E' l'ora di distribuire stelle sbrilluccicanti |
In questo venerdì che promette neve è il momento di rispolverare la rubrica "Piccole recensioni tra amici".
No, essa non è morta come le sue illustri precedessrici (che comunque possono sempre tornare), ma è qui e lotta insieme a noi.
Questa volta non c'è nessun filo conduttore, se non il fatto, completamente casuale, che le autrici sono tutte donne.
Io non faccio praticamente mai caso al sesso degli autori (so che alcuni, soprattutto in alcuni settori come il fantasy e la fantascienza che pare vengano considerati ancora settori in cui non è detto che tu possa fidarti di una donna), ma guardo solo le trame, perciò non vedeteci robe femministe o cose tipo "le donne leggono solo le donne" che non esistono.
Io leggo tutto e tutti e tutte e tutt*, basta che il libro sia buono.
E dopo questa ondata di puntualizzazioni non richieste, via al maggggico mondo delle stellette!
"TUA" di CLAUDIA PINEIRO ed. Feltrinelli:
Molti anni fa, vidi un film, il cui titolo "Sex crimes" non rendeva onore alla trama. Iniziava infatti con un'accusa di molestie sessuali da parte di una studentessa al suo professore e vedeva un ribaltamento della trama e dei colpevoli ogni cinque minuti di pellicola. Lo stesso colpevole di tutta la storia infine si scopriva solo nei titoli di coda.
Io leggo pochi gialli e generalmente corti, anche perché, ho notato, che la lunghezza in un giallo è spesso sintomo di inutili contorsioni linguistiche. "Tua" sotto questo punto di vista è praticamente perfetto, asciutto ed essenziale, ha inoltre un altro pregio gigantesco: non ha un solo grande colpo di scena finale. Ne ha almeno una dozzina. Inizia come un dramma piccolo borghese, di una donna che scopre una nefandezza del marito e a insaputa dello stesso, costruisce una montagna di bugie per proteggerlo, e finisce in un modo inimmaginabile.
Descrivervi il resto della trama è impossibile perché sarebbe spoiler qualsiasi cosa. Vi basti sapere che è perfetto per un viaggio non troppo lungo: avvincente, leggero nel peso, non troppo lungo, assorbirà completamente la vostra attenzione.
Tre stellette (tenete presente che volo basso con le stellette).
"IL CUORE E' UN CACCIATORE SOLITARIO" di CARSON McCullers ed. Einaudi:
Carson McCullers, lo confesso, mi era nota solo per essere stata innamorata della bellissima e difficilissima Annamarie Schwarzenbach.
Tuttavia, dopo aver appurato che si trattava di una delle scrittrici americane più importanti del secolo scorso, ho deciso di prendere questo libro che ha scritto alla stupefacente età di 23 anni.
Dico stupefacente perché è incredibile non solo la padronanza della struttura e la bellissima scrittura, ma anche la profondità con cui la McCullers descrive delle situazioni terribili. Il libro, ambientato in un paesello nel sud degli Stati Uniti, negli anni '30 durante la segregazione razziale, descrive il destino di alcuni personaggi che in qualche modo cercano di non soccombere al destino che è stato stabilito per loro. C'è la ragazzina intraprendente che sogna di diventare compositrice, ma viene da una famiglia poverissima e numerosa che ha bisogno delle sue braccia, il sordo che ripara orologi vivendo nel ricordo del suo migliore amico, sordo anch'esso, rinchiuso in un manicomio da anni, il proprietario di un locale dove tutti vanno a bere, che lavora come un mulo, ma cerca di vedere sempre il meglio nel prossimo, e, infine, la storia più straziante: quella del medico di colore, che ha studiato come un pazzo per anni cercando di crescere i suoi quattro figli (a cui ha dato nomi altisonanti, come Marx e Portia) perché riuscissero ad elevarsi dalla miseria e dall'inciviltà, fallendo miseramente.
Tutti questi personaggi si incrociano tra di loro non in modo artificioso, come succede spesso, ma come le classiche persone che si conoscono di vista in un paese. Sanno tutto gli uni degli altri, ma non possono e non vogliono interferire. Il loro punto di raccordo è l'uomo sordo, in cui tutti credono di trovare una muta comprensione che, in realtà, non esiste.
Saranno due tragedie tanto terribili, quanto evitabili, a indurre all'obbedienza del mondo, queste quattro anime timidamente ribelli.
4 Stellette piene piene.
"LA CASA DELLA LUCE" di Yoko Ogawa ed. Il Saggiatore :
Yoko Ogawa è una delle rari autrici giapponesi (ora stanno aumentando, ma quando ero adolescente mi toccava fare il giro delle sette biblioteche per mettere insieme un po' di libri nipponici decenti), abbastanza tradotte in Italia. Misteriosamente fino a qualche mese fa, però non avevo mai letto di suo, trovando i suoi libri già dalle quarte di copertina al limite dell'inquietante.
"La casa della luce" però prometteva bene: erano tre racconti, quindi al massimo, potevo abbandonare l'impresa dopo il primo. Invece l'ho trovato davvero interessante.
Il primo racconto, che avevo già letto in un'antologia molto vecchia, "Le rose del Giappone" (era una vecchissima collana della E/O che prevedeva raccolte di racconti scritti da donne divise per paesi del mondo, molto interessante perché raggiungeva zone praticamente ignote tipo Maghreb o Israele), parla della gravidanza della sorella maggiore vista da una morbosa sorella minore. Ben lungi dal considerare la nascita di un bambino come il miracolo della vita, la protagonista descrive i mutamenti fisici e soprattutto gli altalenanti gusti gastronomici della sorella (che a un certo punto finisce per nutrirsi di chili di marmellata al melone) come un horror. Una prospettiva interessante.
Il terzo racconto invece descrive i sentimenti e le meschinità che nascono nel cuore di una bambina i cui genitori gestiscono una sorta di orfanotrofio. Sentendosi in qualche modo poco considerata e non sopportando più di dividere i genitori con decine di estranei sempre nuovi, finisce per compiere azioni spaventose su una bimba tenerissima. E' molto crudo, ma incredibilmente realistico e soprattutto non cede a nessun buonismo o facile spiegazione.
Ma è il secondo racconto che è, secondo me, un piccolo capolavoro. In poche decine di pagine la Ogawa riesce a racchiudere un intero film horror: una giovane donna in procinto di trasferirsi riceve la visita di un suo lontano parente che ha deciso di studiare in città. Non avendo egli molti soldi per l'affitto, lei gli consiglia un vecchio dormitorio ormai caduto in disgrazia dopo la scomparsa di uno studente. Lo gestisce uno strano affascinante uomo, senza braccia e con una sola gamba che man mano si frappone, col passare dei mesi, tra la donna e il suo giovane parente, sempre più introvabile.
Se volete passare una serata inquietante e disturbante il giusto, questo è il libro giusto. Altro che film horror.
4 belle stellette
Non ho stroncature in questo caso perché boh, non è capitato, ma hai voglia a stellettare!
E voi avete letto qualcuno di questi libri? Siete in d'accordo o disaccordo? Testimoniate!