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lunedì 15 giugno 2020

Talvolta con le rose è meglio non perderci tempo. "Laura Dean continua a lasciarmi" di Mariko Tamaki tra fluorescent adolescence, il migliore dei mondi possibili e falsi idoli


Abbiamo tutti passato l’adolescenza e post adolescenza a cercare qualcosa del quale sentivamo oscuramente il bisogno o per il quale provavamo un incipiente interesse, ma che, vuoi la provincia, vuoi la geografia, vuoi lo spirito del tempo, non ci era concesso raggiungere.

Io ho passato, ad esempio, parecchie ore dei miei ultimi anni del liceo e dei primi dell’università, alla ricerca di film e libri a tematica lgbt. Posso assicurarvi che si trattava di una faccenda laboriosa anche per una biblioteconoma in erba, naturalmente portata per sviscerare i complicati link di un web ancor meno organizzato dell’attuale.

"Laura Dean continua a lasciarmi" di Mariko Tamaki
(minipancake frutto della mia follia)
Per anni ho scartabellato biblioteche e chiesto in prestito all’hi-fi del paese oscuri film vincitori di altrettanto oscuri premi indie il cui unico pregio era stato quello di farlidoppiare anche in Italia dando la flebile speranza ad alcuni produttori di ricavarne qualcosa (ah, la triste vita di chi non padroneggia le lingue straniere!).

Nulla lasciava presagire quello che è accaduto negli ultimi 10 anni: una valanga di telefilm con personaggi lgbt, film (ancora troppo pochi o troppo tragici in verità, romanzi (idem) e fumetti.

E’ stato come aprire una diga e i ragazzini di adesso, non dico assolutamente riescano a trovare rappresentazioni o materiali lgbt nella stessa misura dei loro coetanei etero, ma ehi, ragazzi, è una valanga in confronto a quello che per anni ho faticosamente estratto qui e lì come pepite nel klondike.

Questo è stato il mio primo pensiero leggendo il nuovo libro di Mariko Tamaki, disegnato da Rosemary Valero-O’Connell: “Laura Dean continua a lasciarmi” ed. Bao Publishing.

Ci troviamo infatti davanti a una storia che anche solo pochi anni fa non sarebbe mai stata raccontata così (e la protagonista lo dice anche ad un certo punto): lei sta con lei che continua a lasciarla.
Non ci sono relazioni clandestine, coming out, genitori che non devono sapere, ostacoli sociali di sorta. La storia non parla di un amore lgbt con tutte le solite conseguenze e correlazioni del caso. La storia parla di un amore che, in questo caso, è tra due ragazze.

Potrebbe essere un sintomo di progresso o di come la carica rivoluzionaria delle relazioni lgbt stia completamente detonando davanti a una società che le sta assimilando nel modo che le è più congeniale (le relazioni omosessuali hanno iniziato ad apparire fortemente accettabili e accettate nella società odierna nel momento in cui i matrimoni gay sono riusciti a connotare nell’istituzione più normalizzante della storia nella percezione comune una componente percepita come promiscua e destabilizzante).

Ai posteri l’ardua sentenza. Ma di certo graphic come questa dismostrano che l’assimilazione si sta svolgendo in modo ineluttabile e incredibilmente meno complessa di quel che ci saremmo aspettati anche solo pochi anni fa.

Mariko Tamaki è una già conosciuta autrice canadese di origine asiatiche che, solitamente, va in coppia con sua cugina Jillian. Insieme hanno prodotto vari titoli dei quali due tradotti in Italia: “E la chiamano estate” e “Skim”.

Pur conservando anche qui un certo tocco rarefatto nella scrittura, si capisce chiaramente il perché stavolta Mariko abbia abbandonato la cugina in favore di una nuova disegnatrice.
Il livello e il tono delle storie sono completamente diversi. Pur trattando tutte le graphic di temi adolescenziali come l’amore, le relazioni con altre persone più o meno adulte (che tendono a comportarsi in modo irresponsabilmente poco adulto coi più giovani ponendoli sul loro stesso piano di maturità), le nuove consapevolezze sentimentali, ma anche sessuali, “Laura Dean continua a lasciarmi”, conserva un tono più leggero.

Skim” raccontava tra lunghi silenzi, disperati tentativi di accettazione e una certa rassegnazione propria degli adolescenti che pensano la propria adolescenza non finirà mai, dell’innamoramento di una studentessa canadese di origine asiatica per la sua insegnante fricchettona e instabile.

Laura Dean continua a lasciarmi” mette invece in scena una relazione tra pari, in cui il rapporto prevaricatore da parte di una delle due parti può esserci solo perché l’altra glielo permette.

Non c’è un adulto scarsamente maturo che approfitta di qualcuno del quale dovrebbe prendersi cura, ma due adolescenti che hanno una storia assai tipica, a prescindere dall’orientamento sessuale: come nella storia del piccolo principe”, la protagonista, Frederica, è il giardiniere e la bella Laura che continua a lasciarla è chiaramente la rosa.

Se Saint-Exupery rendeva poetico un rapporto fondamentalmente sbilanciato, le cose sono in verità ben diverse. Frederica infatti è completamente in balia dei capricci di Laura, che sa di essere irresistibile, è consapevole di essere la parte forte della coppia: è lei la più bella, la più desiderata, quella che l’altra dovrebbe considerarsi fortunata a poter frequentare.

Si vede spesso nei telefilm americani (la storia è ambientata in California), la gente che dice: beh tu sei un 60 e x è un 100 intendendo una scala di valori in cui la persona desiderata è assai più bella e intelligente di te, quindi poco da pretendere o da scherzare.

La base di questo squilibrio è la fonte della sofferenza di Frederica che, all’inizio, scopre Laura a tradirla. Laura che l’ha già lasciata varie volte per poi tornare sempre senza troppa fatica. Sa che Frederica si sente fortunata ad averla e non la lascerà mai.

Nel lungo viaggio interiore che Frederica affronterà per capire che l’unico valore di una persona è quello che riesce a darsi, molti personaggi assai queer si affollano attorno alla protagonista. 

Se nelle precedenti graphic i genitori e gli adulti hanno sempre una connotazione negativa e distante, qui sono sì fonte di guai seri (che in Italia avrebbero anche portato alla galera immagino), ma anche riferimenti positivi a cui aggrapparsi.

Il mondo può essere molto incidentato, ma i buoni amici non ti faranno sentire mai solo.

Anzi, come in “Skim”, anche qui la protagonista si rende conto dei suoi errori, della sua vulnerabilità e di quanto sbagliata sia la sua relazione solo specchiandosi in un’altra persona.

Vedendo i propri amici muoversi affannosamente come noi in un mondo che appare una gigantesca ragnatela pronta a imprigionarci, possiamo individuare i nostri nodi, sperare di tagliarli e tornare liberi.

Frederica ce la fa perché ha molte persone che la amano e rendono un amore sbagliato quello che è: un falso amore.

La stessa identica storia avrebbe potuto essere assai diversa e incredibilmente distruttiva, ma è anche qui la morale della storia: sei tu che decidi che qualcuno possa continuare a lasciarti, sei tu che decidi se essere una buona amica o un appuntamento favoloso. Devi avere fiducia e devi darti valore e allora i falsi idoli saranno tutti smascherati, anche se si presentano sotto le sembianze di ragazze dalla bellezza abbagliante.

Aggiungo questo post scriptum necessario oggi. 

Il mondo descritto nel fumetto non è ancora purtroppo la regola: E' letteralmente il migliore dei mondi possibili allo stato attuale. Mentre in California o Canada adolescenti lgbt si lasciano e si prendono alla luce del sole come è giusto che sia a quell'età, purtroppo in altre parti del mondo la situazione è drammatica.
Sarah Hijazi

 Non avrei fatto questo post scriptum che so essere lapalissiano se oggi non fosse arrivata la notizia del suicidio di Sarah Hijazi, una giovane donna di appena trent'anni che qualche anno fa si macchiò dell'incredibile reato di sventolare una bandiera arcobaleno ad un concerto. 

Per questo terribile reato fu arrestata e in carcere subì pesanti violenze prima di trovare rifugio in Canada. Oggi si è uccisa ed è per lei e per chi al mondo non è neanche libero di agitare una bandiera arcobaleno mentre va al concerto del suo gruppo preferito che dobbiamo lottare.

 E ce n'è da fare, anche a casa nostra, dove non riusciamo neanche a far approvare una legge contro l'omotransfobia con la Chiesa cattolica più intransigente e influente che grida alla limitazione della libertà di opinione (perché ovviamente l'omotransfobia per certa gente non è un crimine, ma una legittima opinione). 

Dobbiamo rendere questo mondo migliore per tutt* e che non esista più nessuna Sarah. Anche per questo, lavorare per tirare Zaki, lo studente dell'università di Bologna attualmente imprigionato nelle carceri egiziane, sarebbe un inizio.


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