lunedì 7 ottobre 2019

La casa spaventa, ma non uccide (forse). Case malvagie, infestate, di bambola e suggestioni dalle terrificanti conseguenze.

 Halloween, tempo di foglie secche, torte di mele, zucche da scavare, tè da bere, compleanni (a me sembra che siamo nati tutti in autunno), vampiri, fantasmi e quant’altro.

Attendo Ottobre tutto l’anno con un fervore che di solito molti riservano ad Agosto (anche se quest’anno ho molto apprezzato le mie vacanze agostane, forse per apprezzare l’estate dovrei semplicemente stare in ferie al mare tre mesi, chissà) e finalmente è qui!

Cercherò di onorarlo facendo il mio dovere meglio che posso sul blog e pubblicando qualche consiglio a tema. 

 Dopo aver quindi indugiato su vampire e classici horror meno conosciuti (ma sempre gustosi), ho pensato ad un altro amatissimo tema che non ho mai toccato (se non in un vecchio post su “L’incubodi Hill House”, prima che la serie Netflix lo facesse diventare mainstream): le case infestate.

 La mia unica esperienza sul tema (essendo una persona che adora il genere horror e tutto ciò che ci gira intorno, ma al contempo completamente impermeabile a qualsiasi genere di fuffologia o paranormale vario ed eventuale) fu quelle tipiche avventure da preadolescenti sui cui King e simili hanno fatto fortuna (e che ho sempre diffusamente raccontato nel post citato sopra).

 Sostanzialmente, alle medie, eravamo una classe così pigra che pur di non fare flauto decidemmo di scegliere una delle altre due opzioni delle lezioni di musica: canto e ballo.

 In prima media ci dedicammo con scarso successo al canto (ancora so “Oh mia cara Clementina”) e quindi virammo al ballo con grande sollazzo e stupore della professoressa che ricordava una sola altra classe compiere la scellerata scelta una ventina di anni prima.

 Carica di entusiasmo, decise che avremmo provveduto ad esibirci ad un galà della Croce Rossa locale, e ci obbligò a fare delle prove pomeridiane in una chiesa sconsacrata (ora riconsacrata) verso il lago.

Sì lo so, sembra già un racconto horror, era pure inverno e pioveva se è per questo.

 Solo che il fatidico giorno, ci presentiamo tutti lì e lei non c’è (venne poi fuori che o noi o lei avevamo confuso martedì e mercoledì). 

 Dopo mezz’ora di attesa decidiamo di impiegare costruttivamente il nostro tempo entrando in una casa a più piani abbandonata, poco distante, conosciuta come infestata per motivi non ben chiariti. Probabilmente era solo abbandonata da qualche anno visto che non era particolarmente diroccata, ma girava qualche voce su impiccati o simili perciò nel nostro immaginario era un luogo mysterioso e inquietante.

 Ricordo che entrammo, terrorizzati più dal farci beccare da qualcuno che dai fantasmi, e tale terrore di essere colti in fallo ci accompagnò mentre appuravamo che nelle quiete stanze non abitava nessuno.

  Ogni rumore (compreso quello della pioggia) ci causava un mezzo infarto e probabilmente il fascino delle case abbandonate sta proprio lì: l’ansia di essere scoperti mentre compi qualcosa di proibito.

I racconti sulle case stregate sono tendenzialmente legati a due terrori diversi:

1) Il fatto che la casa possa essere infestata dai suoi precedenti abitanti, peggio ancora se morti in circostanze drammatiche legate alla magione.
2) L’idea che la casa stessa sia un’entità viva, in grado di assorbire come una spugna le energie (solitamente negative) del luogo, diventando una sorta di mostro affamato dei suoi inquilini.

“L’incubo di Hill House” ad esempio fa parte di questo filone, a mio parere, molto più affascinante del primo perché, di fatto, crea una nuova idea di mostro. Ma ovviamente è un mio personalissimo giudizio.

In ogni caso, tra i tanti post che ho dedicato finora ad Halloween, stranamente nessuno è mai stato sulle case infestate/malvagie.

Era ora di recuperare!


L’OSPITE di Sarah Waters ed. Tea e GIRO DI VITE di Henry James:

 L’idea che la sola idea di una casa infestata possa avere conseguenze catastrofiche e drammatiche è assolutamente geniale. 

 Quanta suggestione esiste dietro le storie di poltergeist che si tramandano da secoli? 

 Quante coincidenze incredibili, predisposizione e fragilità personale, quante disgrazie davvero improbabili (ma non impossibili) e accidentali lavorano lentamente nella nostra mente per portarci a credere che una casa sia abitata da esseri sovrannaturali?

 L’incredibile romanzo “Il giro di vite” di Henry James, da questo punto di vista, è un assoluto capolavoro

 Scritto nel 1898, riprende una struttura classica di molte novelle di fantasmi (e non solo) : in una casa nella brughiera vivono due bellissimi bambini rimasti orfani dei genitori e affidati alle cure di un caro zio scapolo che però vive altrove e non ha tempo di occuparsi di loro. 

 Li affida quindi alle cure di una giovane governante che, si intuisce, è vagamente invaghita di lui e della possibilità che si accorga di lei e la impalmi.
 Nella brughiera, nonostante pioggia, vento e nebbia, i bambini crescono felici, ma l’inquietudine inizia a salire: la donna infatti asserisce di vedere due persone, un uomo e una donna, che vagano attorno alla casa e che vengono identificati come la defunta governante dei bambini e il suo amante.

 A quel punto il gioco si fa sottile: la ragazza si convince infatti che i due bambini siano in qualche modo infestati dai defunti, coi quali s’intrattengono, ma è vero oppure è una suggestione della sua mente per riuscire ad attirare l’attenzione dell’avvenente zio/potenziale marito lontano?

“L’ospite” di Sarah Waters si basa sullo stesso equivoco.

 Nel secondo dopoguerra, la famiglia Ayres un tempo nobile e ricchissima, inizia a sprofondare nelle viscere della storia: è finito il tempo dei latifondisti e delle famiglie alla Downton Abbey ed è arrivato il mondo moderno. 

 Nella loro meravigliosa magione vivono l’anziana (anche se non troppo) matriarca che s’illude, in un crescendo di decadenza, di poter conservare almeno la parvenza dei fasti del passato, e i suoi due figli: Caroline, ex infermiera dell’esercito, nubile e insoddisfatta e Roderick, sopravvissuto alla guerra, ma con gravi ferite alla gamba, incapace di riuscire a risollevare le sorti familiari.

 La storia inizia quando il medico del posto, il dottor Faraday, da sempre fortemente attratto dalla casa degli Ayres e dalla famiglia (sua madre era bambinaia lì) inizia a frequentare la famiglia a causa del banale malore di una giovane cameriera. 

 Più o meno in concomitanza con tale evento, la casa inizia a dare segni di stranezze varie: campanelli che suonano, passi, rumori, il cane di casa, buonissimo, che aggredisce una bambina e Roderick che inizia a dare segni di squilibrio adducendo a una misteriosa entità che cercherebbe di uccidere lui e anche la madre e la sorella.

 Mentre la storia procede le spiegazioni potrebbero essere tante e convincenti al tempo stesso: potrebbe esserci effettivamente un fantasma (la prima figlia della famiglia morta bambina) come tutto potrebbe essere spiegato in tanti modi tutti credibili senza tirare in ballo i fantasmi.

 E’ bello, anche se, a mio parere, se passeggi un lettore per 400 e passa pagine dovresti avere il buongusto di un finale decente (“Giro di vite” è assai più breve e conciso).


LA CASA DELLE BAMBOLE INFESTATA di James Rodes Montague e PICCOLA GUIDA TASCABILE DEI LUOGHI DA NON FREQUENTARE Abeditore ed.:

 Se vi piacciono i deliziosi racconti d’epoca su case infestate e luoghi proprio da non frequentare, non potete privarvi di questi due volumetti dell’Abeditore (che anche solo con la straordinaria grafica fanno atmosfera in un nanosecondo).

 "La casa delle bambole infestata" è una gustosa variante sul tema

 Premetto che a me le case delle bambole hanno sempre fatto effettivamente inquietudine (non le trovavo affascinanti neanche quando ero bambina) e in realtà il motivo è, credo, abbastanza ovvio: tutto quello che in qualche modo “riproduce” in modo posticcio la vita degli esseri umani reca un potenziale orrorifico.

 Riproduciamo dei nostri simbionti che, in un mondo horror, non avrebbero nessun motivo per non prendere vita o non avere un’influenza sulla nostra. 

 Grazie a “La casa delle bambole infestata” di Montague, ho scoperto l’esistenza di una meravigliosa e preziosissima casa delle bambole reale, quella appartenuta negli anni ’20 alla Regina Maria d’Inghilterra.

  E’ una casa curata nei minimi dettagli, con luci e tubature funzionanti e una piccola biblioteca con racconti scritti apposta da grandi scrittori dell’epoca tra i quali Conan Doyle, Barrie e Kipling. E, appunto, James che pensò di riciclare un suo precedente racconto "La mezzatinta" acconciandolo per l'occasione.

Se volete continuare sul crinale, potete dedicarvi a “Piccola guida tascabile ai luoghi da non frequentare in letteratura”, antologia di racconti classici ambientati in posti ad alto tasso di terrore.


LA CASA INFESTATA di Walter Hubbell ed. Golem:

 La Golem edizioni ha parecchi titoli che possono affascinare i devoti alle case infestate. 

Il mistero di Amherst ad esempio fa parte di quelle tradizioni infestanti più recenti.

 Era semplice trovar fantasmi all’epoca dei castelli tra congiure, buio, umidità, omicidi e avvelenamenti, ma ci voleva di certo la fervida immaginazione del periodo vittoriano per partorire gli episodi paranormali che trovavano terreno assai fertile nello spiritismo nascente.
Il mistero di Amhrest, raccontato in prima persona dall’investigatore che se ne interessò, Walter Hubbell, racconta un caso d’infestazione in Nuova Scozia, in Canada, ad Amhrest appunto.

A casa della famiglia Cox iniziano ad avvenire inspiegabili fenomeni paranormali: una misteriosa entità particolarmente violenta sembra concentrare il suo odio sulla giovane Esther che rimane vittima di ferite e percosse. Chi si nasconde dietro questa infestazione che produce effetti nefasti ancorché incendi?

Interessante documento da leggere ovviamente con occhio critico, ma ad Halloween tutto è concesso.


Ah, magari sareste anche curiosi di visitarne una! Stay tuned per il prossimo post!!


2 commenti:

  1. Aspetto ottobre per avere tuoi nuovi spunti di letture a tema Halloween!! Grazie a te ho letto Hill House e un bellissimo libro di racconti di fantasmi di cui purtroppo ora non ricordo il titolo!

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    1. Eccomi qui dopo aver finito di leggere "L'ospite": l'ho divorato in due giorni con annessi problemi di insonnia perché mi ha fatto davvero inquietare, anche se l'autrice secondo me è molto brava a dosare questi momenti inserendoli nel flusso della storia, che scorre davvero molto bene. Non voglio fare spoiler, ma devo dire che ho adorato le descrizioni di questa immensa casa e mi sono molto divertita ad immaginarla. Oltretutto, mi piace molto che non sia stata data nessuna interpretazione univoca: il finale lascia molti dubbi, ed in fondo è giusto così. Penso mi sia piaciuto anche più di Giro di vite, perché cerca di indagare di più nella psicologia dei personaggi (parliamo anche di romanzi scritti in epoche diverse). Ora, sempre su tuo suggerimento, attaccherò con "La casa dei fantasmi" e con "Gli amici silenziosi" (sperando di non avere troppi incubi). Grazie ancora! Francesca.

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