martedì 12 marzo 2019

Piccole recensioni tra amici! Se Edgar Allan Poe fosse stato giapponese e la triste e favolosa vita di Maria Callas secondo Vanna Vinci

Ed ecco finalmente un altro piccole recensioni tra amici.

 Ora che ho più tempo da dedicare al blog, sto cercando di tornare in pari, anche se vorrei cercare, al contempo, di ridare un senso alle mie letture.


 Mi sento in uno di quei disordinati periodi dell'esistenza in cui le abitudini sono completamente scombinate e scompaginate e tutto ciò che si finisce per fare sembra sempre disordinato o con poco senso.


 Se ricordo bene, l'ultima volta ci ho messo qualche anno a rimettere tutto a posto, quindi la vedo molto lunga.


 Bene, dopo questo momento confessione, passiamo alle cose serie: le recensioni.

 Buona lettura a tutt*!


LA STRANA STORIA DELL'ISOLA PANORAMA di Edogawa Ranpo Marsilio edizioni:

 Tempo fa mi avventurai a leggere "La strana storia dell'isola Panorama", graphic novel edition. Era opera di Suehiro Maruo (in Italia edita da Coconino Press) e mi aveva grandemente inquietato, come mi avevano grandemente inquietato altre opere dello stesso autore che avevo tentato di leggere.

 Si tratta di un morboso mix grottesco di sesso e violenza con un'abbondante spolverata di quel gusto per il morboso che solo gli orientali sanno dare. Era un'opera poderosa e mi era rimasto impresso, fun fact, il disegno della bocca del parco dei mostri di Bomarzo. Potere del Lazio che scavalca gli Urali e arriva fino al Sol Levante vieni a me!

 Non potevo sapere, nella mia ignoranza che, qualche anno, dopo Maruo sarebbe stato declassato a livello "sesso-violenza for dummies" da autori come Shintaro Kago (ne ho letto uno per sbaglio, i titoli traggono molto e volutamente in inganno, e non accadrà MAI più, mi spiace ma non è il mio genere).

 In ogni caso ignoravo che la storia fosse stata tratta da una sorta di novella lunga dello scrittore Edogawa Ranpo, pseudonimo di Taro Hirai, come ignoravo del resto che Ranpo fosse un omaggio ad "Allan Poe" di cui l'autore è evidentemente e manifestamente estimatore.

 L'opera infatti è un curioso racconto horror che avrebbe tranquillamente potuto scrivere Edgar Allan Poe in occasione di un suo immaginifico viaggio in Giappone.

 La storia parla di un giovane esaltato, con manie di grandezza e fantasie smisurate: il suo sogno è costruire qualcosa di talmente grandioso da poter essere paragonato all'opera di un dio. 

 Purtroppo per lui non ha i mezzi economici per esaudire i suoi desideri così si trascina sfaccendatamente in giro, compatito da tutti, finché, un giorno, un suo vecchio compagno d'università muore. 

 Casualmente il defunto era un suo sosia e, sempre casualmente, era incredibilmente ricco, così decide di sostituirsi a lui (raro caso di giapponese non cremato dopo la morte), fingendo di essere tornato in vita dopo una morte apparente.

 L'idea funziona, ma le conseguenze saranno prima strabilianti oltre ogni immaginazioni e, infine, devastanti.

 Se siete appassionati di horror è assolutamente imperdibile, anche se, in generale, mi sento di consigliarlo a chiunque apprezzi un tipo di scrittura raffinato e sorprendente al tempo stesso. 

 E' un consiglio per i lettori che hanno voglia di stupirsi e di tentare strade nuove, non rimarranno delusi da questa strana variazione sul tema.


IO SONO MARIA CALLAS di Vanna Vinci ed. Feltrinelli:

 Non fingerò una passione per la musica classica e lirica che non posseggo. 

 Gli unici rudimenti che ho sulla questione risalgono alle scuole medie e all'ostinazione disperata della mia professoressa di musica che mi sentirei di portare come esempio ai professori che guardano con devastazione alle genti incolte sbracate sui banchi davanti a loro.

 Era evidente anche a noi, tredicenni ingrati, che ella sperasse di trovarsi davanti una promessa della musica o almeno un giovane appassionato. Invece, nella prova d'ingresso che ci rifilò in prima media, l'unico direttore d'orchestra che venne in mente a qualcuno in classe fu "Renzo Arbore".

 Nessuno, anche successivamente, sviluppò tra noi mai una vaga passione per uno strumento né chiese ulteriori lumi su opere liriche o simili. 
 E vi assicuro che ce la mise davvero tutta.

  Grazie a lei ancora so a memoria la disposizione degli strumenti musicali in un'orchestra e un pezzo del Rigoletto. Ma niente, il sangue, dalle rape, non lo puoi cavare, neanche dopo 40 anni d'insegnamento (era stata la stessa disperata insegnante di mia madre).

 Le farebbe forse piacere sapere (o forse no) che lì dove non giunse lei, è arrivata Vanna Vinci con la sua straordinaria biografia della più straordinaria delle cantanti liriche:  Maria Callas.

 In un tripudio di occhi neri, più fondi del fondo di un pozzo nella notte del pianto: la divina Callas attraversa la sua storia accompagnata da continui cori di voci che parlano di lei e su di lei. 

Chi è stata Maria Callas?

 Una ragazza infelice con una madre ambiziosa, la sposa felice di un attempato e furbo industriale italiano, l'amante appassionata di un miliardario greco che preferì sposare la vedova di un presidente americano? L'artista incapace di accettare la fine della sua vita d'artista?

 Fu troppo sola, incapace di stare sola, bellissima, ossessionata dalla bellezza, ossessionata dal successo, una diva, una sciamana e una sacerdotessa, un dono del cielo.

 Fu forse, come sempre, tutte queste cose insieme fino a un finale troppo triste, lo stesso finale condiviso da tante donne di talento che molto ebbero dalla vita professionale e poco o male da quella privata.
  In una solitudine parigina dorata, con pochi amici e troppi ricordi, morì senza nessun mistero chiuso in sé.
 La sua vita era stata come un grande palcoscenico sempre illuminato che tutti ebbero modo di guardare dando mille interpretazioni di un'unica storia.
 Quale fosse quella più giusta, non lo sapremo mai.

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