mercoledì 10 giugno 2015

Intervista a Sebastiano Mauri, autore del gustoso "Goditi il problema" e del fondamentale "Il più bel giorno della mia vita", libello che spiega davvero a chiunque perché il matrimonio omosessuale è non solo il diritto fondamentale di una minoranza, ma un passo enorme per la civiltà di una nazione intera!

 In Italia, come ripeto spesso Cassandra style, la narrativa a tematica Lgbt o con protagonisti gay e lesbiche è assai bistrattata. Mentre all'estero è ormai editorialmente accettato che un libro possa avere anche un protagonista non eterosessuale (e una storia al contempo decente), in Italia 'sto concetto rimane misterioso.
Sebastiano Mauri
 Eppure, nonostante tutto, anche l'Italia ha avuto i suoi gloriosi autori gay, senza scomodare Pasolini, abbiamo avuto Sandro Penna e il mai troppo ricordato Pier Vittorio Tondelli, scrittore fantastico la cui omosessualità era parte fondante di libri che certo non sono ricordati per essere narrativa a tematica Lgbt.
 Insomma, editori, un tempo c'era assai più vita su Marte, sarebbe tempo di ripeterla.
 Nel frattanto, dal nulla indistinto, fortunatamente è emerso qualche autore (ovviamente non siamo ancora abbastanza avanti per avere anche autrici lesbiche, magari nel 2080 ci arriveremo) di quei libri che al cinema sarebbero l'equivalente di una brillante e divertente commedia un po' più all'americana e ogni tanto all'italiana.
 Trattasi di Matteo B. Bianchi (già intervistato), di Luca Bianchini, (che ha raggiunto la gloria con "Io che amo solo te" commedia dai toni queer all'italiana) e Sebastiano Mauri che, due anni fa, ha dato alle stampe "Goditi il problema" ed. Rizzoli.
 "Goditi il problema" era la passione di un mio collega che lo straconsigliava a tutti, ma io mi son decisa a prenderlo solo con un buono regalatomi da mio padre, ed è stato un ottimo acquisto. Martino, il protagonista, è figlio di quelle famiglie ricche e fricchettone al contempo, ha un fratello (molto etero) e una sorella maggiori, due genitori un po' eccentrici, una fidanzata storica con cui ha rotto dopo dieci anni e un segreto che si porta appresso da quando era bambino: è omosessuale, ma non riesce a confessarselo fino a quando, in America per lavoro (è aiuto regista), scopre di non trovare particolarmente interessante una meravigliosa modella che gli si offre e capisce che forse è ora, non solo di riesumare il problema, ma anche di goderselo. 
Inizia così una sarabanda di episodi assurdi tra follie familiari, follie lavorative (Hollywood è un brutto posto), fidanzati sudamericani e favolose etero che tentano su di lui strane conversioni con la forza della coercizione.
 Conquistata da tale romanzo, ho letto con giuoia il secondo libro "Il giorno più felice della mia vita", un libello in cui, con ironia, smonta capitolo per capitolo le obiezioni folli degli omofobi.
 Voi, amici e amiche etero, non potete capire il delirio che dobbiamo passare: colleghi e amici che pensano siano state approvate le unioni civili (quando? come?) e non capiscono perché non ci sposiamo, gente che fa manifestazioni per proteggere i figli da noi (non ho mai capito il nesso, esiste una brigata gay per il rapimento dei figli degli etero?), gente che ci accusa di robe al limite del malthusiano (non procreando porteremo all'estinzione l'umanità, come se essere gay o lesbica ti rendesse biologicamente sterile, ehi, l'utero ce l'ho pure io!) e follie varie.
 A voi farà ridere, per noi è una tragedia e Mauri finalmente ha scritto un libro grazioso, for dummies, senza stereotipi, su questo scollamento tra i diritti civili, le persone gay e la responsabilità dello stato (e dei suoi cittadini). LEGGETELO, è un imperativo categorico!
 E intanto leggete anche l'intervista che mi ha gentilmente concesso e di cui lo ringrazio, anche per la cortesia, la velocità e la disponibilità dimostrate.
L'INTERVISTA A SEBASTIANO MAURI TUTTA PER VOI!


Cosa leggevi da bambino?

Leggevo molto da piccolo, i classici dell’infanzia per lo più. Tra quelli che ho più amato ricordo L’isola del tesoro, Gianburrasca, Ventimila leghe sotto i mari, Il mago di Oz, La storia infinita, Momo. Alle medie, non ricordo come sia cominciata, leggevo soprattutto classici sull’olocausto. I diari di Anna Frank, Quando Hitler rubò il coniglio rosa, Se questo è un uomo, Un sacchetto di biglie.

Tu hai vissuto e vivi molto all'estero, quali differenze vedi tra la narrativa a tematica Lgbt italiana e straniera?

Nei quindici anni che ho vissuto in paesi anglosassoni leggevo quasi esclusivamente in inglese per migliorare la mia conoscenza della lingua, e ora che sono tornato in Italia, per non perderla, continuo a leggere tendenzialmente in inglese. Il risultato è che conosco molto poco la narrativa Lgbt italiana. Preferisco non avventurarmi in paragoni o generalizzazioni. 
 Essendo mezzo italiano e mezzo argentino, e avendo vissuto lungamente negli Stati Uniti, mi sento spesso straniero, o almeno non propriamente autoctono, dovunque io sia. In fondo, non mi dispiace mantenere questo scarto prospettico anche ora che sono tornato a vivere a Milano, la mia città natale. Amo molto Tondelli e Pasolini, ma i miei scrittori di riferimento sono David Sedaris, Augusten Borroughs, Jeanette Winterson, Jonathan Ames.

Com'è nata l'idea del tuo primo fortunato libro, “Goditi il problema” e quanto c'è di autobiografico?

Ho scritto la storia di Martino Sepe pensando a un film, solo che l’ho scritto sotto forma di romanzo. E una volta finita la sceneggiatura il romanzo, per mio sommo gaudio, Rizzoli si è offerto di pubblicarlo. Direi che è autobiografico anche nelle parti inventate di sana pianta, che sono molte. Martino Sepe, il protagonista di Goditi il problema, sono io anche quando il suo percorso si distacca completamente dal mio. La sua schizofrenia amorosa, le sue paure, le sue speranze e i suoi dolori, sono miei. Abbiamo un rapporto simbiotico da gemelli identici, istintivamente connessi, anche se lontani.

Il tuo secondo libro “Il giorno più felice della mia vita” è un libello che smonta con grande intelligenza tutte le obiezioni che vengono portate in Italia contro l'approvazione delle unioni omosessuali. 
 Dopo il voto irlandese il tema è tornato con forza nel dibattito politico, tu pensi che vedremo mai le unioni civili anche in Italia e quando?

Le unioni civili le vedremo per forza in Italia, direi entro il 2015, perché già riceviamo forti pressioni dall’Onu e la Comunità Europea per colmare il vuoto istituzionale intorno ai diritti delle coppie same-sex. Il punto è che le unioni civili rimangono pur sempre uno stato di apartheid: istituzioni speciali per cittadini speciali. 
 Il traguardo, invece, e credevo che la rivoluzione francese ci avesse già insegnato questa lezione, è l’uguaglianza, la libertà e la fratellanza per tutti i cittadini della Repubblica. Io mi riterrò soddisfatto solo quando in Italia ci sarà il matrimonio egualitario. Stesso nome, stessi diritti, stessi doveri.

Cosa stai leggendo in questo periodo?

Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti, Panti: A woman in the making di Rory O’Neill e La vita che scorre di Emmanuelle de Villepin.

Molti ragazzi e ragazze omosessuali, nel loro percorso di accettazione, leggono tantissimi libri a tematica gay. Anche tu hai vissuto questo periodo o c'è stato comunque un libro che ha avuto un significato particolare per te in tal senso?

Sì, assolutamente. Nei momenti in cui ero più sperso, i libri mi hanno aiutato moltissimo. 
 È fondamentale leggere storie in cui ci si può riconoscere. Storie in cui non ci sente esclusi, ignorati o usati come espediente tragicomico. Ti fanno sentire meno solo, e quindi più forte. In quel senso sono stati importanti per me i libri di David Leavitt, Gore Vidal e Edmund White.

I tuoi libri preferiti?

Barrel Fever e Naked di David Sedaris, Running with Scissors e Dry di Augusten Burroughs. Oranges are not the only fruit di Jeanette Winterson.

Progetti scrittori prossimi venturi?

Quest’estate riprenderò a scrivere il mio secondo romanzo, ancora incentrato attorno a Martino Sepe  (protagonista di "Goditi il Problema" ndcs) e la sua stravagante famiglia. Solo che questa volta, invece che tra New York e la Brianza, sarà ambientato tra l’Argentina e il Benin.

Hai o hai avuto delle librerie favorite?

Al liceo, la mia mecca era La libreria dello Spettacolo, mentre quella che ho più frequentato negli anni è stata la storica Milano libri
 Ultimamente amo molto una piccola libreria, sempre a Milano, molto energica e creativa: Il mio libro di Cristina di Canio.

Tu ed altri due autori italiani, Matteo B. Bianchi e Luca Bianchini, descrivete tutti e tre un mondo Lgbt molto simile, con uno stile divertente e ironico. Da cosa pensi derivi la vostra somiglianza stilistica?

Non saprei, forse abbiamo visto troppi film di Woody Allen.

Hai degli scrittori a cui ti ispiri o da cui, negli anni, ti sei ispirato?


Oltre ai vari autori già menzionati sopra, aggiungerei il grande Alan Bennet, sagace maestro d’ironia. Non ho mai letto qualcosa di deludente scritto da lui.

 Sperando che l'intervista vi sia piaciuta, ringrazio ancora tantissimo Sebastiano Mauri (mi raccomando date un'occhiata ai suoi libri, valgono super la pena!)

1 commento:

  1. Messo in lista!! è da un po' che cerco libri sul tema

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