venerdì 4 novembre 2016

Piccole recensioni tra amici! Due graphic novel fresche di Lucca a base di Beatles, italiani medi e alieni, e una vecchia gloria.

 Tra le ferie, Lucca e salti di post, ho accumulato una quantità di libri da recensire.

 Perciò ecco che anche oggi salta il fumetto "Cuore di padre" (che devo finire) a favore della recensione di due freschissime uscite in Lucca e di una vecchia gloria che di sicuro molti hanno già letto, ma che io mi sono convinta a leggere solo di recente.


Bene, che le recensioni parlino senza tanti preamboli.
 Pronti, partenza e via!


THE BEATLES Experience di Todd Loren, Mike Sagara e Stuart Immonen, 001 edizioni:

 Tempo fa feci un post sui Beatles dopo aver letto una bella graphic novel biografica sul quinto Beatles, Stuart Sutcliffe. 

 Era (le foto ce lo possono testimoniare) affascinante e assai bello, ma durante uno dei primissimi tour ad Amburgo conobbe una giovane fotografa locale, Astrid Kirchherr e decise di rimanere in Germania assieme a lei per sviluppare il suo promettente talento di pittore. Morì per un aneurisma l'anno dopo. 

 La sua storia è raccontata solo di striscio in questa monumentale graphic novel che ha invece come protagonista John Lennon, nei panni di  un'anima tormentata e superiore che ha attraversato i 40 anni della sua esistenza con furia insaziabile.

 L'idea vincente di questa ennesima opera sui fab four è la densità di informazioni che vi sono riversate: la storia del gruppo è raccontata mese per mese fino alla morte di Lennon (e anche oltre) con un parallelo con le vicende storiche in atto, spesso importantissime nell'evoluzione artistica e personale del gruppo.

 Si racconta il complesso rapporto tra John Lennon e Paul McCartney, si dà amplissimo spazio a Yoko Ono e a Linda Eastman, (le rispettive consorti). Se la prima è stata lungamente accusata di aver diviso il gruppo, la seconda che proveniva da una buonissima famiglia newyorkese, concorse seppur in modo diverso all'abisso che si creò successivamente.

Il libro dà a intendere che la separazione sarebbe giunta comunque con un George Harrison preso sempre più dalla filosofie e mistiche orientali, un Lennon che aveva bisogno di altro oltre la musica e un McCartney che grazie alla Eastman passò oltre la barricata: non era più un ragazzo dei bassifondi, lo steccato borghese lo saltò con un solo rapido balzo.

 Ed è una chiave interpretativa interessante, assai più convincente di una malvagia Yoko Ono (che comunque divenne completamente pervasiva nella vita di Lennon il quale provava nei suoi confronti un misto di affinità totale, amore incondizionato e attaccamento quasi materno), come se quattro palline fossero state attratte magneticamente e poi sbalzate ai quattro angoli della terra da una reazione improvvisa.

 Molto spazio è lasciato al dopo Beatles piuttosto che al prima, altra scelta narrativa vincente. 

 Ormai tutti sanno qualsiasi cosa degli anni d'oro del gruppo, non molti conoscono i tentativi successivi di Paul di ricreare band convincenti, i gozzovigliamenti di Ringo e i vaneggiamenti di Harrison (anche se, tocca dirlo, forse agli autori Harrison in particolare non doveva essere particolarmente simpatico perché ne danno un ritratto devastante).

 Un libro per appassionati dei Fab Four, ma anche per i semplici ascoltatori. Per scoprire un mondo che fu, complesso come i nostri tempi attuali eppure meno conformista, arrabbiato e arido.

 Erano tempi interessanti e terribili anche quelli, eppure seppero anche essere tempi favolosi.
 Ricordarli in questo periodo cupo di certo non fa male.


L'ITALIA SPIEGATA AGLI ALIENI di Stefano Tartarotti ed. Comicout:

 Me ne stavo a Lucca, vagando ignara, quando sono finita allo stand di una casa editrice che mi piace molto (ed è diretta dalla storica fumettista Laura Scarpa): la Comicout.

Mentre guardo con fare famelico un po' tutto ecco che sorge dalle tenebre "L'Italia spiegata dagli alieni", una raccolta delle storie che Stefano Tartarotti pubblica su Il Post e che io leggo sempre con mucho gusto.

 In realtà, essendo io una persona con la memoria a breve termine assai difettosa, faccio un po' fatica a seguire con regolarità qualcosa, perciò Tartarotti ha avuto l'onore della mia lettura solo quando l'homepage di facebook me l'ha ricordato, perciò conoscevo solo una microfetta della sua opera e mi sono assai goduta, nel viaggio in treno di ritorno a Milano, tutto il resto del libro.

 Tartarotti ha una costruzione del racconto simile a Zerocalcare: piccoli episodi di vita quotidiana in cui qualcosa di surreale la fa da padrone.

 La cosa che lo differenzia da Zerocalcare è che ha uno stile di racconto molto più "normale".

 Non eserciti di riferimenti all'immaginario dei nati negli anni '80 (per intenderci io ho solo un anno di differenza con Zerocalcare ma ogni tanto mi chiedo quanto possa evincere uno degli anni '60 o 2000), non momenti da centro sociale spinto e neanche serenate d'amore a borgate romane random.

 Direte, vabbeh, togli tutto quello ed è la noia.

 Invece no, Tartarotti (di cui in realtà mi piacciono moltissimo le storie più politiche purtroppo qui assenti) parla di un pomeriggio all'ikea, a nome delle sue amiche single che dopo i trent'anni escono con eserciti di uomini deliranti, di rimorchi a scopo copulazione e di viaggi per mezza Italia alla volta del matrimonio di amici, parla di collezioni mucchesche frutto di un equivoco mai chiarito, di medici di base terrorizzati dall'esprimere un vero consulto medico e automobilisti italiani dall'infrazione facile. 

 Tartarotti descrive la quotidianità senza essere particolarmente originale eppure ha quel qualcosa di inspiegabile che lo rende piacevolissimo. 

 E' un italiano medio (della qualità migliore però) che sa raccontare i medi italiani.
 E ce vòle pure questo.


Agnes Browne ragazza di Brendan O'Carroll ed. Neri Pozza (economica Beat edizioni):

 Tra le mie fissazioni autunnali ci sono i libri sull'Irlanda.
 Immagino che parte della colpa sia da attribuirsi ai miei ricordi adolescenziali a base di boschi e di Modena City Ramblers: se devo pensare a una musica adatta per i miei ricordi boschivi d'ottobre, quella è di sicuro "Un giorno di pioggia".

 Il problema è che scovarne non è così semplice (mi piacciono anche i film e pure lì, se si escludono tragedie varie e diffuse dell'Ira, il problema rimane).

 Ho girato attorno alla serie di Agnes Browne per parecchio, convinta che, alla fine della fiera, mi avrebbe delusa. E mi sbagliavo di grosso.

 Brendan O'Carroll è uno di quegli autori che ha avuto una grandissima fortuna. 

 Certo, anche un buon grado di talento, ma quando azzecchi in modo talmente felice l'essenza di un personaggio, quando doni ai tuoi lettori uno di quei rari protagonisti così belli e vividi da sperare che da qualche parte, in un qualche modo, essi esistano sul serio, allora il talento non basta. 

 Ci vuole un po' di inspiegabile magia letteraria (quella che fa sempre sperare e trovare, nel mucchio delle troppe cose date alle stampe, una gemma) per disegnare il personaggio di Agnes Browne, ragazza irlandese poverissima e coraggiosa, figlia di una borghese rinnegata dalla sua famiglia e di un coraggioso sindacalista per metà spagnolo.

C'è molto ritmo nella storia, tanti personaggi ben disegnati, una protagonista splendida e soprattutto quella felicità che manca a tante opere di narrativa.

 Posso assicurarvi che quando arriva un cliente e chiede un libro allegro, suggerirgliene uno è una vera impresa, come se il dolore avesse più dignità della gioia di essere raccontato.
 Come scrivo spesso, non è facile raccontare il dolore, ma vi stupirete di quanti pochi libri gioiosi abbiate letto. Pensateci, quanti sono?

 Se la risposta è "gran pochi", fossi in voi metterei la serie di Agnes Browne in wishlist.

Ve ne incuriosisce qualcuno? Li avete già letti? Testimoniate!

1 commento:

  1. E le parolacce di Tartarotti dove le mettiamo? Meriterebbe un bacio in fronte - la spaziosa fronte xD - solo per quelle.
    Ottimo acquisto, brava! ^__^

    RispondiElimina

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