Un po' per la tendenza delle persone ad ascoltare solo vagamente quel che spesso dice il prossimo, un po' perché si tratta ancora di una cosa "nuova", spesso dire il cacofonico "mi unisco civilmente" in luogo di "mi sposo" crea simpatici siparietti, il cui senso alla fine è uno: puoi chiamarlo come ti pare, ma poi, alla sostanza, la gente la differenza non la vede proprio (sì, lo so che non è ancora il matrimonio egualitario, ma apriremo questo lungo capitolo in un altro lungo capitolo).
Mi permetto di suggerire "mi sposo con la mia compagna" calcando bene sulle A: e siamo d'accordo che filologicamente è meno esatto, ma si capisce meglio!
RispondiEliminaBoh, io ho amici e amiche etero, generalmente non credenti, che hanno annunciato in giro - o tuttora annunciano - di sposarsi civilmente... e 'ste scene non son mai venute fuori.
RispondiEliminaMi sa che il punto non è il Comune, ma le due spose.
Al prossimo che ti dice "e lo sposo cosa VERBO?" rispondi soltanto "la sposa VERBO!" e lascia stare il luogo fisico della cerimonia ;-)
Sì, vabbè, l'ora tarda... "sposarsi civilmente" non so cosa voglia dire.
EliminaForse che non ti lanci la torta nuziale sopra i tavoli urlando come un'orda unna xD
Ovviamente intendevo scrivere "unirsi civilmente".
In realtà l'equivoco nasce perché pensano che quando dici "unione civile" intendi proprio il "matrimonio civile" ossia non sposarsi in chiesa, ma in comune. Perché poi una dovrebbe specificare se è matrimonio civile o religioso rimane un mistero.
EliminaGiusto, è il "civile" che rimanda al matrimonio quello classico, ma laico.
EliminaCosa che sempre più spesso oggigiorno si specifica, vista la percentuale di abbandoni della chiesa cattolica e la preferenza di molti verso il Sindaco.
Per cui, visto che tanti ormai parlano di "matrimonio civile", se dici "unione civile" si pensa a quello. Non ci avevo ragionato bene.
Secondo me è la parola 'civile' che confonde!
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