venerdì 13 giugno 2014

Autori che suscitano livore: gente che si scopre scrittrice una mattina, artisti che hanno diritto a un romanzo, dietologi che fanno impallidire Dukan e miracolati vari ed eventuali. Unitevi ai miei cattivi pensieri!

Mi ricordo che quando ero adolescente (proprio inizio adolescenza) Lupo Alberto stava accendendo i suoi ultimi fuochi. Era lì, in quel delicato momento in cui da lupo di massa si sarebbe trasformato in un  lupo di nicchia. 
Avevo perciò anche io un piccolo poster che avevo comprato con una qualche paghetta, con sopra Lupo Alberto a surfare le parole "La sfiga mi perseguita ma io sono più veloce". 
 Poiché ieri son successe cose non gradite e stamane cercando di scrivere qualcosa di sensato la connessione Infostrada ha collassato in tutta Italia riportandomi direttamente all'inizio degli anni '90 (non mi va neanche il cellulare, sto vampirizzando una biblioteca) ho pensato di dovermi sfogare un po' con un post di assoluto acidume.
 Ecco il motivo per cui oggi tratterò il controverso argomento degli scrittori che, per un motivo o per un altro, causano crisi di livore e invidia.
 Ho capito il karma, ho capito che i buoni pensieri portano buoni pensieri e i cattivi i cattivi, ma mòbbasta, in qualche modo ci si dovrà pur sfogare no?

OH, IO NON VOLEVO FARE NULLA, TUTTO E' SUCCESSO COSI' PER CASO:
 L'altro giorno mentre spostavo una cassa di libri più alta di me a farmi domande profonde sul senso della mia esistenza e il mio futuro, quando mi è caduto l'occhio su questo libro che avevo guardato da lontano per mesi: "Vendere svastiche e vivere felici", la vera storia dell'artista contemporaneo Max Papeschi. 
 E' vero, all'inizio è uno sfigato che ha girato un film senza possibilità di distribuirlo, che non riesce a mettere su opere teatrali e viene mollato dalla fidanzata, ma poi ecco che comincia con l'odioso attacco: "è successo tutto per caso". Fa una locandina per uno spettacolo, un tipo la vede e gli propone una mostra, in breve diventa un artista quotatissimo in tutto il mondo. E' piena l'editoria di questa gente che era in altre faccende affaccendata, poi ha sentito l'urgenza di fare qualcosa e boom super successo. 
 C'è la madre per caso che apre il blog e ora è giornalista affermata, c'è la giornalista affermata che scrive un orrido pamphlet cristiano e ora sciureggia beghina in ogni dove, c'è l'imprenditore gelataio che un giorno davanti a un caffè con un amico ha detto: "Ah, apriamo una gelateria artigianale" e ora ha una catena.
 Oh, a me queste cose non succedono mai.

UNA MATTINA MI SONO ALZATA E HO SCRITTO UN BEST SELLER: 
Grandi regine di una mattina mi son svegliata: la signora James 50 sfumature e la signora Premoli con "Ti prego lasciati odiare". Uno pensa che magari per scrivere un libro servano anni di lavoro, di pensiero, di esercizio, che magari qualcuno un capolavoro l'ha scritto anche in venti giorni, ma dopo anni di infinito lavoro (come diceva anche Ray Bradbury ne "Lo zen e l'arte di scrivere") e invece ecco che giunge qualcuno a distoglierti da questa folle idea. 
 La James legge "Twilight", si innamora di Edward (ma che poi boh, siccome è un vampiro allora ha senso che una quarantenne si interessi ad un adolescente? ma vabbeh) e decide di scrivere questa fanfiction di cui tutti sappiamo troppo anche se non vogliamo. La mette su internete e  booooom milioni di download, milioni di copie cartacee. Ha scoperto il sacro graal dell'editoria. Chiariamo, io ho letto qualche pezzo del primo libro e in questo caso ci credo che la James una mattina si è svegliata e ha detto letteratura ciao ciao ciao, perché siamo seri, io non ho mai letto una roba più sgrammaticata e pietosa. In questo caso non ho neanche il sospetto che questa commovente storia di editoria digitale sia stata costruita da un grande imperatore editoriale malvagio. Io ci credo che è una miracolata, ma non per questo la detesto di meno.
 Anna Premoli invece, vincitrice del premio Bancarella, era incinta, non sapeva che fare e ha scritto un libro, poi il marito l'ha messo su (mi pare I-tunes) e il giorno dopo aveva migliaia di download. Ecco quindi il premio Bancarella e la gloria. La mia domanda è: a parte il fatto che partorire un libro senza aver mai preso la penna in mano ha del fantascientifico, ma come ha fatto a downlaudare così potentemente già dal giorno dopo? Se era una sconosciuta, esattamente la gente come scopriva il suo libro e decideva di scaricarselo? Io chiedo perché non capisco! Questo comunque non l'ho neanche letto, era troppo per me.

SONO GIA' FAMOSO PER ALTRO E QUINDI HO DIRITTO A SCRIVERE UN LIBRO:
Una categoria che tutto il mondo condivide.
  Uno è un attore, uno scultore, un regista, una soubrette, una presentatrice, un cantante o comunque ha un ruolo artistico o di visibilità di un qualche genere? Allora ha diritto a scrivere un libro. Se posso provare molto divertimento davanti a Manuelona Arcuri che ci dà consigli antistress o trovare surreale la D'Urso che finge di conoscere il linguaggio del corpo, quelli che proprio non sopporto sono quelli che si pretendono scrittori impegnati e profondi a prescindere. 
 Magari sono cantautori di spessore e allora automaticamente quando il loro libro viene pubblicato (qualche casa editrice grande o piccola che sia ci prova sempre, fosse mai che racimola qualche copia) allora sono già John Fante, Bukowski e Hemigway (chiariamo, se sono uomini, le donne non sono mai Hemingway). Tempo due mesi e tutto viene buttato nel dimenticatoio e nel magazzino delle rese, tuttavia sulla pagina di wikipedia e sul loro blog personale essi potranno sempre fregiarsi della qualifica di "scrittore" e magari pure di qualche recensione o premio così a far colore. Ha scritto un libro che si voleva profondo persino Arisa, "Il paradiso non è un granché.Storia di un motivetto orecchiabile" ed Enrico Vanzina si è dato al giallo (anche Fabrizio Corona anche il fu Filippo Penati ex politico pd). A parte che prima di crederci voglio vederli chini su un tavolo, ma rosico comunque.

LE CLASSIFICHE MI PREMIANO PERCHE' NON SI SA:
Il dott. Piero Mozzi
L'editoria è un mondo strano. Da una parte c'è la raccomandazione o la campagna pubblicitaria spinta, ma da un altro c'è anche il tam tam molesto che consente ora a libri bellissimi ora a libri molto discutibili, di regnare sugli altri e arrivare ai vertici della classifica. E non parlo solo di Fabio Volo. E' giunto il momento che anche voi conosciate questo essere mitologico: il dottor Mozzi.
 Il dottor Mozzi è un medico star delle tv locali nelle valli della bergamasca e dalla bresciana (sospetto che essendo di Piacenza sia star nelle tv locali della sua zona). Egli ha tutta una sua teoria, peraltro molto in voga e con fior fior di pubblicazioni blasonate di blasonati dietologi delle star americane, per la quale il nostro corpo prediligerebbe determinati cibi a seconda del nostro gruppo sanguigno.
 Per motivi incomprensibili i suoi tre libri sono vendutissimi. Tanto che persino lui che abita non so dove nella campagna emiliana e si autoproduce i libri ha dovuto arrendersi all'idea di avere un isbn e una qualche forma di distribuzione sensata. Voi pensate che la dieta Dukan abbia vendite da urlo, ebbene non sapete cosa succede al nord davanti ai libri del dottor Mozzi.
 Quando ancora non si era dotato di un ragionevole modo di far giungere le sue opere dietetiche, era la fonte principale di proteste da parte dei clienti che attendevano anche mesi per avere il suo magico tomo. Proteste del tipo "Siamo nel 201X possibile che un libro ci metta un mese ad arrivare??" con tanto di grida, non tenevano conto che un libro arriva solo se qualcuno lo spedisce e se quel qualcuno ha come unico rapporto col mondo un fax e niente più, la comunicazione può essere se non altro problematica.
 Perché il dottor Mozzi (verso cui io non provo livore perché non me ne frega niente, ma immagino che molti altri potrebbero) ha così tanto successo? Oh, non lo so. Io mi sono pure letta questo libro, ma a parte scoprire che discendo dai popoli nomadi e dovrei mangiare principalmente cacciagione, lepre e cervo, non ho dedotto nulla.

 E voi? Ci sono degli autori che vi suscitano livore per qualche motivo? E perché? Scrivetemelo! Così tutt* assieme butteremo fuori un po' di cattivi pensieri (oh quanto ce se sente mejo a parlà male della gggente nun se sa...)

8 commenti:

  1. Sveva Casati Modignani. Non solo perchè scrive con la vanga, ma perché riesce a costruire dei best seller senza che succeda niente, assolutamente niente. Solo sfilate di vestiti e personaggi con lo spessore di una velina pressata che si agitano a vuoto. Ma almeno fai lo sforzo di inventarti tre azioni che si intrecciano e danno un senso a 300 pagine di carta e meritati la qualifica di best seller. No, neanche morta.
    E questa stravende e straguadagna a spese delle sciurette (tuo indimenticato e da me amatissimo post) della Milano ignorante che si illudono di leggere.

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  2. Ne deduco che abbiamo lo stesso gruppo sanguigno. Carnivore e bevitrici di latte, oh yeah! XD

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  3. Mazzantini e Baricco. Perché sono letti da gente senza buon gusto che però si sente molto intellettuale. Mi disturba assai meno il lettore di Fabio Volo, per capirci, che almeno non ha pretese

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  4. In particolar modo mi irrita la categoria "una mattina mi sono alzato e ho scritto un best seller" ho provato a leggere questi famosi libri ma non sono riuscita a comprendere come abbiamo fatto ad avere tanto successo! Ho sempre amato scrivere, mi sono sempre esercitata e ho avuto soddisfazioni solo di nicchia (e non con il blog), ho soppesato pregi e difetti del mio modo di scrivere, ho cercato consigli, letto e studiato tantissimo ma a nulla serve... Il mondo gira diversamente, mi consola il fatto che chi apprezza il mio lavoro lo apprezzi nel profondo :)

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    1. ma anche perché, siamo seri, che una mattina, senza mai aver fatto esercizio di scrittura, uno si alzi e partorisca una trama compiuta e rifinita è alquanto sospetto...

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    2. ma infatti dietro a queste porcate best-seller tipo 50 sfumature ci sono degli enormi lavori di editor...

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    3. Ma che male c'è nel dire che dietro un libro c'è un editor? Mi pare proprio il minimo... Non è che tutti gli scrittori devono essere geni che partoriscono l'opera perfetta. E anche se sono geni, magari hanno bisogno di qualcuno che controlli e indirizzi.
      Secondo me il problema (e a questo punto il successo) di 50 sfumature sta proprio nel fatto che NON ci fosse un editor. Mi spiace se sono snob, ma io l'ho letto ed era completamente folle: nella sintassi, nella trama, nella caratterizzazione dei personaggi. Evidentemente rivolto a un pubblico semianalfabeta o comunque non familiare con l'oggetto libro

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    4. Mah, spero proprio che dietro a 50 sfumature (lette solo le prime trenta pagine del "grigio", poi non ce l'ho più fatta) e a quello della Premoli NON ci siano stati editor, altrimenti la categoria ne uscirebbe davvero penalizzata ;-)

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