martedì 23 settembre 2025

Letture dell'estate. Parte I! Gialli scandinavi, gialli da lasciar perdere (?), romanzi alla Shirley Jackson e gli incubi di Stephen King

Scrivo pochi post, ma almeno miglioro coi tempi.

Lo scorso anno vi avevo proposto le recensioni dei miei libri estivi in pieno inverno, adesso siamo solo a fine settembre.

Sono rimasta sostanzialmente fedele alle mie abitudini estive: tanti gialli, autor* collaudat* e altr* nuov*.

Queste sono, (perché ovviamente amo fare le cose con ordine), le letture della seconda parte della mia estate, quella che ho passato sdraiata su un lettino in Grecia.

C’è anche una prima infatti, quella che ho passato a leggere pendolando sul treno dalla costa laziale a Roma in quel di Luglio (treno best posto dove studiare e leggere secondo me).

Arriveranno anche loro.


LA QUINTA DONNA di Henning Mankell:

Mankell è una certezza e il suo commissario Wallander ancor di più.

Tutte le estati mi concedo un suo giallo (e poi mi chiedo perché non li leggo anche in inverno) e non rimango mai delusa.

Qui la storia inizia in Algeria, quando un gruppo terrori

sta giustizia quattro suore francesi e una turista svedese che per uno scherzo del destino era andata a far loro visita.

Anni dopo, in Svezia, alcuni uomini vengono uccisi in modi molto peculiari e Wallander per i tre quarti del libro non sa, comprensibilmente, che pesci pigliare.

Un libro di piste sbagliate che apre le porte a quella che è una delle mie grandi ossessioni: quanto non sappiamo realmente degli altri? Quante porte oscure nascondono gli altri dietro esistenze impeccabili?

E quindi, il lato interessante di questo giallo di cui si conosce il colpevole sin dall’inizio è proprio questo: l’indagine nelle vite di uomini insospettabili che porta a passati coloniali, organizzazioni di estrema destra, secondi lavori poco puliti, a maltrattamenti e scomparse.

E alla domanda che più di tutte le altre è contemporanea: quanto vale davvero la vita di una donna?

Secondo me, uno dei più belli di Wallander.


TRA LA NOSTALGIA DELL'ESTATE E IL GELO DELL'INVERNO di Leif CW Persson:

Titolo poetico per un libro di cui sono riuscita a sostenere a stento 80 pagine.

 Allora, io lo so che i commissari/ispettori/investigatori dei libri, persone limpide e dall’invidiabile ossatura morale retta da una solidissima etica che tende al sol dell’avvenir e al bene della società sono creature immaginarie.

 So che assai più probabilmente i libri che li descrivono come persone diciamo di aree politiche non progressiste sono forse più realistiche. Forse, non lo so, diciamo che le forze dell’ordine non hanno nomea di essere iscritti in massa a Potere al Popolo.

 Tuttavia leggere un libro che in 80 pagine neanche fa partire la trama, ma infila una quantità impressionante di deliri sessisti-omofobi-fascisti e chi più ne ha più ne metta di seguito, ecco diventa un attimo insostenibile.

L’ho quindi abbandonato subito.

 Non prima però di essermi lasciata avvolgere da una serie di dubbi da lettrice: ha senso leggere libri che ci raccontino la realtà solo come piace a noi? Non dovremmo forse affrontare anche cose che non ci piacciono né ci piaceranno mai né ora né mai?

 Diciamo che ho risolto questo dubbio amletico in un modo molto da 2025: eliminandolo.

 Ero al mare e mi sono chiesta se davvero, sommersa di stanchezza, dovessi sprecare parte delle mie vacanze a leggere un libro orrendo per una questione di principio.

 Ho rimandato il dilemma a quando sarò meno stanca, se mai succederà. Anche perché mi sembra che a porci dubbi siamo rimasti in 3 persone in croce sul pianeta e quindi perché tormentarsi.


SHINING di Stephen King:

 Vabbeh è Stephen King. Vabbeh è uno dei libri più famosi di Stephen King. Come si fa a recensirlo?

 Inutile dire che prima ho visto, ormai molti anni fa, il film di Kubrick che indubbiamente interpreta il romanzo in un modo assai più complesso.

 Mentre il libro sposa convintamente la versione sovrannaturale e propone il topos della casa stregata che si anima diventando una trappola per gli incauti inquilini, il film preferiva invece la linea “Giro di vite” ossia: i fantasmi esistono o sono solo nella mente del protagonista?

 Personalmente trovo la seconda idea più affascinante, ma il libro è scritto ovviamente benissimo e amo sempre i personaggi sfaccettati come questi padri sospesi tra la cattiveria più cupa e l’amore più intenso per la prole.

 Mi verrebbe da dire che nei suoi romanzi, almeno quelli di un determinato periodo, King esorcizzava probabilmente il suo più grande terrore ossia la perdita di un figlio perché questi poveri bimbetti hanno sempre vite abbastanza complesse.

  Ci è riuscito molto bene.

 Assolutamente da leggere. Curiosamente in inverno lo avevo iniziato trovandolo molto lento e lo avevo rapidamente abbandonato. In estate l’ho mandato giù in un paio di giornate in spiaggia.

E’ forse questo il vero significato di “libro da ombrellone”?


LA BAMBOLA CHE UCCIDE di Ruth Rendell:

 In estate amo sperimentare nuovi autori e autrici, ma anche andare sul sicuro (più che altro perché se mi deludono tutti poi reperire volumi in lingua italiana all’estero non è facilissimo).

 Ruth Rendell è una doppia certezza: i romanzi sono sempre belli e li trovo sempre a 30 centesimi all’usato.

 In questo caso sono rimasta (piacevolmente) stupita.

 La quarta di copertina e la presentazione generale lo suggerivano come giallo #einvece no.

Si tratta di una storia da risvolti psicologici in pieno stile Shirley Jackson.

 Delia è una giovane sarta che si veste sempre in modo impeccabile, ma è stata condannata a una vita di solitudine da una grande voglia sul viso.

 Sua madre l’ha sempre molto protetta, sebbene le sue buone intenzioni abbiano finito per portare la ragazza a una vita ritirata e priva di amicizie, se non saltuarie frequentazioni di una sorta di club dell’occulto.

 Quando sua madre muore, tutto il suo mondo si riduce al padre, un uomo distratto che si mette quasi subito in cerca di una nuova moglie, e al fratellino, che sviluppa un’ossessione per lo spiritismo in cui trascina anche lei.

 Passano gli anni, il padre si risposa e il fratellino, ormai adulto, scopre le ragazze e abbandona i suoi vaneggiamenti spiritisti. Peccato che ormai Delia ci creda davvero e non riesca a liberarsene.

 Libro ben scritto, è in realtà un romanzo psicologico a tutto tondo.

 L’unico appunto che mi sento di fare è che PALESEMENTE la storia andava retrodatata all’epoca vittoriana (non serviva nemmeno particolare sforzo) dove sarebbe stata credibilissima.

 Rendell sceglie invece degli improbabili anni ’80 in cui però è davvero difficile collocarla a livello di immaginazione, a partire dalle sedute con gli ectoplasmi a finire col villain della vicenda.

 Chissà quali sono stati i motivi della scelta, se editoriali o meno.

 Lettura sicuramente da Halloween.


L’UOMO CON DUE VITE di Hakan Nesser:

 Giudizio sul libro in quanto giallo: non è un giallo.

 La trama gialla è talmente vaga che il poliziotto protagonista indaga letteralmente dal suo letto d’ospedale e appare più o meno a metà del libro.

 La cosa che rende il libro decisamente da leggere è la lunghissima intro di circa 150 pagine e mi ha molto colpito perché risponde perfettamente a una sorta di posto mentale in cui mi rifugio per rasserenarmi di tanto in tanto.

 Un cinquantenne al secondo infelice matrimonio, senza amici e senza interessi particolari, vince una grossa somma di denaro.

 La prima cosa che fa è quella che faremmo tutti: si licenzia.

 La seconda è quella che avrei fatto anche io: si compra una sorta di casetta nel bosco, in una radura autunnale meravigliosa, e lì passa il tempo a mangiare tramezzini, dormire, passeggiare e pensare.

 La famiglia ignora questo acquisto e lui finge di andare a lavoro tutti i giorni per mantenere una pace in cui nessuno può entrare.

 Poi un giorno una ragazza scappata da un centro di recupero per ragazze difficili arriva nel suo villino e tra i due nasce un’amicizia che verrà interrotta violentemente.

 Non vi dico il resto e non so neanche se lo consiglio. Io l’ho trovato molto commovente nella prima parte, nel tirare le fila di una vita che, come moltissime vite, si rende conto di essere arrivato molto in là senza riuscire mai a raggiungere quel barlume di felicità promessa.

 Se lo trovate in biblioteca, una possibilità gliela darei.

SOTTO LA PELLE di Doris Lessing:


Questa autobiografia nello specifico la iniziai anni fa senza finirla e
ci ho riprovato questa estate pensando di terminarla sotto l’ombrellone.

Contro ogni aspettativa non sono ancora riuscita nell’impresa (sono quasi 1000 pagine).

Ci sono parecchie riflessioni interessanti nell’ambito della militanza politica che vorrei condividere e lo farò appena riuscirò a terminarlo (so che sembra più una minaccia che una promessa).

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