giovedì 5 dicembre 2013

Autori e libri che ci si vergogna a leggere. "A proposito di lei" di Banana Yoshimoto: per quale arcano motivo non riesco ad abbandonare l'ormai stucchevole giapponese?

 
Laura Pausini 2000 anni fa. Peraltro google
immagini mi ha svelato che ha pure fatto
delle foto per "Max" O.o
Allora, ci sono quei libri che uno si vergogna non solo di aver letto, ma che gli piacciano ancora. 
 Quegli autori che nonostante ogni evidenza ci si ostina a voler leggere ed apprezzare, salvo rinnegarli pubblicamente  con sdegno e convinzione, (in genere quando si sta facendo un colto aperitivo o si partecipa alla chicchissima presentazione o si è tipo ad un dibattito post riunione di partito), una volta capito che ammettere non è molto cool. E' un po' il dramma della ragazza appassionata di heavy metal che la notte piange i suoi amori perduti con Laura Pausini e Tiziano Ferro, ella non sa perchè "Sere nereeeee" faccia così presa sul suo cuore straziato, ma tant'è. E' il dramma dell'appassionato di De Gregori che si ritrova a cantare in pieno revival "Il ballo del mattone", dell'hipster indie che viene catturato dalla calda voce di Michael Bublè che canta "Feliz navidad".
 Abomini inspiegabili che passeggiano con noi in questo mondo.
 La stessa cosa avviene coi libri. Uno può passare le giornate a sollazzarsi con Heidegger e poi cadere nel tunnel della Mazzantini. In questi giorni non potete capire quante nefaste accoppiate sto vendendo. Vedo "Sale zucchero e caffé" di Vespa (declinato in mille modi, come hanno fatto anche notare dei colleghi sulla pagina di fb, l'operazione di marketing "Mettiamo un titolo con del cibo romantico/evocativo in mezzo" sta dando i suoi frutti, ma anche copiosi strafalcioni), messo nelle stesse buste che contengono Hegel e Chomsky. 
 Un mio collega mesi fa evocava i tempi in cui aveva letto "Un ponte sull'eternità" di Bach. Era stato in gioventù perché piaceva ad una sua fidanzata di allora, se ne vergognava eppure per qualche perverso scherzo della memoria, lo ricordava ancora con strano piacere, com'era mai possibile??
I tempi in cui si spacciava per una hipster
ante litteram e scriveva di ubriacature moleste,
trans e gente dedita a incredibili festini sessuali.
 Ecco, anche io ho degli autori che mi ostino a leggere pur vergognandomene. Uno di questi è Banana Yoshimoto. Lessi il primo libro della Yoshimoto all'inizio delle superiori e ne rimasi straordinariamente colpita. Ero un'appassionata di manga e come tutti gli adolescenti avevo un certo lato morboso che prevedeva assurdi pensieri di morte (O se mancassi da questo mondo tutti mi rimpiangerebbero!), perciò leggere "Kitchen" ed "N.P." fu per me davvero un'esperienza. Qualcuno da qualche parte nel mondo aveva i miei stessi pensieri. Ovviamente ce li aveva anche la mia compagna di banco, ma quando sei adolescente ti illudi di essere unico, speciale, unicamente sensibile, l'unico essere degno di pensiero dell'universo destinato ad un grande avvenire. Che una scrittrice giapponese e non la mia fricchettonica compagna di banco potesse avere una grande affinità con me era una cosa abbastanza speciale da poter avvenire con assoluta tranquillità a me e solo a me.
 Col tempo recuperai tutta la sua perduta bibliografia e mi piacque pure, escludendo "Sly" che non ho più riletto, una strana storia di aids e paesi nordafricani di cui non capii bene il senso. Una volta raggiunta l'età della ragione, comunque, avrei dovuto lasciarla perdere, sia per sopraggiunto raziocinio sia perchè, oggettivamente, la signora che viene da Tokyo, con l'avanzare degli anni è assurdamente peggiorata.
 Nonostante il terribile "Delfini", storia di una che rimane incinta di un uomo afflitto da gerontofilia molesta e sogna creatura acquatiche, nonostante "High & Dry", la strana storia un po' pedofila del primo amore di una tredicenne con poteri paranormali e il suo insegnante di arte molto più old con madre scultrice, nonostante il terrificante "Moshi moshi", in cui assistiamo a decine di pagine di spiegazione sul perché una donna a 50 anni decide di andare a vivere con la figlia durante un'assurda vedovanza, ecco che non solo non imparo la lezione, ma compro "A proposito di lei".
 Ve lo dico Yoshimatiani nascosti e non, pure 'sto libro lascia molto a desiderare. Inizia bene, finisce persino col colpo di scena, c'è pure una certa aria sinistra dovuta al fatto che la cara Banana si è dichiaratamente ispirata ad un film di Dario Argento, ciò che non va è l'intermezzo.
 Non si può costruire una storia con tanto di scuola di streghe a Torino (!), morti ammazzati, maledizioni, fantasmi, donne perverse, e poi infarcirla di frasi su come la felicità sia un piumone di un futon bianchissimo e steso al sole tutto il giorno. C'è un contrasto tra la volontà di scrivere qualcosa di veramente torbido e le frasi da romanzo sulle piccole gioie della vita, che distrugge la trama.
 Appena terminato di leggere "Moshi moshi" feci una certa riflessione. E' ovvio che la Yoshimoto, per quanto molto si consideri (non fa che scrivere come vorrebbe vestirsi la notte in cui le assegneranno il Nobel) non è una grande scrittrice, ma tutt'oggi, dopo i fumi dell'adolescenza, ritengo che i suoi primi romanzi e alcuni suoi racconti, avessero quella piccola scintilla che esiste solo quando c'è un certo talento. Quella scintilla da svariato tempo a questa parte non esiste più. Cosa le è accaduto? Può davvero prosciugarsi la vena poetica, quella letteraria? Non è così anziana dopotutto.
 Come scrissi sulla mia recensione di Anobii, i primi romanzi della Yoshimoto avevano quel tocco fantastico perché parlavano di cose STRAordinarie in modo ordinario. 
Rendeva credibili sette religiose, telepatia, ipnotismo, fantasmi, medium e qualsiasi altra cosa le venisse in mente, perché trattava tutto con quell'indifferenza propria di chi in fondo ti sta solo spiegando come si riempie una moka o da che parte tramonta il sole. Ad un certo punto ha iniziato il percorso inverso: ha iniziato a parlare di cose ordinarie come se fossero straordinarie. Perciò tutto ci appare meraviglioso, lavare una tazzina, sbattere le palpebre, infornare una torta, ogni cosa è preziosissima e rende la vita splendidissima, anche se stai solo facendo i piatti per la quarta volta in una giornata e il detersivo ti è appena finito. D'un tratto, più o meno all'altezza del suo matrimonio e spargolamento, la Yoshimoto si è trasformata in una Gamberale d'Oriente (pure l'ultimo libro della Gamberale parla degli originalissimi piccoli piaceri della vita "Per dieci minuti" se velo siete perso).
 La mia teoria è che entrando in un ruolo prestabilito, quello di moglie e madre, in un paese formale e rigido socialmente come il Giappone, non abbia avuto la forza di conservare la sua originalità e l'abbia disgraziatamente persa. Ogni tanto, in qualche riga, in qualche trovata, tu lettore speranzoso di rileggere "Moonlight shadow" cerchi di rivedere quella luce che ti aveva colpito, ma temo ormai decisamente che quella luce non esista più e per quanto evidente sia, non riesco a rassegnarmi.
 Questo per dire varie cose:
1) Yoshimatiani di tutto il mondo NON comprate "A proposito di lei", è un filino meglio degli altri, ma vi dovete sorbire trenta inutili pagine del cielo che è azzurro, l'aria che è fresca e il sole che scalda, messi nel mezzo così ad nullam.
2) Yoshimatiani che tanto comunque lo comprerete come me, non sentitevi stupidi, attribuisco questa nostra ostinazione ad un molesto inguaribile imprinting adolescenziale.
3) Se mi state deridendo perché leggo la Yoshimoto e critico la Mazzantini sappiate che fate benissimo.
4) Se non avete mai letto la Yoshimoto e vi salta così la voglia comprate "Kitchen", "N.P." al massimo "Amrita" e basta.
5) Ora che la personale sputtanatio è avvenuta, ci tengo che anche voi confessiate i libri che vi vergognate a leggere eppur ineluttabilmente stazionano sul vostro comodino! 
 

18 commenti:

  1. "il dramma della ragazza appassionata di heavy metal che la notte piange i suoi amori perduti con Laura Pausini e Tiziano Ferro, ella non sa perchè "Sere nereeeee" faccia così presa sul suo cuore straziato, ma tant'è."

    Voglio nomi e cognomi sennò è fuffa. Gente così NON esiste. U__U

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    1. Non sono una ragazza, ma nella mia 25ennale collezione di CD/dischi metal sotto la C ci sono i Carcass, i Celtic Frost... e metà discografia di Carmen Consoli. E sotto la N i Negramaro.

      Ormai ho fatto coming out su questo e ne ho preso coscienza. -_-

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    2. Io ho suonato Dream Theater e Queen ma ho ascoltato pure Taylor Swift :^D

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    3. Speaker stai dicendo la verità?? E' più grave di "Sere nere"!

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    4. E qui lo ammetto pubblicamente anche io: sono una fan della musica rock dagli anni '60 in poi, compreso tantissimo rock alternativo, e come guilty pleasure ascolto (e adoro) Taylor Swift. :P

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  2. Be', più che altro il post mi sembra riguardo agli autori che si sono persi per strada, e allora citerei Palahniuk. I primi tre romanzi sono i più ispirati ("Invisible monsters", "Fight club", "Survivor") poi la metà giornalistico-saggistica ha preso il sopravvento su quella creativa, per non parlare delle scadenze imposte dall'agente (lo stesso che ha fatto sì che "Cavie", da raccolta di racconti, diventasse un romanzo, per dire).

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    1. Personalmente penso che anche Soffocare (sprecatissimo in un orribile film) e Rabbia, ed in buona parte Pigmeo e l'ultimo Dannazione, siano di ottimo livello. Diciamo che Palahniuk da metà carriera tende ad andare alternativamente a vuoto e a segno (Gang Bang, Senza Veli, Diary in parte, Ninna Nanna)

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  3. Ciao, temo di concordare con te, anche se conservo un ricordo meraviglioso di Amrita.

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    1. I primi erano davvero belli, è un peccato si sia persa...

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  4. Ho letto moltissimo dei romanzi e dei racconti della prima Yoshimoto. Un'amica di mia madre mi regalò "Lucertola" e fu un colpo di fulmine! Seguirono Kitchen, Tsugumi, NP, ecc. Anche io adolescente/post-adolescente, anche io super-manga-fan, adoravo le sue atmosfere.
    Però io ho iniziato a stufarmi proprio all'altezza di Amrita (lo trovai meno spontaneo), e Sly fu il colpo di grazia. Dopo l'ho quasi completamente mollata, a parte recuperare qualcosa in seguito con regali/scambi (e H/H sono anni che devo decidermi a leggerlo). Quest'anno ho provato a rileggere qualcosa di Lucertola, e mi son trovata a chiedermi cos'è che mi avesse colpito così tanto...
    Eppure resto una divoratrice di manga accanita, e pure di shojo non troppo impegnati. Quindi che è successo? Mah, probabilmente la crescita ha ammazzato la vena della Banana. Capita, purtroppo. Non sarà la prima, non sarà l'ultima cui succede. Personalmente resto convinta che "Moonlight Shadow" sia il suo capolavoro, insieme a certe decrizioni perfette di paesaggi (anche interiori) giapponesi...
    Comunque credo che ognuno di noi abbia l'autore 'fuffa' di cui però non riesce a liberarsi, o di cui adora spudoratamente le opere. Finché si riesce a discernere fra il peccatuccio letterario e i reali valori culturali, non vedo cosa ci sia di male! ^^

    Comunque sulla musica io non mi sono mai vergognata di ammettere niente. Sarà che non sono fan sfegatata di quasi nulla e non ho un'immagine in proposito da difendere, ma sono sempre stata bestia quasi onnivora: l'unica discriminante che applico è il mio gusto 'di pancia'. E sbandiero i miei ascolti, per quanto agghiaccianti, con sufficiente, spensierato orgoglio! :D
    L'hard rock e certo metal mi piacciono molto, ma ciò non mi impedisce di ascoltare tranvate di pop anni '80 o vecchi evergreen italioti. La mia cd-teca mescola le Bangles ai Led Zeppelin, Michael Jackson ai Metallica, Cher ai Def Leppard, ecc. E non manco quasi mai quei programmi 'amarcord' di Carlo Conti, durante i quali io, mamma e sorella ci ritroviamo a cantare in coro "Sapore di sale", "Lisa dagli occhi blu" o "Il geghegè"! :D
    Però Carmen Consoli e la Pausini non le sfango proprio! °_° Di Tiziano Ferro invece, qualche singola canzone qua e là, non mi dispiace mica... ;)

    (Per dire, al momento sto ascoltando la sigla di "Furia" su RadioAnimati XD )

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    1. Io confesso di trovare ancora belli i primissimi che ho letto, anche se mi rendo conto che la "letteratura" è un'altra cosa. Forse è perché ci proietto, tra le altre cose, un certo effetto nostalgia. E' un peccato però...e soprattutto perché non riesco a rassegnarmi??? Per entrare nell'ambito musicali della Consoli mi piacciono alcune canzoni, Laura Pausini l'ho sempre trovata insostenibile, ma conosco appunto fior fior di persone che ascoltano cose serie e poi si perdono in "Non posso più dividermi tra te e il mareeeeeee"

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  5. Insomma, mi pare di capire che se ho letto Amrita, Lucertola e Kitchen e non mi sono piaciuti, la Yoshimoto non fa per me.

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    1. Mmm, no, tra i suoi belli io metterei anche "N.P.". Alcuni racconti di "Lucertola" come "Strana storia sulla sponda del fiume" sono davvero particolari, non si spiega come possano essere mano della stessa autrice di "Moshi moshi".
      (Dei suoi successivi forse salverei in parte "Arcobaleno" e "L'abito di piume").

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  6. Io direi che anche Tsugumi non è male :) a me è piaciuto tantissimo e mi continua a piacere. E' uno dei miei guilty pleasures!

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    1. A me non piacque, ma era sicuramente superiore agli attuali! Ma anche tu vedi "Glee"??

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    2. Sinceramente no, ne sono intimorita. Non so se aspettarmi qualcosa di bello o una cagata colossale.
      Come mai me lo chiedi?

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    3. Perchè "Guilty pleasures" è il titolo di una puntata in cui loro, canterini, si confessano i loro piaceri musicali proibiti (delle cose innominabili ovviamente).

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  7. Ora capisco. Un paio d'anni fa, incuriosita, comprai Sly (mai letta la Banana prima) e mi fece proprio cagare. Ora so che potrei provare coi suoi primi.
    Ecco, io ho la Allende come autore dal quale non mi stacco, anche se mi sforzo eh.

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