Essendo la prima volta che tengo un blog mi sfuggono le dinamiche virali che talvolta partono e corrono per il web. Fatto sta, che cercando di capire da dove venissero gli accessi stratosferici di questi giorni, mi sono imbattuta in un articolo de "Il fatto quotidiano" scritto da Sciltian Gastaldi che cita la mia analisi Fabio Voliana, il post, il blog e ne disquisisce. In verità mi spiace non sia passato dal mio post che lo avevo scritto proprio perché invece di liquidare un fenomeno di tale portata con sufficienza snob, volevo piuttosto indagarlo e si sperava capirlo.
Come ho detto in uno dei commenti, il pubblico che legge Fabio Volo è molto variegato e non son solo sciure, casalinghe e giovinette sognanti, ma anche lettori forti che nel mucchio di ottime letture ci ficcano pure il Volo libro.
Sciltian Gastaldi scrive che Fabio Volo ha talento in tutto quello che fa e da lui dipende.
Più che altro io credo abbia un grande talento comunicativo che gli consente di riuscire in tutto ciò che con la comunicazione ha a che vedere, anche se di polpa, dietro, ce n'è molto poca. E un discusso signore che ha governato l'Italia per svariatissimi anni ha dimostrato che è questo quello che conta: comunicare e affabulare, dissimulare, promettere, incantare, annebbiare.
Comunque, nel caso non si fosse capito, sono felicissima et sconvolta et onorata O.o
Ho appena letto il post di Gastaldi, dopo aver letto il suo. Riporto di seguito il commento che ho fatto sul Fatto:
RispondiElimina"Mi pare che la sua definizione di talento sia discutibile. Essere bravaccio in quasi tutto quello che fai non è avere talento. E di talento letterario Volo ne ha quasi zero, zero virgola forse.
Ha invece ragione la blogger che cita nel sostenere che il successo di Volo è dovuto in gran parte alla congerie culturale e storica che stiamo vivendo.
In relazione alla sua chiusa, invece, non sono d'accordo se la intende in maniera letteraria (Volo non sarà storicizzato e canonizzato, per quanto la definizione di canone non sia molto attuale). Al contrario, se la intende dal punto di vista sociologico (ovvero lo specchio immediato in cui l'italiano medio vede riflessa la sua vita, ma con un lieto fine), allora le darei ragione."
Grazie per averlo riportato anche qui. Mi è piaciuto l'articolo di Gastaldi (e continuo a dire che sono onorata abbia parlato del mio post), ma in verità non ho ben capito in cosa divergesse con la mia opinione. Mi sembravano diciamo molto molto simili.
EliminaHa detto proprio una cosa giusta Gastaldi. Volo cattura il lettore debole, quei cinque milioni che legge un libro all'anno e non ha metri di paragone con altri autori. Tutto qui. Io ne ho letti un paio qualche anno fa, sono tutti uguali ma parlano del ragazzo medio che ce l'ha fatta. Molti si ritrovano in questa cosa e lo osannano.
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