Stanotte è passata Santa Lucia, io avevo ordinato per dolcemetà, che la festeggia con ardore, un regalo ben 20 giorni, ma ovviamente si è guardato bene dall'arrivare in tempo.
In realtà prima di trasferirmi al nord non sapevo di questa usanza, a macchia di leopardo al nord e in alcune parti del sud, che vuole santa Lucia portatrice di doni ai bambini, e ieri, grazie ai molti commenti ad un post che ho pubblicato su fb, ho scoperto che Babbo Natale non ha ancora fagocitato del tutto i suoi colleghi magici di tutto il mondo.
Ho avuto perciò l'idea di un post su alcuni dei principali portatori incantati di doni durante le feste.
Ce ne sono molti più di quel che si pensa!
BABBO NATALE:
Non ho mai provato eccessiva simpatia per Babbo Natale, probabilmente perché sin da bambina mi è stato detto che non esisteva ed era una falsa creatura fatata inventata dalla coca cola per vendere (ho saputo la storia di Santa Klaus solo adulta e perciò non ha nessun appeal su di me).
Inoltre, ricevendo i regali il giorno della befana, ma avendo passato quasi tutti i natali della mia infanzia a Napoli, dove invece i miei cugini ne scartavano copiosi il 25 sera mentre io rimanevo senza niente, mi è rimasta proprio un'atavica antipatia.
E' difficile fare un sunto sulle origini di quella che è ormai la figura magica più popolare tra quelle che portano i doni, ma sostanzialmente si tratta di San Nicola vescovo incrociato con una figura pagana di origine nord europea.
Perché proprio san Nicola? Un vescovo cristiano in Asia minore le cui spoglie vennero trafugate dai baresi, tuttora a lui devoti con entusiasmo?
I motivi sono legati a due leggende.
La prima (simile a quella di San Valentino) vuole che San Nicola abbia salvato tre povere giovani dalla zitellaggine (o dal meretricio, a seconda della leggenda) donando loro tre palle d'oro. Le tre ragazze infatti non avevano dote alcuna e, altrimenti, sarebbero state avviate a un destino avverso.
La seconda leggenda è, ovviamente, creepy. Pare infatti che San Nicola abbia resuscitato tre bambini uccisi e messi sotto sale da un macellaio malvagio.
L'iconografia da spirito dei boschi con corona di bacche e vestito verde (poi diventato rosso grazie alla pubblicità della coca cola), deriva invece dall'incrocio con alcune tradizioni nordiche pagane che lo vorrebbero uomo tramutato in felice spirito boschivo intento a donare gioia ai bambini coi suoi doni.
I consigli sono: "La vera storia di Babbo Natale" di Alfio e Michele Maggiolini e "Babbo Natale" di Nicola Lagioia.
LA BEFANA:
La befana è in assoluto il mio spirito magico preferito, quello della mia infanzia.
Dalle mie parti era assai più popolare di Babbo Natale, tanto da arrivare (credo arrivi tuttora) ogni 6 gennaio mattina, direttamente in stazione con apposito treno.
Era così popolare che il pomeriggio c'era anche quella che mia madre chiamava "la befana fascista" ovvero una befana specifica per i pargoli dei simpatizzanti di Alleanza Nazionale che riceveva nella sede del partito o al centro anziani (ovviamente non sono mai stata portata).
Al nord tutti mi chiedono se non fosse triste ricevere i regali solo il 6, in realtà era ancora meglio perché avevi la trepidazione delle feste fino all'ultimo.
Senza contare che il giorno della befana lo passavamo dai miei nonni che ci facevano trovare cannelloni, calze di dolciumi prese a piazza Navona a Roma e regali. Un povero amico di famiglia era anche costretto a vestirsi da vecchiarella che portava le calze prima di pranzo.
Era insomma una roba incomparabile con la sera di Natale dove non c'erano calze, spettacoli in piazza e treni in arrivo.
In ogni caso da dove viene la vecchina che cavalca la scopa? Ovviamente dal mai scomparso mondo pagano e, in particolare, pare alla figura della dea Diana che pare sorvolasse la terra proprio nei giorni per noi natalizi.
L'anno scorso feci un post sui libri dedicati alla befana e ve lo linko di nuovo, trovate lì suggerimenti libreschi in abbondanza.
I RE MAGI:
I re magi in Italia non sono molto considerati all'infuori della loro presenza sul presepe.
I più appassionati della tradizione presepistica passano dicembre a spostare i re Magi sui loro cammelli sempre più vicini alla grotta, fino al momento in cui arriveranno a rendere omaggio a Gesù Bambino (e allora le statuine si cambiano: via i cammelli, tutti in ginocchio).
Come detto qualche post fa, non si sa bene chi fossero questi magi, se re o addirittura sacerdoti di qualche religione medio-orientale (o addirittura più lontana), certo è che appaiono in uno dei vangeli sinottici, quello di Matteo ed "esistono" perciò a pieno titolo nella tradizione cattolica (non come il bue e l'asino che fanno parte dell'immaginario, ma sono nominati "solo" in quelli apocrifi).
Peraltro ce ne parla uno dei due evangelisti che conobbero davvero Gesù, san Matteo, quindi sono particolarmente doc dop.
Tuttavia da noi rimangono solo affascinanti figure di contorno, mentreTuttavia da noi rimangono solo affascinanti figure di contorno, mentre è in Spagna che vivono il loro momento di gloria: sono infatti loro, all'epifania, a portare doni ai bambini.
La tradizione peraltro, è abbastanza vistosa: il 6 gennaio infatti, sfilano per molte città spagnole le cosiddette Cabalgata de Los Reyes Magos.
Carri allegorici e figuranti, un po' in stile carnevale nostrano, sfilano assieme ai re magi e, nel mentre vengono distribuiti caramelle e dolciumi.
Esiste anche un dolce tipico: il Roscòn do Reyes!
Una sorta di ciambella glassata e ricoperta di frutta candita. All'interno viene nascosto anche un piccolo regalo che porterà fortuna a chi lo troverà (immagino siano attenti a non strozzarsi).
Altro dolce tipico natalizio (che ho anche mangiato) sono i polvorones. Esternamente sono incartati come i sospiri sardi, ma pam! bisogna schiacciarli e polverizzarli. E poi mangiarli in qualche modo.
Letture consigliate: il già consigliato saggio "Re magi" ed. Marsilio e "Cucina spagnola" di Manuel Vazquez Montalbàn.
SANTA LUCIA:
Prima di trasferirmi al nord, ricordavo che il 13 dicembre era santa Lucia solo perché, nel mio paese, vi si svolge una delle due grandi fiere annuali, perciò, solitamente saltavo scuola.
Poi, una volta trasferitami al nord, essendo dolcemetà bresciana, ho scoperto che, in alcune zone a macchia di leopardo, delle regioni nordiche, essa è una sorta di befana.
Munita di pratico nastro a coprirle gli occhi non in ottime condizioni, ella va in giro, la notte del 13, a cavallo di un asinello, e lascia i doni ai bravi bambini. Usanza vuole che venga lasciato sul tavolo del cibo per lei e qualcosa per il povero animale affaticato.
Probabilmente avendo conosciuto questo ruolo della santa solo da adulta, continuo a essere perplessa dal fatto che una santa senza occhi porti doni ai bambini, trovandola una cosa vagamente spaventosa.
Alcuni mi hanno spiegato che sostanzialmente santa Lucia è vista un po' con l'iconografia svedese: vestaglia bianca e candele in testa a mò di corona, ha gli occhi al suo posto e la storia che abbia subito martirio viene vagamente omessa.
Altri invece mi hanno raccontato storie inquietanti a base di cenere. Pare infatti che i genitori li terrorizzassero dicendo che se avessero cercato di incontrare la santa, ella avrebbe lanciato loro della cenere negli occhi rendendoli ciechi!
Dolcemetà mi ha raccontato che nei giorni precedenti al 13 la santa scampanellava per casa per poi svanire lasciando monete d'oro di cioccolata.
Sulla pagina di fb, i siciliani mi hanno raccontato che invece da loro usa mangiare cibo in cui non sia implicato del grano, ma insomma considerando marzapane, arancini, panelle e altro, non credo debba essere una grande privazione!
GLI JOLASVEINAR:
In Islanda a portar doni, oltre a Babbo Natale, ci sono ben tredici folletti che derivano dalla tradizione popolare islandesi.
Figli di due troll non proprio benevoli, fino ad un secolo fa, non erano necessariamente carini coi bambini e non era affatto detto portassero loro dei doni.
Poi col passare del tempo la loro funzione malvagia si è sostanzialmente attenuata e adesso sono tredici piccoli elfi che, nei tredici giorni prima di Natale, calano nelle città a lasciare un regalino ciascuno ai bambini.
Così come sono calati uno alla volta, a partire dalla notte di Natale se ne tornano in cima alle montagne dove vivono, e l'ultimo, il 6 gennaio, già che c'è porta via con sé le feste.
Il consiglio in merito non può che essere una raccolta di fiabe islandesi, in questo caso delle edizioni Iperborea.
CHRISTKIND:
Non mi era chiaro perché avvenisse visto che Gesù era impegnato a nascere e, al massimo, i doni bisognava portarli a lui, ma non era materiale di discussione.
A quanto pare ci sono dei paesi della mitteleuropa dove, almeno fino al recente passato, la tradizione di Gesù portatore di doni era abbastanza forte. Per la precisione il Christkind dovrebbe essere una sorta di angelo che compie la missione doni in nome del Bambino Gesù.
Sembra che la sua diffusione fosse dovuta alla riforma protestante: niente più santi da venerare ergo niente più San Nicola portatore di doni.
Bisognava trovare un sostituto e venne scelto Gesù in persona e, col tempo, l'oneroso compito passò ad un angelo boccoluto.
IL KRAMPUS:
Si tratta di una figura malvagia legata al culto di San Nicola diffusa dall'estremo nord-est d'Italia in poi.
Demoni che partecipano alle processioni della festa di san Nicola il 5 dicembre e fanno il lavoro sporco.
San Nicola dona regali e dolci ai bambini buoni, i Krampus, creature spaventose dalle grandi corna, spaventano quelli cattivi e regalano loro carbone, proprio come la befana.
A quanto pare in alcune processioni, al calar del sole, San Nicola se ne va e lascia ai Krampus campo libero. Essi quindi scorrazzano per le vie del paese a dar la caccia a giovani e bambini, inseguendoli con randelli e chiudendoli, talvolta, in gabbie apposite.
Anche in questo caso, come in quello di santa Lucia, pare che i Krampus abbiano origine dai culti pagani legati al solstizio d'inverno.
Per la serie: nel momento più buio, quando tutte le forze del bene scompaiono, i diavoli imperano.
Il consiglio è: "Tenebroso Natale" di Eraldo Baldini e Giuseppe Bellosi ed. Laterza, saggio sul Krampus e i suoi fratelli.
ZWARTE PIET:
Zwart Piet è l'aiutante del babbo Natale olandese, Sinterklaas, che giunge la notte tra il 5 e il 6 dicembre a portare doni ai bambini buoni. Il fatto è che, curiosamente, Zwart Piet ha le fattezze di un moresco della Spagna dell'età moderna.
Non solo, ma pare che mentre noi immaginiamo Babbo Natale in Lapponia e la Befana non si sa dove, Zwart Piet e Babbo Natale abbiano per gli olandesi casa in Spagna!
Negli ultimi anni però che questo personaggio, popolarissimo in patria, è stato tacciato di razzismo e vi siano state numerose rimostranze che però non hanno sortito effetto al momento.
E voi quale creatura fatata festeggiate? Chi vi porta i regali ogni Natale? Testimoniate!
Io ho scoperto l'esistenza di Santa Lucia e di Zwart Piet quando da ragazzina-ina-ina lessi il mio primo (e quasi ultimo, perché poi i temi andarono notevolmente calando) libro fantasy, "Il mulino dei dodici corvi", che era tedesco o giù di lì.
RispondiEliminaIl libro si apre con il protagonista che gira di città in città mettendo in scena l'arrivo di Santa Klaus per raccattare qualche moneta, e mi aveva colpito il fatto che uno dei ragazzini vagabondi si colorasse la faccia di nero per fare questo Piet. Personaggio che non sapevo minimamente chi fosse e che nel libro non era spiegato, e che per me, abituata al nostro italianissimo e bianchissimo natale, era una figura molto intrigante.
Poi, ogni anno, gli apprendisti del mugnaio/stregone fanno un rito che non sto a spiegare, e durante quel rito alcuni di loro abbandonano il corpo per andare in forma di spirito nel villaggio più vicino a guardare le fanciulle che cantano mentre sfilano vestite di bianco, con le candele in mano, per la festa di Santa Lucia.
Due apprendisti si innamorano di due Kantorka (la ragazza più bella e con la voce più dolce, che impersona la Santa per tutta la notte) e la cosa ha molta importanza nella trama, che non dico perché magari qualcuno si incuriosisce e vuole leggerlo nonostante sia per un pubblico giovane.
Insomma, già il libro era strano per una poco più che bambina che veniva da "Piccole donne" e roba simile, pieno di magia e trasformazioni e tragedie e fiamme infernali.
In più c'erano queste festività - che nel testo venivano trattate come perfettamente note al lettore, ergo incomprensibili - che mi sembravano bellissime rispetto al ciccione ridente che ti si incastra nella canna fumaria.
Senza che me ne accorgessi mi erano rimaste impresse nella memoria per tutti questi anni, e appena ho iniziato a leggere questo post mi è tornato tutto in mente ^__^
Nella mia famiglia (Firenze, ma mia nonna è piemontese) i regali li portava Gesù bambino, e bisognava lasciare qualcosa da mangiare per il suo asinello.
RispondiEliminaCredo che in Toscana fosse più tradizionale la Befana, ma così tradizionale che acanto alla Befana buona che porta doni sopravvivono ancora tracce della Befana come strega malvagia che passa a bucare la pancia dei bambini (non ai bambini cattivi: ai bambini).
Non ho mai sentito della befana malvagia!! Voglio saperne di più! :O
EliminaChe bel post!
RispondiEliminaMolti li conoscevo ma non tutti, in particolare il Krampus mi ha stupito, mi piacerebbe saperne di più.
Peccato per il tuo rapporto con Babbo Natale, ma capisco il tuo rancore considerando gli eventi passati. Nel caso tu voglia riconciliarti con lui, sappi che sul mio blog è in corso un gruppo di lettura incentrato proprio su "La lettere di Babbo Natale" di Tolkien.
Ne vien fuori un ritratto di Babbo Natale davvero carino... impossibile non amarlo, leggere per credere XD
Non so, il fatto è che avendo sempre saputo sin da bambino che Babbo Natale non esisteva, ma "era stato inventato dalla coca cola per vendere", non riesco proprio a vederlo in un'ottica non pubblicitaria. Non mi dà proprio magia natalizia.
EliminaAnche ora che abito lontano da casa da tanti anni i miei genitori mi preparano la calza della befana e me la conservano finché non scendo a casa, anche due mesi dopo :')
Per me il momento più bello del Natale rimane la mattina del 6 gennaio, con le calze piene sotto il letto (perché a casa mia la befana, ardita, lasciava i regali sotto il letto, non sotto l'albero!)
*da bambinA
EliminaMi ricordo che da bambino (qualche giorno fa come ti sarai accorta...) i regali li portava Gesù Bambino, poi il 6 dicembre c'era la Befana dei ferrovieri (papà era ferroviere) che arrivava in stazione ed aveva un regalino per i bambini, figli di ferrovieri s'intende. Di babbo Natale all'epoca non si parlava.
RispondiEliminaNon sapevo che Gesù Bambino fosse un portatore di doni così diffuso!!
EliminaMia madre, siccome mio nonno era militare, andava dalla befana in caserma!
Noi abbiamo sempre ricevuto i regali importanti il 25 dicembre, portati da Babbo Natale. Ma a casa mia era un'innovazione recente: i miei genitori avevano ricevuto doni solo da parte della Befana, nella loro infanzia, e infatti la tradizione si è mantenuta e ci sono sempre arrivati altri regali (sebbene in tono minore) anche per il 6 gennaio. Doppio round di doni, quindi! XD
RispondiEliminaBabbo Natale, come dicevo, è innovazione recente. Qui in Romagna le tradizioni specifiche sono più legate alla Befana (e purtroppo si vanno perdendo con gli anni, mentre il tutto volge a favore del signore in rosso). Quando ero piccola c'erano molti eventi con protagonista la Befana: uno dei più rinomati si svolgeva in aeroporto, dove la Befana arrivava col paracadute :D
La sera del 5 gennaio nelle strade dei paesi gira(va?)no i "Befanotti" o "Pasqualotti" (qui il 6 gennaio è "Pasqua Epifania" o "Pasquella", e finisce per confondersi col Lunedì dell'Angelo che, invece, è "Pasquetta" XD): gruppi di cantori vestiti da pastori col tabarro, che suonano e cantano in cambio di ospitalità e buon vino. Ci sono canzoni tradizionali che fanno riferimento alla festività, ma anche stornelli sui paesani e, facilmente, si sfora alla fine nei canti da osteria... XD
Anche da noi c'era l'usanza di lasciare un piatto con biscotti e vino a disposizione della Befana, nella notte fra il 5 e il 6 gennaio. Noi avevamo esteso l'abitudine anche a Babbo Natale, in realtà, ma la cosa era un po' spuria XD
Credo di aver scoperto che in alcuni paesi i bambini ricevessero i doni da Santa Lucia o da Gesù invece che da Babbo Natale leggendo un fumetto della "Stefi" sul Corriere dei Piccoli, negli anni '80, e ricordo che la cosa mi stupì moltissimo. Qui da noi per Santa Lucia c'è una sagra paesana lungo il corso su cui si affaccia la chiesa della santa, con bancarelle di tutti i tipi, ma soprattutto di torrone, perché ce lo si scambia il 13 dicembre (in particolare, quel giorno lo si dovrebbe regalare alle belle ragazze non ancora maritate. Alle belle spose si regala a Santa Caterina, il 25 novembre ^^). Per cui per me Santa Lucia è sempre stato solo il giorno del torrone e dei pomeriggi passati fra i banchi del mercato. Ma nessuna santa con l'asinello, né tantomeno regali ai bambini ^^
Vorrei aggiungere l"olentzero che e' di origine basco spagnola, un vecchio gigante buono, vestito da pastore e con l'immancabile pipa, che porta a Natale il suo sacco di doni
RispondiEliminax me Gesù bambino sempre!!! canto natalizio"Tu scendi dalle stelle!"sempre(seppure quasi scomparso)...favola x favola,preferisco la mia tradizione...non credo alle religioni ma penso sia importante mantenere le proprie tradizioni sopratutto se vengono sovvertite da interessi commerciali....silvana
RispondiEliminax me Gesù bambino sempre!!! canto natalizio"Tu scendi dalle stelle!"sempre(seppure quasi scomparso)...favola x favola,preferisco la mia tradizione...non credo alle religioni ma penso sia importante mantenere le proprie tradizioni sopratutto se vengono sovvertite da interessi commerciali....silvana
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