E' il 30 novembre.
Da domani si comincia! |
Non riesco a capire perché l'estate, che, ferie a parte, non sopporto visto che in città non fai altro che crepare di caldo, vedertela coi negozi chiusi e soffrire d'insonnia a causa delle zanzare, sembri invece durare un'eternità.
Sigh e strasigh.
In ogni caso, non sono una fan del Natale precoce, tuttavia è giunta l'ora di iniziare i post dei consigli per i regali, anche perché, come ben sapete, ho sempre tanti buoni propositi e poi rischio di essere lentissima e di lesinare perle.
Perciò comincerò con la prima infornata, quella dei consigli mainstream.
Tutti abbiamo quei parenti, amici, colleghi a cui però dobbiamo un favore, che sono diciamo dei lettori fuffa.
Chi è il lettore fuffa?
E' quell'incomprensibile (per me) esemplare di lettore che legge anche tanto, ma solo ed esclusivamente libri in voga.
Ben lungi dall'avere un gusto personale, si avventa solo sugli autori più letti e generalmente dopo un numero rilevante di loro visite al primo posto della classifica (non basta arrivarci una volta, devi provare che vali), sui romanzi di cui sta per uscire o è uscito un film di successo (o una fiction), sui rari saggi di cui tutti, ma proprio tutti, compresa la tv, parlano e su qualsiasi fuffata sia di moda al momento.
Ovviamente ognuno ne conosce almeno un esemplare: mimetici e tenaci, generalmente anche mediamente sempre molto più acculturati delle masse che non leggono manco il volantino della spesa, come le piante infestanti, essi sorgono nel parco amicizie di ognuno di noi.
La cosa positiva è che è molto facile trovare qualcosa da regalargli. L'unica difficoltà sta in quella fatidica domanda: "L'avrà già letto?" e vi assicuro che è lecita.
Il cliente fuffa necessità infatti di sempre nuova carne fresca, perché forse avrà poca fantasia, ma divora nello stesso istante in cui vede la luce, qualsiasi novità modaiola.
Per stupirlo e non disgustarlo serve quel tocco che solo chi se li ritrova davanti tutti i giorni, può avere.
Perciò, seguitemi!
IL NOSTALGICO:
Il cliente fuffa nostalgico ha generalmente sui cinquanta, sessant'anni.
Magari gli anni '70 o '80 sono stati i più angoscianti della sua esistenza, ma la patina della nostalgia ha lucidato tutto a dovere e tutto quello che ricorda è il profumo delle tagliatelle di sua madre, i viaggi in motorino senza casco sulla riva del mare e il primo amore che chissà che fine ha fatto.
Per il cliente nostalgico questo natale la libreria ha ben due possibilità: la prima è "1960. Il migliore anno della nostra vita" di Alfio Caruso ed. Longanesi.
Se noi siamo qui nella perenne angoscia della prossima catastrofica votazione a livello mondiale (chi voterà il prossimo discutibile figuro? Quale muro ergeremo domani?) e non riusciamo a vedere la fine di una crisi economica che pare eterna e ormai ci ha portato a un clima di sottile odio sociale, il 1960 pare fosse l'anno di un ottimismo che non potremmo immaginare neanche nei nostri sogni migliori.
Insomma, un effetto che manco una puntata di uno show di Paolo Limiti.
Sullo stesso filone si colloca un bell'illustrato de il Mulino "I migliori oggetti della nostra vita" di Marta Boneschi.
Ogni capitolo corrisponde ad un oggetto che ha portato un forte cambiamento di costume nella società del '900.
E' interessante come cose come gli antibiotici, la macchina da cucire o da scrivere rimandino immediatamente a un immaginario vecchissimo, robe come il cellulare sembrino a sensazione una ragazzinata e si provi istintiva simpatia per la pillola, la lavatrice e la vespa, simboli di un'Italia ricordata (non necessariamente stata) felice e autentica.
E soprattutto lucidata ad hoc dall'effetto nostalgia.
IL MODAIOLO:
Vi ricordate (se avete meno di 25 anni la vedo dura, ma googlatelo), quell'estate in cui tutto non potevamo fare a meno dei braccialetti tibetani?
Ne vendevano a secchi sulle spiagge e una mia amica aveva collezionato non meno di cinquanta colori differenti.
Ebbene, anche in libreria arrivano queste febbri che rendono folli le masse senza un motivo spiegabile.
Prima venne "Il manuale di pulizie del monaco buddista", poi i libri per rilassarsi colorando, poi "Il magico potere del riordino" di Marie Kondo e infine l'incomprensibile affondo del metodo norvegese per accatastare la legna!
Ora posso dirvi quale sarà il delirio dei prossimi mesi: la Hygge.
Cos'è?
E' il concetto della coccolosità e dei piccoli piaceri della vita quotidiana in salsa danese.
Si tratta di piccole azioni che però dovrebbero generare una grande felicità, come mangiare biscotti in compagnia o mettere delle candele carine sul tavolo della cena con gli amici, dividersi una nuova torta cucinata la mattina, attaccare una decorazione carina alle pareti tutti insieme o un pic nic al parco con la tua famiglia.
La particolarità è che questi piccoli piaceri devono essere consapevolmente limitati nel tempo.
La Hygge ha senso solo se è un fugace momento di felicità.
E' appena uscito un libro della Sperling (che però devo dire ha una copertina poco Hygge e un po' tristarella), "Hygge" di Louisa Thomsen Brits, mentre è prevista per l'anno nuovo (peccato, a Natale era perfect), la traduzione di "Hygge" di Marie Tourell Soderberg.
Che comunque potete sempre regalare all'amico lettore fuffa, inglese ablante.
Ps. Tiratevela e ricordate al soggetto del vostro regalo che non è inglese e che si pronuncia UGGA.
CUCIN CUCINA:
Nonostante le diete e nonostante la cosa che mi attira di più sia in realtà un meraviglioso libro sulle lasagne ("Dietro la lasagna") dovete acchiappare il vostro cliente fuffa, quindi non fatevi distrarre da cose sugnose e cioccolatose.
Scommetto che avete già fame, eh? |
Il cliente fuffa vuole cose alla moda e ve lo dico, adesso di moda in cucina c'è una roba tristissima: il cibo sano ai limiti dell'umana sopportazione.
Altro che trionfi di costolette ricoperte di sugna, peperoni ripieni e torri di polpette, ora va il cibo basic.
Ricette con tre o quattro ingredienti, composte nel modo meno pomposo possibile e con procedimenti il meno complicati immaginabili.
Un sogno? No, un trionfo di semi, frutta mischiata a verdura (per me, personalmente, un abominio dai tempi dell'insalata con l'ananas di mia zia), olio a crudo, carne alla griglia (poca) e cruditè in abbondanza.
Pure le copertine ti fanno passare la voglia di mangiare, ma vabbeh, ora si è essenziali.
Due titoli di consiglio: "Good Food" di Csaba Dalla Zorza, Guido Tommasi Editore e "Superfood" di Jamie Oliver ed Tea, che a quanto pare si è stancato dello stinco di maiale inondato di salsa ed è passato a più dietetici consigli.
Se sapete che invece l'amico modaiolo se magnerebbe pure la nonna condita con la nutella, allora avete un'alternativa: la fluffosa.
Cos'è la fluffosa? Una torta diventata concept.
Si tratta di un particolare tipo di torta che tende ad alzarsi tantissimo e ad essere supermegasoffice (in America la chiamano chiffon cake).
Vi avviso che la confezione è gigantesca, quindi se dovete viaggiare è un filino scomoda |
Oltre ad essere bella a vedersi in effetti, viene attribuito lei il potere di rendere soffici e comfortable i pomeriggi un po' tristi e di catalizzare l'allegria di un gruppo di amici che si riunisce nel gelo invernale e ne approfitta per ingozzarsi di dolci e the.
La furbata fluffata è che per Natale è stata sfornata un'edizione speciale gigantesca nella quale oltre al libro "Le fluffose" di Monica Zacchia ed. IFood è contenuto anche lo stampo per la torta che in Italia, se ho ben capito, è abbastanza complicato da trovare.
Visto il prezzo (39,00), dovete proprio tenerci al vostro amico lettore fuffa. Ma chissà, magari è vostro marito o vostro figlio o vostra sorella, non metto limiti alla provvidenza.
Ps. Per l'amico veg è prevista un'altra sessione di consigli prossima futura.
E voi?? Avete un amico lettore fuffa? Raccontate la vostra inquietante esperienza!