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martedì 27 giugno 2017

Le presentazioni di fine Giugno! 29 Monterotondo e il 30 a Oriolo Romano!

Ed ecco a voi in velocitè, dopo essermi ustionata alla mia prima giornata casalingo/marina, le due locandine degli incontri del 29 e 30 (ove potrete ammirare la mia lotta senza quartiere contro il colore)!




lunedì 26 giugno 2017

L'oroscopo dell'estate 2017! A chi arrideranno le stelle? Chi si innamorerà e troverà amore, soldi e fortuna? Non scopritelo nel vero falsissimo oroscopo!

La prossima settimana starò qualche giorno in ferie, quindi non so quanto riuscirò ad aggiornare il blog (ma al solito aggiornerò i social).

 Ci saranno anche le ultime, per ora, due presentazioni. 

 La prima alla libreria Cartacanta il 29 alle 18:00, la seconda il 30 alle 18:30 a Villa Altieri a Oriolo Romano, un comune vicino al mio paese.

Per non lasciarvi orfani di ogni cosa, ecco a voi il momento più atteso.

Come ogni estate so che aspettate questo inutile momento, quello in cui divinerò il futuro del vostro futuro col solo potere della mia immaginazione (tanto non è che gli astrologi facciano qualcosa di più complesso).

 Siete pronti a scoprire di chi vi innamorerete? 
 Quanta sfiga avrete? 
Quanta fortuna? Quando?

A voi l'oroscopo dell'estate!


ARIETE:

Avete fallito la prova costume e la cesura trigonometrica della vostra carta astrale ha reso chiaro che pur facendo pilates estremo tutti i giorni, continuerete ad ammassare grasso di foca come se non ci fosse un domani. E' l'effetto di Giove in eclisse con Urano che invece di farvi bruciare calorie ve le moltiplica per dieci.

 Il mio consiglio è abbandonare il pilates e ingozzarvi di carboidrati fino a settembre, quando Urano dovrebbe scasare, sostituito da sailor Pluto che, grazie al suo scettro del tempo, riuscirà a spezzare la maledizione della caloria e vi riporterà al vostro peso forma.


TORO:

 Estate. Il sole solletica i vostri ormoni e vi porterà ad amoreggiare con un Ariete, a meno che non siate sposati con un Gemelli, allora amoreggerete con un Pesci, a meno che non siate nati nella terza decade e allora amoreggerete con un Capricorno, a meno che non siate nati di mattina e allora amoreggerete con un Acquario, a meno che non siate nati in un ospedale privato e allora amoreggerete con un Sagittario, a meno che non siate nati con il parto in acqua, allora amoreggerete con un Bilancia, a meno che non siate nati in una cittadina di mare, allora amoreggerete con un Vergine, a meno che...


GEMELLI:


Una brutta quadrangolanzione grandangolica tra la luna e Saturno, comporterà la vostra adesione al veganesimo.

 Se siete già vegani rifiuterete il nemico glutine. Se lo avete già rifiutato combatterete contro l'olio di palma. Se già lo avete combattuto vi rivolgerete solo al cibo a km 0. Se tutto quello che intavolate viene già dal vostro orto o al massimo da quello del vicino tenterete la strada dell'autosufficienza energetica. 

 Se già alimentate casa vostra col vento perché abitate nel mezzo della Sardegna, allora non vi resta che tornare onnivori e ricominciare il giro.


CANCRO:

Racconta il sacro libro dell'antico popolo Budzuzui che un giorno un piccione alato volò nel nido di un cuculo e vi lasciò un uovo.

 Il cuculo lo covò e nacque un cane pastore che col suo peso distrusse il nido e fece precipitare il ramo su cui era poggiato, atterrando in una piscina gonfiabile.

 La piscina apparteneva ad una coppia di umani che, essendo animalista, adottarono tutti; cuculo, cane pastore e piccione.

 Traetene una morale, se ci riuscite, io ho già inventato la storia.


LEONE:

Cari leoncini, purtroppo avete offeso alcuni pianeti durante questo inverno (come, non preoccupate, rimarrà un segreto tra me e voi).

 Il risultato però è una maledizione su lungo raggio che questa estate vi porterà a rimorchiare solo quando passerà in sottofondo "Pamplona" di Fabri Fibra ft TheGiornalisti o "Senza pagare" di J-Ax e Fedez.

 Sì, anche io penso che comunque l'astinenza certe volte sia utile per ritrovare sé stessi.


VERGINE:

 Il sole in Gemelli vi guida verso nuove galattiche avventure.

 Il 13 luglio un'astronave aliena farà sosta sopra la statua di Arnaldo da Brescia al centro di Brescia per darvi un passaggio. Se lo mancherete causerete un incidente diplomatico intergalattico con gravi conseguenze.

 Ovviamente l'astronave aspetta solo una persona precisa tra i milioni di nati sotto il segno della Vergine però non abbiamo altre info al momento. Fate voi.


BILANCIA:


Il vostro innato senso di giustizia vi porterà a giudicare il prossimo ogni istante della prossima estate. 

Passerete i vostri pomeriggi a criticare chiunque su qualunque social, preferibilmente fb, ma anche gli altri vi daranno soddisfazione. Arriverete a settembre senza aver mai staccato gli occhi dal cellulare e dal pc.

 Quando vi chiederete cosa sia mai quel foglio che qualcuno ha lasciato sul tavolo, non temete, vi aiuto, è la lettera da parte dell'avvocato da parte del vostro coniuge che chiede il divorzio.


SCORPIONE:

Marte me lo ha confessato in esclusiva: la vacanza intelligente è rimanere in città! 

 Quindi stracciate i vostri biglietti aerei e dimenticate mete esotiche, cosa può esserci di più bello che bollire tra le strade, con una serrata degna degli anni '60? 
 Non siete ansiosi di scoprire quanto può essere eccitante usare le strade come un'immensa pista ciclabile? 

 Non trovare la coda al museo? Trovare posto al cinema all'aperto? Il tutto mangiando un gelato nell'unica gelateria rimasta aperta e che avete disperatamente cercato per ore.

 Città is the new Caraibi.


SAGITTARIO:

Amore: Poco.

Soldi: Pochi.

Salute: Abbastanza.

Lavoro: Possiamo passare alla prossima domanda?

Rapporto prezzo/qualità: Gli darei quattro stelline, ma siccome mi hanno fatto pagare il coperto rimango sulle tre.

CAPRICORNO:

 Bere tanta acqua, mangiare solo frutta e verdura, non fate il bagno subito dopo aver mangiato, andate nei centri commerciali a cercare aria condizionata, non esponetevi nelle ore più calde.


ACQUARIO:

Questa estate vi capiterà tutto quello che non avevate proprio preventivato. Soprattutto nella sfera procreativa. Venere in sesta casa promette fecondità alle stelle e, a meno che non vogliate stringere tra le braccia un tenero fuffolo, fossi in voi farei scorta di contraccettivi.

 In realtà qualsiasi segno pensi di darsi alla pazza gioia con ignoti farebbe meglio a dotarsi di contraccettivi. Farlo è bello, farlo sicuro è molto meglio. 

Scusatemi acquari se ho usato il vostro segno per la pubblicità progresso, me lo ha sempre suggerito Venere, appostata fuori dalla finestra di casa mia.


PESCI:

 Quest'anno Saturno è contro, bisogna farsene una ragione.

 L'unico modo per fronteggiarlo è non opporsi agli eventi, ma rabbonirlo costruendo un altarino in un angolo della camera da letto. 

Se ogni giorni porterete alla statuina di saturno, rigorosamente costruita in mollica di pane e bronzo, i dovuti onori e un piatto di sedano rapa e radicchio viola, allora forse potete sperare di arrivare incolumi all'autunno.

Che le stelle e lo spirito di Paolo Fox siano con voi!

venerdì 23 giugno 2017

Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Platone per infanti".

Continuo a rimandare le cartoline dalla libreria dedicate ai genitori alla ricerca dei libri per i propri pargoli. Tuttavia le perle al riguardo continuano a fioccare.
 Eccovene una tutta per voi.
Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Platone per infanti".

mercoledì 21 giugno 2017

A cosa serve il gay pride? Otto letture, il perplesso ricordo del pride di Treviglio e la festa degli alpini dovrebbero riuscire a dissipare le nebbie. Perché quando una persona acquisisce un diritto, è un passo in più per l'umanità intera.

 Quando abitavo a Bergamo non ricordo quale trasmissione nazionalpopolare fece una sorta di esperimento sociale con coppie gay che si baciavano o tenevano per mano (tra l'altro credo fossero attori, non coppie gay vere).

Dal pride di Kiev di sabato. Efrem Lukatsky/AP
 Venne fuori, con grande sconcerto della trasmissione in questione (ma certo non mio e di molti altri), che uuuuh, l'Italia è ancora un paese molto omofobo. 

 Curiosamente, si decretò che il posto più omofobo di tutti fosse una cittadina della provincia di Bergamo: Treviglio.
 Per reagire a codesta nomea e allo stato delle cose, si decise di fare un gay pride a Treviglio. TREVIGLIO.

 Io, che mi ero trasferita da pochi mesi da Roma e morivo di noia, trovai fortuitamente un ragazzo dei giovani democratici (una lunga storia anche questa) che voleva andare e insieme ci recammo.

 Ricordo varie cose dell'evento:

1) Ci saranno stati 40 gradi.

2) Avrò mangiato almeno 3 granite all'anice. Anice. Un gusto che non credevo neanche esistesse.

3) Appena arrivata, la manifestazione era talmente sobria, nel vero senso della parola, che credevo (non sto facendo ironia lo credevo davvero) fosse una manifestazione dello Spi, la parte della CGIL dedicata ai pensionati (c'erano molte bandiere dello Spi).

4) Feci l'intero corteo nascondendomi a balzelli dietro le auto in sosta ai margini della strada perché il giovane democratico assieme a me era letteralmente terrorizzato all'idea di finire in una foto. Perché fosse venuto non me lo ricordo o forse non l'ho mai saputo.

5) Nonostante fosse un pride sobrio quanto una manifestazione dello Spi, al nostro passaggio i genitori coprivano gli occhi ai bambini, che voglio dire, al massimo stavano vedendo delle persone in corteo con delle bandiere arcobaleno, non molto di più. Addirittura ricordo una madre correre via a gambe levate sballottando i pargoli, forse terrorizzata che i figli le diventassero gay col solo potere dello sguardo.

Il mio sgomento era rinfocolato dal fatto che pochi mesi prima, dopo poco che mi ero trasferita, ero rimasta vittima della festa degli alpini che non esito a definire una sorta di rave.

 Per tre giorni masse di alpini con un tasso alcolemico sopra qualsiasi norma, che si erano accampati in ogni dove, dalle aiuole ai parchi, dalla stazione a qualsiasi altro luogo (accampare con vere e proprie tende intendo), avevano messo a ferro e fuoco una cittadina che, tanto per farvi capire, trova fastidioso pure che un locale resti aperto dopo le 10 di sera.

 Ricordo gente molesta in ogni dove, vestita in modi improbabili, in giro su trattori, con strumenti assurdi, citofonare a qualsiasi ora del giorno e della notte e tentare approcci, da ubriachi, ovunque.

 Ora, sicuramente ero io che non capivo il gioioso spirito alpino, ma che la stessa gente che a Marzo si ubriacava in piazza, due mesi dopo facesse la morale per il gay pride, diciamo che un filino urto mi ha dato.

Foto mia dell'epoca
 Il problema del gay pride, che esiste per celebrare l'orgoglio omosessuale  e transessuale, è che deve dimostrare di avere le carte in regola per esistere.

 Cioè, la maggioranza si sente in dovere di dare il permesso alla minoranza e dettare le regole: ok dai sono magnanimo ti lascio protestare, ma i diritti non si rivendicano così, guarda ora ti faccio vedere io come si fa.

 Ah sì? E perché ci tieni tanto a dirmi come devo festeggiare, ma degli alpini non te ne frega niente?
  Dell'Atalanta pride (ve lo giuro sempre nello stesso sventurato anno, era il 2010) non te ne frega nulla? Dei festeggiamenti per i mondiali? Delle feste religiose random?

 Ognuno festeggia come vuole, ma si cerca di ricomporre nei ranghi della "decenza" solo alcune categorie che devono dimostrare di essere meritevoli del privilegio di manifestare. 

 Per quel che mi riguarda, finché sarà così, il pride ha il dovere di essere il più festante, colorato e glitterato possibile. Io ho il diritto di gioire e divertirmi tanto quanto un alpino alla sua legittima festa.

(Su questo preambolo un paio di anni fa avevo anche fatto un fumettino che potrete trovare qui).

 Detto questo, eccovi una serie di letture sia che al pride ci andiate, sia che non sappiate che cavolo sia, sia che abbiate pregiudizi o meno.

 Leggere apre la mente (di solito), concediamoci tutt* una possibilità!


SECONDO NATURA di Eva Cantarella, Bur:

 Internet è un mondo vasto che comprende gente come i terrapiattisti o quelli che si curano con acqua e zucchero, ci sono anche persone (che esistono, come le prime due categorie, anche nella vita reale ma prima di internet almeno potevo ignorarlo) che sostengono i gay e le lesbiche non siano mai esistiti e tutto faccia parte di una malvagia kospirazione gender a opera della subdola lobby gay.


Ok, spero che tra costoro nessuno abbia fatto latino alle superiori e men che meno il liceo classico vista la quantità di testi lgbt presenti nelle antologie. Nell'antica Grecia e nell'antica Roma (con valenze diverse) la bisessualità non era solo diffusa, ma aveva una valenza sociale.

 Posso ricordare ancora gli imbarazzati e striminziti specchietti informativi dei miei testi del liceo sull'omosessualità e bisessualità nel mondo antico.

 Arrivavano quando tra un Cirno volante e una Saffo amorosa toccava confessare l'amara verità: l'eterosessualità non era l'unico orientamento ammesso.

 Perché e per come, lo spiega, benissimo la grecista Eva Cantarella nello splendido "Secondo natura" che restituisce a un mondo che il cristianesimo costringerà a secoli d'oblio, lo splendore che aveva: l'orientamento sessuale non eterosessuale come pulsione positiva della società, fondamenta di rapporti sociali, rito di passaggio, cemento di amicizie, ispirazione per versi immortali.

 Da leggere, soprattutto, sottolineo, se siete eterosessuali. Scoprire che il mondo non è sempre stato  solo eteronormato potrebbe avere dello sconvolgente ve lo assicuro.


STIAMO TUTTI BENE di Giulia Gianni, ed. La nave di Teseo:

Una coppia di mamme, un pupo e una famiglia arcobaleno nell'Italia senza stepchild adoption (senza inglesismi: l'adozione del figlio del compagno).

Il web e i mezzi d'informazione ci restituiscono una realtà spesso cruda, spaventosa, piena di commenti crudeli e illazioni da film horror. Gli italiani sono davvero ciò che scrivono sul web? In realtà sembrerebbe di no.

 Come sempre succede, prendersela con concetti astratti e persone che non conosci e mai conoscerai è molto facile e purtroppo solletica gli istinti più bassi di troppa gente frustrata.

 Poi, quando ti capita di venire a contatto con persone in carne ed ossa il registro cambia, scopri che non sono alieni, ma esseri umani come te, persone normalissime che vivono le stesse identiche cose che vivi tu: hanno problemi sul lavoro, devono pagare un mutuo, magari faticano ad arrivare a fine mese E sono una famiglia arcobaleno.

 A quel punto prima ci si rende conto che le cose in comune sono molte più di quelle non in comune, poi si comprende il punto fondamentale: una famiglia è una famiglia, basta ci sia l'amore.

 Altrimenti quello che vuoi non è che gli italiani mettano al primo posto la famiglia, vuoi che mettano al primo posto un finto perbenismo fatto di apparenze per le quali l'importante è che siano mamma, papà e figli, poi chissenefrega di quel che succede tra le mura di casa loro.

 "Stiamo tutti bene" racconta le gioie e le difficoltà (soprattutto legali) di una famiglia arcobaleno e restituisce speranza.
 Noi italiani, alla fine della fiera, non siamo così pessimi come vogliamo sembrare, siamo solo, ultimamente pieni di rancore e di soprattutto pieni di troppe persone che vogliono pomparlo quel rancore. Perché come dicevano i romani: dividi et impera.

Se vi incuriosisce il tema delle famiglie arcobaleno, consiglio, tra tutti, due bei libri "Hello daddy" del giornalista Claudio Rossi Marcelli e "Figli dell'arcobaleno" di Samuele Cafasso, ed. Donzelli, in cui sono raccolte le testimonianze di famiglie arcobaleno composte nel modo più disparato (due mamme affidatarie, figli da precedenti unioni, coppie di mamme ecc.).


UN ANNO SENZA TE di Giopota e Vanzella, ed. Bao Publishing:

 E' uscita da poco questa bellissima graphic novel di Giopota e Vanzella che racconta con dolcezza e alcuni meravigliosi tocchi surreali, quel che succede alla fine di un amore.

Come ci si riprende quando finisce una storia? Il protagonista è un ragazzo gay, ma ve lo consiglio perché chi pensa che ci sia un modo di amare etero e uno gay veda che siamo tutti sulla stessa barca, qualche volta felicissimi, talvolta tristissimi. L'amore è amore, non importa l'orientamento sessuale dei protagonisti.

 Consiglio anche "L'orgoglio di leone" di Flavia Biondi ed. Renbooks che finisce, tra l'altro, in un gay pride.

 Tommaso giovane rampante, finge eterosessualità con un fidanzamento di facciata (la ragazza ovviamente pensa sia vero), finché non conosce Leone, giovane, orgoglioso e per nulla disposto a rimanere nell'ombra. Nella vita, prima o poi, bisogna trovare il coraggio di essere sé stessi o non ci rimarrà niente di noi.


HO MOLTI AMICI GAY di Filippo Maria Battaglia, ed. Bollati Boringhieri:


Gli omofobi sono sempre pieni di amici gay che però gli altri gay non conoscono.
 Quindi esistono delle persone omosessuali che amano avere amici dediti alla loro umiliazione perpetua e ben felici che sia così.

 Nel nome di questi fantasmi che non si palesano mai, si perpetrano le peggiori nefandezze. Non esiste discorso omofobo che non inizi con la doverosa premessa "Ho molti amici gay" (peraltro dici, non è che ce ne hanno uno o due, ce ne hanno anche molti).

 Il giornalista Filippo Maria Battaglia, già autore di "Stai zitta e vai in cucina" (che raccoglieva le sparate sessiste dei politici italiani), raccoglie tutte le frasi omofobe pronunciate dagli italici politici nelle più disparate occasioni.

 Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.


GOLDEN BOY di Abigail Tartellin ed. Mondadori:

 Quanti di voi conoscono una persona intersex? Quanti personaggi intersex abbiamo mai visto rappresentati in film, serie tv, libri ecc? Io ricordo giusto "Faking it" in cui appariva una ragazza intersex (e quello era il suo grande e innominabile segreto).

 Non stiamo parlando di persone transgender, ma di chi nasce con cromosomi sessuali, genitali e/o caratteri sessuali che possono appartenere a entrambi i generi.

 Cosa succede quando ci si trova naturalmente a cavallo tra due generi? Come e quando si decide qual è il proprio genere d'elezione? E' doveroso decidere? E cosa pensano gli altri di te? Come si vive nel mondo?

 "Middlesex" di Eugenides raccontava la storia di un intersex, concentrandosi però sulla genia (c'era un'ingarbugliata vicenda familiare tra cui due fratelli che si sposavano), mentre "Golden boy" di Abigail Tatterlin narra la vicenda di un Max, un ragazzo bello, intelligente, sportivo, ammirato da tutti, figlio di una coppia in vista e benestante, un vero e proprio golden boy.

 Il punto è che Max, anche se nessuno lo sa, è un intersex e con l'adolescenza arrivano le grandi domande: chi sono? Mi piacciono i ragazzi, le ragazze o entrambi? Cosa vorrò essere per il resto della mia vita?

La famiglia, un po' per perbenismo, un po' per autentica confusione, tende a imporgli decisioni che gli vanno sempre più strette.
 Forse sarebbe meglio non dover decidere, ma come glielo spieghi a una società fondata sul binarismo di genere?


NON CI SONO SOLO LE ARANCE di Jeanette Winterson, ed. Mondadori:

 Libro meraviglioso di ormai parecchi anni fa che però continua a descrivere con una precisione inattaccabile cosa voglia dire scoprirsi gay in una famiglia super religiosa.

 Ispirato all'infanzia e alla giovinezza dell'autrice (che ha raccontato la vera storia, quasi identica, in "Perché essere felice quando puoi essere normale?"), racconta le vicende di una ragazza adottata in fasce da una coppia assai religiosa che la cresce nell'attesa della fine del mondo.

 In un crescendo claustrofobico che l'autrice sa rendere in un meraviglioso modo tragicomico, le tinte si fanno più fosche durante il periodo dell'adolescenza, quando la protagonista scopre di essere lesbica e, dopo alcuni tentativi di "pentimento" ovviamente falliti, viene buttata fuori di casa.

 Fortunatamente per lei è molto talentuosa e dopo un periodo di vagabondaggi riuscirà a farsi ammettere con una borsa di studio all'università.

 Non tutti, purtroppo, hanno la fortuna della Winterson, in Italia (e nel mondo in generale) ci sono ancora adolescenti o ragazzi appena maggiorenni che vengono rifiutati dalle famiglie e buttati fuori di casa. 

 Stanno sorgendo finalmente delle case rifugio anche per loro nell'attesa che i genitori si rendano conto che i figli non finiscono di essere tali quando smettono di essere come te li eri immaginati nei tuoi fulgidi sogni. Tuoi.


USCIR FUORI di Myriam Cristallo, Sandro Teti editore:

Quando sento parlare della fantomatica lobby gay o dell'agenda gay mi domando chi mai potrebbe avercela con una lobby talmente scrausa  da non essere ancora riuscita a far approvare una legge contro l'omofobia, che ha ottenuto una legge sulle unioni civili (anche monca) con almeno 15 anni di ritardo e non riesce a evitare continue aggressioni ai danni della sua comunità?

 Voglio dire una lobby del genere non dovrebbe manco esistere o infatti in realtà non esiste proprio.

 "Fuori" di Myriam Cristallo ricostruisce i dieci anni di storia del Fuori, il Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano, la prima organizzazione lgbt italiana che dal 1971 al 1982 portò per la prima volta le istanze lgbt all'attenzione di chi i gay non voleva neanche pensare che esistessero.

 Quando ti senti circondato dalla fuffa ideologica, quando non conosci e perciò non sai di cosa stai parlando, il consiglio è sempre uno: informati su fonti autorevoli, potrebbe aprirsi un mondo.


GLOBAL GAY di Frédéric Martel, Feltrinelli edizioni:

 "A cosa serve il gay pride? Avete già tutti i diritti!"

 Risposta: no, non ho tutti i diritti. Non ho il matrimonio egualitario, ma un istituto speciale per persone speciali (leggete pure "che non sono come gli altri") chiamato unioni civili (e sottolineo che FINALMENTE almeno c'è questo), rischio di essere discriminata a lavoro se il mio datore di lavoro dovesse essere omofobo, non potrei adottare il figlio della mia compagna, devo leggere ogni giorno cose come "i gay sono malati" e altri cose simpatiche e, per giunta, alle mie proteste, sentirmi rispondere, "E' un'opinione".

 Perché adesso essere omofobi e razzisti si nasconde dietro "è un'opinione", no, se discrimini non è un'opinione, è razzismo o omofobia o sessismo (a seconda di chi decidi di infamare opinando).

 Risposta due: io in Italia me la passo almeno benino perché c'è stato un lungo percorso che, alla fine della fiera, con incredibile lentezza, qualche frutto ha portato. La società civile ha fatto dei passi in avanti e l'anno prossimo dovrei unirmi civilmente.

 Ma che nel resto del mondo la comunità lgbt come se la passa? Il libro di Martel aiuta a fare il punto della situazione, nel bene e nel male. Tra punizioni pubbliche, condanne a morte, carcere, "campi di concentramento", cliniche riparative, carcere e altre amenità, non bene.

 Certo ci sono stati tanti passi in avanti, ma ancora in larga parte del mondo, essere gay comporta essere vittime di persecuzione.
 Il pride, anche festoso, anche esagerato, serve per ricordare che esistiamo noi ed esistiamo loro.

 E a tutti coloro che dicono "Eh ma le trans, vestite così" si ricorda che furono proprio le trans a dare il via ai moti di Stonewall, la prima grande protesta del mondo lgbt.

 Se pensate che questo post dovrebbe riguardare solo la comunità lgbt vi sbagliate, riguarda tutti, perché ogni persona che acquista più diritti è un progresso per tutta questa nostra convulsa, spesso confusa e impaurita, umanità.

Ps. Si consiglia la visione del film "Pride". Inghilterra, 1984. In 32 anni i passi avanti sono stati enormi, che continui ad essere così.

lunedì 19 giugno 2017

La paranza! Tre letture en passant: "Piccoli racconti di primavera" di Soseki, "Janis Joplin" di Giulia Argnani e"Nine stones" di Sara Spano.

 Qualche tempo fa, avevo inaugurato una sorta di rubrica, senza ovviamente ciclicità che avevo ribattezzato "la paranza".

 La differenza con le piccole recensioni tra amici sta nel fatto che considero queste letture un po' più passatempo, dei riempitivi in mezzo a letture più importanti o coinvolgenti.

 Certo, alcune volte capita che inizi a leggere una cosa come paranza e finisca per considerarlo un libro a dir poco maraviglioso, altre volte che il libro maraviglioso si riveli paranza.

 In qualsiasi caso, ve ne do conto perché nel caso vi trovaste indecisi se leggerli o meno, abbiate un appiglio per capire se sia il caso di farlo.

 A me la paranza di solito coglie quando mi bloccano la tessera della biblioteca (purtroppo sono un macello in quel senso), come questo mese. Finalmente oggi l'embargo è finito e vado a fare di nuovo il pienone.

 Per inciso, l'altro giorno, ho sentito orrendamente definire la biblioteca "Sharing economy", poracci noi.
 Buona lettura!

"PICCOLI RACCONTI DI UN'INFINITA GIORNATA DI PRIMAVERA" di NATSUME SOSEKI ed. LINDAU:

Amo moltissimo gli autori orientali, tuttavia finora di Soseki, considerato unanimemente uno degli scrittori più importanti del Sol Levante avevo letto solo "Il signorino", storia di un giovane professore mandato a insegnare in una scuola maschile di sfaticati.

 Più famoso in Italia è "Io sono un gatto", tuttavia ho sempre dei problemi coi libri in cui gli animali parlano in prima persona. Non sono abbastanza empatica e amante degli animali per immedesimarmi nelle vicissitudini di un cane, gatto, canarino o pesce, anche se, indubitamente, in tal modo mi sto perdendo molto.
 "Piccoli racconti di un'infinita giornata di primavera" raccoglie una serie di racconti molto brevi di Soseki, mai tradotti in italiano. Si tratta in verità di bozzetti di vita, figure appena accennate, estati appena raccontate.

 Più che ad altri racconti mi viene da paragonarli ai manga di Hokusai, le raccolte di schizzi di vita quotidiana e paesaggi che il pittore giapponese, ritrasse per un periodo della sua vita.

 Fermi immagine senza una vera collocazione narrativa o temporale eppure eccezionalmente vividi.

 Lo consiglio a tutti i grandi amanti del Giappone, meno a chi non ama gli autori orientali. E' una chicca in più per i filonipponici, agli altri, malgrado la mano di Soseki, direbbe gran poco.


"JANIS JOPLIN" di GIULIA ARGNANI, BD EDIZIONI:

 Giulia Argnani è una fumettista che esordì anni fa, con un tratto forse ancora un po' troppo acerbo, in una raccolta di fumetti, "Sciò", tratta da alcune storie vere raccontate dalla giornalista Delia Vaccarello in un libro precedente, "L'amore secondo noi".

 Si trattava di un ottimo davvero ottimo libro in cui alcuni ragazzi raccontavano la scoperta del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere (io lo lessi in un momento particolare della mia vita e mi aiutò tantissimo).

 Da allora ha navigato tra piccole case editrici e, l'anno scorso, aveva pubblicato per la Renbooks un buon volume che avevo anche recensito "Up all night". Quest'anno, con uno stile fumettistico molto migliore di 10 anni fa, è approdata alla BD edizioni con la biografia di Janis Joplin.

 Essendo la BD una casa editrice specializzata principalmente in biografie a fumetti di musicisti e cantanti, immagino che sia stato una sorta di "libro commissione" (ossia "vorrei che tu facessi un libro su questo e questo") che non è un male, ma rischia magari di dover rimanere entro certi schemi.

 La biografia di Janis Joplin non c'è bisogno che ve la racconti io, l'autrice insiste molto sulla sua eccezionalità (nel senso più stretto del termine) rispetto al contesto: troppo indipendente in una "normale" famiglia americana di provincia, troppo bruttina per essere la ragazzetta popolare della scuola, con un carattere troppo forte rispetto a quelli richiesti dalla femminilità stile anni '50 imperante. 
 Ovviamente sentirsi diversi e straniati rispetto al proprio contesto ha sempre un prezzo da pagare, soprattutto se, come Janis Joplin, si ha in fondo un lato molto fragile, così, a margine di una vita musicale sempre più esplosiva e una sessuale sempre più libera (con uomini e donne), presa da un'ansia di fondo, la Joplin finisce nel tunnel della droga.

 Uomini e donne si avvicendano sul suo cammino, alcuni sfiorando la sua solitudine senza mai penetrarla davvero. La Argnani suggerisce che l'unica che avrebbe potuto farlo, la sua amica e amante, Peggy Caserta, sia scomparsa proprio nel momento più difficile.

 La storia è ben disegnata e ben costruita, purtroppo non me la sento di dire che ha quel guizzo in più, manca, una sorta di vitalità nel racconto che era la cifra stilistica della Joplin.

 Quanto questa sia dipeso dalla Argnani e quanto dalla casa editrice non lo so. 
 Io amo molto i biopic perché vedendo le vite degli altri faccio un po' i conti sulla mia, però serve qualcosa di forte, un'emozione che ti porti a farli questi conti, lo dico in generale.

  Non basta far bene i compiti, serve una fiamma che dia fuoco alle polveri.


"NINE STONES" di SARA SPANO, EDITORIALE COSMO:

 In marzo sono stata ospite di una fantastica fumetteria di Genova: la Comics Corner.
 Oltre ad avere uno spazio bellissimo, hanno anche (lo dico per i genovesi in ascolto) un fitto programma di ospiti, eventi e presentazioni, così fitto che, seguendoli, riesco ad aggiornarmi in automatico sui nuovi autori di italici fumetti che, pur con tutte le migliori intenzioni, mi sono persa per strada.

E' da loro che ho sentito parlare per la prima volta di Sara Spano, autrice di "Nine stones" web comic passato agli onori della carta stampata  grazie a Editoriale Cosmo ed ora disponibile in libreria.

 Incuriosita, ne ho comprata una copia e direi che è un NI.

 Sara Spano, almeno al momento, ha lo stesso identico problema di Angela Vianello: grafica, disegni, colori ECCEZIONALI, storia assolutamente non all'altezza.

 Se la Vianello risolve la mancanza di una sceneggiatura di livello, buttandosi in una storia piena di cliché, ma insomma leggibile, la Spano mette troppa troppa carne al fuoco.

 Per capirci: la trama racconta la vicenda di Alistair (peraltro io ho conosciuto davvero un Alistair) figlio diciannovenne di una sorta di gigaboss della mala che lo mette a spacciar droga tramite le consegne a domicilio di un discount, qui conosce Cristopher, ragazzetto più scafato di lui che cerca di farlo sopravvivere alle asperità del ruolo di erede di un impero malavitoso.
  Tra i due scatta la passione mentre dietro si avvicendano omicidi, nazisti, sogni misteriosi, spiriti dall'ombra, nonne che lasciano in eredità 60 milioni di euro in diamanti.

 Allora, un materiale così o sei Tarantino oppure lascia stare. 
 La storia è talmente non dico inverosimile, ma assurda, che ho pensato sarebbe stato di gran lunga meglio ambientarla in un mondo fantascientifico x: almeno la sospensione dell'incredulità aveva maggior motivo di esistere.

Come ha suggerito una lettrice del blog sembra più una fanfiction di ottima fattura.
 Io direi che più che altro sembra un adattamento italiano di alcuni yaoi giapponesi.

 All'università leggevo "Kizuna" in cui appunto uno dei protagonisti era figlio illegittimo di un boss della yakuza ed era implicata la malavita, omicidi, rapimenti e ovviamente storie gay. 

 La Spano sembra aver translato l'ambientazione yakuza in Italia, ma non funziona (per ovvi motivi). Inoltre davvero l'elemento horror/fantascientifico sarà anche di grande impatto visivo, ma è troppo.

 Insomma, io direi, c'è tempo, la mano c'è: un argomento alla volta, una storia più curata, un'ambientazione più credibile o una molto più incredibile (quindi prettamente horror o fantascientifica). 

 Per diventare Tarantino ci vuole taaaaaaanto tempo e taaaaaaanto talento, lavoro lavoro lavoro e, nel caso, collaborazione con qualcuno che sa tenere meglio il filo del racconto.
 E' una critica sincera perché davvero il livello grafico è eccezionale e meriterebbe una storia epica all'altezza, forza e coraggio!

domenica 18 giugno 2017

Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Già non legge".

 In questa scoppiettante domenica pomeriggio appare una vignetta che ha per protagonista una signora che è in realtà solo una delle trentamila che si sono rese protagoniste di questa scena.

 Per il prossimissimo futuro ho previsto una serie di cartoline dalla libreria dei genitori nella sezione dei ragazzi.
 Un mondo, complesso, affascinante, ma con delle fisse che si sublimano di solito nella magica frase: "Lo so che lo dicono tutti i genitori, ma mio figlio è DAVVERO intelligente".

 Sono ormai giunta alla conclusione che i neogenitori siano così sconcertati dal fatto che i bambini non siano una manica di storditi, da non trovare altra spiegazione al fatto che il proprio pargolo sia in realtà un essere senziente se non un'eccezionale intelligenza. Non è che tutti i bambini in realtà sono persone senzienti, è il loro che stranamente lo è.

 Ma del resto è il frutto dei loro fecondi lombi, quindi come potrebbe non essere un bambino o una bambina straordinari?

 Ma non divaghiamo e rimaniamo sulla vignetta, su quel che succede quando ti accorgi, qualche anno dopo, che tuo figlio è esattamente come tutti gli altri, e sul motivo per cui molti finiscono per non leggere.

 Fate leggere a 'sti ragazzini quello che vogliono!

 Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Già non legge"!



giovedì 15 giugno 2017

Non di sola avventura e antichi vasi vive il lettore uomo! La nobile arte del chicken -lit tra Volo, Gungui e Verga. Perché anche gli uomini hanno un palpitante cuore.

 Chiunque abbia studiato Verga alle superiori, ossia davvero chiunque, potrà ricordare la reticenza con cui i professori si riferivano ai suoi primi lavori.

 La mia professoressa che era bravissima, ma aveva diciamo idee particolarmente decise su alcuni aspetti della letteratura italiana (Carducci faceva orrore al grido di "Noi con la pargoletta mano e in Francia Baudelaire!", Dante uber alles, manieristi alla Giovan Battista Marino tutti al rogo e Tasso troppo erotico).

 Verga era una delle sue vittime o, perlomeno, lo era quella sua prima, ai suoi occhi, vergognosa produzione.

 Cosa faceva il buon Verga? Scriveva appassionate e ardenti storie d'amore che in genere finivano malissimo.

 Prendiamo "Eva", storia di una ballerina che rinuncia agli splendori del palcoscenico per amore, salvo rendersi conto che il suo amato era affascinato proprio da quelli. Oppure "Tigre reale", una contorta storia di doppio tradimento a base di contesse russe, cugini innamorati, bambini in fin di vita e ardimenti vari (ovviamente con morto finale).

 Ecco, di questa produzione, la mia professoressa non voleva parlare. Troppo vergognoso era che il padre del verismo avesse indugiato, in gioventù, in amorazzi e amorini.

 In generale non è che si studia mai in letteratura la narrativa di puro intrattenimento. 

 Dell'esistenza di un best seller ante litteram come "I beati Paoli" ho saputo ben dopo le superiori e i vari Moschettieri, "Conte di Montecristo", "Ivanhoe" ecc. li ho letti per conto mio.
 Non so, forse faceva brutto sapere che Dumas si dilungava perché veniva pagato a puntate e non perché sentiva "l'urgenza" o "il sacro fuoco" della scrittura o anche "l'inveterato studio" o "i continui rimandi letterari con la tradizione precedente".

 Se poi almeno Dumas o Stevenson venivano almeno accennati per meriti storici, il più commerciale di tutti i generi, la cosiddetta "narrativa rosa" non viene mai nominata, orrido spettro composto da trame tutte uguali, donzelle sospiranti e villosi uomini.

 Io non sarò ipocrita, non ne leggo e non mi piace.

 Ogni tanto su fb posto delle trame che trovo particolarmente assurde, ma lo faccio per un motivo: penso che per quanto io non ne legga e non mi piaccia, anche la narrativa d'intrattenimento possa essere fatta bene e abbia, come tutti i generi, una soglia verso il basso che è un po' triste superare (tipo la ragazza che si sente moderna, ma dopo aver rifiutato uno spasimante, lo trova di colpo affascinante perché lui è abbastanza ricco da offrirle un posto di lavoro).

 In ogni caso, non penso che chi legge narrativa rosa sia uno sciocco, anche io leggo tanta narrativa d'intrattenimento, di altri generi. Invidio chi riesce a mantenere un costante livello culturale altissimo, ma ammetto che faccio fatica a leggere sempre classici o nuovi romanzi americani o alta letteratura.
 Certe volte devo decomprimere.

 A questo punto, dopo questo lungo preambolo, arriviamo al titolo del post: la nobile arte del cock lit.

Persino i romanzi del ciclo bretone e
di quello arturiano avevano l'amore come tema portante,
 assieme all'avventura.
 Che le donne leggano più degli uomini è un dato di fatto, che sia sempre così è un altro. Il tracollo arriva durante o subito dopo le superiori: gli uomini fanno un picco verso il basso allucinante.
 Perché?

 Uno dei motivi potrebbe proprio nascondersi nell'esistenza stessa della narrativa rosa. 

 Le donne che continuano a leggere non è che si assestano tutte su letture alla Joyce o alla Mishima, moltissime si gettano sul fortunato filone della narrativa rosa, ossia narrativa leggera e d'intrattenimento (tra l'altro, negli ultimi anni, cavalcatissimo nell'under 18 che, non a caso, sta diventando un sottofilone della rosa, escludendo i lettori maschi a priori).

 Si può discutere sul fatto che non necessariamente, nonostante il nome, la narrativa rosa debba avere un pubblico femminile, ma capisco anche che come io non riesco a trovare appassionanti storie in cui donzelle svenevoli si gettano tra le braccia del primo imprenditore venuto, neanche un uomo trovi particolari elementi d'identificazione.

Cosa rimane allora d'intrattenimento agli uomini? Avventura alla Wilbur Smith o Cussler, il romanzo storico alla Manfredi, tanti gialli (almeno quelli) e fumetti (ovviamente non tutti i fumetti) se ne leggono.
 Il guaio è che, a scanso di tutti i miti sulla virilità, non è detto che se sei un uomo devi per forza amare le ricostruzioni romanzate di "300" o le storie di pirati o di archeologi che portano in salvo l'antico vaso mentre si fanno la collega di turno.

 Magari ci sono uomini che un chick lit non se lo leggerebbero, ma il libro di un uomo medio di 30-40-45 anni, con molti dubbi sulla vita, amori che vanno e vengono fino all'apparizione del GRANDE amore, dubbi sul fatto di avere progenie o meno, insomma un libro in cui riconoscersi lo comprerebbero.

 Magari l'hanno già fatto decretandone il successo. Magari l'autore si chiama Fabio Volo.

 Ecco, direi che come recitava Moretti, le parole sono importanti. Esiste una parola per definire il genere d'intrattenimento leggero a base amorosa (ma non sempre sempre) rivolto alle donne, ma non esiste una parola per quello maschile. Non esiste il filone e i libri, non molti ma molto venduti, rischiano di perdersi nella massa.

Partendo dalle massime biblioteconomiche per le quali "ogni lettore ha il suo libro" e "ogni libro ha il suo lettore", buttare un libro nei millemila che uno può trovare in libreria senza dare un orientamento al lettore è suicidarlo.

 Esiste, secondo me, un pubblico di uomini che vuole storie d'intrattenimento, anche sentimentali, in cui riconoscersi, ma che non trova quasi niente. Sì Volo, i nuovi libri di Fausto Brizzi, il vecchio Cattelan, ma davvero poca roba.

 Il nuovo libro di Gungui, "Tutto il tempo che vuoi", ed. Giunti, secondo me, fa parte di questo nuovo genere che, parafrasando i "chick lit", chiamerei "chicken- lit".

In un primo tempo volevo chiamarlo cock-lit, ma ho scoperto
che anche cock è una parolaccia
 Sono stata a un incontro tra autore e blogger e mi sono trovata un po', molto, fuori posto. Non è un brutto libro ovviamente, ma non è un libro che io avrei letto.

 Si tratta della storia di Franz che ha una lunga relazione da cui vorrebbe un figlio e lavora come editor.

 Un giorno la compagna, dopo mesi che questo figlio tarda ad arrivare, lo lascia e, per giunta Franz perde il lavoro.
 Che fare? Inizia quindi un anno fatto da nuove relazioni, un forse nuovo lavoro da cuoco a domicilio, un nuovo Grande amore e tante avventure.

 Il tono è leggero, le blogger presenti all'incontro tutte donne. Eppure il libro affronta, tra gli altri temi (senza pesantezze eh), quello dei nuovi compagni di madri separate e la sterilità maschile. Temi che, va bene tutto, ma parlano di certo anche a un pubblico maschile.

 Mi sono resa conto quindi che il libro doveva essere guardato da un'altra prospettiva
 Io non lo avrei mai letto, ma sono certa che molti uomini lo farebbero se non lo trovassero avvolto dalla confezione di "libro per lettrici" o "narrativa rosa".

Capisco che è un genere di vendita certa, ma è anche vero che finché non si allargherà la base dei lettori, non si venderà mai di più. Venderai sempre la tua sicurezza e magari ogni tanto un titolo sarà particolarmente fortunato.

 Ma cosa accadrebbe se si formasse un nuovo genere? Se il chicken-lit avesse non dico pari, ma anche solo la metà del successo della sua controparte femminile.

 Ho provato a chiedere a Gungui quale pubblico immaginasse per il suo libro.

 Prima, d'istinto credo, mi ha risposto che "In Italia i lettori sono le lettrici". Poi però, quando ho fatto presente che è un libro che tratta temi molto maschili, ha aggiunto "Facendo ricerche per il libro sulla sterilità, mi sono reso conto che ne parlano quasi solo donne, i maschi sono pochissimi. Da un lato è un argomento tabù, ma dall'altro sono convinto che ci sia un'emotività maschile che non trova risposte nei libri".

 Ecco, penso che bisognerebbe arginare quel tracollo post superiori che hanno gli uomini nella lettura. Forse se uno smette di pensare per loro storie solo piratesche o quiz su Totti si può fare un passo avanti.
 Insomma, può essere che, anche se non lo dicono ancora apertamente, che pare brutto, anche gli uomini siano dei sentimentali.

 Che la battaglia per l'istituzione del cock lit abbia inizio!

mercoledì 14 giugno 2017

Le favolose presentazioni di Giugno! Monterotondo e Oriolo Romano arrivooooooooooooo!!

Mi rimangono ancora due presentazioni del libro!
 Entrambe a fine mese ed entrambe nel Lazio, una delle due, quella a Oriolo Romano, vicino casa mia.
Accorrete numeros*!

martedì 13 giugno 2017

L'avventurosa seconda parte del fumettoso riassunto del Salone del libro di Torino 2017! Tra buffet, distruzione di sogni, agenti e sperpero di denaro.

 Ed ecco, con straordinario ritardo, la seconda parte del fumetto sul salone del libro di Torino di quest'anno (visto che nel frattempo la prima l'ho quasi dimenticata anche io potete ritrovarla al link).

 Pardonate il ritardo, sto trafficando per vari progetti che spero prima o poi vedano la luce.
 Non ne parlo chiaramente appunto perché potrebbero non vederla mai e quindi s'attende, s'attende, s'attende, la vita alla fine è tutta un'attesa.
 Vabbeh, speriam.

 In tutto ciò, l'intervista che cito nel fumetto, potete trovarla al link, ringrazio ancora Radio Mercury!

 Spero il fumetto vi diverta!

 L'avventuroso e fumettoso riassunto de "Il salone del libro di Torino. Parte II"!







domenica 11 giugno 2017

Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Solo per".

Giugno, tempo di fine scuola e tempo di ragazzini e genitori che cercano libri per i propri pargoli.
 Ma anche tempo di caldo calderrimo.
 Vorrei dire qualcosa di più sensato, ma sono stanca morta per la giornata perciò lascio che sia la vignetta a parlare per me.
 Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Solo per"!


venerdì 9 giugno 2017

"Tu sei la mia giovinezza". Quando chi è stato giovane con noi diventa lo specchio della nostra vita, attuale o possibile.. Una recensione (non buonissima) di "Swing time" di Zadie Smith.

 Anni fa, per un compleanno che era in verità davvero giovane, avevo 23 anni, una delle mie migliori amiche mi regalò un taccuino.



 Aveva scritto una frase che ho provato a cercare sul web senza successo, ma, andando a memoria diceva "Tu sei la mia giovinezza" ed era tratta da una lettera che Van Gogh aveva scritto a Gauguin (ho anche chiesto all'interessata, ancora mia amica, ma essendo decine di migliaia di km lontana dal libro non ha potuto controllare).

 Nella vita succedono molte cose, affrontiamo molti periodi bui e altri luminosi, viviamo mille battaglie e prendiamo decisioni difficilissime. 

Tante persone ci sono accanto, eppure rimaniamo sempre intimamente legati a coloro con cui abbiamo condiviso l'infanzia e l'adolescenza.

 Talvolta nel male, ossia non riusciamo a dimenticare in nessun modo il male che persone che non vediamo per i successivi 50 anni ci hanno fatto, spesso, fortunatamente, nel bene.

 Gli amici che hanno condiviso con noi l'infanzia, ma ancor più l'adolescenza e la prima giovinezza sono quelli che travalicano il loro ruolo di amico.

  Non sono solo amici, loro sono altro, sono la nostra giovinezza.

 E se è bello poter dire di qualcuno "Tu sei stato la mia giovinezza", raramente lo è dire a un altro "Tu sei stato la mia età adulta".
 Con questo non voglio sminuire gli amici che ci si fa dopo i 22 anni, ma semplicemente collocarli in un'altra dimensione, peraltro molto esplorata dai libri.

 Il migliore amico con cui condividiamo la soglia dell'esistenza è spesso fonte di numerose trame che hanno come base la Grande Amicizia, quella che ti segna per la vita, il legame indissolubile che spesso va oltre e sostituisce il Grande Amore.

 La variabile più struggente dei libri sulla Grande Amicizia non è secondo me quella in cui uno dei due muore (molto esplorata), ma quella in cui i due, trascinati dalle correnti della vita, finiscono per diventare lo specchio l'uno dell'altro.

 Partiti dalla stessa base e magari con sogni simili, uno riesce e l'altro no, oppure entrambi falliscono o entrambi vincono, ma la vita in qualche modo li allontana. Passano gli anni e non ci si vede, ma nel cuore rimane sempre la stessa domanda, "Cosa sta facendo il mio amico? Perché non lo chiamo? Sarà sempre uguale?" e in realtà vogliamo dire "Cosa sta facendo la mia giovinezza?" e abbiamo paura di capire che quelli ormai irrimediabilmente cambiati, in peggio, siamo noi.

 Il libro di Zadie Smith, "Swing time" parte da un'amicizia di questo genere.

 La protagonista della storia (senza nome) è una ragazza figlia di una donna di colore e di un uomo bianco, la sua migliore amica, Tracey, ha la madre invece bianca e il padre di colore (un particolare di cui non ce ne fregherebbe giustamente niente se la componente razziale non avesse, come in tutti i libri della Smith, un ruolo fondamentale).

 Mentre la madre della protagonista è una di quelle rare figure materne che non si lascia schiacciare dal ruolo, ma lo vive anzi come una sorta di "cosa" che ha dovuto fare nella sua vita, rimandando i suoi veri obiettivi (politica, attivismo, istruzione), la madre di Tracey è invece la classica madre che riversa sulla figlia tutte le sue speranze: lei ha fallito, sua figlia invece splenderà anche per lei.

 Ecco, dico subito che preferisco la prima madre. Non ho mai capito chi, appena ha un figlio, resetta completamente i primi 30 anni della sua esistenza e si dedica al suo nuovo ruolo anima, corpo e sangue, dimentica della sé stessa precedente.
  Non è possibile che la persona che sei stata prima venga risucchiata in un gorgo e che a nulla siano valsi i tuoi studi, sogni e speranze.

 Ho sempre pensato che fosse più sano un approccio come la madre della protagonista (che da bambina non la capisce, ma da adulta sì) che vive la maternità come complementare alla sua esistenza, fatta di molte e molte altre cose.

 La parte iniziale, quella dell'amicizia scolastica tra le bambine è forse la migliore: le due diventano migliori amiche, le tensioni familiari di entrambe, un quartiere di periferia un po' disastrato, ma non completamente disagiato, i sogni che forse un giorno le divideranno.

 Meno convincente secondo me è il distacco: Tracey scopre di avere un grande talento di ballerina e puf la loro amicizia di colpo si dirada, per poi apparire in modo sporadico per tutto il libro.

 La protagonista diventa infatti adulta e si ritrova a fare da assistente a una pop star di nome Aimee che è in tutto e per tutto identica a Madonna.

 Io non so davvero come Madonna non abbia querelato o se non altro diffidato la Smith perché le ha praticamente solo cambiato nome. 

 Per il resto tra matrimoni, fissazioni per l'Africa, adozioni internazionali dubbie, mariti e matrimoni falliti, figli ecc. è la biografia esatta di Madonna.

 La storia di Aimee serve per proiettare la protagonista svariate volte in Africaalle prese con un progetto benefico che la pop star vorrebbe operare nel paese. Ovviamente nonostante tutta la buona volontà nulla va per il verso giusto.


 Ci sono sprazzi interessanti su quel che accade nella magmatica Africa nera: la "rotta alternativa" che molti prendono, ossia la lunga scalata verso l'Europa, come lo sono quelli la radicalizzazione islamica di molti giovani che vedono in un'estremizzazione della religione una sorta di distacco dal vecchio, come se darsi regole rigidissime li rendesse in qualche modo più moderni e migliori dei loro avi, ancora attaccati a quelli che loro ritengono vecchiumi del passato.

 Ecco, ci sono in questo libro almeno tre libri diversi che non legano.

 Uno sarebbe stato un pessimo libro ("Le memorie della giovane assistente di Madonna"), uno sarebbe stato un bel libro ("La grande amicizia tra due donne così diverse e così unite"), uno sarebbe stato un ottimo libro ("La tumultuosa Africa nera nel 2017").

 Tutto insieme è una cosa inconcludente che non ho ben capito dove volesse andare a parare.
 Il finale è posticcio, non si capisce perché due che non si vedono da 30 anni e che non hanno più condiviso cose fondamentali dai 15 dovrebbero cercarsi così tanto.

 Voglio dire "Tu sei la mia giovinezza" vale se tu sei stato DAVVERO la mia giovinezza, non per chiunque, e il problema di questo libro è che Tracey all'inizio sembra davvero importante, ma poi è come se diventasse chiunque. La classica persona di cui dici "Sì, guarda la frequento, ma solo perché siamo amiche da quando siamo piccole, altrimenti non le rivolgerei la parola".

 Questo tipo di amicizia non può reggere un libro intero.


Peccato Zadie, tu che in un bellissimo piccolo saggio, "Perché scrivere", scrivesti che ti odi quando sei pigra e cedi a descrizioni riviste e frasi fatte, sei finita in un libro manierato manierato.
 Io, se potessi farle giungere la mia opinione, vorrei solo dirle che leggerei tanto volentieri il libro sui tumulti dell'Africa nera, mi aiuterebbe a dissipare le nebbie su qualcosa che è così lontano e al contempo sta diventando così vicino.

 Comprendere il nocciolo di alcune questioni, gettare una luce lì dove c'è solo ombra e confusione può aiutare tutti ad avere comportamenti più civili e a capire in generale cosa sta succedendo in questo nostro mondo che sembra così tanto iperconesso, ma in realtà continua a ignorare cosa accade al vicino.

 Ha avuto libri migliori per raccontare amicizie alla periferia di grandi città (il bellissimo "Denti bianchi") e in verità i pezzi su Aimee non mi interessavano più di quanto non mi interesse una vera biografia di Madonna (ossia zero).

 So che il concetto di fondo era, una donna con così poca sicurezza in sé stessa, con le idee talmente poco chiare sulla sua identità da finire per essere sempre l'ombra di qualcun altro: la sua migliore amica d'infanzia, la sua madre militante, la pop star di fama mondiale di cui è assistente.

 Tuttavia il paragone non regge, anche io probabilmente sarei l'ombra di una pop star adorata di una divinità e di una madre come quella descritta nel libro, una dea d'ebano intelligentissima e dal carattere d'acciaio.

 La protagonista sembra solo una persona normale, proprio come tutti noi che non siamo poi così ombre, facciamo solo quel che possiamo e cerchiamo di essere felici, fallendo spesso, riuscendo ogni tanto.

 Lo specchio della narratrice non rimanda l'immagine di Tracey e il tema del doppio rimane labile come larga parte di questo pur ottimamente scritto romanzo.