Mia nonna leggeva quintalate di settimanali.
Il suo grande cavallo di battaglia era “Gente”, a cui è stata fedele per
decenni. Seguiva con meno passione “Oggi” e la capivo perché anche a me metteva
meno allegria.
Poi mescolava il tutto con tutto quello che sono state capaci di
darci le edicole: Chi, Dipiù, Diva e Donna, persino il settimanale sulla
telenovela degli ultimi anni: “Il segreto”.
Solo a “Novella 2000” e co. non ha
mai ceduto o cedeva solo in estate, quando in Sardegna, prima dell’avvento di
internet e senza tv per mesi c’era davvero poco altro da fare che stare
sdraiati e leggere.
Negli anni li ho letti appassionatamente anche
io, anche se negli ultimi tempi, non seguendo più la tv era abbastanza
difficile capire chi fossero i tanti divini e divetti usciti da reality e prezzemolate
varie.
Tuttavia,rimane il fatto che è a queste riviste che devo una delle mie grandi passioni: i reali.
Intendiamoci, non ho mai avuto la fascinazione
tipica delle favole. Onestamente credo di non aver mai immaginato neanche per
sbaglio di voler diventare una princess o simili, e trovo, come tutti, siano un'istituzione insensata e vetusta.
Tuttavia mi ha sempre affascinato
il loro infinito turbinare di matrimoni, divorzi, figli e beghe dello stato e dopotutto assistere anche al loro definitivo collasso è una lezione interessante.
Probabilmente sono anche capitata
in un periodo d’oro delle telenovelas monarchiche: i figli di Grace Kelly e
Ranieri di Monaco in tre hanno collezionato una sequela di matrimoni,
tradimenti, divorzi, disgrazie e figli assortiti che “Milagros” te dico
fermete.
Senza contare il caos della principessa Diana (della quale non ho mai
compreso il mito, ma forse perché ero troppo piccola quando è morta), dei vari
reali nordici, le fidanzate di Felipe di Spagna, la tristezza protocollare di
Masako del Giappone che dimostrava come non fosse tutto oro quello che
luccicava.
Tuttavia gli articoli che più mi appassionavano al riguardo erano gli approfondimenti
storici.
Spesso c’erano questi excursus random sulle case regnanti che aprivano mondi. Al confronto la
faccenda di Carlo e Diana e i matrimoni di Carolina di Monaco impallidivano.
Perché
se i reali moderni al massimo potevano sposarsi, divorziare e figliare nel solo, anche un po' anacronistico, biasimo generale, ma senza grandi conseguenze di sorta (mai capita la faccenda
di Enrico VIII che fa uno scisma religioso per poter divorziare e sposare chi
gli pare e poi un casino perché il divorzio tra Carlo e Diana pareva dovesse
far crollare l’Inghilterra), gli intrallazzi di un tempo causavano vere e proprie crisi
diplomatiche, guerre e paci.
Senza contare lo psicodramma
della nascita di questo benedetto figlio maschio che pareva il creatore
mandasse apposta femmine a oltranza per dire quanto eravamo cretini.
Tutta questa passione regnante che non ho mai
abbandonato, è un po’ esplosa in questa fine dicembre-inizio gennaio quando si sono sommate un po' di cose.
L’affaire Harry e Meghan (del quale potrei parlare per ore e che molti derubricano a
cretinata mentre potrebbe essere un chiaro sintomo di una monarchia che diventa
autocosciente di essere ormai obsoleta nel 2020), l'insensata ossessione per la canzone "Quando viene dicembre" del film Anastasia, mia nonna che mi manca
tantissimo e il viaggio a Vienna, la città imperiale per eccellenza (che volevo
visitare da anni ed è stata esattamente come la immaginavo: regale, elegante e
barocca) hanno creato un cortocircuito difficile da ignorare.
Parlerei di reali per mesi (e non
è detto che non gli dedichi qualche post), anche perché, come sa chi segue il
blog da anni, ho una certa passione per le biografie che trovo particolarmente
interessanti.
Mi illudo, come dico sempre, che cercando di individuare gli
errori degli altri, io possa correggere i miei.
Esercizio che, ve lo assicuro, è
interessante, ma ha una sua fallacia di fondo.
Ho deciso perciò di iniziare con
le biografia asburgiche che in molti mi hanno suggerito dopo un mio accorato
appello su fb.
Pronti a danzare con me e la principessa Sissi? Avanti!
SISSI alias ELISABETTA DI BAVIERA, imperatrice d'Austria:
Chi da bambino ha
evitato la visione di almeno uno dei tre film sulla “Principessa Sissi” è un
miracolato.
Io, coi miei nonni, li avrò visti decine di volte. In particolare piacevano a mio nonno che si imbarazzava da morire quando nei film che vedevamo insieme apparivano scene “sconvenienti”.
Sissi era a prova di bomba: addirittura non si vede neanche col pancione, scopre di essere incinta e due secondi dopo ha partorito.
L’immagine che noi tutti abbiamo di Sissi è
quella di Romy Schneider giovane e bellissima, allegra prima e poi intristita
dalla corte di Vienna.
Tutti ti ripetono che OVVIAMENTE quella non era la vera
Sissi, ma onestamente, dopo le mie visite viennesi ho scoperto che il film è
invece molto accurato dal punto di vista della ricostruzione storica (gli abiti di Franz e Sissi quando scappano in montagna in
Baviera per qualche giorno sono identici a due statuine che li ritraggono in
abiti bavaresi per dire) e non è sbagliato in tutte le dinamiche: davvero
l’arciduchessa Sofia la osteggiava, davvero Sissi si sentiva in gabbia alla
corte di Vienna e, come i suoi fratelli e sorelle, per tutta la vita provò uno
smodato attaccamento a Possnhofen, il castello tra laghi e boschi dove passava
le estati della sua infanzia.
Inoltre ho rivisto il primo film in questi
giorni, quello in cui viene scelta da Franz come moglie al posto della sua sorella
maggiore, la predestinata Elena (altro fatto vero) e non mi è sembrato tanto
romantico.
Lei è innamorata di Franz, sì, ma gli dice che non vuole sposarlo per non
perdere la sua libertà e lui la mette davanti al fatto compiuto dandole il
bouquet per cotillon e presentandola come sua moglie, sapendo che altrimenti
“lei non avrebbe accettato”. Al momento dell'annuncio lei ha una faccia da funerale.
Anche nella realtà andò in modo simile, con la
differenza che, mentre i film ci hanno fatto sempre pensare che quello tra Sissi
e Francesco Giuseppe fosse un amore corrisposto, ma reso difficile dalle
circostanze, probabilmente Sissi nella realtà non era granché innamorata
(lui, al netto dei tradimenti, sì).
Ovvio, non è che ci si sposasse spesso per
amore in queste corti europee che non facevano altro che incrociare cugini, (e
a veder la faccenda degli ultimi zar di Russia forse combinare i matrimoni aveva un ché di lungimirante), ma se il cinema ci ha consegnato
una vera mistificazione è stata quella del GRANDE AMORE.
Le biografie, tante, presentano una Sissi che
col passare degli anni, diventa sempre più eccentrica e particolare, sempre in
fuga dalla corte viennese, (co benestare del marito che, appunto perché molto
innamorata, era particolarmente indulgente).
Allontanata effettivamente dai
suoi primi tre figli che vennero cresciuti (male) dalla suocera, le fu invece
lasciata l’ultima figlia, la preferita, Maria Valeria, nata dieci anni dopo gli
altri.
Sembra che in generale la famiglia di Sissi avesse una certa propensione
alla depressione, e di certo la corte viennese e i numerosi dispiaceri non le
giovarono, ma tutti concordano col dire che in lei ci fosse una strana
modernità, nel bene e nel male.
Sfugge alla corte e alle ipocrisie, non riesce
mai a trovare davvero interessanti il gioco delle parti e delle maschere in un
mondo che lo impone, diventa una viaggiatrice instancabile, ma mai davvero
appagata, sempre più aggrovigliata nei suoi pensieri.
Viene da pensare, leggendo le pagine del suo
giovane lettore di greco, Constantin Christomanos, che la conobbe all'età di sessant’anni, quando già troppo era
accaduto nella sua esistenza ed era preda di un pessimismo cosmico molto
leopardiano, che forse, se avesse avuto gli strumenti intellettuali e
filosofici per elaborare le sue tristezze e le sue manie, avrebbe potuto
gestirle meglio.
Ma era un’epoca in cui la psicanalisi, peraltro proprio a
Vienna, era lì lì per divenire, e la filosofia stava appena elaborando il
concetto.
C’è
dunque del vero nei film di Sissi, ma c’è anche un mistero che continua ad
affascinare, una figura enigmatica che molti vogliono incredibilmente moderna
nelle sue contraddizioni (la cura spasmodica per il corpo e al tempo stesso la
volontà di celarsi agli occhi del mondo) e chi il simbolo di un’epoca al
tramonto (il suo sottrarsi ai doveri d’imperatrice, ruolo che sente solo come
una maschera e non come essenza di un qualcosa di più grande).
Chissà.
Di certo, quando morì per mano di Luigi Lucheni (che, con un passato da bambino abbandonato e sventure varie, stupì quando il giudice gli disse che aveva ucciso una donna disperata), era
assai più popolare l’imperatore suo marito, Francesco Giuseppe, il canto del
cigno di una dinastia che collasserà pochissimi anni dopo la sua morte, giunta
naturalmente alla fine di un lungo regno.
Ora invece la maggior parte della
gente lo ricorda in qualità di Franz, lo scialbo marito succube di una madre
assai più intelligente di lui, nella trilogia di “Sissi”. E questo qualcosa vorrà dire.
Libri
consigliati:
"Elisabetta d'Austria" di Costantin Christomanos ed. Adelphi. Non una biografia, ma i pensieri dell'imperatrice, ormai sessantenne, riportati dal suo fedele lettore dal greco che ebbe accanto per un periodo.
"Diario poetico" di Elisabetta d'Austria MGS ed. Si tentò, l'imperatrice, a mettere le sue pene in poesia sul modello del poeta Heine.
"Sissi", biografia di Brigitte Hamann ed. Tea e "L'imperatrice Sissi" di Jean Des Cars LEG edizioni.
Sul suo assassinio esiste una pubblicazione basata sulle sue memorie: "Vita e morte dell'assassino di Sissi. Luigi Lucheni" di Corrado Truffelli Fermo editore
Sul suo assassinio esiste una pubblicazione basata sulle sue memorie: "Vita e morte dell'assassino di Sissi. Luigi Lucheni" di Corrado Truffelli Fermo editore
E ovviamente il cofanetto dei DVD dei film, che rivedere Romy Schneider è sempre un piacere.
MARIA TERESA
D’AUSTRIA:
A scuola si
studiano fuggevolmente le circostanze che portarono, Maria Teresa d'Austria, una dei più famosi monarchi della storia europea sul trono: non nascevano maschi e il padre, invece di andare a
cercare il bisnipote maschio di un pronipote maschio, decise che sul trono
doveva andarci un figlio suo, maschio o femmina che fosse.
Così Carlo VI emanò la
Prammatica Sanzione facendola sottoscrivere alle varie forze europee per
evitare una cosa in stile guerra di successione spagnola.
Sostanzialmente si diceva che qualora fosse morto senza un figlio maschio, la sua prima figlia
femmina avrebbe valso come maschio e gli avrebbe succeduto. E quella femmina
era Maria Teresa d’Austria.
E’ curioso come lei, la regina Vittoria e
l’attuale regina Elisabetta, pur essendo delle eredi designate, non abbiano
ricevuto un’educazione degna del loro ruolo.
Anche a posteriori, per tutte e tre,
non se ne capisce il senso logico: cosa pensavano i loro vari genitori (la
regina Vittoria ebbe una storia un po’ particolare, magari ne parlo in quale futuro
post)? Che si sarebbero affidate ai mariti vari ed eventuali? Che avrebbero
avuto consiglieri? Che o la va o la spacca? Boh.
Con Maria Teresa comunque la spaccò. Divenne
regina all’improvviso, dopo la morte per congestione di suo padre, in
realtà abbastanza fuori fase già da un tempo per problemi, sembra, di depressione.
Governò con fermezza e intelligenza (quasi sempre, non si può tacere ad esempio
che non fu affatto amichevole con gli ebrei), cercò di trarre da una condizione di miseria e ingiustizia le fasce più basse della popolazione, fondò università, in un'incessante opera di riforme. Il tutto partorendo un figlio dopo
l’altro, per arrivare alla considerevole cifra di 16.
Altre cose la accomunano alla regina Vittoria
ed Elisabetta II, come, fatto non secondario, un consorte amatissimo.
Sbalordisce (o forse in parte spiega) che ben tre grandi monarche abbiano avuto
al loro fianco consorti adorati che pure furono molto attente a
lasciar fuori dagli affari di stato non cedendo mai alla tentazione di un
governo a due.
Francesco Stefano di Lorena, consorte di Maria Teresa, pur di
sposarla rinunciò alla Lorena stessa che dovette essere ceduta a Federico II,
il grande arcinemico della sovrana, che le diede grande filo da torcere
invadendo la Slesia e dando inizio alla guerra di successione austriaca.
Quando morì Carlo infatti, esclusa l’Inghilterra che provava una certa simpatia per sovrana e lo dimostrò
sovvenzionandola e non alleandosi coi suoi nemici, praticamente tutta l’Europa
si precipitò nel regno austro-ungarico sperando di prendersene un pezzetto.
All’inizio Maria Teresa subì perdite pesanti, poi riuscì a convincere gli ungheresi (anche del
reciproco rapporto di fascino tra imperatrici austriache e popolo ungherese ce
ne sarebbe da dire) a farsi aiutare presentandosi da loro disperata e con erede
neonato in braccio. La sola idea di decine di migliaia di rinforzi ungheresi
fece desistere le forze europee.
Come in molti
casi è particolarmente sugoso seguire i destini dei suoi numerosissimi figli che curiosamente, a sua volta, non preparò abbastanza per il loro futuro (soprattutto le numerose principesse elargite in mogli in giro per le corti).
La più celebre rimane ovviamente Maria Antonietta, la sventurata sovrana
francese che della sagacia materna aveva ereditato ben poco.
Meno nota eppur
interessantissima è Maria Carolina che fu regina del regno delle due sicilie.
Fu scelta come moglie di Ferdinando IV dopo che le precedenti promesse spose,
(altre due sue sorelle) erano decedute a causa del vaiolo.
Data in moglie a un principe a dir poco scapestrato e assai poco incline al governo, on principio provò
grandi simpatie per i rivoluzionari napoletani ed era orientata verso un
dispotismo illuminato (anche più di sua madre), ma dopo la rivoluzione francese
e la morte di sua sorella Maria Antonietta cambiò (e come non capirla),
radicalmente idea.
Esiste un film di Lina Wertmuller "Ferdinando e Carolina" che romanza molto il rapporto tra i due sovrani (che pure ebbero 18 figli). Inoltre presso la Biblioteca Nazionale di Napoli è conservata la sua biblioteca personale in lingua tedesca.
Ci fu la bella Elisabetta che doveva sposare il re di Francia, ma, sfigurata dal vaiolo, finì in convento. E Maria
Cristina, la figlia prediletta di Maria Teresa, l’unica a poter sposare l’uomo
che desiderava (ovviamente nobile eh, non un ciabattino) e assai invisa alle
sorelle, tra le quali, in verità sembra mettesse pure zizzania.
Proprio lei fu l'oggetto del desiderio di sua cognata, Isabella di Borbone Parma, la moglie dell'erede al trono Giuseppe.
La ragazza, che non godeva di ottima salute, era adoratissima dalla suocera Maria Teresa e, alla sua morte precoce per parto/attacco di vaiolo, anche il marito pianse sinceramente, ma celava un segreto: era innamoratissima della cognata Maria Cristina che coprì di piccoli doni e continue lettere di folle amore disperato (e che la principessa portò al fratello al momento della morte della sventurata ragazza).
Se siete curiosi e conoscete il francese, esiste un libro che le raccoglie: "Je meurs d'amour pour toi..." di Isabelle de Bourbon-Parme a cura di Elisabeth Badinter.
La ragazza, che non godeva di ottima salute, era adoratissima dalla suocera Maria Teresa e, alla sua morte precoce per parto/attacco di vaiolo, anche il marito pianse sinceramente, ma celava un segreto: era innamoratissima della cognata Maria Cristina che coprì di piccoli doni e continue lettere di folle amore disperato (e che la principessa portò al fratello al momento della morte della sventurata ragazza).
Se siete curiosi e conoscete il francese, esiste un libro che le raccoglie: "Je meurs d'amour pour toi..." di Isabelle de Bourbon-Parme a cura di Elisabeth Badinter.
Tornando alla nostra Maria Teresa, se volete leggere qualcosa su di lei: "Maria Teresa d'Austria" di Edgarda Ferri ed. Mondadori e "Maria Teresa d'Austria" di Jean Paul Bled ed. Il Mulino.
Possono essere gustose le lettere alle figlie piene di consigli matrimoniali (ne infilò più una in un matrimonio indesiderato e le ricopriva di consigli chiedendo, da brava nonna, copiosi ritratti dei nipoti): "Consigli matrimoniali alle figlie sovrane" ed. Passigli.
Su Maria Carolina esiste un libro della Franco Angeli che analizza il suo Journal "Sentimenti e politica. Il diario inedito della regina Maria Carolina di Napoli" ed. Franco Angeli
Temo proprio che questo sia un fine prima parte perché sono riuscita a raccontare solo una miniparte delle figure che vorrei! Potrei quasi farci una rubrica: libri e reali (e ampliare così il mio pubblico verso le ambitissime signore di mezza età o le amanti di Jane Austen).
Eccellente: un piccolo aggiornamento sulle biografie reali è più che gradito ❤️
RispondiEliminaEccomi: categoria "signora di mezza età"!
RispondiEliminaE ferratissima in reali e loro storie, anche io ho seguito Meghan e Harry, anche io ho apprezzato poco Diana, ritenendola molto ingenua e poco realista, all'opposto di sua nuora Kate, molto ben conscia del lavoro che comporta essere regina e essere nella "Ditta Windsor".
Apprezzo molto le biografie, ho letto da poco quella di Vittoria, bellissima
Ciao
Betty
Io sono alle prese con quella di Ludwig! Col senno del poi immagino che il maggior problema della povera Diana fosse che aveva 19 anni e fosse stata buttata nel mezzo senza preparazione e senza neanche un fidanzamento abbastanza lungo, sembrava un matrimonio combinato stile '800.
EliminaIo adoro i reali dei tempi che furono. Con Wikipedia è la fine perché salto da un nome all'altro e vado a leggere le pagine di un, poi del figlio, della nuora, della madre... fino alla settima generazione!
RispondiEliminaSissi lo guardavo con i miei nonni e sì, la vita è piuttosto romanzata, ma tutto sommato abbastanza fedele. Quello che fa Francesco Giuseppe è da biasimare: è forzare una persona a fare qualcosa a cui non può sottrarsi, il caso diplomatico che ne sarebbe scaturito sarebbe stato infernale.
Sull'età vittoriana ho scritto una tesi di laurea e pure lì c'è da scrivere tantissimo
Sto finendo la biografia di Sissi di Brigitte Hamann e sono davvero stupita nello scoprire quanto fosse precisa e documentata nei dettagli la trilogia degli anni '50.
Elimina