martedì 7 giugno 2016

Il caldo concilia gli incubi. Tre consigli carichi di orrore, vampiri, bambini oscuri, ex innamorate fantasma, nobildonne folli e tanto gotico ottocentesco, per quelle sane letture di inizio estate cariche di turbamenti.

Eccomi, sono risorta da un fine settimana ai confini della realtà.

Ero già stata tante altre volte componente di seggio, ma mai presidente e mai in una città grande e, devo dire,  25 ore consecutive in piedi senza dormire e nel disperato tentativo di rimanere concentrati è stata una prova degna di nota. 

 Alle 4 del mattino ho avuto l'impulso disperato (anche perché nel mio delirio credevo di essere rimasta l'unica a non consegnare, mentre gli altri seggi erano quasi tutti lì) di scoppiare a piangere, ma ho resistito e alla fine ne sono uscita.

 Rimane per me un mistero il motivo per cui non si possa scrutinare il giorno dopo le votazioni, più che altro perché alle cinque del mattino diventa difficile anche fare 2+2 e tutto viene rallentato in modo allucinante.
 Uno scrutinio che da lucidi durerebbe due ore, di notte ne dura sei, ma vabbeh, immagino che in Italia ci sia mezza popolazione che vuole sapere com'è andata a finire e immagino che Mentana altrimenti rischierebbe di rimanere sveglio 48 ore di seguito se non gli si dà la sua dose di dati ministeriali.

 Dico ciò per scusarmi della mia prolungata assenza, ma ieri ho praticamente dormito 15 ore, e in quelle di veglia non ero in grado di intendere e volere, perciò arieccoci qui.
 Mia intenzione era iniziare oggi il fumetto della Premoli, ma finiva che non avrei postato fino a domani, perciò vi beccherete codesto post, poi mi metto a lavoro.
 Dunque, circa due annetti fa, proprio in questo periodo, vi avevo messo a parte di una mia fissazione annuale. Proprio di questi tempi, complici il momento elettorale e le infinite ore passate ai seggi, per molti anni entravo in un loop di racconti dell'orrore.
 Conciliata da una canicola (che quest'anno per fortuna non c'è, anche se gradirei la smettesse di piovere e lo gradirebbe anche il mio sistema immunitario) che trovavo carica di oscuri presagi, agguantavo in biblioteca e in libreria racconto gotici come se non ci fosse un domani.

Attilio Mussino, Il sonno, i sogni, 1905. Uno dei bellissimi dipinti
esposti alla mostra sul Simbolismo che sono andata a vedere
in extremis venerdì. Stupenda e molto calzante col post
Sì, a ottobre c'è Halloween, sì la pioggia fa fantasmi, ma, a pensarci bene, anche il caldo eccessivo, quelle strade deserte come se un bombardamento atomico si fosse abbattuto sulle città, i personaggi solitari che abitano centri abitati abbandonati da persone in fuga verso le coste, hanno qualcosa di misterioso e inquietante.

 Il tutto, un tempo, veniva suggellato dal fatto che per cinque anni sono stata spedita regolarmente a fare da scrutatrice in un seggio sperduto in una frazione sperdutissima del mio paese: i votanti erano a dir tanto 200 e ovviamente non venivano neanche tutti, col risultato che, soprattutto per i referendum, si passavano ore e ore di niente cosmico in una scuola di musica dove non c'era NIENTE.
 Per mangiare andavamo in una di quelle drogherie che si trovano nel salotto di casa di uno degli abitanti e non parliamo della connessione a internet.
 Non solo all'epoca non c'erano gli smartphone, ma ricordo ancora l'anno in cui il ministero decise la sperimentazione della trasmissione dei voti online. Il povero incaricato aveva il computer, ma la connessione non andava in nessun modo, col risultato che dovette arrampicarsi sul tetto tra le preghiere di noi tutti che non cadesse fatalmente.
 In questo nulla buzzatesco leggevo Lovecraft e Poe e così la traccia di quell'antico piacere orrorifico è rimasta negli anni a farmi venire la smania di horror in periodo elettorale.
 Ecco perciò che vi suggerisco tre libri a cui attingere se anche voi volete provare l'ebbrezza dell'horror estivo!
 Let's go!


"IL RISCIO' FANTASMA" di Rudyard Kipling ed. Adelphi:

 Anche il buon Kipling si dedicò a storie dell'arcano, ambientate anche in questo caso in India.
 Sono racconti in pieno stile ottocentesco, con sprazzi di esotismo notevoli. Il primo è indubbiamente il migliore, basti leggere il terzo paragrafo della prima pagina:

 "Una quindicina di anni fa, Rickett di Kamartha era stato ospite di Polder di Kumaon. Era sua intenzione fermarsi due giorni, ma la febbre reumatica lo aveva stroncato e, per sei settimane, aveva messo a soqquadro l'esistenza di Polder, interrompendone l'attività e c'era mancato poco che morisse nel suo letto. Polder si comporta come se avesse contratto un debito inestinguibile con Rickett, e ogni anno invia una cassa di giocattoli e regali ai piccoli Rickett. Succede sempre così: gli uomini incuranti di nasconderti che ti ritengono un cretino patentato, e le donne che t'imbrattano la reputazione e travisano le distrazioni della tua signora, si faranno in quatto per venirti in aiuto se per caso ti ammali o ti trovi in guai seri"

 La prima storia è un racconto di fantasmi da manuale: l'anima di un'insistente innamorata (ai limiti dello stalking diremmo oggi, ma fortunatamente coi limiti di distanza e comunicazione dei tempi che furono) non la smette di tormentare il suo amante, reo di essere ancora vivo e in procinto di sposare felicemente una ragazza piuttosto civetta dell'altà società inglese in India. Dove può condurre un'ossessione post mortem?

 Gli altri due si affacciano più che altro nel campo del morboso/esotico: nel secondo infatti, un uomo finisce per errore in una valle popolata da gente sopravvissuta alla morte e ritenuta impura dalla popolazione che lì li lascia a sopravvivere natural durante lanciando loro cibarie di tanto in tanto.
 Nel terzo invece c'è una complessa vicenda in cui appare anche l'alter ego dello stesso Kipling nei panni di un giornalista che si trova coinvolto marginalmente in un'assurda avventura.
 Due avventurieri partono infatti per la favolosa regione dei Kafiristan, nei pressi dell'Afghanistan, in cerca di fortuna. Lì uno dei due viene scambiato per un discendente di Alessandro Magno con attributi divini e inizia ad essere venerato dalla popolazione.
  Peccato che decida di prender moglie e la faccenda non piaccia tanto alle tribù adoranti...


GIRO DI VITE di Henry James:

 Non lo avevo mai letto prima, poi una mia collega ha insistito da morire e sono felice di aver ceduto, soprattutto perché non c'era momento per me migliore per leggerlo se non dopo la full immersion di Downton Abbey in cui mi sono immersa in questi ultimi due mesi.

La storia si svolge infatti in un'epoca appena precedente a quella raccontata in Downton, ma in una casa praticamente identica: un enorme maniero nella campagna inglese abitato da un esercito di domestici.
 E' lì che la protagonista, una giovane governante che spera tanto di fare la fine di Jane Eyre, sposando il suo avvenente datore di lavoro, deve prendersi cura dei  nipotini di lui.
 Si tratta di due bambini intelligentissimi e bellissimi ai limiti dell'inquietante, troppo perfetti per non nascondere qualche oscuro segreto che, difatti, inizia a tormentare la governante in questione.

 Appena arrivata infatti, la ragazza comincia a vedere due figure inquietanti: quella di un uomo dai capelli rossi e di una ragazza bellissima e vestita di nero.
 Spaventata per la papabile intrusione di due estranei, riferisce la cosa alla capo cameriera che le rivela, sconvolta, come le due descrizioni corrispondano perfettamente a quella di un attendente del lord e della precedente governante, entrambi morti.

 Da quel momento in poi, inizia il momento del dubbio: non si capisce infatti se la governante influenzi i bambini credendoli coinvolti nelle apparizioni, come tramite, vittime o addirittura artefici dell'infestazione, o se essi lo siano effettivamente e tentino con rara abilità di usarle per liberarsi di lei.

 Vale la pena leggerlo anche solo per tentare di scardinare il complesso meccanismo, a cui la presenza di due bambini potenzialmente ambigui, dà ben due giri di vite, stringendolo mortalmente.

"MALOMBRA" di ANTONIO FOGAZZARO e VAMPIRI, AA VV:


Molti anni fa, alle superiori, la mia professoressa di italiano, per dimostrarci che esisteva vita gotica anche nella letteratura italiana, appioppò la lettura di "Malombra" di Antonio Fogazzaro a una mia compagna di classe che avrebbe poi dovuto essere interrogata al riguardo.
 Si ammalò.
 La lettura passò dunque all'unico maschio della classe che, alle soglie dell'interrogazione, si ammalò.
 A quel punto lo scaricabarile arrivò a me e lo lessi, TUTTO, e infine, mi ammalai.
 A quel punto capimmo che o il libro era carico di germi o portava male, così nessuno più venne interrogato su "Malombra".

 Ne ho un ricordo molto fumoso, anche per via della trama intricatissima ed effettivamente insolita: Corrado, uno scrittore viene invitato per un lavoro, come in tutti i film horror, da un conte che vive in un maniero sperduto sul lago di Como. Lì conosce la nipotina dell'uomo, la marchesina Marina che però, vuoi l'isolamento, vuoi il trauma per il fatto di aver perso i genitori, ha subito un tracollo nervoso e pensa di essere la reincarnazione di una sua antenata che deve assolutamente vendicare per via di un amore non corrisposto.
 La faccenda prendeva poi una piega alla Beautiful, con i due che tiramolleggiavano, lui innamorato, ma abbastanza lucido per rendersi conto che lei stava fuori come un balcone, lei sospesa tra l'amore per lui e la volontà di manipolarlo per raggiungere il suo folle scopo.

SPOILER
 In sostanza, Corrado, poveretto dopo aver fatto di tutto per salvarsi, moriva e la marchesa spariva nel lago. 
FINE SPOILER

Una storia che ricordo in modo febbricitante (anche perché avevo la febbre quando lessi la fine) e che mi colpì per un solo fatto: la vittima era un uomo, cosa curiosa visto che in genere, a perire per ogni genere di sventura amorosa erano sempre donne. Dovevo ancora scoprire le vaste qualità perturbanti del genere, la femme fatale e la donna come personaggio diabolico, ma finalmente affascinante nella sua forza.

 Se volete leggere qualcosa di gotico italiano davvero curioso, vi consiglio questo libretto appena pubblicato dalle ed. Cento Autori, appena 6 euri, in cui sono raccolti tre racconti di vampiri di autori italiani tra '800 e '900: Luigi Capuana, Emilio Salgari e Francesco Ernesto Morando.

 Sono tre racconti particolarissimi che nulla hanno a che invidiare ai loro colleghi anglosassoni e che, secondo me, avrebbero grande successo nelle scuole.

 Il racconto di Capuana vede l'immagine archetipica dello scienziato in grado di risolvere il caso sovrannaturale, in pieno stile Van Helsing o il barone Vordenburg: un marito defunto perseguita infatti la vedova risposata e il suo nuovo coniuge.
 Salgari parla di vampiri veri: i pipistrelli sudamericani che nettano il sangue degli umani indebolendoli, il tutto nella cornice della caccia all'oro sudamericana.
 Morando invece esplora una tradizione interessante: quella del bambino demoniaco.
 E' un filone che nella nostra epoca iper politically correct si è un po' perso, al massimo adesso trovi l'adolescente un po' strano, ma il bambino te lo puoi dimenticare. Ancora più interessante è la costruzione familiare della storia che avviene tutta in famiglia: padre, figlia femmina, figlio maschio.
 Libretto notevole e a prezzo fantastico, non ve ne pentirete.


 E voi? Avete qualcosa a tema da consigliarmi? Vi incuriosisce qualcosa? Avete un'idea sulla soluzione di "Giro di vite"? Testimoniate! 

10 commenti:

  1. giro di vite mi piace da sempre, e anche il vecchio film con deborah kerr non era male: secondo me era la governante a essere matta nonché repressa, e proiettava sui ragazzini i propri deliri, ma la discussione è aperta!

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    1. eh, ma non mi funziona l'inizio: lei come fa a vedere i fantasmi esatti di persone che non ha mai conosciuto?

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    2. se ben ricordo, c'entravano parecchio l'autosuggestione (qualche accenno a fatti strani c'è quasi subito) e una certa 'isteria' molto vittoriana, unite al desiderio (secondo una corrente di interpretazione critica) al desiderio di rendersi interessante agli occhi del datore di lavoro, che l'ha affascinata, e magari farlo arrivare lì di persona...

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    3. Anche The Others di Amenabar ha diversi richiami al libro di James

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  2. ps. vedo che di james stai leggendo i racconti di fantasmi: buoni anche quelli, ma giro di vite resta il mio preferito ( scusa le minuscole, ma l'ipad è una rottura)

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  3. Ri capisco benissimo per il caldo. Mi hai fatto ricordare di quando mi perdevo ai Navigli a Milano (nelle strade interne) d'estate alle 3 del pomeriggio. Tra strade di periferia completamente deserte tipo western e caldo milanese,ricordo troppo bene l'inquietudine e lo straniamento. Cercavo di ritrovare il corso d'acqua ma ho un ho pessimo senso dell'orientamento...
    Quanto ai libri, giro di vite sembra uba sfida quindi comincerò a leggere e poi vedremo

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  4. A proposito di Lovecraft...cosa ne pensi? Tutti ne parlano stra bene, io ci ho provato parecchio ma non sono riuscita a farmi piacere ne' la sua scrittura ne' le sue storie.

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  5. IL terzo racconto di Kipling è la base del film "L'uomo che volle farsi re" con Sean Connery. Film universalmente detestato da tutti e adorato da me :(

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  6. Un anno in ritardo... Comunque, probabilmente li conoscerai già, ma ci sono (anzi, purtroppo, c'erano - la collana è stata interrotta, se non ricordo male) delle interessantissime raccolte di racconti horror editi da Newton Compton, chiamati "I Mammut".
    Queste raccolte comprendono tutto (o quasi) ciò che è stato scritto in merito a vampiri, demoni, mostri e, cosa per me degna di nota, anche Le storie del Castello di Trezza. Ovvero storie di fantasmi raccontate da un certo Giovanni Verga. Se non le hai già lette, meritano, anche solo per trovare un lato diverso e probabilmente sconosciuto ai più dell'autore che bene o male tutti abbiamo subito a scuola.

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