Per quanto abbia letto molto durante tutta la mia infanzia a preadolescenza, ho un ricordo di quelle letture piuttosto confuso, come se tutto facesse parte di un immenso calderone in cui troppe trame finivano mescolate a quantità assolutamente gigantesche di Topolino anni '70 che la sorella di mio nonno si era procurata non so dove (per quantità gigantesche intendo centinaia di numeri).
Di libri che perciò mi sono rimasti impressi con forza ne sono rimasti poco. Mi rimane più che altro la sensazione che provavo quando leggevo, tra l'altro sempre con paesaggi estivi, perché nei tre mesi al mare, isolata dal mondo (sembra che abbia 70 anni, ma era in epoca presmartphone, quindi davvero ere geologiche fa), per passare il tempo non facevo altro che leggere.
Ecco, se dovessi ricordarmi qualcosa di quei tempi lontani, rimembro principalmente un'immagine più romanzesca che di un romanzo: me, seduta sulle scale della casa al mare di mio nonno, che leggo e leggo e leggo nel caldo sardo.
Comunque, romanticismo a parte, volevo fare un post sulle letture che hanno significato qualcosa per me nella mia infanzia, ma, visto il succitato calderone, ho fatto un po' fatica a fare un elenco degno di questo nome. Con un esercizio di memoria (pensavo di averne una migliore) infine ce l'ho fatta!
Iniziamo!
"LA BAMBINA COL FALCONE" e "ALLA CACCIA DEL TESORO SCOMPARSO":
Grazie a dio i miei genitori non sono mai stati quel genere di genitore che ti riempie di libri sulle principesse (ok, mia madre si ostinava a ficcarmi in abiti che detestavo, pieni di colletti giganteschi e gonne da DDR, ma erano pur sempre gli anni '80 non posso fargliene una colpa totale) e, se proprio non avevano genio di comprarmi qualcosa loro, mi portavano di peso in biblioteca o, soprattutto in estate, mi lasciavano pascolare con mio nonno in libreria.
"La bambina col falcone" di Bianca Pitzorno, nello specifico, arrivò a me, dalla libreria dismessa di un'insegnante bolognese che abitava vicino a noi durante il periodo estivo.
Nel mare magnum di libri completamente privi di senso logico, oltre alla strana storia di una tipa molto esuberante che il padre spediva in collegio di educande perché gliela rispedissero confezionata come una bomboniera e pronta a sposarsi a 17 anni, c'era, fortunatamente una vecchia edizione de "La bambina col falcone".
Se non l'avete letta, sappiate che pur adulti, siete ancora in tempo. L'affresco storico, quello di un'Italia del sud sotto il dominio di Federico II, è maestoso e descritto minuziosamente senza troppi cedimenti al romanzesco e la storia delle due sorelle Melisenda e Costanza molto veritiero.
Il falconiere del re ha infatti una moglie che ama molto, ma partorisce solo figlie femmine. Lui non è troppo dispiaciuto, ma sua moglie sì perché vorrebbe dargli un erede maschio. Nel frattempo, tra una sorella e l'altra, Costanza, la primogenita, cresce col mito delle crociate in Medio-oriente e vorrebbe diventare cavaliere invece di imparare a cucire e gestire la casa. Sua sorella minore, Melisenda, ha un carattere più dolce e cerca di mitigare le intemperanze della sorella che non ne vuole proprio sapere di fare la bella castellana in attesa del principe.
Finirà in modo dolceamaro, senza principi azzurri, ma neanche metamorfosi alla Giovanna D'Arco. Finirà in modo estremamente reale.
Il secondo, "Alla caccia del tesoro scomparso", narra l'avventura in giallo di Giulia che i genitori spediscono in Sardegna invece che al campo scout, con suo sommo dispiacere.
Questo del non poter andare ai campi scout era un tema che sentivo molto visto che per anni furono proibiti anche a me, perciò mi ritrovai in questo libro con raro trasporto.
Mai più riletto successivamente lo confesso, quindi ne ho un ricordo fumoso. Lo consiglio per tutte le ragazzine che vorrebbero fare le archeologhe (come ero anche io fomentata da Indiana Jones).
Mai più riletto successivamente lo confesso, quindi ne ho un ricordo fumoso. Lo consiglio per tutte le ragazzine che vorrebbero fare le archeologhe (come ero anche io fomentata da Indiana Jones).
"L'ALTRA ISABEL" di KENNETH LILLINGTON :
Per lunghissimo tempo questo libro fu uno dei miei preferiti in assoluto.
Era in fiero possesso della mia migliore amica dell'estate (una ragazzina pavese che, pure lei, passava non meno di due mesi nella stessa spiaggia stesso mare per anni e anni) e, nonostante glielo chiedessi in prestito di continuo, per qualche misterioso motivo finivo per non comprarne mai una copia per me (sadomasochismo da lettore? Boh).
Era in fiero possesso della mia migliore amica dell'estate (una ragazzina pavese che, pure lei, passava non meno di due mesi nella stessa spiaggia stesso mare per anni e anni) e, nonostante glielo chiedessi in prestito di continuo, per qualche misterioso motivo finivo per non comprarne mai una copia per me (sadomasochismo da lettore? Boh).
L'ho infine acquistato da grande all'usato e, rileggendolo, non ho ben capito perché mi affascinasse così tanto da ragazzina. Nel senso, è una bella storia, non stereotipata e c'è un grosso fattore di mistero inquietante, però chissà quale mie particolari corde toccava.
Per chi volesse cercarlo per le proprie pargole o pargoli amanti delle storie di fantasmi, "L'altra Isabel" parla di un ragazzo, Michael, che ad una sorta di scuola estiva (vado a memoria) conosce la bella Isabel, una diciottenne molto riservata bravissima a disegnare. Subito si infatua di lei, ma non riesce a capire come mai talvolta appaia inquietantemente apatica e con occhiali da sole scurissimi.
Presto detto, Isabel non ha nè una gemella nè si veste come il cieco di Sorrento, semplicemente ha un perfido doppelganger che la perseguita sin dalla sua infanzia e dal quale lei cerca di difendersi tramite i disegni che avrebbero una sorta di potere salvifico. Per quanto la rileggessi, questa storia che era d'amore ma mica tanto e metteva una certa ansia, mi catturava senza rimedio.
Dopo tanti anni rimane il fatto che è una storia per niente sdolcinata, ma la magia è andata perduta. Se lo trovate in giro e avete una ragazzina sui 12 anni per casa io glielo regalerei. Libri così purtroppo non ne girano più tanti, altro che doppelganger malvagi, a quell'età si è già sulla strada dei sick-lit.
"LA FATTORIA DEGLI ANIMALI":
Ebbene sì,un'incauta prof costrinse tutta la classe a leggerlo come libro dell'anno in quinta elementare lasciandomi un ricordo indelebile della trama e una curiosa interpretazione della storia che nulla aveva a che vedere col comunismo.
Tra l'altro, dopo la visione del film, pensai che si trattasse di una specie di fiaba ecologista: la natura corrotta dagli esseri umani. |
Quando mi parlate di questo libro io non vedo Trotsky e Stalin e la rivoluzione d'ottobre, ma davanti ai miei occhi si para l'immagine del pony infiocchettato che sparisce per riavere i suoi lazzi da schiavo del vicino capitalista, ricordo il grasso palla di neve (nel mio immaginario una specie di porcellino bianco molto molto grasso), vedo Gondrano, il grosso cavallo sfruttato (altro che popolo cieco militante fedele), vedo le pecore che brucano imbelli e imbecilli (altro che intellettuali asserviti).
Ai miei occhi di decenne "La fattoria degli animali" era una storia di cattiva gestione agraria, in cui, un branco di maiali mostrava tutto il suo egoismo facendosi corrompere da carrubbe dorate. Non ci vedevo manco nulla di particolarmente strano: erano maiali, alla fine era logico che la rotella gli sarebbe partita.
Ecco, le maestre mi avranno dato da leggere non so quanti libri, ma gli unici che ricordo con vividezza sono questo e "La capanna dello zio Tom", altra storia di drammatico razzismo di cui avevo solo una vaghissima percezione (mi ricordo principalmente i miei pianti disperati alla morte dello zio Tom).
Ps. Mi fecero vedere anche il cartone animato, una roba da incubo alla Stephen King
Di libri di quando era veramente piccoooola piccoooola non ricordo me ne sia rimasto impresso nessuno se non una sorta di Galateo illustrato con Topolino e Minnie su cui mio padre mi insegnò a leggere a 5 anni. Stop.
E i libri che hanno segnato la vostra infanzia quali sono??
L'isola del tesoro di Robert Louis Stevenson
RispondiEliminaIl segreto del bosco vecchio di Dino Buzzati
Il Barone rampante di Italo Calvino
Il primo l'ho letto da bambina in una raccolta mondadori anni 50/60.
Gli altri due li ho studiati a scuola ma ho un bellissimo ricordo di entrambi.
Bellissimo l'aneddoto sul La fattoria degli animali, immagino le sviste da libri letti nel momento non opportuno per capirli. Anch'io mi rivedo di tanto in tanto al mare, ancorata sotto l'ombrellone a leggere:i preparativi per la partenza per le vacanze iniziavano almeno due settimane prima con la missione di far entrare nel mio zainetto quanti più libri possibile! Sicuramente avrò letto ANCHE al mare Ascolta il mio cuore, che avrò divorato almeno 10 volte: la Pitzorno è sicuramente l'autrice che leggevo di più e che rimane tuttora il simbolo della mia infanzia. Poi ci sono Il giro del mondo in ottanta giorni, Piccole donne, di cui ultimamente mi è venuta una gran nostalgia, Il GGG, Matilda e Le streghe di Roald Dahl e Le tredici vite e mezzo del capitano Orso Blu di Walter Moers. Li vorrei rileggere tutti immediatamente! :)
RispondiEliminaAvete gli anni di mia figlia, visto che i libri di cui parlate erano quelli che compravo io. Purtroppo nei primi anni Sessanta c'era poco per dodici/tredicenni, mentre avevo pascolato a sazietà qualche anno prima nel Libro della giungla, nei Ragazzi di via Pal, eccetera eccetera. Del l'adolescenza ricordo un minestrone tremendo, dove Guerra e pace (!!!!) si alternava ai romanzi di Giana Anguissola e ai romanzi anni trenta di mia madre. Eh sì, perché i libri "per signorine" erano davvero troppo melensi e mia madre me li rifiutava.
RispondiEliminaIo ho il tuo problema contrario: ricordi vividissimi dei libri dell'infanzia/adolescenta, e impressioni quasi sempre fumose di quanto letto in età adulta. Tant'è che se mi si chiede il mio libro preferito, di solito sparo il titolo di un romanzo 'per ragazzi', ché il mio faro illuminante adulto forse non l'ho ancora trovato ^^;
RispondiEliminaHo imparato a leggere sui racconti di Compare Coniglio della Blyton (o, almeno, è il primo libro con più testo che immagini letto da sola della mia memoria - anzi, i libri erano tre, ché trattavasi di cofanetto) e poi non mi sono mai fermata. Dato che leggevo molto più velocemente di quanto i miei riuscissero a rifornirmi di libri, ho letto e riletto ossessivamente un sacco di romanzi: "Il giardino segreto", "Piccoli uomini" (terzo del ciclo di Piccole Donne), "L'isola misteriosa", "Avventure con la Banda dei Cinque" (altra Blyton), "Professione Spia" (un Gaia Junior), anche io la Pitzorno del miniciclo "Speciale Violante" e "Principessa Laurentina" (sempre Gaia Mondadori), ecc. Ma il libro che, infallibilmente, rileggevo ogni anno in estate (credo di essere arrivata a 15-16 riletture) era "La famiglia Robinson", storia di un famiglia svizzera vittima di un naufragio che si ricostruisce una vita su un'isola (penisola?) deserta: ne hanno tratto anche un anime, che però con l'originale c'entra poco.
Anche io passavo l'estate a leggere. Non ero confinata, come te, fuori 'continente', ma solo a casa dei nonni, a meno di 10 km dalla mia (dove tornavo ogni sera), ma l'effetto era esattamente lo stesso: interminabili giorni in campagna con nulla da fare (a parte i compiti), una sorella troppo piccola e amichetti zero in zona. Quindi... si legge! Tuttora l'arrivo del caldo mi dà l'impressione dell'inizio della 'stagione dei libri' XD
Io però non leggevo sui gradini: nelle ore calde stavo in una cameretta tutta mia; altrimenti buttata da qualche parte in giardino, all'ombra, spesso su un'amaca. Più grande, ho letto anche Svevo e Pavese, sull'amaca! :D
E dire che adesso, che 'a casa dei nonni' ci abitiamo tutti, causa zanzare tigre d'estate tocca vivere barricati in casa... :-\
i lunghi pomeriggi estivi a Taranto, un incubo allietato solo dalle lunghe nuotate mattutine e dalle lunghe letture pomeridiane e serali: Verne (in particolare 20.000 leghe sotto i mari e Viaggio al centro della terra) Dickens (cara NR., tu parli della sfiga nei libri di Coe, ma Dickens 'ndo lo metti? un'ecatombe! un succedersi di disgrazie che manco Toto' jettatore!), Mark Twain, Piccole donne (w Jo!, anche se non ho mai capito perché finisse per sposare il vecchiardo, boh), Pattini d'argento, via Paal, Giardino segreto, i libri di Victor Hugo fregati a una zia inttellectual, e se ne capivo un decimo, chissene...? l'amata Austen; dai 12 in poi: Steinbeck a gogo, sottratto a mio pdre; gialli e noir (idem di mio padre), perfino Guerra e pace durante l'estate fra sec. e ter. liceo... ero stata rimandata in mate e me dovevo consola'! e poi Topolini vari, Tex (riforniti dai cugini), Corriere de piccoli... qualunque cosa stampata! ai tempi miei, non solo non c'erano i pc, ma la tv arrivò che avevo 7-8 anni e comunque dopo Carosello era finita!
RispondiEliminaPer quanti riguarda me (lettore indeFESSO da più di 50 anni), se devo pensare ai libri della mia lontana fanciullezza:
RispondiEliminaPattini d'argento
zanna bianca
20.000 leghe sotto i mari...
poi arrivò 007, Angelica....la fantascienza, sven hassel...
Comunque, PER ME, il libro è sempre un'occasione per scoprire mondi nuovi, condividere esperienze, e crescere intellettualmente.
Ora qua QUASI sessantenne con migliaia di libri letti, ho ancora la curiosità che mi permette di continuare ad imparare...
ooooh, questo nickname è fantastico!!
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RispondiEliminaho passato l'infanzia e l'adolescenza a leggere, leggere, leggere.
RispondiEliminasoprattutto d'estate,soprattutto di notte.
vivevo in una casa con un enorme terrazzo coperto,e a volte mi addormentavo sul divanetto di vimini,con le pagine dei libri appiccicate alla faccia.
ricordo ancora che in una notte avevo letto tre libri,ero una specie di bulimica della lettura,i miei genitori quando dovevano punirmi mi vietavano di andare in biblioteca,il vero luogo dove sono cresciuta.
la bibliotecaria era la mia vecchia maestra d'asilo,ricordo come fosse ieri quando si è affacciata nella stanza della biblioteca "dei piccoli"e mi ha detto
"forse è ora che tu vada nella sala adulti,questi ormai li hai letti tutti."
avevo undici anni e nella biblioteca dei grandi ho preso un libro di Asimov, perchè era lì,fra i primi del primo scaffale e avevo un pò paura ad addentrarmi.
quel giorno sono uscita con sei libri.gli ultimi giallo junior e gaia junior che mi mancavano (Pike e la Pitzorno, sicuramente),Cronache della fondazione e "Il piccolo Hans".
(tra la sala dei piccoli e quella degli adulti c'era un corridoio con la saggistica,soprattutto psicologia e psicanalisi.)
scusa la sottospecie di madeleine, è che per me la lettura è stata fondamentale nell'infanzia e adolescenza,leggo ancora tanto,non quanto vorrei,purtroppo.sono pigra in tutto ma non nella lettura.se potessi mi reicarnerei in un gatto che sappia leggere.
come ne "la società dei gatti assassini", altro giallo junior.
ho amato tantissimo quelle due collane, il tuo post ha causato questo momento proustiano!
ce n'era anche una terza della mondadori,con la fascetta rossa,tra gli altri aveva roald dahl..
Pandora
(leggoti sempre,commentoti ora!)
Quello che racconti mi suona decisamente familiare... il paesino sperduto in cui trascorrevo i mesi delle vacanze estive era in montagna invece che al mare, erano gli anni Novanta invece che gli Ottanta, ma a parte questo tutto il resto combacia! Comprese le tonnellate di vecchi fumetti e i libri trovati sugli scaffali di parenti e amici dei miei.
RispondiEliminaAnch'io di quel periodo ho ricordi nebbiosi di pomeriggi trascorsi a casa della nonna, con le persiane abbassate per non far entrare il caldo, a leggere leggere leggere. Tra i libri che mi erano capitati tra le mani e che ancora ricordo con piacere, per le atmosfere soprattutto, ci sono sicuramente:
i romanzi e i racconti di Sherlock Holmes, dal primo all'ultimo;
i romanzi di Angelica, pieni di scritte e sottolineature di mia madre, che a sua volta li aveva letti e riletti da ragazzina;
tutta una serie di vecchi Urania;
i romanzi di Bianca Pitzorno;
i romanzi di Dino Buzzati;
i romanzi per ragazzi di Pennac e, qualche anno più tardi, la saga di Malausséne che costituì per me una specie di epifania, di quelle che capitano soprattutto da adolescenti quando scopri un autore che sa parlare direttamente con te dalle pagine dei suoi libri;
e per finire i romanzi de Il Battello a Vapore, di cui avevo praticamente la collezione completa e devo dire che, ripensandoci, è un peccato che alcuni di quei libri non siano più stati pubblicati. Uno in particolare ricordo che mi aveva colpito moltissimo: "Il mistero di Agnes Cecilia", di Maria Gripe. L'ho riletto di recente e non mi ha deluso: un romanzo appassionante, pieno di atmosfere magiche, una trama in grado di toccare argomenti delicati e dolorosi senza pesantezza, e nonostante il pubblico giovanile cui era indirizzata; e soprattutto una protagonista adolescente credibile e per nulla stereotipata come capita la maggior parte delle volte. A pensarci bene lo consiglio anche agli adulti, se per caso dovesse spuntarvi davanti in qualche mercatino dell'usato!
Comunque, fateci caso: la Pitzorno ci ha 'battezzate' a tutte! XD
RispondiEliminaEh ha beccato una fascia d'età precisa, però è amata anche adesso, anche se con i classici più classici, tipo "L'incredibile storia di Lavinia". Eeeeh ci vorrebbe di nuovo la Gaja Junior con noi
EliminaMa la Gaia Junior è defunta? Perché i libri Mondadori per giovani ragazze esistono ancora, o almeno esistevano fino a 2-3 anni fa (ne comprai uno a mia cugina) e hanno sempre il dorso rosa. Però sono cambiati molto gli argomenti trattati e l'immagine femminile che se ne ricava, purtroppo. Non ho fatto caso se la collana si chiami ancora Gaia, però...
EliminaComunque, ci vorrebbe ancora la Gaia Junior di 20-30 anni fa, diciamo :P
In questo momento, il primo titolo di libri per ragazzi che mi viene in mente è "Il fantasma del Monte Che Barba", di Gianni Padoan. Ho adorato quella storia, per l'epoca aveva un linguaggio volutamente "giovanile" ed era una scelta stilistica innovativa ed accattivante. E "Il giornalino di Gian Burrasca", che mi venne passato da mia madre, e che ho letto e riletto e riletto all'infinito. Poi, la mia infanzia è stata quella della Pippi Calzelunghe televisiva. Però dei personaggi della Lindgren non era Pippi la mia preferita, nei libri ho amato molto più Ronja, La figlia del brigante (lo Studio Ghibli proprio nel 2014 ha mandato in onda la sua versione anime, e direi che è stata fedelissima), oppure Martina di Poggio di Giugno, o Emil...
RispondiEliminaQualche anno fa ho avuto un ritorno di fiamma per la cosiddetta "letteratura per l'infanzia", ed è stato tardivamente che ho conosciuto Bianca Pitzorno e Roald Dahl. Di quest'ultimo però mi è piaciuto solo "Matilde". "Le streghe" l'ho detestato, forse perchè non sopporto i libri in cui viene riciclato lo stereotipo della strega come personaggio negativo assoluto.
Mi è piaciuto molto "Coraline", di Neil Gaiman, ed anche un libro misconosciuto ma che consiglio caldamente a tutti, di due autori "del Nord", Jostein Gaarder e Klaus Hagerup, "Lilli de Libris e la biblioteca magica"...un titolo irresistibile per tutti i bibliofili, ed anche un testo molto educativo, secondo me.
Hai ricordato Bianca Pitzorno e la collana Mondadori "Junior Gaia". Grazie d'avermi fatto rivivere le letture più belle della mia infanzia e della mia adolescenza. ^^ (Infanzia? Sì, leggevo gli "Junior Gaia" a nove anni... vabbe'...)
RispondiEliminaIl libro che lessi nella mia infanzia e di cui ho ancora un ricordo nitido è "Norby, Il Robot stravagante" di Isaac Asimoc. Fu un regalo per il mio 8° compleanno, ed era un cofanetto contenente i primi 5 capitoli della saga con Norby come protagonista. Li divorai tutti in un unico pomeriggio, e ancora oggi mi ricordo vividamente la trama del primo tomo ("Il Robot stravagant"), praticamente pagina per pagina.
RispondiEliminaNon ho mai incontrato nessun mio coetaneo che abbia mai letto tale saga per bambini. A tutt'oggi credo che siano in pochi a conoscerla, ancora meno quelli che l'hanno letta da piccoli. Non mi stupirei se in Italia non sia nemmeno più stampata. Peccato, perché è una serie che merita.