Qualche tempo fa, mi è
capitato di parlare di questo settore da me definito di psicologia
farlocca a proposito del filone dei libri in cui si insegnava
alle donne come conquistare un uomo e ammanettarlo per la vita anche
contro la loro volontà. Parte di questi libri surreali sono
stati scritti da psicologi con tanto di laurea, come tutta una serie
di farloccate che terrei ad adeguata distanza dai libri di psicologia
veri.
Ci sono molte cose in
cui non credo, praticamente a tutto il settore di esoterismo, alla
new age, alla pnl e a gran parte delle idiozie della sezione di
economia (il mondo delle risorse umane merita un post). Alla
psicologia tendo a crederci. Ciò a cui non credo però
sono gli psicologi. Visto che, al contrario della matematica, non ci
troviamo di fronte ad una scienza esatta, mi pare stupido affidarsi
ad occhi chiusi a qualcuno solo in funzione della sua laurea. Ho
avuto una coinquilina che stava facendo l'esame di abilitazione alla
professione (passato) che una sera mi pose la fatidica domanda:
“Senti, ma è vero che voi lesbiche odiate gli uomini?”.
Ovviamente no, credo che
non sia manco più derubricabile come credenza popolare. Eppure
la laureata e quasi abilitata si arrovellava ancora su ovvietà
che un liceale evoluto medio ha già evinto da tempo. Ciò
che voglio dire è che non mi fido del magico mondo a priori
del magico mondo degli psicologi. A minare queste mie convinzioni ci
sono i filoni di mode che vedo rimpinguarsi nella sezione di
psicologia. Ci sono degli argomenti che diventano pane per le
sciure e affini e a me personalmente sembrano solo delle grandi
farloccate a metà tra l'ovvietà più estrema e la
new age.
Dite che sono drastica? Leggete le
mode del momento e poi fatemi sapere!
ASSERTIVITA':
Tutti ti perculano? A
lavoro i tuoi colleghi vanno più avanti di te facendo la metà?
Non fanno che darti nuovi carichi di lavoro? I tuoi amici organizzano
sempre le uscite a te più scomode e vieni preso in
considerazione quanto un pesce rosso da un pirana? Ebbene, la
colpa è tua. Non sai dire NO. In quest'epoca è
importante dire NO o tutti si approfitteranno di te e come dice una
delle mie zie “Chi agnello si fa lupo se lo mangia”. Ma allora
qual è la soluzione? Diventare riottoso random e mandare a
quel paese tutti quelli che ti rompono le ovaie/palle? Ma no, sei un
animale sociale nella società devi pur camparci! La
soluzione è lei: l'assertività. Da me soprannominata:
l'intortamento. Devi imparare a dire no, ma senza che l'altro sappia
che glielo stai dicendo.
Se ti dicono “Vuoi
venire al cinema con me domani?” e tu domani hai già un
torneo di sudoku, innanzitutto non devi rinunciarci. I tuoi bisogni e
i tuoi impegni sono importanti quanto quelli dell'altro. Per seconda
cosa devi dire no ma intortandolo: “Temo di avere un altro impegno,
ma se tiri fuori l'agenda potrò agilmente mostrarti i 19
giorni liberi del mese in cui possiamo andare al cinema.”
Idem col tuo capo. Egli
chiede: “Mi fai queste dieci pratiche entro un'ora?”. Tu devi
fargli capire che sei un onesto lavoratore e non può
pretendere da te l'impossibile, perciò....intortamento! “So
che tutti lavoriamo ad un grande obiettivo e che ci si aspetta il
massimo da me, massimo che ho sempre dato e continuo a dare ogni
giorno. Tuttavia non posso portare a termine questo lavoro ora. Le
prometto che per domani alle 12:30 avrà tutto sulla sua
scrivania.”
Pare che a questo punto
il capo non tenda a lanciarti il portapenne, ma a riconoscerti doti
di diplomazia e leadership. Il risultato sarebbe che non dovrete più
fare le 10 pratiche e verrete promossi seduta stante. Sarà.
IL PADRE:
Ora va di moda il
padre. Mi sfugge il progetto dietro a questo revival paterno, ossia
se sia una specie di komplotto reazionario volto a suggerirci che
in questo mondo senza più ruoli, la dissoluzione della
famiglia, le donne che non stanno più a casa a venerare il
marito, fare la calza e pascere i figli, l'uomo inizi a deuomizzarsi
e non riesce manco più a fare il padre.
E allora ecco “Il
complesso di Telemaco” di Recalcati, hit da più di un anno e
mezzo, e sempre del buon Reca, anche “Patria senza padri” che
insomma, se patria viene da “terra dei padri” e i padri non ci
sono più, come può esserci la patria? Ultimamente
anche Andreoli si è unito al coro di questi padri fuggitivi,
con “L'educazione (im)possibile”, un libro che nessuno o
quasi aveva filato finché l'esimio non è andato dal
buon Fazio. La quarta di copertina di questo libro è un
trip. Allora, la premessa è che questi padri non ci sono
più e quindi non rimane che la madre. La domanda per me
diventerebbe: che caxxo di fine hanno fatto i padri? Come li
recuperiamo e li riportiamo al loro ruolo? No. Andreoli dice che
insomma, manca il padre quindi dobbiamo puntare tutto sulla madre.
Questa povera donna, che già ha un marito o un compagno un ex
marito o ex compagno padre assente, secondo Andreoli non dovrebbe
manco cercare aiuto in giro. Infatti l'educazione impossibile del
titolo è frutto di tutta questa gente che si pone come
sostituto paterno nel disperato tentativo di aiutare la madre
oberata: insegnanti, zii, nonni, amici dei genitori ecc. Madre devì
fa la madre e il padre e pure sola. Non è dato sapere cosa
accadrebbe se pure la madre di colpo si desse alla macchia.
LA MINDFULNESS:
è un po' difficile da spiegare perché da
tutte le descrizioni che se ne fanno e leggono, pare sempre che
vogliano dirti qual è il concetto e finiscano sempre per
girarci attorno. Dovrebbe essere una cosa come, prestare
attenzione con consapevolezza al tempo presente e in modo non
giudicante. Ossia? Boh. Pare si capisca davvero solo praticandola,
richiedendo essa uno specifico protocollo con tecniche legate alla
meditazione. Quando la gente parla di minduflness, cerca di
spiegarmela, quando i libri tentano, mi pare sempre di parlare del
niente. Vivi il tempo presente, vivi e lascia vivere, allontana
lo stress, respingi le negatività, concentrati su te stesso,
ma anche sugli altri, ma anche sul mondo, ma anche su tutto. Mi sono
perciò fatta l'idea che o si tratta di una cosa estremamente
complicata (e allora mi domando come facciano gli ominidi e le
donninidi a cui vendo i libri sul tema a comprenderla) o di una cosa
che non si sa ancora bene cosa sia e allora nel dubbio è
tutto: meditazione, psicologia, filosofia orientali, modo di vivere e
via dicendo. Certo è che non capisco a che titolo sia accanto
a Lacan.
Frutto dell'incontro tra
le filosofie orientali e la psicologia (incontro che doveva
avvenire),
IL LINGUAGGIO DEL CORPO:
Non è che io
non creda al linguaggio del corpo, sono certa che il corpo
comunichi con dei gesti se siamo nervosi, felici, tesi, arrabbiati
ecc. Però nel momento in cui anche mrs Barbara D'Urso
scrive un libro al riguardo in cui fa mille boccacce da pazza pazza
pazza e sedicenti ammaestratori di uomini mi promettono di capire i
pensieri altrui solo osservandoli, mi inquieto. Finisce che
mentre parlo e mi tocco le fastidiose code di capelli che si ostinano
a crescermi con la nuca, mi domando che cazzarola di messaggio
subliminale starei mandando all'osservatore di turno, o se
grattandomi il naso troppo spesso perché mi prude non sembri
una specie di cocainomane. Clienti allenati da “Lie to me” mi
scrutano con sospetto mentre gli porgo i libri richiesti, mentre
poseggiano stentorei tentando di non mostrare emozioni. Quandouna
cosa seria diventa penosamente divulgativa diventa penosa.
L'INTELLIGENZA EMOTIVA:
Regà, sotto
sotto, siamo tutti intelligenti, anche le capre. Questa cosa che
tutti siamo uguali intellettualmente e quindi tutti atti a governare,
a rappresentare il popolo, a fare i ministri, a scrivere un articolo,
a fare i medici ecc. sta portando in Italia i segni di una
devastazione sempre più evidente et crescente. L'intelligenza
emotiva è indubbiamente la farloccata specchio dei nostri
tempi. Anche qui, un fondo di verità ovviamente c'è.
E' evidente che alcuni siano più portati alla socialità
rispetto ad altri, all'intortamento rispetto ad altri, alla
manipolazione verbale rispetto ad altri. Da qui a convincere il mondo
conosciuto che forse non siamo bravi in matematica e versati nelle
lettere, ma se ci concentriamo bene scopriremo di sicuro di essere
dei geni emotivi, mi pare eccessivo. Mi pare un po' il contentino che
ti danno quando sei adolescente e passi l'immancabile fase di estrema
cessitudine: nel complesso fai schifo, ma hai dei bei capelli. Ecco,
nel complesso sei una capra, ma hai quell'intelligenza che tutti
sottovalutano stupidamente: l'intelligenza emotiva.
Guru riconosciuto dei
“Rain Man” emotivi di tutto il mondo è Goleman, il quale
ha anche scritto un libro col Dalai Lama, il quale sicuramente ne sa
più lui di empatia con le folle, di quanto non ne sappia
Barbara D'Urso di linguaggio del corpo.
Qualcuno è un
vero esperto in uno di questi filoni? Ne conoscete altri? E avete
capito che caspita è la Mindfulness??
Comunque, alla D'Urso si è sempre letto in faccia.
RispondiEliminaLa D'Urso come Cal Lightman, come no.
RispondiEliminaCome per i medici (e in altre professioni a cui va troppa fiducia) la laurea non basta: ci sono medici scadenti e quelli buoni, psicologi scadenti che scrivono farloccate e quelli che continuano gli studi e aiutano davvero facendo qualcosa di buono in campo della ricerca. Esistono pregiudizi sessisti e pregiudizi "al contrario" come ad esempio quelli che fanno di tutta l'erba un fascio i gay e i gay che fanno di tutta l'erbe un fascio gli etero... Però si, la spazzatura è in aumento!
RispondiEliminaAh ah ah sono d'accordo con la lista! Ho fatto un "corso" di mindfulness e continuo a non capirla molto =) (magari è il momento di darmi il contentino dell'intelligenza emotiva!) quel che ho capito è che il comportamento mindfulness sia tipo quello di un'isola in mezzo a un fiume, cioè, ci sta, vede l'acqua e l'acqua interagisce con leí ma allá fine leí sta li e il fiume continua a scorrere per i fatti propri! Ora, come questo possa differenziarsi dal fregarsene delle cose o dal semplice essere passivi agli eventi o come possa aiutare milioni di persone mi sfugge (e credo continuerá a sfuggirmi visto che le insegnanti glissarono abilmente la risposta!)!
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