lunedì 14 aprile 2014

Il delirio del fan invasato: quali libri di psicologia dovrebbero leggere i personaggi de "Il trono di spade"? Alberi che ingrassano, psicopatici al potere e soprattutto tanta tanta insensatezza.

Ciccione malvagio finisci 'sta cazzarola di saga!
Arrivata al nono libro de "Il trono di spade" il mio cervello ha assunto la tipica forma mentis del fan invasato. 
Tanto per farvi capire il grado di follia a cui sono arrivata vi dico solo che la notte per addormentarmi (cosa per cui faccio estrema fatica) mi faccio l'elenco mentale dei personaggi morti di ogni casata. Inizio alla lontana coi Lannister e finisco con lo sterminio dei Tully.
 Non ci crederete ma funziona.
 Giunta al punto in cui (SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER) Arya Stark inizia il suo addestramento da millefacce ho avuto un cortocircuito mentale e la mia mente ha iniziatoa viaggiare per una serie di connessioni mentali da tipico nerd ormai partito per la tangente.
 Mi sono infatti posta la (sicuramente diffusa) domanda: se i personaggi de "Il trono di spade" dovessero leggersi dei libri di psicologia, quali sarebbero?
 Il giochino mi è venuto così bene che non ho potuto fare a meno di condividerlo con voi. So che alla stragrande maggioranza sembrerà tutta una follia, ma so anche che una nicchia mi comprenderà e, dopo avermi letta, andrà a lucidare il busto di Rhaegar Targaryen che si è costruito da solo e a cui porta doni votivi ogni sera.
Let's go!

ARYA STARK:
Come detto devo l'idea di questo post a lei. Tra una disavventura e l'altra (faccio notare che c'è gente che va avanti e indietro per i sette regni come fosse la strada dell'orto, mentre lei non riesce mai ad arrivare da nessuna parte) finisce infine ad addestrarsi per diventare una mille facce. Finalmente pancia piena e qualcuno che non cerca di farle la pelle. Arya scopre che cambiare aspetto con una mano sola non è frutto di incantesimi, ma di una sapiente conoscenza della propria muscolatura facciale. Non solo, apprende che le pratiche dell'assassinio affondano le loro radici nell'ormai in voghissima linguaggio del corpo: capire se una persona è pericolosa, ha paura, mente, a seconda di come si sposta e parla. Perciò nulla va meglio per lei se non "I volti della menzogna" di Ekman.
 Arya mi sta tanto simpatica, almeno, al contrario di sua sorella, perennemente piagnucolante, fa qualcosa. Purtroppo non riesco a digerire la parte più inverosimile della sua storia, ossia la sua età: dieci anni. Spero che cresca e sbudelli saggiamente tutti quelli che gli hanno decapitato il padre, per la madre, vista la considerazione in cui la teneva, mi tratterrei.


CERSEI LANNISTER: 
Di problemi la crudele regina ce ne ha parecchi tocca dire. Incestuosa praticamente dall'infanzia, avida di potere, manipolatrice, malvagia, alcolista, bicuriosa, bugiarda e irruenta, fa risalire però tutti i suoi drammi ad uno solo: l'invidia del pene. Significativo che lo scrittore della saga sia un uomo, esattamente come il creatore di questa fantomatica invidia. Cersei non è neanche un personaggio da manuale, ma direttamente un archetipo. Costretta in vesti femminili che odia sin dai lontani giorni in cui, bambina, scopre che vestendosi da uomo gli uomini le portavano tutt'altro rispetto, e finisce per vivere una vita di potere riflesso attraverso gli uomini accanto a lei: suo padre, suo fratello, i suoi figli (amore amore per i figli, ma pure qui quelli maschi, Myrcella via sulla barchetta dall'altro capo del regno). Giunge alla follia definitiva quando, per provare come si sente un uomo a letto, cede ai desideri della sua calda dama di compagnia (a proposito ma Martin che idee ha sulle donne di colore? Son tutte calienti, sensuali, grondanti desiderio). Cersei compie il grande errore di credere che il suo limite stia in mezzo alle gambe, quando è tutto nella testa. Un errore che secondo me, nella storia, hanno commesso giusto lei e Freud.

DAENERYS: 
 Meglio conosciuta come la donna che credeva nell'intercultura. La madre dei draghi, nata in un posto che non ha mai visto, cresciuta in oriente, sposa di una specie di nomade del massacro arabo, bisposa di un altro orientale e friendzonatrice di cavalieri occidentali, è quel che si dice una donna che crede nelle unioni tra persone di origini differenti. Se conosce un nuovo popolo ne assorbe la lingua all'istante, i vestiti subito dopo, i mezzi di locomozione e le ancelle asapm le disgustose pietanze orientali idem. Non è donna che subisca lo shock interculturale lei, perciò nessun libro le calza meglio quanto "Processi di socializzazione" di Katia Scannavini.
 Per la sua ansia perpetua di diventare madre e avere figli, si demanda al futuro (comunque qualcuno dovrebbe dire a Martin che è un po' morboso nel descrivere i rapporti tra madri e figli).

VARYS/DITOCORTO:
I manipolatori per eccellenza. Poveri di mezzi materiali, ricchi di quelli mentali, sono i mr. Ripley del trono di spade. Se non ho ancora ben capito Varys dove vuole andare a parare, Ditocorto si sa benissimo: al massimo dei massimi e possibilmente con Sansa Stark nel letto come surrogato della madre. Entrambi hanno allegramente fatto la scalata sociale manipolando il prossimo con mezzi più o meno leciti. Di veri manipolatori nella vita io ne ho incontrati due. Persone con problemi veri intendo, in grado di inventare storie straordinarie senza mai tradirsi e mettere letteralmente a soqquadro (distruggendola) la vita degli altri. Esistono queste persone in grado di dare alla realtà la forma che desiderano traendone piacere o vantaggio.
 Per i nostri due simpatici amici, il nostro maestro Pycelle nazionale: Vittorino Andreoli con "I segreti della mente".

SAMWELL TARLY: 
Di tanti lui mi è molto simpatico. Non capisco bene come sia potuto diventare un personaggio principale, ma è praticamente l'unico uomo non eroico e quindi credibile del libro. Robb Stark a 15 anni già comanda eserciti senza paura, Arya Stark ammazza gente senza remore morali a 9, Bran attraversa terre ghiacciate non deambulando alla ricerca di corvi mostruosi a 8. Tutte cose che fanno nascere domande (ne hanno fatte nascere anche agli sceneggiatori della serie visto che tutti hanno almeno 5 anni di più) e rendono il tutto meno realistico del previsto. Samwell è invece l'obeso figlio di un importante Lord che vuole solo progenie prestante. Preferisce studiare, a furia di sentirsi dire che è un codardo non fa che ripeterlo a oltranza e secondo me, a furia di sentirsi dire che è obeso non fa che essere obeso. Non si spiega se no come possa lardeggiare in giro per libri interi senza perdere un etto nonostante non mangi per giorni, si alleni, cavalchi, guerreggi, cammini sfinito nella neve e vomiti qualsiasi cosa per giorni dal ponte di una nave. L'unico accenno ad un suo vago dimagrimento è quando è costretto a mangiare pane e frutta per qualche giorno consecutivo. Per lui, la dimostrazione perfetta che se sei grasso dentro sarai per sempre grasso fuori, nonostante qualsiasi dieta, ecco "Gli alberi non ingrassano". Gli alberi e gli uccelli non pensano ergo non ingrassano. No think no fat.

JOFFREY BARATHEON:
 Il figlio che tutti non vorrebbero avere, il governante tra le cui grinfie nessuno vorrebbe passare, cattivo e sadico, sanguinario e completamente pazzo, viene vezzeggiato all'infinito da sua madre che ne venera il carattere dominante (la classica madre del figlio che ammazza qualcuno eppure è "tanto un bravo ragazzo"). Tutti a chiedersi un tipo così da dove sia saltato fuori, quando mi pare che la genetica insegni che le unioni tra consanguinei non è che diano spesso felici risultati, se i consanguinei sono gemelli e con una riserva di crudeltà non indifferente, mi pare che sia un miracolo che su tre ne sia uscito solo uno fuori di testa. La coppia che forma con Sansa Stark è il più classico dei connubi disfunzionali: la donzella sperduta che si innamora di un tipo che crede essere buono e gentile e invece la mena ogni due per tre. Certo, Sansa Stark era sola e abbandonata in una corte che era peggio di Hunger Games, ma si era ficcata in una situazione tanto infelice da sola, degna figlia di sua madre. Joffrey Baratheon comunque è solo l'ultimo di una nutrita schiera di persone di potere completamente deliranti e quale libro gli si addice di più se non "Psicopatici al potere" di Jon Ronson?

JAMIE LANNISTER: 
Nasce cattivo e si redime nel dolore e nell'amicizia col disprezzato genere femminile. Martin è secondo me troppo buono con questo nobiluomo che non si fa scrupoli a buttare un ragazzino giù da una torre, ma improvvisamente si sente troppo up per salvare la sorella che si faceva fino al giorno prima. Jamie Lannister è il narciso che sa di essere un narciso, che pensa di non essere più un narciso perché il suo corpo perfetto è stato moncato della mano perfetta, ma alla fine è sempre un narciso (io e solo io mi salvo, Cersei crepa pure senza me). E' talmente egocentrico e pieno di sè, da non concepire di amare altri se non la sua immagine riflessa. Il fatto che la gemella abbia desiderato altri uomini oltre lui, mi pare senza dubbio più sano dell'antica e unica devozione di Jamie che non riesce a staccarsi da un sé stesso con le tette.
 Per lui il libro di psicologia più adatto è senza dubbio "Il narcisismo" di Lowen. Dubito tuttavia che l'eventuale lettura possa sortire qualche effetto.

JON SNOW: 
Pure il cucciolo più sfigato per lui
Non si vedeva un complesso di Cenerentola dai tempi della donna a cui deve il nome. Jon Snow è il figlio che si sente poco amato, rifiutato, tenuto in disparte a favore dei figli prediletti. Certo, Jon ha dalla sua il fatto di essere figlio di madre ignota e di essere detestato con tutte le forze dalla sciura Catelyn che dopo 15 anni ancora non si è arresa all'evidenza che sì, diecimila anni prima, due giorni dopo averla incontrata, il retto Eddard ha osato avere un'altra donna. Una, che se si fosse sposata con Robert Baratheon sarebbe andata giù dalla rupe tarpea dopo due secondi. Amato dai fratelli, (esclusa la sciuretta in erba Sansa), tuttavia sente crescere in sè un tale senso di angoscia da non trovare altra strada se non rinchiudersi su una barriera ghiacciata alta mille mila metri con un gruppo di uomini disperati e vestiti di nero. Ovvio, come non pensarci prima? Per lui, il libro che sta facendo furore in Francia: “L’enfant préféré, chance ou fardeau?” di Sellenet e Paque.
Forza Jon ce la puoi fare.

CATELYN TULLY: 
Oh sempre attaccata a 'sto poro figlio!
 Se almeno Cersei ha l'ansia del potere, 'sta donna non fa altro che romperci le palle sul dovere, il dovere, il dovere. Sorta di casalinga medievale, priva di qualsiasi ingegno geopolitico, invece di tornarsene a Grande Inverno a fare qualcosa di utile, sta sempre morbosamente attaccata al primogenito causandogli casini a catena. E prima si mette a vagare come una demente con Tyrion Lannister al seguito cercando vendetta privata dalla sorella mentalmente deviata, poi assiste impotente al delitto perfetto portandosi dietro un altro caso umano, poi spedisce il caso umano a riportare Jamie Lannister a casa inimicandosi mezzo esercito del nord per riavere due figlie di cui, fino a due pagine prima gliene fregava relativamente. La predilezione della stessa per l'adorato Robb e l'adorato Bran è schiacciante. Arya non la considera proprio, Sansa è una donnina (il suo unico pensiero per lei), Rickon, il più piccolo e inutile degli Stark pare quasi che si dimentichi di averlo concepito. Quale libro le si adatta alla perfezione? Ma ovviamente "Figlio di sua madre: il legame speciale tra madre e figlio maschio". Le delicate grinfie materne sul collo di Robb (che pur di sfuggirle sposa la prima nobiluccia di turno) sono continue, pressanti, sfiancanti e motivo della caduta di un intero regno e di una nobile casata.
Magari qualcuna la troverà simpatica, ma io ho sempre pensato che fosse una cretina.
 E manco la morte ce l'ha tolta di torno...oh manco la morte...
 (Ps. Stesso problema, ma con valenze patologiche per la sorella minore Lysa Tully, attaccata morbosamente al figlioletto. La peggior testimonial che l'allattamento al seno protratto potesse sperare di avere).

E voi? Quali altri mille mila accostamenti avreste fatto? Io ho dovuto fermarmi, se no qua potevo scriverci un'enciclopedia...

2 commenti:

  1. Mi sarebbe piaciuto leggere i libri della saga, ma ho deciso di limitarmi alla serie tv: sono troppi e monopolizzerebbero la mia attenzione per troppo tempo, considerando che ormai leggo solo prima di andare a dormire.
    Non sapevo che Arya nei libri avesse nove anni e tanto meno che Bran ne avesse otto! Sono due dei personaggi che preferisco, anche se il mio preferito è Tyrion Lannister. Lui e Jon Snow hanno un problema simile, ma affrontato in modo completamente diverso: uno reagisce (molto a modo suo prima, poi dovrebbero stendergli un tappeto rosso), mentre l'altro si flagella, si autopunisce per colpe non sue. Mah!

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    1. Tutti o quasi i personaggi del libro sono molto molto più giovani. Catelyn e Cersei hanno poco più di 30 anni, Jon e Robb ne hanno 15/16, Margaery ne ha 14 ecc ecc
      Hanno fatto bene, secondo me, nella serie a crescerli tutti di un 5 anni (e i più vecchi ancora di più).

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