martedì 29 dicembre 2015

Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Al peggio non c'è mai fine" (più giustificazioni per le feste natalizie).

Stasera lo scanner mi ha fatto penare ma alla fine ce l'ho fatta!
 Allora, in questi giorni di festività natalizie, il mio tempo per seguire il blog, proprio come accadde l'anno scorso, è praticamente nullo. Molti eventi cospirano contro di me: il lavoro, la dolce metà a casa in ferie che richiede giustamente attenzioni, viaggi vari ed eventuali per mezza Italia tra parenti, toccate e fuga fuori porta e via dicendo. Insomma, sto leggendo e sentendo millanta follie al giorno, ma non ho molto tempo per rendervene conto.
 Probabilmente posterò a singhiozzo e in modo totalmente casuale fino al 6 gennaio, poi riprenderò la mia regolare produzione. Intanto godetevi questi strafalcioni a catena nella vignetta di oggi.
 Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Al peggio non c'è mai fine".






venerdì 25 dicembre 2015

Buon Natale! La vignetta d'auguri per questo 2015!

Buon Natale a tutt*!!
 (Inizio ad avere il sospetto che mio padre mi stia ingrassando con uno scopo...potrebbe essere la strega di "Hansel e Gretel" sotto mentite spoglie dedita all'antropofogia favolistica. Altrimenti perché dopo aver smesso di mangiare all'una, sta già apparecchiando di nuovo alle 10???).



mercoledì 23 dicembre 2015

Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Battaglia navale".

 Ed ecco a voi la credo ultima vignetta prima di Natale.
  Il secondo post di consigli libreschi non sono riuscita a terminarlo, a mia discolpa posso dire che se può consolarvi ancora devo preparare la valigia per il mio brevissimo ritorno a casa. Prendiamola così: potrete usare i miei pratici consigli per la befana!
 Intanto se ne volete un altro quintetto, potete andare all'articolo che ho scritto per LezPop su 5 libri a tematica lesbica da regalare a Natale.
 Per tutto il resto sollazzatevi con la vignetta del giorno.
 Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Battaglia navale"!



martedì 22 dicembre 2015

Cartoline dal Natale #3! Nuove vignette dal delirio natalizio in libreria, tra librai piacioni, colli di bottiglia di Von Neumann, clienti in lovv, richieste improbabili e freddure risparmiabili.

 Ed ecco la mia terza infornata di cartoline dal Natale. Ne ho ancora una marea da smaltire, devo dire che è stata una grande annata. Intanto godetevi questi ilari episodi di questi giorni, il 24 pomeriggio ne avrò da disegnare sul frecciarossa.
 Forza, facciamo parlare i fatti e le vignette: Cartoline dal Natale #3!
 Tutte ovviamente realmente avvenute.







Per i primi due episodi, potete andare qui e qui.

Che libro regalo quest'anno a Natale? Sei consigli tra fumetti di fantaecologia, cannibalismo medievale, mappe meravigliose, appassionanti storie d'amore, chicche alla Lady Oscar e racconti per riportare tra di noi l'atmosfera magica del Natale.

Lo so, mi lamento che le persone vengano in massa in libreria negli ultimi giorni e poi mi riduco al 21 per dare i miei consigli natalizi. 
 E' che penso sempre di avere molto più tempo di quello che poi le corse natalizie tra regali, lavoro e viaggi faticosissimi per mezza Italia, mi lasciano.
 In ogni caso, se non fosse per il fatto che ho un dolore circoscritto e insistente all'altezza dei reni e la schiena a pezzi, a me il caos natalizio piace anche. 
E' bello vedere la libreria così animata, se poi i clienti non ti accerchiassero in massa nel tentativo primario di chiederti aiuto e secondario di farti venire una crisi d'ansia, sarebbe ancora meglio. Ma non si può avere tutto.
 Detto ciò, prendiamo il lato ultrapositivo della faccenda: molte cartoline dal natale #3 domani per tutti voi!
Per oggi godetevi i consigli per i regali di Natale, da fare e farvi fare!


"GRANDI MAPPE" di Jerry Brotton ed. Gribaudo: 
 L'unica occasione della mia vita nella quale ho mai personalmente avuto a che fare con delle carte geografiche, è stato durante i miei anni negli scout. Seguivamo i percorsi di cartine stese nel secondo dopoguerra col risultato che ci perdevamo perennemente sull'appennino toscano o in mezzo all'Umbria su sentieri che erano scomparsi più o meno a metà degli anni '70. Camminavi camminavi camminavi e puf il sentiero era scomparso inghiottito da un bosco.
 Il mio rapporto con la cartografia si sarebbe interrotto se non avessi trovato ad una bancarella al mare qualche anno dopo un bellissimo tomo illustrato di Mercatore, celebre cartografo di età moderna. 
 Lì scoprii che un tempo le cartine non erano solo strumenti di tortura per gli scout, ma veri pozzi di meraviglie: disegni e incisioni splendide, animali fantastici che abitavano mari oscuri e oceani inesplorati, strane popolazioni perse in mezzo all'Africa e stelle luminosissime a mappare i cieli.
 Le cartine degli antichi e dei meno antichi sono un pozzo di meraviglie per vari motivi. In primis ovviamente ci sono i disegni meravigliosi, un tempo altro che asettiche cartine militari, inoltre prevedono luoghi meravigliosi, posti fantastici e dai nomi mitici come "terra degli uomini senza viscere". Proiezioni di Mercatore, Mappa Mundi medievali, mostri marini, misteri bibliologici per questo libro in cui la fa da padrone l'immagine. Una volta il mondo era un posto carico di meraviglia e stupore, ricordarlo aiuta ad elevarsi dalla grettezza dei tempi presenti.

"CAROL" di Patricia Highsmith ed. Bompiani:
 Finalmente è tornato in libreria questo sfortunato (editorialmente), ma bellissimo libro della Highsmith.
Sempre sia gloria a Cate Blanchett che non solo è perfetta per il ruolo che è stata chiamata a impersonare, ma di certo ha permesso con la sua presenza un ampio risalto alla storia. 
 Di cosa parla "Carol" (titolo originale, un po' intraducibile "Il prezzo del sale")? E' una storia d'amore, un unicum nella produzione di quella donna e scrittrice così eccentrica che fu Patricia Highsmith, solitamente dedita a noir psicologici ad alto tasso di inquietudine. 
 La storia inizia proprio in questi frenetici giorni natalizi, ma alla fine degli anni '50 in America. In un grande magazzino, una giovane scenografa sbanca il lunario facendo la commessa in un negozio di giocattoli, preso d'assalto dai clienti dell'ultima ora. Tra questi appare una donna matura, affascinante e bellissima, una donna che in effetti immaginate esattamente come Cate Blanchett. E' amore letteralmente al primo sguardo. Per Therese è il primo amore, Carol non solo è sposata, ma ha una bimba, quella per cui sta cercando il giocattolo.
   Sì, in effetti è una storia che in partenza ha tutti gli ingredienti per essere una tragedia, e invece questo libro è famoso nella comunità lesbica per essere stata l'unica storia d'amore tra donne ad avere un lieto fine per molti decenni (e tenete presente che ancora adesso i pochi romanzi del genere finiscono quasi sempre male). 
 E sì, è una storia d'amore tra donne, ma dovrebbero leggerla tutti perché, in fondo, è in realtà una storia molto ben scritta su due persone che scoprono cosa desiderano davvero e quanto sono disposte a sacrificare per essere felici. Perchè questo libro dice la verità: quando amiamo qualcuno siamo disposti a qualsiasi sacrificio, e non esiste amore che non ne richieda. 

"IL FIERO PASTO" di Angelica A. Montanari ed. Il Mulino:
 Questo libro è una bomba. 
 Davvero, è favoloso, trovate il modo di farvi regalare questo saggio ben scritto, bellissimo e davvero inquietante. 
 Altro che stupidi horror, altro che zombie ormai infilati in ogni dove, è da quando siamo bambini ci parlano di qualcosa del quale non ci siamo mai resi conto: il cannibalismo. 
Non storcete il naso: se si dice cannibale, si pensa immediatamente all'immagine coloniale del selvaggio pronto a cuocere l'esploratore nella sua pentola, eppure, tutti conosciamo la storia del Conte Ugolino dantesco, dedito al fiero pasto dei suoi poveri parenti, imprigionati con lui in una torre a morir di fame. 
 Chi ha fatto il classico ricorderà fior fior di miti greci a base di antropofagia: baccanti che divorano passanti (anche illustri, come il povero Orfeo), in preda all'estro del vino, Tantalo che cucinò suo figlio dandolo in pasto agli dei per capire se fossero onniscienti, Crono che divorava i suoi figli. Le fiabe sono stracolme di orchi che mangiano bambini e streghe che cucinano pasciuti ragazzini abbandonati da genitori degeneri.
 Anche la Bibbia cita casi di cannibalismo (e, come fa notare il libro, anche tutta la storia che mangiamo il corpo e il sangue di cristo è simbolica, ma rientra in un immaginario di antropofagia rituale molto potente), indicato come punizione maximum data da Dio agli uomini..
Il libro ripercorre, nello specifico, una storia dell'antropofagia in Europa nel medioevo.
 Per molto tempo si è pensato che i molti episodi ricordati nelle cronache, i riferimenti nelle agiografie dei santi (San Nicola che ricompone tre giovani uccisi e messi da un oste in salamoia!), i documenti in riferimento a omicidi a scopo di cannibalismo, fossero in parte favolosi o non corrispondenti a verità. Angelica A. Montanari dimostra in questo documentatissimo e avvincente libro che gli uomini e le donne del medioevo (con differenti motivazioni anche in base al sesso d'appartenenza) hanno praticato l'antropofagia in varie occasioni, ben codificate, ma non così rare. 
 Perché gli uomini e le donne arrivavano a mangiare i propri simili? Come veniva interpretato il tabù del cannibalismo in epoca medievale? Come era percepito dalle persone di quell'epoca?
 Le motivazioni che portavano a compiere un gesto del genere avevano sempre a che fare con qualcosa di rituale, ma potevano partire da bisogni molto basilari, come la fame o il desiderio di distruggere il proprio nemico (quindi antropofagia successiva ad un qualche tipo di combattimento). 
 E si apre letteralmente un mondo: si scopre che i bambini erano letteralmente considerati carne della carne dei genitori, perciò sacrificabili e mangiabili in talune circostanze, si conosce la differenza tra l'antropofagia materna e paterna, si scoprono cavalieri vampiri che si nutrono del sangue di altri cavalieri, addirittura vien fuori che Martin non ha inventato le "nozze rosse" nel suo "Trono di spade"! Le ha copiate da un episodio storico italiano con finale splatter! 
 Fidatevi, superato lo sconcerto iniziale, scoprirete un mondo e vi accorgerete che il passato è sempre più una terra straniera, ignota, quasi fantastica. Uno scrigno a cui attingere continuamente storie che sembrano favolose e, invece, fanno parte di ciò che siamo diventati.
 Gran finale con miniature medievali degne di un horror da un incubo. Un libro da avere, per divorarlo!
(Scusate la battuta, ci stava troppo).

"RACCONTI DI NATALE" ed. Elliot:
L'atmosfera natalizia è diventata per molti una cosa fastidiosa. 
 Anche io detesto dover essere felice e dimostrarmi amorevole coi miei cari e prossimi a date comandate, tuttavia, sarà che sto invecchiando, l'idea che il mondo tutto abbia il dovere morale di sentirsi più buono e gioioso almeno un mese l'anno, mi dà un qualche tipo di conforto. 
 Per conciliare lo spirito natalizio anche a chi non ne ha il consiglio è questo grazioso "Racconti di Natale" ed. Elliot.
 Ogni anno le case editrici, a turno, producono qualche titolo con raccolte di classici sul Natale, questo della Elliot ha il pregio di avere una selezione di storie brevi, alcune molto famose, altre vere chicche, tutte animate da quel brillio di commozione e vago ricordo dell'infanzia che dovrebbero portarci le feste (al posto dei litigi coi parenti).
 C'è così il bellissimo "Il gigante egoista" di Wilde (di cui io rimembro di aver visto un cartone animato, allucinazione o è esistito sul serio??), con un gigante che chiude il suo splendido giardino ai bambini che ci avevano sempre giocato. 
 Da quel momento l'inverno cade sulla sua casa, finché non nota un bimbo piccolissimo ai piedi di un albero del suo cortile e il desiderio di aiutarlo a salire sui rami diventa tale che, pur di rivederlo, torna ad aprire il cancello ai bimbi. Da quel momento la primavera scorre di nuovo attorno a lui, i bimbi sciamano felici e il suo cuore si ammorbidisce, finché un giorno riappare quel bimbo piccolissimo...
 C'è una favola di folletti dei Fratelli Grimm, la lettera che Marc Twain scrisse a sua figlia fingendosi Babbo Natale. Baum, l'autore de "Il mago di Oz" scrisse una favola comica e deliziosa su un gruppo di demoni che rapisce Babbo Natale la sera della vigilia: un bimbo felice non è un bimbo cattivo e loro proprio non possono sopportarlo. Fortunatamente l'anziano vestito di rosso ha uno stuolo di aiutanti pasticcioni, ma fedeli che sopperiscono alla sua assenza rendendo vano il piano.
  In più una chicca di Arthur Conan Doyle sul natale di Sherlock Holmes, Louise May Alcott e tutto quello che serve per ricordarsi com'era il Natale quando non eravamo adulti.
 Magari non credevamo comunque a Babbo Natale, ma di certo vedevamo la magia della festa, e non era così male.

"ASTROGAMMA" di LRNZ e Alessandro Caroni ed. Bao Publishing:
 Consiglio natalizio per gli appassionati di graphic novel a tema fantascienza o per chi ha un nipote fissato con videogiochi e supereroi. "Astrogamma" è un interessante prodotto italiano che non sembra italiano né per la tematica né per la resa.
 Finalmente un bravo disegnatore, LRNZ, che ha capito di aver bisogno di un bravo sceneggiatore, Alessandro Caroni (se c'è una cosa che frena il fumetto italico secondo me è il non aver ancora compreso che le due figure possono essere tranquillamente separate e senza nessun dramma). 
 C'è chi dice che la razza umana sia in realtà una sorta di virus del pianeta terra: ci moltiplichiamo, sfruttiamo, devastiamo e siamo protesi verso un futuro che distruggerà il nostro caro pianeta azzurro se non cambiamo modo di vivere. Il libro parte dal presupposto che: 
A) E' troppo tardi per invertire la rotta. 
B) La terra ha deciso che è ora di rimuovere il virus annientandoci.
 Tutto parte quando alcuni insetti diventano giganteschi iniziando a sterminare le masse, tre ragazzi(ni) tentano di sopravvivere a tutti i costi e forse comprendono che solo evolvendosi ed entrando a far parte della mutazione, hanno la possibilità di farcela. 
 I disegni son bellissimi, i dialoghi essenziali ed efficaci. A me ha ricordato i cari vecchi manga delle Clamp, soprattutto il mai, sigh, concluso "X-1999", in cui in effetti la terra dava segni di ribellione attraverso alcuni prescelti in occasione della fine del millennio.
 Per intenditori, se siete neofiti del fumetto lasciate stare.

"AUTOBIOGRAFIA BURLESCA" di Mark Twain ed. CasaSirio:
  Questa "Autobiografia burlesca" è in realtà composta da tre racconti brevi del buon Twain.
 Il primo, quello che dà il titolo al libro è una raccontino comico sulle sue origini, completamente folle, in totale contrapposizione con la sua vera autobiografia, pubblicata solo l'anno scorso da sua esplicita richiesta (lasciò scritto che avrebbe dovuto vedere la luce solo cent'anni dopo la sua morte). 
 Il secondo è una strana storia di travestimenti alla lady Oscar nelle corti medievali che, purtroppo, ci lascia sul più bello. Il terzo è una chicca per appassionati, linguisti e traduttori: un racconto su un gentiluomo inglese alle prese con la lingua italiana.
 "I domestici sono tutti locali; mi parlano italiano, io non li capisco, loro non capiscono me e, di conseguenza, siamo tutti soddisfatti. Per essere cortese ed educato, quando ho a portata di mano una parola italiana, la butto lì e la cosa ha un bell'effetto".
 Cinque euro ben spesi.



domenica 20 dicembre 2015

Intervista a Federico Baccomo aka Duchesne! Da un tenero cane testimone di tristi vicende umane al mondo del lavoro italico, così poco raccontato, così incomprensibilmente ignorato.

 L'ultimo "piccole recensioni tra amici" che ho postato era, casualmente su tre novità.
Federico Baccomo
 Una di queste era un delizioso piccolo libro raccontato da un cane in modo canino: "Woody" di Federico Baccomo aka Duchesne.
 Ho sempre avuto un'istintiva simpatia per questo autore, in primis perché aveva avuto la voglia e il coraggio di svelare l'ipocrisia di un mondo per cui non provo molta simpatia (l'ambiente degli avvocati), in secundis perché anche lui, come me e ben prima di me, scriveva sotto uno pseudonimo per raccontare più liberamente un mondo altrimenti celato.
 In Italia non c'è una grande tradizione di racconto dell'ambiente di lavoro, forse non c'è tradizione, forse c'è un po' di (in parte giustificabile) timore, forse poca immaginazione.
  In ogni caso gli ambienti di lavoro vengono ritratti in modo spesso superficiale, (a meno che non si sia poliziotti o investigatori privati, lì si può scavare nell'animo umano a iosa pare), la maggior parte delle storie raccontate nei romanzi avviene fuori dall'orario lavorativo.Una mancanza un filino sospetta visto che passiamo molto più tempo coi nostri colleghi che con i nostri cari. I libri di Baccomo rimangono una testimonianza che "Si può fare"! Narrare le follie di un ambiente di lavoro può essere possibile, Fantozzi meriterebbe degli eredi, nonostante le inquietanti derive prese attualmente dal sistema.
 Detto questo, di seguito potrete trovare l'intervista che Baccomo mi ha gentilmente concesso e di cui lo ringrazio molto. 
 Ma bando alle ciance! Buona lettura!

Cosa leggevi da bambino?

La prima passione è stata Topolino, ci son storie di cui ricordo ancora i veri e propri sconvolgimenti che mi procurarono: dalla saga di “Storia e gloria della dinastia dei Paperi” a “Qui Quo Qua e il tempo delle mele”, e in mezzo le avventure di Carl Barks.

Ci sono dei libri che leghi in particolar modo a Natale?

Più che i libri, è il gesto della lettura che lego molto al periodo delle feste, soprattutto da ragazzino, quando andavo in vacanza in case senza televisione.

Quali libri regalerai (se lo farai) questo Natale?

Devo ammettere di non regalare molti libri, ho la sensazione di consegnare un piccolo obbligo. Per cui, più che scegliere con cura il libro, scelgo con cura i destinatari. E la maggior parte dei libri finisco per regalarli a me, per questo Natale: tanta fantascienza e narrativa di genere.

"Woody" è un piccolo libro che affronta una questione molto grande, quello della violenza domestica. Perché hai scelto proprio questo tema?

In realtà, in questo libro la sola scelta è stata quella degli occhi del protagonista: un cane.
 Volevo raccontare una storia guardandola dal basso, in uno stato di perenne stupefazione e purezza. Tutto quello che è venuto scrivendo, soprattutto l’episodio drammatico al centro della storia, è venuto fuori senza meditazione, semplicemente inseguendo quegli occhi fino agli angoli in cui andavano a guardare,

Pensi, da scrittore e da uomo, che gli uomini potrebbero e dovrebbero fare di più per sconfiggere il problema della violenza di genere?

Agli uomini è data la responsabilità più grande, quella di sconfiggere un modo di pensare che si trascina da millenni, una cultura che trova nella prevaricazione, soprattutto fisica, un nucleo tanto teoricamente inaccettabile quanto in pratica gradito.

Ci sono altri cani e gatti narratori nella storia della letteratura. Alcuni, come il gatto di Natsume Soseki sono profondi e arguti. Woody invece ragiona proprio come ci si aspetta ragioni un cane. Perché questa scelta? E come hai lavorato per riprodurre tanto fedelmente i pensieri canini?

Pur sapendo che la mia sarebbe stata una finzione, cercavo di ottenere una finzione vera, credibile. Se davvero avevo intenzione di affidare la mia penna a un cane, dovevo regalargli la massima fiducia. 
 Sovrapporre la mia voce alla sua sarebbe stato un tradimento, al protagonista e alla sua storia. Così è nata da un lato l’idea di cercare di ragionare proprio come farebbe un cane, con un pensiero fatto di istinti poco meditati, di affetto puro, di astuzie primordiali, di paure incontrollabili; dall’altro, l’idea di adoperare una voce coerente, primitiva, essenziale. La sfida più grande – ho scoperto scrivendo – non è stata quella di sviluppare queste intenzioni, ma quella di tenere a bada la mia voce interna che ogni tanto mi diceva: “Usa questo aggettivo, fai vedere che sai scrivere”.

Cosa stai leggendo in questo momento?

Una splendida raccolta di novelle, La torre d’ebano, di John Fowles.

C'è un libro che, da ragazzo, ti ha cambiato la vita?

"It", di Stephen King, tutto il potere della giovinezza, del mistero e della scrittura.

Molti dicono che i ragazzi leggano poco. Hai suggerimenti per invitarli alla lettura?

È difficile trovare qualcosa di efficace. 
 Nessuno si sognerebbe mai di avviare una campagna di sensibilizzazione per il consumo di cioccolato o i tuffi nel mare in estate. Se non dovesse piacerti l’uno o l’altro, ci sembrerebbe impossibile, ce ne dispiaceremmo ma finiremmo per dire: peggio per te. Ogni tanto mi viene da pensare sia lo stesso per la lettura.

Progetti prossimi venturi?

Ci son nuove storie, la speranza è di dar loro la miglior veste.

Ben due tuoi libri sono diventati film. Com'è vedere il proprio libro trasformarsi in altro?

Una strana forma di perversione: probabilmente è il solo tradimento che ci si augura di subire spesso.

Nei tuoi libri precedenti tu fai un feroce ritratto della borghesia e della società delle apparenze, della gente che sta bene. E' un tema che, a mio parere, viene poco affrontato e spesso male nella narrativa italiana contemporanea, nonostante sia un punto focale del nostro malessere sociale. Perché avviene secondo te?

Confesso di non avere molti titoli per parlare della narrativa italiana contemporanea. Devo dire che mi sembra molto viva, articolata, ma è vero che a volte ho l’impressione che si rivolga a storie più individuali che non a ritratti sociali più ampi.
 Ogni tanto mi do una spiegazione che non so quanto sia sensata: forse una certa difficoltà a usare il registro ironico (o persino comico), il più utile a illuminare le storture sociali, fa sì che un certo tipo di letteratura fatichi ad affermarsi.

In principio hai usato lungamente uno pseudonimo, Duchesne, perchè?

Era lo pseudonimo con cui ho pubblicato per la prima volta i miei racconti in rete, nel blog “Studio Illegale”, per un po’ me lo sono portato addosso, un po’ coperta di Linus, un po’ schermo dietro cui nascondere i pudori.

L'ambiente lavorativo è adeguatamente delirante, anche se purtroppo, anche in questo caso, pochi romanzi ne parlano. Pensi anche tu che ultimamente alla fantozziana frustrazione italica si sia aggiunta l'inquietante componente del sistema da guru all'americana?

Son tempi difficili da interpretare, il lavoro si è preso buona parte del tempo e dei pensieri quotidiani, ma questo va di pari passo con quella famosa precarietà che ormai, da problema, sembra diventata un cliché. Qualcosa non funziona, l’han capito tutti, eppure ci si trascina, incapaci di capire dove trovare una soluzione.

Certe volte non hai la sensazione che lavorare bene, in certi ambienti almeno, sia ormai diventato secondario rispetto alla capacità di apparire social, spigliato e ovviamente, il famoso, leader?

Diciamo che a volte essere in gamba non è il primo dei requisiti, ma secondo me anche tra i preistorici c’era qualcuno bravo a ritrarre i mammut che ha dovuto lasciare la pietra a qualcuno più bravo a vendersi come incisore.

Sperando vi sia piaciuta, ringrazio ancora l'autore e date un'occhiata a Woody, specialmente se siete amanti del mondo canino! :)

venerdì 18 dicembre 2015

I 9 (e più libri) che quest'anno vi ritroverete sotto l'albero. Tra magagne vaticane, Fabio Volo che svolazza in vetta, lotta per i tormentoni, eredi di Twilight, colori e anziani grafomani, tutto quello che vi aspetta!

E anche quest'anno siamo arrivati al fatidico punto di dicembre in cui si può, con ragionevole certezza, vaticinare quali libri vi troverete sotto l'albero.
  Cosa nascondono quei pacchetti sospetti che parenti vicini e lontani, amici vicini e lontani, nemici, colleghi, capi e sottoposti vi hanno consegnato (o stanno per farlo), carichi di speranze e sollievo?
 Vi tolgo d'impaccio, anche quest'anno potrete sfoggiare un'invidiabile poker face e salvare le apparenze, necessità principale di ogni Natale che si rispetti.
 Siete pronti a sapere a cosa andate incontro?
 Let's go!

SCANDALO IN VATICANO (il milionesimo della loro storia, ma che je frega):
 Fittipaldi e Nuzzi sono i due giornalisti che hanno scritto "Avarizia" e "Via Crucis", libri che si basano su documenti segreti vaticani gettandol'ennesima luce sugli ennesimi scandali finanziari di questa istituzione che è la Chiesa, bravissima a fare la morale agli altri, ma mai a sé stessa. 
 Ho trovato commovente il loro tentativo, soprattutto della Chiarelettere di far passare questi due tomi non come una sassata micidiale alla comunque impenetrabile facciata ecclesiastica, ma come un sostegno alla grande riforma di Papa Francesco. 
 Loro non stanno assolutamente attaccando l'amatissimo Papa, ma tutto ciò  e chi gli sta attorno e che egli sta combattendo con instancabile coraggio.
 Immagino che con Ratzinger tutto sarebbe stato più semplice, ma ora per criticar la Chiesa bisogna stare sempre bene attenti a ricordare che comunque questo Papa è favoloso, meraviglioso, magico. 
 I due comunque sono finiti sui banchi del tribunale ecclesiastico e non si sa come andrà a finire. 
 Gli italiani, come fanno sempre, si sono gettati sullo scandalo fumante, che poi, io mi chiedo, che razza di scandalo sia. Cioè, a me che mi vengano a dire che ci siano ecclesiastici che ladrano e oscuri maneggi in quel di San Pietro non è che stupisce più di tanto. Quello che mi stupisce è perché tutti sbavino per leggere chi rubava cosa, che il libro di Nuzzi venda centinaia di copie in due giorni, e poi tutto rimane sempre uguale e inattaccabile. Voglio capire, perché leggete? Per sport?
 Comunque state pur certi che se voi, come me, siete stati alla larga dalla faccenda, avete il doppio delle possibilità di vedervi rifilare i due librazzi. Quando i parenti sanno che preferite stare alla lontana dai preti è impossibile per loro resistere alla tentazione di rifilarvi un libro in cui essi sono, nel bene o nel male, coinvolti.

FABIO VOLO:
 La mia dolce metà che ha studiato lingue e mi maledice regolarmente perché l'incontro con la mia splendida persona le ha impedito di realizzare il suo sogno pupesco di vivere all'estero, si è molto appassionata al nuovo programma di Severgnini, "L'erba del vicino".  
 Il format prevede un parallelismo su alcune nostre abitudini o istituzioni e quelle di un paese straniero. L'ultima puntata vedeva il raffronto tra noi e gli Stati Uniti. Il confronto mi ha permesso di capire che negli Usa il fatto che la sanità non sia accessibile a tutti è un problema che non si pongono assolutamente nei nostri stessi termini. Non puoi, amen. Inoltre mi ha concesso di vedere Don Winslow, di cui è appena uscito il nuovo libro "Il cartello", ringraziare pubblicamente Saviano e Fabio Volo per l'aiuto dato alla diffusione del suo libro in Italia.
  Ora, posto che io non credo che Winslow abbia avuto beneficio effettivo alcuno da un'eventuale sponsorizzazione di Fabio Volo, e posto che, secondo me, Zerocalcare ha contribuito ben di più all'affermazione della sua stella, questo è sicuramente un punto di non ritorno.
 Ormai Fabio Volo è considerato uno scrittore vero, la massa lo ha incoronato anche stavolta. E' primo in classifica nonostante l'ennesimo titolo identico e trama pressocché identica (ma stavolta ci sono dei figli di mezzo mi pare, probabilmente perché è diventato padre). 
 Se continueremo a seguire il corso della sua vita attraverso i suoi libri, tra una trentina di anni e anche meno avremo un libro su un uomo in andropausa, munito nipotini irriverenti e tresche tra anziani con l'ansia da impegno, ai vertici delle vendite.

VA', METTI UNA SENTINELLA: 
In "On writing" Stephen King esprime un'idea un po' biblica della scrittura.
 Per lui la faccenda funziona come la parabola dei talenti: se hai un talento hai il dovere di sfruttarlo, seppellirlo equivale ad un delitto incomprensibile e imperdonabile. Portava come esempio proprio Harper Lee: a cosa serve, si chiedeva, possedere un talento tanto grande se scrivi un solo libro in cinquant'anni?
 Quasi vent'anni dopo "On writing" ecco che Harper Lee fa uscire un secondo libro, il seguito del primo, una cosa talmente strana che c'è stata persino un'indagine per capire se l'autrice fosse in grado di intendere e volere quando ha acconsentito alla pubblicazione. Lo era (anzi, lo è), visto che è ancora viva. 
 Dicono che il libro, scritto in realtà prima de "Il buio oltre la siepe" sia un po' deludente. Prima o poi immagino che lo leggerò, magari me lo regalano a Natale, perché, siatene certi, se siete lettori forti potreste trovarlo ben impacchettato da qualche astuto parente, sotto l'albero.

AFTER:
 E' una maledizione.  
E' da un anno che ogni due mesi arriva un nuovo capitolo di questa interminabile e prolificissima saga (ovviamente dai titoli anonimi e copertine tutte uguali, tanto per confonderci meglio) che vende in modo inquietante. Tutto si può dire dei famosi young adult tranne che non leggano. 
A loro si deve non solo la lettura, ma anche la produzione stessa delle saghe che leggono. "After" infatti è il prodotto di una fanfiction sui One Direction, con protagonista la solita ragazzetta timida e il solito belloccio maledetto che se ne innamora. Tanto per non sbagliare le fonti di ispirazione di Anna Todd, l'autrice, sono "Twilight" e le 50 sfumature.
 Anche lei come la James ha iniziato autopubblicandosi e anche lei vende quintalate di libri. Questo credo che non avrò mai il coraggio di leggerlo. Leggo da internet che dopo quest'ultimo, "Amore infinito", lo stillicidio si è finalmente concluso.
 Visto che è una reazione a catena inarrestabile, sono curiosa di sapere a quale capolavoro della letteratura mondiale fungerà da ispirazione. Chi sarà il post After? Lo scopriremo il prossimo Natale.

GUCCINI:
Ho una teoria, cinica, sull'iperproduttività di alcuni autori anziani (il grafomane Camilleri in primis): ormai sentono la fine dell'esistenza vicina e la necessità di esprimere tutto quello che hanno lasciato indietro negli anni o temono di non avere più il tempo di produrre.
  Quest'anno il buon Guccini, di cui vidi un concerto durante l'università proprio temendo che si sarebbe presto ritirato, ha fatto l'en plain. La gente arriva, ti chiede, "L'ultimo di Guccini" e tu non sai se si rifesce al suo "Un matrimonio, un funerale per non parlar del gatto" (il famoso libro che ogni anno ad un certo punto sparisce dalla circolazione al momento più bello perché in riassortimento), al cd, e, mi pare di aver capito, un cd con allegato book fotografico. 
 Ho letto due libri di Guccini, "Il dizionario delle cose perdute" e "Non so che viso avesse", entrambi non romanzi, ma ricordi. Non ho perciò una vera opinione su Guccini scrittore, se siete tra i molti che riceveranno il suo tomo questo Natale, fatemi sapere.

IL NATALE ADDOSSO, L'AUTUNNO E' GIA' PASSATO, LA CLASSIFICA SI E' ALLUNGATA MEZZO METRO:
 Quest'anno editoria e scrittori sembrano aver deciso di sparare cartucce di prim'ordine, tutte insieme e tutte di forte impatto.  
La sensazione è quella di fine Maggio quando le radio, dopo una primavera in cui hai ascoltato canzoni dimenticabilissime (come mai la primavera non ha mai un tormentone?) iniziano a sfornare hit orecchiabili, su hit ballabili, su hit orecchiabili e ballabili. Quale di esse diventerà il simbolo dell'estate? Quale sarà destinata a trapanarci il cervello a qualsiasi ora del giorno e della notte per tre mesi per poi sparire con le prime piogge di settembre?
 Ecco, questo Natale è tutto un papabile tormentone. Sono usciti: il nuovo di Carrisi, il nuovo della Murgia, il nuovo di Pamuk, il nuovo di Sepulveda (che ormai fa solo libri con animali che insegnano cose ad altri animali o esseri umani), è uscito il nuovo di Gregory (l'autore del ciccionissimo "Shantaram"), il quarto della saga di "Uomini che odiano le donne", la nuova fatica di Isabel Allende, di Patricia Cornwwll ecc. ecc. ecc.
 Potrei continuare con un'altra mezza pagina, ma il senso rimane lo stesso: è il classico anno in cui gli scrittori, come i cantanti, si svegliano tutti insieme e iperproducono in massa. 
 Chi vincerà la sfida del tormentone?

ALBERTO ANGELA: 
 E' una certezza natalizia, come Bruno Vespa. Il giorno in cui uno dei due mancherà all'appello, sarà uno dei segni della fine del mondo ormai prossima. Quest'anno, siccome non avevamo sentito parlare abbastanza del Papa e di Roma (a proposito, ora che si è dimesso Marino non sento più notizie dalla capitale, tutto è tornato nella tranquilla fanga precedente) anche Alberto Angela si è unito alla scia favorevole di Bergoglio con un libro su San Pietro.
 Amatissimo dai parenti più anziani e dalle cinquantenni piacenti, Alberto Angela è una certezza del regalo impegnato, ma neutrale. Quel regalo che vi fanno persone che non vi conoscono benissimo (o vi  conoscono, ma non hanno mai indagato bene i vostri gusti letterari), ma hanno la necessità di apparire bene. Il regalo di circostanza perfetto. Fatemi sapere in quanti di voi l'hanno ricevuto.
 Per la cronaca, se non avete mai visto San Pietro, è anche un buon viatico per convincervi ad andare a Roma. In questi anni al nord ho conosciuto troppa gente che è stata a Parigi cinque volte, a Londra, sei e a Roma una, di solito in gita alle medie. Magari Albertone vi fa venire voglia.

ART THERAPY:
Questa nuova pratica (ma pare fosse in voga già nei rutilanti anni '60), ha iniziato ad avere un suo seguito nella tarda primavera di quest'anno, ora siamo giunti a livelli da esplosione.
 Le vendite toccano picchi incredibili, sto parlando dei libri da colorare. Pare che la cosa aiuti a combattere lo stress (a me ne farebbero venire di più, ma sono gusti). Ormai ci sono libri per tutti i gusti: teneri gattini, decorazioni natalizie, animali, vestiario, foreste lussureggianti, animali scandinavi.
  La consacrazione è giunta quando anche lo star system ha allungato le sue grinfie su questo territorio inesplorato. Barbara D'Urso ancora non è ci è arrivata, ma la Marcuzzi ha già piantato la sua bandierina
 Costei ha infatti un fashion blog, la pinella, molto seguito, e da lì ha lanciato il suo libro di Art Therapy: "La pinella a colori". Pare infatti che essa, vera trend setter, abbia sempre avuto la passione del colorar nei contorni, tanto da voler condividere coi suoi fan, i suoi disegni favoriti.
 Vende. State attenti ai vostri parenti non lettori, potrebbero scambiarlo per un libro vero e rifilarvelo.

 E voi? In quanti avete già il pacchetto pronto sotto l'albero? In quanti siete i regalanti codeste perle? Confessate su questi schermi! (O fate sapere com'è andata dopo il 25)!

mercoledì 16 dicembre 2015

Cartoline dal Natale #2! Il delirio natalizio anche quest'anno è tra noi, immergetevi in una libreria stipata come un fortino, tra file mostruose, clienti furbi, minacce Amazon, grandi fortune e prezzi nascoste!

Mentre guardo un assurda sit-com con due cameriere avvenenti, ma sceme (le serate in solitudine a disegnare generano mostri), ecco che riesco a postarvi le cartoline dal Natale #2.
 Non mi dilungo, anche perché casco dal sonno, voi divertitevi (e ricordate sempre: se fà pe' ride, anche se è tutto tuttamente avvenuto.
 Cartoline dal Natale #2!
 (E per quelle dell'anno scorso, basta andare qui).






martedì 15 dicembre 2015

Consigli di Natale per i più piccoli parte II. 5 Consigli tra silent book, storie dure con un raggio di speranza, folletti della casa, sarti, Beatrix Potter, bambini organizzatissimi e sorprese alla fine dell'arcobaleno.

I miei buoni propositi di consigli natalizi, come ogni anno si infrangono contro la stanchezza lavorativa (e una serie di altre cose che mi impediscono di stare in casa per un tempo bastante a produrre un post.
 Farò del mio meglio nei prossimi giorni, anzi, preparatevi al consueto post sui libri non graditi che vi ritroverete di sicuro sotto l'albero. 
 Detto ciò, iniziamo col secondo post dedicato alla pargolanza, ai pupi e, in questo caso, anche ai meno pupi. Il primo l'ho postato una decina di giorni fa, ecco la seconda e credo, ultima tranche under 12.
 Bando alle ciance, facciamo parlare i libri, let's go!


MENTRE TUTTI DORMONO di Astrid Lingdren e Kitty Crowther ill. R. Colonna Dahlman ed. Il Gioco di Leggere :
 Al mare, in estate, passo due settimane senza tv e pc, perciò la mia principale fonte di informazione sono i giornali dei posti dove mangio.  
Questo agosto mi era capitato di leggere su la Repubblica un bellissimo speciale su Astrid Lingdren, l'autrice svedese che creò Pippi Calzelunghe e non solo. Forse non tutti sanno che l'audace ragazzina nacque nella sua mente durante gli anni della seconda guerra mondiale che, a quanto pare, almeno in parte della Scandinavia furono meno duri e terribili che nel resto d'Europa. Della Lindgren, Pippi rimane il libro più famoso in Italia, ma fu prolifica e questo Natale c'è indubbiamente da consigliare "Mentre tutti dormono", titolo italiano che ha assassinato l'originale "Il tomten" (immotivatamente tra l'altro).
 Chi è il tomten? Un folletto della casa, uno di quelli che in Italia chiamano orrendamente i rubacchiotti e a cui Miyazaki ha dedicato un bellissimo film, Arrietty (fatelo vedere ai vostri bimbi a Natale! Non di sola Disney vive il pupo). 
 Come ben sa chi conosce questi gnomi piccolissimi, abitano case consapevoli della loro presenza, ma nessuno riesce mai a vederli. Sono infatti veloci e cauti e in genere escono a cercare  solo col favore delle tenebre. Ma cosa combinano? I tomten sono dei veri e propri protettori della casa, portano tranquillità sussurrando rassicurazioni a esseri umani, animali della casa e del bosco.Nel libro vediamo la lunga e affaccendata notte del tomten che ricorda a tutti come l'inverno non sia mai eterno e come la neve, silenziosa, che tutto avvolge meravigliosamente, prima o poi si scioglierà lasciando posto alla primavera.
 Una bellissima fiaba per le notti invernali.

ASPETTA di Antoinette Portis ed. Il Castoro: 
La vita, si sa, è un mozzico, e passiamo gran parte di questo mozzico a correre da una parte all'altra. 
Da una parte essere in tante faccende affaccendati dà un senso di vitalità, dall'altro distrugge la possibilità di contemplare le cose che richiedono tempo. I bambini sono quelli che ne soffrono di più perchè una vita loro ancora non ce l'hanno e sono in balia degli impegni e delle corse dei genitori (che poveri cristi, fanno del loro meglio). Qui potrebbe partire un lungo post sul perché le masse non lottino per orari più umani e meno invasivi, ma rimaniamo su questo piccolo delizioso libro, "Aspetta".
 Una mamma organizzatissima, cellulare alla mano, ha mille cose da fare e porta con sé il suo piccolo. Come tutti i piccoletti che vediamo sgambettare a fatica dietro mamme, papà e nonni trafelatissimi, si guardano attorno assai più degli adulti che li hanno in custodia perché per loro tutto è ancora ammantato della meraviglia che non sappiamo più riconoscere.
 Così il bimbo scopre fiori profumati, operai a lavoro, piccioni che vorrebbero cibo, la pioggia, un cucciolo che fa le feste, e alla fine ricorda alla mamma che se solo guarda in alto, di tanto in tanto, il mondo può stupire ancora anche lei.
 Per pupi cittadini (e i loro genitori).

IL SARTO DI GLOUCESTER di Beatrix Potter ed. Interlinea:
 Da bambina avevo tre libercoli di Beatrix Potter consumati a furia di rileggerli. 
 Uno era "Le avventure di Peter Coniglio", un altro "La signora Trovatutto", la cui protagonista era un per me inquietantissimo porcospino femmina perennemente intento a slavacchiare e "Il sarto di Gloucester". Quest'ultimo era una storia a dir poco straziante che però aveva il potere di ipnotizzarmi. In una città del nord, gelida ed elegante, piena di neve, alle soglie del Natale, un sarto molto vecchio cerca di finire un panciotto color ciliegia per il sindaco.
  Purtroppo si ammala fatalmente a pochi giorni dalla consegna e finisce allettato: il vestito non verrà concluso e, a quanto pare, il disonore cadrà sull'anziano. Fortunatamente per lui un esercito di topini sarti abita le sue credenze e inizia a cucire alacremente per terminare il panciotto. 
 Una storia bellissima, poetica, con illustrazioni stupende. C'è anche una nota straziante: i topini non cuciono in pace, ma tra le grida deliranti dell'anziano in preda alla febbre: "Non ho più filo!", grida piangendo. Ed è quello che troverà scritto da mani minuscole su una carta appuntata all'abito terminato: i topi sono  anche alfabetizzati.
 Un classico commovente che ogni bimbo dovrebbe leggere negli inverni della sua infanzia (domandandosi che caspita di colore sia il color ciliegia).

MENTRE TU DORMI di Mariana Ruiz Johnson ed. Carthusia: 
 Sì, anche qui si dorme, o meglio i bimbi danno un'occhiata a quello che succede mentre loro dormono sonni tranquilli.
  Cosa accade quando chiudono gli occhi? Il mondo si ferma? O i grandi rimangono in piedi?
  "Mentre tu dormi" è un silent book, un libro senza parole, con illustrazioni meravigliose, coloratissime che raccontano una notte setosa e mai scura, piena di luci, di persone e di eventi. 
 Mamma e papà, mentre i bimbi dormono, brindano e si baciano, i grandi fuori ballano, mangiano, ridono, si incontrano. Ci sono anche persone tristi, uomini che si fanno tatuaggi, cani portati a spasso, bimbi che proprio non vogliono dormire e piangono, persone tristi in ospedale. C'è chi lavora e chi balla, e ci sono anche piccoli animali magici che vanno per mare e raggiungono boschi, in un tripudio di colori sgargianti e meravigliosi.
 Uno spettacolo per gli occhi. Per tutti i bimbi, anche i più piccoli.

IL LIBRO DI TUTTE LE COSE di Guus Kujier ed. Salani:
 Questo consiglio è per i più grandicelli, sui dieci anni anche uno o due in più.  
 E' uno di quei libri che gli scrittori d'infanzia del nord Europa sanno scrivere con particolare grazia nonostante le tematiche difficili. I classici di un tempo parlavano di cose drammaticissime: orfani adottati o lasciati in balia del loro destino, ragazzini annegati, sorelle ridotte in povertà e col padre in guerra, collegi severissimi. Adesso o si va sulla stupidaggine totale o sui libri pseudodidattici, con momenti salvifici solo nella narrativa di genere, soprattutto il fantasy. Eppure, a mio parere, a tutti i ragazzini farebbe bene leggere storie complicate e difficili come questa di Kujier.
 Un bimbo di nove anni ha come desiderio essere felice, è il suo unico sogno e il motivo non è romantico come sembrerebbe.
   Siamo nell'Olanda di metà secolo, Thomas ha nove anni, una sorella adolescente di nome Margot, un padre super-religioso che teme i comunisti e una madre dolcissima. 
 La loro sarebbe una famiglia normale se non fosse che il padre picchia spesso la moglie, davanti ai figli, citando la Bibbia e costringendoli ad una vita di solitudine. Non vuole che la moglie frequenti nessuno, detesta la cognata, impedisce al bambino di frequentare l'anziana vicina di casa che tutti credono una strega e vede con sospetto qualsiasi libro entri in casa perché la verità ce la insegna solo la Bibbia. Thomas combatte tutto questo fantasticando in ogni modo, trasformando le cose brutte in cose strabilianti, innamorandosi della migliore amica di sua sorella, Eliza, una ragazza con la gamba di cuoio.
 E' una storia molto dura, non dipinge una realtà edulcorata e sbatte la realtà in faccia senza trovare soluzioni facili, che non esistono.
 Il finale è il colpo da maestro di questo libro splendido: cosa ci salva dall'orrore? Cosa ci apre le porte della libertà? Quasi tutte le storie di violenza domestica hanno un enorme gigantesco denominatore comune: il silenzio. Il silenzio delle vittime che non hanno il coraggio di denunciare e rimangono sole tra quattro mura, e il silenzio di chi, nonostante tutto sa, ma tace e fa finta di nulla. Solo la solidarietà ci salva e forse se una storia ci colpisce nel profondo quando siamo poco più che bambini riusciremo a ricordarcelo per tutta la vita.
 Per tutti. Bambini e genitori.

lunedì 14 dicembre 2015

Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Compra una consonante"

 Ed ecco a voi almeno una vignetta del fine settimana, se by night sarò in forze ne produrrò un'altra, per il resto sappiate che le "Cartoline dalla libreria. Natale II" sono in produzione.
 Vi ricordate quelle dello scorso anno? ----> "Cartoline dalla libreria. Parte I".
 Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Compra una consonante"!


sabato 12 dicembre 2015

Recensione inquietata e inquietante di "Grey" di E. L. James. Cosa si nasconde dietro l'apparenza belloccia e sicura di Mr Grey? Certe cose è meglio non saperle. Tra stalking, inquietudine, The Lady, amici peni, film horror e ansia, un libro praticamente horror.

 Con estrema fatica in questi giorni mi sono data alla lettura di "Grey" opera quarta della maestra E. L. James che tanto ha dato al mondo e alla letteratura scrivendo la trilogia delle 50 sfumature. 
 Da lavorante in libreria non posso lamentarmi davvero della signora visti gli introiti che i suoi libercoli hanno portato alle casse di tutto il comparto, ma da lettrice credo di essere autorizzata a contorcermi come una biscia che è stata appena calpestata in un campo erboso.
 Chiariamo: ho letto "Grey" perché, dopo avervi stalkerato per un mese alla ricerca dei vostri voti per i Macchianera, e avendoli copiosamente ottenuti, avevo promesso il mio sacrificio umano in tal senso per ringraziarvi. 
 Dunque, dopo aver letto il pallosissimo primo volume, visto dal punto di vista di Anastasia detta Ana, e aver evinto che si trattava di una storia d'amore con un principe azzurro bellissimo, ricchissimo e fissato col controllo, dopo aver capito che molte donne del mondo sospirano perdutamente davanti ad un enigmatico 27enne fascinoso e capitano d'industria con una fissazione per il BDSM (senza sesso anale ricordiamo), cosa ci svela "Grey"?
 Cose mie cari e care, che, ve lo dico, avremmo preferito non sapere e, considerando che tra i quattro è quello che ha venduto infinitamente meno, non avrebbero voluto sapere moltissime lettrici.
  Perché, ve lo dico, se le 50 sfumature avevano almeno la giustificazione dell'incarnare una fantasia comune a quanto pare a parte del genere femminile (non a me): l'uomo bello e ricco che ti tratta come una dea e pensa a tutto, mentre tu in cambio gli doni il tuo corpo perfetto, puro e incorrotto tra mille moine, "Grey" è di tutt'altro genere. Qui, andiamo dalle parti, a mio parere, dell'horror.
 Ma andiamo con ordine. Per prima cosa vi suggerirei di rileggere la recensione che feci a "Cinquanta sfumature di grigio" perché così potrete vedere tutta l'abissale differenza di tono e intenti tra i due.
 Ecco, ora possiamo partire. Pronti per questo inquietante viaggio?

IL PROTAGONISTA:
 Cosa pensa Mr Grey? Ha una dea interiore anche lui? E' un duro col tenero cuore d'agnello?
 Ebbene, Grey è una persona agghiacciante e l'unica cosa che ti verrebbe da dire a questa ragazza è: rimettiti le mutande e scappa via come il vento.
Scopriamo infatti che mentre Anastasia si lambiccava il cervello per capire perché fosse lei la prescelta dell'universo mondo a piacerle, lui in realtà annegava in un mare di romanticismo? Ma manco per il cavolo!
Grey si rivela un ragazzetto infantile, immaturo, con un ego spropositato, la cui tristerrima infanzia (figlio di una prostituta drogata adottato poi da miliardari) pare lo renda immune dal porsi domande etiche di un qualche genere.
 La sua teoria è: io ho sofferto, ancora faccio incubi su macchinine mai recuperate e cinghiate, e perciò mi comporto in un certo modo e non posso fare altrimenti. Stacce.
 Per carità, liberissimo di farlo con chi sta alle tue regole, ma il punto è che dal momento in cui vede Anastasia e se ne innamora perdutamente nonostante sia vestita come una disperata, inizia a sragionare su quanto sarebbe bello portarsela a letto, nonostante essa non condivida i suoi stessi gusti.
 Ora, immagino che non sia così strano: un uomo vede una bella ragazza e se la vuole portare a letto, capita pure a me di vedere una gnocca e svarionare. Il punto è che io non tendo a confondere una gigantesca attrazione sessuale per l'amore eterno e puro.
 Ecco, mr Grey non discerne il concetto manco un secondo: voglio portarmela a letto ora, prenderla a cinghiate e sculacciarla a sangue, perciò sono di certo innamorato di lei. 
 Anche la famosa cena con i propri ricchissimi e meravigliosi genitori a cui porta Ana ("OMG mi presenta i genitori!Sono speciale!", pensava lei), in realtà era una forzatura voluta dalla sua stessa famiglia, intenta a stappare lo champagne per aver avuto finalmente la conferma che il pargolo NON E' GAY (ve lo giuro, è una cosa imbarazzante). Quindi lei cinguetta vedendosi con l'anello al dito mentre lui pensa: "Vabbeh, almeno li ho tranquillizzati, ora però vorrei farmela sopra il tavolo".
 Se questo libro ha un pregio è quello di svelare che dietro ad un'apparenza sofisticata da principe azzurro delle tenebre, talvolta c'è un mostro, perciò prima di buttarsi a pesce in una storia che mostra qualche lato un attimo problematico, sarebbe meglio pensarci dieci volte.

IL LETTORE, SPETTATORE INTRAPPOLATO:
 Questo libro assai più dell'altro, mette il lettore in una posizione scomoda. 
 Se nelle 50 sfumature l'unico desiderio persistente era uccidere la dea interiore di Ana con cui lei parlava di continuo in stile doppia personalità, qui ti senti istante per istante spettatore di un horror. 
Mentre Mr Grey tesse la sua inquietante tela intorno ad Ana e tu la vedi coi suoi occhi, innamorata, indifesa, inesperta tra le mani di un manipolatore, sei lì che vorresti sfondare la seconda parete del libro e dire: Ana datti una svegliata e chiama il centro antistalking!
 Mr Grey non è diverso da quello che appare, ossia freddo, calcolatore e ossessivo, è peggio!
  Ana non fa in tempo ad uscire dal suo palazzo di vetro dopo la famosa intervista a pagina 10, che lui le ha già messo un investigatore alle spalle per sapere ogni dettaglio della sua vita, è geloso dei suoi amici storici, non sopporta la madre (sposata più volte, donna dalle tendenze evidentemente romantiche che deve rabbonire prima che la metta in guardia da lui), teme, non si sa perché, la coinquilina modella di lei, Kate, nel frattempo fidanzata con suo fratello maggiore, Elliot, un idiota.
 Chiunque faccia parte del mondo di Ana deve sparire o essere messo sotto controllo, se lei non chiama è pronto a scatenare l'inferno, vuole decidere come vestirla, cosa deve mangiare, quando e in quali quantità. In cambio, ovviamente lui le darebbe tutto quello che una scimmia ammaestrata può desiderare: cibo, ricchezza, viaggi, una casa calda e accogliente (matrimonio no, di quello per ora non se ne parla).
 Ve lo giuro, voi vedete 'sta poveretta che si vede come Cenerentola e già prevedete la tragedia nel caso decida di lasciarlo. Fa stare male.

LA DEA INTERIORE DI MR GREY:
 Se ben vi ricordate Ana aveva questa dea danzante con cui parlava di tutto dando un effetto in stile Gollum tale da invocare l'intervento di uno psichiatra (un conto è ragionare con sè stessi, un conto farlo con un essere che abita dentro di te). 
Anche Mr Grey ha una vita interiore molto travagliata, tanto che i tre quarti di questo infinito libro sono suoi contorti pensieri su quanto avviene.
 Se Ana però si interrogava almeno su cose del tipo: ma Grey non è un po' strano? Non sta cercando di limitare la mia libertà? Non sono forse una donna indipendente? Il fatto che voglia convincermi a praticare il BDSM anche se a me non va non è un attimo preoccupante?
 Insomma se almeno lei si interrogava sul suo ruolo nella vicenda, Mr Grey ragiona solo su due cose: ho voglia di fare sesso ora Ana è qui, ho voglia di fare sesso ora Ana non è qui, voglio che ci arrivi ora. Basta. Ve lo giuro. E' disturbante.
 Anche perché Grey non ha particolari dissidi interiori, non si chiede mai: ma sono innamorato? Posso cambiare per lei? Posso rinunciare alle mie fissazioni e ai miei incubi?
 L'unico suo pensiero fisso è: sesso sesso sesso sesso. Tanto da non avere una dea interiore, ma un dio esteriore: il suo pene.
 Ora, mi dicono che effettivamente alcuni uomini parlino col loro pene, ma spero bene che, nel caso, non lo trattino come un essere che discute e risponde. Perché il pene di Mr Grey ovviamente lungo, perfetto e tutto quello che rende un pendaglio adeguatamente avvenente,  ha una vita propria e può intessere dialoghi: questa ragazza ci piace, voglio farmela ora, non possiamo farcela amico, ehi amico, smetti di pensare a quella cosa. Insomma Grey discute della liceità del portarsi a letto una top model vergine che non si è mai masturbata in vita sua fino a 22 anni (fantascienza), non con suo fratello Elliot o col  maggiordomo, ma col suo pene. "Facciamo bene vecchio mio?".
  Oh, poi voi uomini col pene ci discutete, io generalmente non ho grandi discorsi da fare con la mia vagina (con le ovaie magari quando mi torturano sì, ma in genere sono insulti).

I PASSATEMPI E IL LAVORO DI MR GREY:
 Non so quanti di voi stanno seguendo quel capolavoro che è la web serie di Lory del Santo: The Lady 2 (la prima è dell'anno scorso).
 Una follia di sceneggiatura e recitazione che lascia assolutamente strabiliati, nessun trollatore riuscirebbe a imitarla neanche se si impegnasse cento anni.
 La protagonista di questo capolavoro indiscusso  è Lona, potentissima miliardaria che possiede un impero imprecisato delle telecomunicazioni perennemente lasciato al lavoro e al buon cuore di uno stuolo di collaboratori. Ecco, Mr Grey è di certo collega di Lona, visto che anche lui possiede un impero che si occupa non si capisce di cosa e perché, che è riuscito a fondare perché, spiega, ha ottimi collaboratori ed è un genio. Non solo, è un lavoro che gli permette di non avere mail urgenti dopo le 17:30 e gli garantisce fine settimana liberi in cui dedicarsi anima e corpo alle sue sottomesse. 
 Tutto ciò che si evince è che Grey lavora con assai poco impegno a questa impresa intenta a comprare altre imprecisate aziende e a venderne altre. Il suo tempo è infatti assorbito dalla gigantesca e allucinante quantità di mail che lui e Ana si scambiano come due quindicenni in attesa della settimana bianca dei genitori che consenta loro di usarne il letto matrimoniale.
 Altro passatempo è ottenere sempre nuovi vestiti riforniti da un maggiordomo assai simile a quello di Batman: il fidato Taylor, un lord che tutto sa e tutto tace delle fantasie del suo adorato padrone (che lo tratta con la benevolenza di un latifondista ottocentesco).
 Ultimo dei suoi giocarelli: gli aiuti umanitari random.
 Ebbene sì, Grey ha un chiodo fisso: tutti devono magnà.
 Ana (che non mangia mai lasciandoti sfiorare dal dubbio che forse ha un problema alimentare) deve essere ingozzata come un'oca da foie gras e ovviamente i poveri bambini dell'Africa. Quindi, una delle poche preoccupazioni costanti di Grey è lanciare a caso in Darfur pacchi di aiuti umanitari, aiuti che, inspiegabilmente il Darfur non vuole.
 Basta. Per il resto  fa sesso e si occupa del suo gigantesco contratto di sottomissione, una roba che farebbe venire mal di testa a Giulia Bongiorno.

GLI AMICI DI MR GREY:
 Ecco, non ne ha. Mr Grey fa la figura del sociopatico. Non ha amici, si confida col buon maggiordomo, ma non troppo, si scambia messaggi sconci col fratello maggiore, "Oh, ma te la sei fatta?", e basta. Ha varie sottomesse che lo sentono dopo anni e vogliono avere ragguagli sulla sua vita sessuale. Se c'è una cosa interessante in queste dinamiche, se fossero scritte in modo consapevole e con una certa finezza psicologica che ovviamente non esiste, sarebbe il rapporto di dominio sessuale che si trasforma, una volta che il rapporto tra lui e le sue sottomesse è concluso del tutto, in sudditanza psicologica nei loro confronti.
Ecco, se questo libro l'avesse scritto Roth forse se ne sarebbe potuto cavare qualcosa di interessante invece del manuale dello stalker.

SOFT PORNO VERO:
Sì il sesso c'è, si ne fanno, il pene parla molto ci racconta la sua felicità, dà voti.
  Sembra stranamente che Grey sia più appassionato alla tecnica e alla meccanica che al risultato orgasmico. Cioè vuole ottenere l'orgasmo, ma è più preoccupato di apparire bravissimo in quello che sta facendo.
 Poi vabbeh, l'impressione è che la personalità di Ana sia assolutamente secondaria e che il suo appeal principale sia il fatto che debba essere convinta a firmare il contratto. Se fosse una sottomessa già pronta e probabilmente non vergine, il suo fascino non esisterebbe, altro che amore eterno.
 In ogni caso "Grey" è davvero quel che si potrebbe definire un soft porno cinematografico anni '70, quello con Pierino e la Fenech. Tutto è pieno di doppi sensi, dai dialoghi a quello che la povera Ana fa (non vi dico il momento in cui lei succhia un'ostrica), dai vestiti alle situazioni.
 Però i soft porno almeno erano trash e ironici, qui si cerca di veleggiare verso vette più alte col risultato che il tutto suona davvero molto molto ridicolo.

 Le impressioni a posteriori sono infinitamente più inquietanti dell'innocuo 50 sfumature. 
 Lì si trattava della solita storia della Bisbetica domata, senza la bisbetica, qui si tratta di un manipolatore con problemi di controllo e ossessione. Il sesso è una faccenda assolutamente secondaria e viene usato nell'ottica di affascinare una ventenne un po' troppo rincoglionita per la sua età e fondamentalmente incapace di badare a sé stessa in modo serio. 
 Detto ciò, presto presterrimo ci sarà il mio fumetto che finirà di istruirvi sulla faccenda in tutto il suo splendore!

 E voi?Qualcuno ha letto questo capolavoro? Ha avuto le stesse impressioni? Altre? Testimoniate!
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