venerdì 20 giugno 2014

Dimmi cosa leggi e ti dirò che facoltà fai. Parte I. Come leggere il proprio destino universitario nei fondi della propria libreria. Quando la bibliografia fa davvero la matricola.

Ok, lo so che è pericoloso generalizzare, ma vista l'ondata maturanda di questi giorni, non ho potuto resistere all'idea di predire il futuro di questi solerti ragazzini e ragazzine ancora pieni di speranze verso il futuro, inconsapevoli della catastrofe universitaria a cui stanno per correre incontro. Catastrofe perché nell'ordinato mondo di aule, banchi e professori che forse odiate, ma si ricordano il vostro nome, non c'è posto per un delirio in cui nessuno si premura di spiegarvi niente e dovrete apprendere nozioni come in "Hunger Games" prima che i vostri simili o il fato vi facciano fuori (ecco, soprattutto se state per varcare la soglia di un ateneo pubblico di cospicua grandezza vedetevi come Katniss e tutto andrà meglio).
 Ecco perciò questo post ultrageneralista che creerà un coro di: ma io non sono così! Ma regà stiamo quieti se fà sempre pè ride.
 Dimmi cosa leggi e ti dirò di che facoltà fai!

LETTERE: 
La strada per pasolinare è lunga. Nel dubbio io capirei come
si monta un sifone.
 Per forza di cose e di nome, la maggior parte dei lettori forti si concentrano in questa facoltà di cui attualmente si fatica a coglierne un senso lavorativo. Se non vuoi fare l'insegnante o non speri in una favolosa carriera da critico letterario, si comprendono poco i motivi di tale scelta (oltre, ovviamente alla soddisfazione e all'arricchimento personale, cose belle che però il giorno dopo della laurea vi sembreranno spesso una cretinata). In un mondo okkupato dalle banche e in cui il lavoro intellettuale non ha valore (monetario), sarebbe sempre meglio accompagnare alla lettura smodata dei classici, un corso accelerato di meccanica, non quantistica ma dei sifoni. Tuttavia la matricola e lo studente di Lettere ignorano beati la loro condizione e continuano a nutrirsi del meglio della letteratura mondiale, un po' per scelta, un po' per forza di corsi. Il rischio principale che corrono davanti agli innumerevoli corsi di letteratura è cadere nella sindrome "dante alighieri", scorgendo significati profondi in qualsiasi virgola del proprio autore preferito, virgola che non mancheranno di farvi notare. Lettere non darà lavoro, ma l'allure intellettuale la garantisce ancora.

MATEMATICA E INFORMATICA: 

Troppo facile e troppo scontato, ma anche troppo così. I matematici e gli informatici (sia ingegneri sia informatici puri), hanno in genere passioni nerd, che col passare degli anni assumono un valore lavorativo esponenziale. Come leggevo in un altro blog (I Hate Milano) ad una certa età pensi che chi al liceo stava sempre davanti al pc non ti sembra più così nerd (in genere avrà ormai un ottimo lavoro da programmatore informatico in qualche azienda). Costoro leggono perciò in genere fantasy e fantascienza, sognano il giorno in cui programmeranno un automa e daranno vita alle tre leggi della robotica. Dick gli è da ispirazione, Asimov pure, Harrison Ford in "Blade runner" anche. Visto che in genere la loro adesione alla facoltà è dettata da una vera passione e vocazione (difficile fingere di apprendere nozioni matematiche), amano leggere anche manuali e libri sulle loro materie, come il bellissimo "La cattedrale di Turing". Ragazzi, vedrete che col passare degli anni le disequazioni diventeranno la vostra principale arma di rimorchio.

BIOLOGIA, AGRARIA, SCIENZE FORESTALI: 
Avevo, durante parte dell'università, una facoltà di agraria poco lontana. I suoi discepoli erano quasi tutti uomini, barbuti, perennemente inzaccherati di terra e intenti in un qualche esperimento botanico nelle serre dell'università. Durante le rare riunioni politiche erano i più agguerriti sostenitori delle ragioni di sinistra e la loro fisionomia mi rimandava ad un lontano tempo istorico-fantastico in cui esistevano i famosi Kulaki, i contadini sovietici repressi da Stalin. Mediamente più sani del resto degli studenti che almeno oltre che rimanere chini sui libri, fanno anche qualcosa di pratico, sono interessati ai risvolti più alti dei loro studi. Gli appartenenti alle nobili facoltà a contatto vero con la natura sviluppano infatti un senso etico molto elevato che traducono in letture come il classico Thoureau "Vita nei boschi", "Nelle terre estreme" di Krakauer o saggi come "Quel che una pianta sa"  di Daniel Chamovitz. 

MEDICINA:
Dal film "L'ultima alba", ma io non conterei di lavorare con
la Bellucci se fossi in voi.
Medicina fa parte di quelle facoltà da lettore non forte, non fosse altro per la mole dello studio. In considerazione della sempre più alta percentuale di donne e anche qui di un elevato tasso di vocazione (posso fare anche il medico per i danari ma se svengo davanti al sangue o il terrore a prescivere la Tachipirina allora la mia carriera è già segnata dall'inizio) l'iscritto a medicina può mostrare una passione per i libri sui diritti umani e i drammi in zone di guerra. Magari hanno deciso di diventare epidemiologi dopo aver letto "La città della gioia" di Dominique Lapierre o chirurghi dopo "Pappagalli verdi" di Gino Strada. Forse sono stati folgorati dai libri per medici senza frontiere come "Dignità" o "Mondi al limite" o gli è capitato tra le mani uno di quegli agghiaccianti atlanti sui conflitti mondiali. Se è questo il caso di sicuro continueranno a leggere libri del settore, meno sicuramente partiranno. Una cosa rimane certa: spesso trovano così incomparabilmente cretine le serie tv su di loro da rifiutarsi di guardarle.

DAMS:  
Al solo nominare "L'intervista a Hitchcock" di
Truffault si causano svenimenti.
Il Dams ha dei visori forti più che dei lettori forti, ma in genere chi lo fa con adeguata passione finisce sempre per aver letto molto, solo nell'ambito che gli interessa però.
 Amano le vite degli altri, attori e registi che invidiano segretamente e attraverso i cui libri sperano di sorbire segreti e linfa vitale. I registi hanno una passione smodata per Fellini e potrebbero recitarvi a memoria la sua biografia scritta da Tullio Kezich, hanno letto qualsiasi libro intervista delle loro star preferite dai fratelli Lumiere ad ora. Variante dell'ultimo decennio: gli appassionati di serie tv. Essi sono pericolosissimi perché esplorano un territorio a lungo vergine, e non solo leggono la saggistica al riguardo parlandotene poi come di un manuale di meccanica quantistica in grado di svelarti l'origine dell'universo (vedi dottor House e dentro c'è come minimo il "Faust"), ma scrivono. E sfornano tesi di laurea che vengono pubblicate e inondano le librerie con titolo come "La filosofia del dottor House" o "Lost moderno. Lettura di una serie tv". La filologia spiccia non è mai stata così di moda.

GIURISPRUDENZA: 
Non me ne vogliano i numerosissimi giurisprudenti, ma tutti i miei numerosi conoscenti dediti a tale facoltà o non leggevano o erano dediti allo "sciura time". 
 Giurisprudenza, nonostante sia sovraffollata rimane una facoltà trendy. La parola avvocato continua a fare sempre più effetto di biologo, come la metti la metti. 
 Ci sono perciò due filoni: quelli che leggevano cose da sciura anche prima di entrare in facoltà e quelli che si mettono a leggerle dopo per far bella figura durante le conversazioni coi colleghi. Vedendosi già magistrati, politici e avvocati, la lotta per il potere comincia in facoltà. Ecco quindi fiorire Fabio Volo, Duchesne, per essere autoironici, chick-lit, qualche saggio di politica (che metta ben in evidenza l'appartenenza), se proprio impegnati ultimamente vanno di moda Rodotà, Settis e Zagrebelsky. Il gusto personale è generalmente raro, Fazio risolve tanti problemi suggerendo una discreta scaletta il sabato sera. E tutti ringraziano.

LE FACOLTA' CHE NON LEGGONO. ECONOMIA E INGEGNERIA: 
La facoltà di ingegneria dona poteri praticamente
sovrannaturali.
Gli adepti di tali facoltà non leggono per motivi molto diversi. 
 Gli ingegneri non hanno tempo. Essi stanno per dominare il mondo dall'alto delle loro stratosferiche conoscenze e impossibili esami che ci tengono a rimarcare di continuo, sono milioni di volte più difficili di tutti gli altri (possono forse rendere le armi solo davanti a Medicina). Se devono impegnare i loro neuroni a calcolare integrali, a capire come non far crollare un palazzo, ad architettare complesse strumentazioni biomediche o le macchine ecologiche del futuro, come possono avere tempo da dedicare a letture frivole come i romanzi? Un consiglio, è vero che geneticamente l'appellativo "ingegnere" garantisce un certo appeal dopo i trentacinque anni, ma io qualcosa, giusto per fare conversazione col prossimo, lo leggerei. Non è detto che la creazione di un radar interessi il prossimo come voi.
"Io devo guadagnare milioni, ti pare che ho il tempo
di leggere?"
Gli economisti non leggono perché loro già sanno tutto quello che c'è da sapere. 
 Nella nostra epoca capitalista il mondo è nelle loro mani, quindi perché perdere tempo con la biografia di Maria Antonietta? Al massimo, si attengono a ciò che riguarda la loro materia, management, Keynes, qualcosa di finanza. Ultimamente però fa fico rileggere i grandi classici a uso e consumo. Se uno si sente proprio pronto a dominare il mondo, dirà che sul comodino tiene "L'arte della guerra" di Sun Tsu e "Il principe" di Machiavelli. 
 Fanno eccezione gli economisti utopisti che sognano un mondo migliore fatto di banche per i poveri, economia sostenibile, industria ecologica e consumismo tenuto a freno. Essi sognano leggendo Vandana Shiva e Yunus il banchiere dei poveri. In ogni caso gli altri economisti hanno sempre il dubbio che costoro abbiano sbagliato mestiere e dovessero dedicarsi alla sociologia, bella e inutile.

In considerazione della quantità di facoltà esistenti mi fermo qui per non tediarvi troppo. Alla prossima settimana la seconda parte, se avete richieste, proteste, testimonianze, illazioni e insulti (nel limite del buongusto e della decenza) commentate commentate commentate!

22 commenti:

  1. Da laurenda in medicina (ma lettrice medio-forte, sarà per questo che sono decisamente andata fuori corso) aggiungerei anche tutti i libri di scrittori-medici: dai 'Diari di un giovane medico' di Bulgakov agli scritti di Arthur Conan Doyle, passando pure per Margareth Mitchell che da Medicina si ritirò (si la lettura di via col vento che mi porto dietro da un mese mi sta segnando XD).
    "Una cosa rimane certa: spesso trovano così incomparabilmente cretine le serie tv su di loro da rifiutarsi di guardarle." tranne Scrubs, Scrubs era surreale e allo stesso tempo la serie in cui tutto il disagio di anni di studi che al tuo primo giorno in ospedale si trasformano in 'oddio e mo' che faccio?' è reso nella maniera più realistica. ;)

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  2. E la povera filosofia snobbata, va beh diciamo che è in lettere, dopotutto!

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    1. Ps. Anche se a livello di lettura c'è molta eterogeneità e tanto, tanto, snobismo...

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  3. Da laureanda in lettere, triennale, posso affermare che quel tono intellettuale, tipico della nostra facoltà, ahimè( e lo sottolineo) sta lasciando campo ad una stupidità diffusa appartenente a gente che ha preso Lettere come laurea hobby. Io non tento né di diventare insegnante, né critica letteraria e mi sono iscritta pur conoscendo il "futuro roseo" che mi riserverà questa facoltà. Credo in quello che studio e forse è questo quello che mi frega :)

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  4. Mi hai fatta morir dal ridere! Tutto vero! Verissimo! Solo una cosa, gli studenti di filosofia (si, lo so, non serve a niente) li accorpi a quelli di lettere o potrò leggere la mia descrizione la prossima volta?

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    1. una rarissima collega! Anche tu liceo artistico poi filosofia? Pensavo di essere uno strano esemplare :)

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    2. Anche io lo pensavo! Ahahah :)

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  5. Sono in trepidante attesa per le prossime puntate!

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  6. Sugli ingegneri ho proprio riso! Un mio fidanzato non leggeva niente, aveva letto al liceo "I miserabili" e in loop ripeteva di questa sua grande impresa.
    Attendo il prossimo "episodio"!

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    1. Io attendo l'ingegnere che ci smentirà, finora, significativamente, non si son visti...

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    2. Ho un amico ingegnere che legge il manga di "One Piece" (ma credo anche varia fantascienza, però non ho mai indagato). Vale? XD

      (Ah, io sono tra gli idealisti che hanno scelto Lettere. Ché un tempo volevo diventare insegnante, ora non più. O, più semplicemente, perché tutte le altre facoltà mi schifavano abbastanza. Il risultato è che a 36 anni non ho ancora idea di cosa fare della mia vita, ma sono c*lo e camicia con Dante, Leopardi e compagnia. E son soddisfazioni, eh! XD)

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    4. Nathan Ranga! Io sono l'ingegnere che vi smentisce, ma anche che vi da ragione visto che la maggior parte delle persone che frequenta il mio corso forse a malapena sa come sia fatto un libro.

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    5. L'eccezione che conferma la regola ;)

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  7. Tra le facoltà che non leggono bisognerebbe aggiungere anche lingue.

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    1. No, anzi, io tutti i numerosi rappresentanti di lingue straniere leggono un sacco (solo in lingua originale ovviamente e si vantano)

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    2. Mah, sarò io che conosco idioti, per la maggior parte. Nella mia facoltà è pieno di ragazzine che sparano ca***te del tipo "io mi sono iscritta a lingue, ma non mi piace leggere. L'ho fatto perché voglio lavorare nel turismo *risatina idiota*"
      In una regione che ha il poco invidiabile record di 10 addetti al turismo per ogni turista.

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    3. Mia sorella è laureata in lingue e in traduzione editoriale, e legge moltissimo, da sempre. Ho varie amiche uscite da quella facoltà, e mi pare che tutte siano buone lettrici.
      Con le nuove generazioni (poste le dovute, ottime eccezioni) temo che il problema, aldilà della facoltà, stia proprio nella fascia d'età: conosco ben pochi adolescenti e post-adolescenti appassionati lettori, in effetti. Sarà che son 'nativi digitali', loro? :P

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    4. La mia dolce metà ha fatto lingue e legge molto, comunque oggi dovrei sfornare la seconda parte e verranno accolte entrambe le istanze, anche Andrea Luciano Damico ha ragione. L'esemplare "studentessa di turismo" esiste e lotta insieme a noi.

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  8. Ebbene si, tra gli ingegneri la lettura per puro sfizio è praticamente inesistente. Prima di iniziare ingegneria leggevo parecchio, tutto l'anno. Ormai riuscire a leggere un libro all'anno ha del miracoloso. Ma molti dei miei compagni manco quello. Ti dirò anche che molti riprendono a leggere finita l'università! Forse per la gioia di aprire un libro con più di qualche paragrafo di sole parole e senza formule ;)

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  9. "(in genere avrà ormai un ottimo lavoro da programmatore informatico in qualche azienda)"

    "programmatore informatico" e "ottimo lavoro" sono diventati ossimori.

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