In questi giorni mi
scuso ma mi vengono in mente elenchi a cascata sulla lettura (sto
però preparando una recensione alla Guida della fantascienza
che era bella come immaginavo), perciò oggi narrerò
le maggiori cause di pena e dolore per i lettori forti.
Sin dalla mia giovanile
gioventù, mi sono imbattuta in una serie di psicodrammi propri
della nobile razza del lettore, avvezza a pugnare contro mostri di
vario genere pur di perseguire la sua opera indefessa acculturamento
personale e sogno. Ogni tanto qualcuno nei commenti qui e su fb
parla delle varie pene in questione e mi pareva giunto il momento di
dar loro voce e sfogo, perciò tutti a lamentarsi insieme!
All together!
IL DENARO:
“Me lo farò
regalare”, “Ripasserò”, “Ci penso per il mese
prossimo”. Il fatto che ci si debba privare di letture a cui
teniamo o ci incuriosiscono è una cosa che mi ha sempre
indignato. Trovo profondamente ingiusto che esattamente come il cibo,
anche il miglior cibo culturale sia sempre appannaggio di chi ha più
denaro. Le biblioteche, grande baluardo e modellatore di
democrazia (un giorno vi racconterò la loro appassionante
e rivoluzionaria storia in tal senso) fortunatamente suppliscono a
tali scompensi con tutte le loro forze, prestito
interbibliotecario incluso. Tuttavia i budget sempre più
piccoli (quando c'è da tagliare qualcosa a livello comunale le
biblioteche sono tra le prime a cadere), personale sempre meno
formato e di natura volontaria, patrimonio e orari ridotti,
impediscono non solo un servizio di livello europeo, ma anche un
prestito di livello. Magari il libro che ci interessa è
prenotato per cinque mesi, magari un idiota non lo riporta, magari ce
l'ha una biblioteca a x che non lo presta o magari lo leggiamo e poi
vorremmo tenercelo perché è fantastico, ma costa sui 65
euro.
I libri dovrebbero
costar di meno e se non le novità, almeno le edizioni
economiche.
IL BLOCCO DEL LETTORE:
Esiste. A me è
capitato in un'infernale estate di qualche anno fa. Ero
particolarmente piena di cose da fare e a un certo punto ho fuso.
Completamente. Una delle cose che ne ha risentito di più è
stata la lettura. Per quanto comprassi libri che volevo realmente
leggere, anche a costo di spendere di più per andare sul
sicuro, dopo cinque pagine mi coglieva prima una noia insostenibile,
poi un'emicrania tremenda. Provai a leggere in posti nuovi,
all'aperto, nei bar, sul treno, in compagnia e da sola, in biblioteca
e al mare, ma niente. Improvvisamente leggere era diventato una
patetica noia, non riuscivo più a immaginare niente, a vedere
i personaggi e ad appassionarmi.
Feci persino un giro su
alcuni forum di internet vedendo se qualcuno soffriva della mia
stessa patetica condizione. Scoprii che era un dramma comune (su
internet ci sono forum per qualsiasi cosa, un mio amico che anni fa
si circoncise diventò un grande appassionato di forum sul
tema) e il motivo principale sembrava essere davvero lo stress.
In sostanza un cervello surriscaldato non riesce a incamerare nuove
informazioni se non fondendo. Come cura si consigliava di
dedicarsi ad altro per un tempo imprecisato. Un giorno la voglia
sarebbe tornata da sola.
Seguii il consiglio e
regalai tutti i libri che avevo comprato senza riuscire a leggere (mi
faceva venire mal di testa anche solo vederli), poi mi dedicai ad
altro e un mese e mezzo dopo qualcuno mi prestò “Lolita”
di Nabokov. Lo lessi e mi reputai guarita, da allora (per ora) non ho
avuto ricadute.
IL RUMORE COSTANTE E
PERENNE:
Il rumore è
ovunque, dentro e fuori. Mi ricordo che persino una cosa ritenuta
seria come “studiare” in casa mia era comunque sottoposta al
continuo delirio casalingo, figurarsi cosa poteva accadere quando
volevo leggere. In casa, madri che passano aspirapolveri, compagni
che vedono Zelig, figli che reclamano attenzione e distruggono
giocattoli sulla testa dei propri fratelli e sorelle minori, padri
che ti dicono “Molla quel libro, esci di casa e fatti una vita”,
leggere diventa un'impresa. Non parliamo della lettura sui mezzi
pubblici, epica impresa tra chiacchiere da bar e cellulari a
grida spiegate o in caffetteria, ormai ritrovo di gruppi di
sciure che si prendono la loro ciarliera ora di libertà con le
amiche o ragazzini che farebbero meglio ad abboffarsi di patatine da
MacDonald. In estate ai giardini, citando Elio grazie ai bonghi e a
momenti sociali di vario genere non c'è pace e al mare non va
meglio tra racchettonisti, radio, ragazzini perennemente piangenti e
aerobica sulla spiaggia. Possibile si debba salire sulla montagna
più alta alla ricerca di un eremo?
Il vero lettore ovvia il
problema o mettendosi in cuffia con la musica o estraniandosi dal
mondo.
La lettura a mente è
stata una conquista del IV sec. d. C. prima si leggeva solo ad alta
voce. Un vero lettore si evolve.
LA MANCANZA DI
LIBRERIE:
Le librerie ora
chiudono, ma ci sono una marea di posti dove non hanno mai aperto.
Ricordate il titolo del mitico reportage di Giorgio Bocca su Vigevano? "Mille fabbriche, nessuna libreria".
Nel mio paese ce ne sono tuttora ben tre, ma poi per il raggio di svariati km e svariati posti limitrofi non ce n'è mai stata traccia. Per trovare i libri desiderati, bisogna percorrere distanze considerevoli. Ok, esiste internet adesso, ma non sapete quanta gente in libreria, davanti ai nostri inviti a ricorrere al sito internet, fa segni di spergiuro e rigetto manco stessimo parlando del demonio. Tra chi è terrorizzato che l'ordine vada perduto, chi trema al pensiero del proprio bancomat clonato, chi non è pratico, chi ha avuto esperienze traumatiche, chi è troppo anziano o troppo giovane, l'opzione ordine online non è per tutti. E soprattutto non lo è per alcune delle citate categorie: gli anziani e i ragazzini. Come visto nel post genitori-figli, finisce che l'anziano lettore con la sua lista di titoli reperiti via radio e via Augias, si presenta in libreria con figli una o due volte l'anno con figli che li tiranneggiano stanchi di aver dovuto trasportare l'anziano fin lì. Mentre cose come ragazzini di tredici anni che vengono autonomamente a chiedermi la biografia di Olivetti (è successo, c'è ancora speranza nell'umanità) diventano possibili solo in alcuni posti e fantascienza in altri. La chiamerei libropartheid e secondo me è una delle cause del basso tasso di lettori in Italia.
Ricordate il titolo del mitico reportage di Giorgio Bocca su Vigevano? "Mille fabbriche, nessuna libreria".
Nel mio paese ce ne sono tuttora ben tre, ma poi per il raggio di svariati km e svariati posti limitrofi non ce n'è mai stata traccia. Per trovare i libri desiderati, bisogna percorrere distanze considerevoli. Ok, esiste internet adesso, ma non sapete quanta gente in libreria, davanti ai nostri inviti a ricorrere al sito internet, fa segni di spergiuro e rigetto manco stessimo parlando del demonio. Tra chi è terrorizzato che l'ordine vada perduto, chi trema al pensiero del proprio bancomat clonato, chi non è pratico, chi ha avuto esperienze traumatiche, chi è troppo anziano o troppo giovane, l'opzione ordine online non è per tutti. E soprattutto non lo è per alcune delle citate categorie: gli anziani e i ragazzini. Come visto nel post genitori-figli, finisce che l'anziano lettore con la sua lista di titoli reperiti via radio e via Augias, si presenta in libreria con figli una o due volte l'anno con figli che li tiranneggiano stanchi di aver dovuto trasportare l'anziano fin lì. Mentre cose come ragazzini di tredici anni che vengono autonomamente a chiedermi la biografia di Olivetti (è successo, c'è ancora speranza nell'umanità) diventano possibili solo in alcuni posti e fantascienza in altri. La chiamerei libropartheid e secondo me è una delle cause del basso tasso di lettori in Italia.
I LIBRI FUORI COMMERCIO:
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Il santo patrono di questi lettori è San Tommaso: essi non credono neanche se vedono. |
Davanti alle parole
“E' fuori commercio”, il cliente risponde nell' 80% delle volte
“Ok, me lo ordini.” Ne seguono spiegazioni particolareggiate
sul concetto di libro non più reperibile, acquistabile,sparito
dai negozi e financo dai mysteriosi magazzini.
Se si riesce a far
passare il concetto (cosa comunque difficile), segue il servizio di
consulenza gratuita del libraio assurto al ruolo di conoscitore di
tutte le librerie della terra: “Dice che la libreria xghd di Via
vvvvv di Modena potrebbe averlo? La settimana prossima vado lì”.
Chiedono indirizzi, numeri di telefono, siti internet. Non si
arrendono, combattono e vogliono vincere.
Qual è il
problema principale in questo caso? Col prestito
interbibliotecario si può chiedere e ottenere quasi tutto. Il
fatto è che un vero lettore appassionato quel libro lo VUOLE.
Da lettrice li capisco, io ho fatto carte false per avere
alcuni tomi, ma davanti ad altri mi sono dovuta arrendere. Ve lo
dico, i casi sono due: o buttarvi nel regno del libro usato o
attendere che l'argomento o l'autore tornino di moda e lo ristampino.
Se vi sforzate c'è anche la sensazione di giocare a Indiana
Jones alla ricerca del libro perduto.
E voi avete avuto altri motivi di
pena, pianto e stridore di denti nella vostra lunga vita di lettori?