua". Ultima nota di colore: la responsabile del corso in sei pasti consumati assieme allo stesso tavolo ha sempre mangiato SOLO insalata mista. Alla faccia dell'equilibrio alimentare!

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    1. La visione dello spot di Marco Bianchi mi ha confermato che una bistecca (equa, solidale, di animali felice e nutriti bene per carità) a molte persone non farebbe male.

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  5. Però su una cosa sbagli: il cliente fricchettone vegan e tarantelloso non coincide con l'impegnato da centro sociale che partecipa agli scontri con i fascisti. Non dalle mie parti, almeno.

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    1. Noto che al nord in effetti c'è distinzione tra i due esemplari, dalle mie parti non è così. Il fricchettone è solo fricchettone. Il vegan bio compost adulto è una categoria troppo raffinata per il Lazio che va diretto al sodo: o stai dentro er centro sociale o cucini abbacchi.

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