venerdì 2 maggio 2014

Altre cinque tipologie di librai che amano infestare le librerie. Folgorati e aspiranti ballerini, scrittori mancati e Atreiu sacrificali pure noi non stiam messi bene.

Ed ecco la seconda parte del post dedicato alle tipologie di libraio esistenti in natura. 
Anche noi, come detto nella prima parte siam tanti e variegati, insopportabili come la strega di Biancaneve e teneri come dei minipony, fricchettoni come vegani in un bosco e arcigni come Ebenezer Scrooge.
 Siete pronti per la seconda infornata? Let's go!

IL LIBRAIO "VOLEVO FARE UN ALTRO LAVORO":
 Vi sono, anzi, il mondo ne è pieno. Ne esistono due tipi: i figli di librai che in un qualche modo hanno ereditato l'attività dei genitori (nel mio paese ce n'era un esemplare evidente anni fa: era un culturista con gli occhiali, depilato, ingelatinato e con perenni camicette attillate, vendette poi l'attività) e quello che "vorrei fare altro, intanto per mantenermi faccio il libraio".
 Il secondo è ovviamente più diffuso e ha due filoni:

1) Il libraio che non sa cosa fare della sua vita, la direzione è incerta, il mondo anche. 
Ha pensato che insomma poteva cominciare a lavoricchiare poi chissà sarebbe stato fulminato sulla via di Damasco, magari qualcuno gli avrebbe proposto la direzione di un giornale nazionale o sarebbe andato dritto a casa sua a prelevarlo per offrirgli la gestione di un agriturismo sulle colline toscane. Per un qualche strano motivo ciò non è mai avvenuto e vivacchia continuamente lamentoso del suo stato lavorativo sui banchi informazione.

2) Il libraio sa che cosa fare della sua vita, ma la qual cosa non è abbastanza renumerativa. Le librerie son piene di aspiranti attori, scrittori, editor, registi, sceneggiatori e insegnanti di yoga. Molti in verità si dedicano effettivamente a codeste nobili attività, ma sebbene Maria De Filippi cerchi di convincere orde di ragazzini ogni pomeriggio che le arti visive e performative siano un adeguato metodo di sostentamento ciò corrisponde al vero solo in una piccola percentuale dei casi. Per tutto il resto ci sono i lavori che permettono di pagare l'affitto e possibilmente rimangano nell'ambito culturale e così ecco che la libreria diventare una succursale di "Saranno famosi".
Ovviamente la seconda variante è diffusa tra i librai dipendenti e non proprietari che insomma se uno mette su una libreria senza averne una reale volontà vuol dire che c'è qualcosa di insensato alla base.

IL LIBRAIO ASPIRANTE SCRITTORE:
 Il libro con un libro si pagaaaa, un libro con un libro si paga, un libro con un libro si pagaaaa un libro con un librooo.
Normale all'apparenza, cova innominabili
livori.
 Non sto invitandovi al baratto, ma parafraso una famosa canzone della Mannoia che si adatta perfettamente a questa tipologia di libraio che ama i libri fin dalla nascita e se potesse si transustanzierebbe nella carta e nell'inchiostro pur di farne parte. Ama leggerli e accarezzarli, ma non solo: ama scriverli. 
 Felice e appagato nonostante la clientela del suo lavoro tra gli affetti più cari vive al contempo una segretissima frustrazione. Mentre il suo meraviglioso, insuperabile manoscritto rimane nel cassetto incompreso da case editrici e agenzie letterarie, innominabili porcherie (tale appare il 99,99% di ciò che appare sul mercato editoriale) escono giornalmente. 
 Egli, come in un supplizio dantesco, è costretto a catalogarle, esporle e perfino consigliarle e non si capacita di come qualcuno riesca a comprarle. Preso da panico e livore perpetuo sfoglia i tomi alla ricerca del motivo che ha concesso loro gli onori delle stampe eppur tra sintassi stentate e trame stantie non ne trova. 
 Dov'è il segreto del successo? Dove si trova? Il cliente in genere non percepisce questo suo dissidio interiore, ne apprezza, anzi, la conoscenza enciclopedica della libreria, dai titoli più famosi a quelli più misconosciuti. Egli ignora che ciò avviene a furia di folli indagini e di essere il segreto protagonista del sogno più erotico del libraio aspirante scrittore: vederlo entrare e chiedere trepidante il libro che finalmente porta impresso sulla copertina il suo nome e solo il suo.

IL LIBRAIO CINICO:  
Diogene il cinico alle prese con un rappresentante editoriale.
R: "Guarda, un capolavoro, il libro dell'anno, ne parleranno
per mesi.Prendine almeno venti copie"
D: "Guarda te dico fermete subito. Ho già visto fallire
almeno tre trilogie con protagonisti due coltivatori diretti
di tapioca in Georgia perseguitati dai nazisti."
Specie incredibilmente diffusa di cui mi pregio di far parte, il libraio cinico spesso non è nato tale, è stato il prolungato contatto col pubblico a farlo diventare così. 
 Sognava per sé un magico mondo di libri, cultura e chiacchierate culturali steso come un poeta sul Parnaso e pam si è ritrovato nella morsa degli anziani che implorano diete col gruppo sanguigno e soloni che ordinano bibliografie sui rettiliani. 
 Immaginava un mondo di cortesie, simpatici giovani con gli occhi sgranati e il sogno di diventare scrittori, vecchini con storie fantastiche da raccontare e si è ritrovato circondato da quindicenni trogloditi e gente che dorme con la bocca spalancata sulle sedie disseminate per la libreria. 
 Col tempo ha subito una mutazione che lo ha reso diffidente, arcigno e amaro. Qualsiasi successo letterario (salvo miracoli) è per lui una sonora schifezza, i clienti una massa indistinta con cui si ha un rapporto di amore-odio e gran parte del catalogo inutile e invendibile. Vede nelle lacrimevoli storie a sfondo religioso l'ombra del capitalismo editoriale vaticano, nei libri di cucina un insulto alla morale, nelle case editrici incontattabili il male e nei rifornimenti brossurati Newton & Compton lo zampino del diavolo. Non pensa che escano più romanzi davvero validi e tende a consigliare libri che il prossimo, in genere, non apprezza accrescendo il loro cieco cinismo. I libri diventano stolidi oggetti che si rifiutano di entrare nello scaffale a loro adibito ostinandosi a prosperare oltremisura, le rese lo nauseano, il cliente ancora fiducioso che un ignoto scrittore giapponese venga tradotto in Italia, trattato come una mente semplice. Una volta mutato, nessun libraio cinico torna indietro.

IL LIBRAIO SPECIALIZZATO: 
Specie in via di estinzione a causa della crisi, il libraio specializzato ha la chiave per il mondo dei sogni o la risoluzione a tutti i nostri drammatici problemi legati a tesi e ricerche improbabili. 
 Ciò che le librerie generaliste e anche le indipendenti tendono a non avere per ragioni di spazio e pubblico essi lo posseggono. Miniere di chicche in grado di appagare gli occhi di nicchie di appassionati e studenti universitari desperadi, le loro librerie hanno quella speciale atmosfera propria delle facoltà universitarie più bistrattate eppur pregne di tesori.
 Come un dottorando in fisica quantistica o in paleobotanica, il libraio specializzato si erge competentissimo nella materia, pronto a sfornare consigli, aneddoti e persino libri fuori commercio da decenni da lui preziosamente conservati nel nome della ricchezza del catalogo. 
 In quella splendida metafora che è "La storia infinita" il libraio specializzato sarebbe una delle prime vittime del Nulla nel regno di Fantàsia. Le croci sulle librerie che infestano l'Italia stanno facendo di noi il bocconcino più prelibato per di Gmork, il servo del potere.
 Perché, come recita ad Atreiu: "Il nulla è il vuoto che ci circonda, la disperazione che circonda il mondo. Il Nulla divorerà tutto perché è più facile dominare chi non crede in niente ed è questo il modo più sicuro di conquistare il potere."

 E per finire in tragedia un post che voleva essere comico beccatevi il grande insegnamento di Gmork!



4 commenti:

  1. gmork, un figo alla Andreotti.

    mi scrivi se e quando ne hai voglia che succede dei libri si scienza dalle tue parti, o giovane e ironica Libraria ?

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    1. Vuoi sapere chi li compra o se vengono comprati? Sono una sezione che esternamente viene sottovalutata, invece ha un sacco di appassionati!

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  2. Ciao

    se vengono comprati lo si vede dalle vendite e mi apre facciano la fine di tutti gli altri, hack si vende il resto,magari fatto meglio no. Mi sbaglio ? Vorrei, se ne hai voglia, un po' sui clienti sulla loro tipologia, soddisfazione etc. nelle librerie magazzino tipo mondadori si vedono delle cose BESTIALI sui libri di scienza, messi insieme a quelli di parapsicologia a per dimagrire o peggio. grazie

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    1. In realtà le scienze hanno un loro gruppo di nicchia, abbastanza nutrito, che in genere predilige una scienza precisa (c'è l'appassionato di fisica e quello di evoluzionismo per dire). Ora sono molto in voga le neuroscienze. Ovviamente nelle librerie generaliste si trovano ottimi libri vicino ad un sacco di cose divulgative (e talvolta di paccottiglia). Dipende dalla media dei clienti: non si può avere un catalogo solo di qualità se sei una libreria in cui la gente confonde la smorfia con Freud e l'astronomia con l'astrologia (in molti). Mettere tanto divulgativo vuol dire avere la sezione di astronomia con tanta Hack, Hawking e molti libretti che spieghino a grandi linee i buchi neri, le costellazioni ecc.
      Purtroppo non è che la media culturale italiana sia eccezionale, quindi le librerie (non specializzate eh) il cui scopo principale è vendere, tengono ciò che la clientela chiede principalmente. Per quel che riguarda la divisione dei settori e sottosettori posso parlare per noi e dirti che siamo attenti, anche se per sapere al 99,99% dove un libro vada infilato dovremmo leggercelo per intero e per ovvie ragioni dobbiamo fidarci dell'abstract e di un'occhiata veloce. Neanche i titoli aiutano più o le quarte di copertina. Alcune anzi, sono scritte per trarti in inganno e farti credere che il libro parli di una cosa e invece te ne propone un'altra (giuro). Un vero appassionato però, rimango dell'opinione, va in una libreria specializzata o in un'universitaria. Sono clientele diverse, ma anche necessità diverse.

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