Mentre scrivevo ieri la recensione di "Rosa candida", riferendomi alle colleghe lit-blogger glitterate un fulmine ha trapassato la mia mente.
Ho parlato dei clienti, delle tipologie di libraio, ma mai delle tipologie dei colleghi bookblogger. Allora, c'è da dire che io sono piuttosto virtualmente asociale, cosa dovuta in parte al fatto che il blog è tenuto sotto pseudonimo, in parte dalla mia incapacità a tessere reti che non abbiano avuto almeno un contatto umano in precedenza (nella mia mente 1.0 rimane ancora insensato cercare un contatto con esseri umani sconosciuti, ma attivi sul web). Non è che non visiti i siti degli altri, anzi, di tanto in tanto vago scorrazzante, e noto che, a parte rari casi c'è anche un grande interscambio, questi famosi giveaway che non so cosa siano, e gente che si commenta al grido di "Tesoro questo spazio è troppo karino!".
Non che io non rientri in altre focose categorie, anzi, posseggo stereotipi da vendere, proprio per questo chiedo venia a tutti gli illustri colleghi che passeranno da queste parti e dopo tre righe avranno il desiderio insopprimibile di sopprimermi.
Vi voglio bene anche io. E ora iniziamo!
LA GLITTERATA PISSI PISSI:
Vera ispiratrice di questo post, la glitterata pissi pissi generalmente possiede una grafica homemade in grado di far venire il mal di testa anche ad uno che è abituato a fare il dj al Muccassassina.
Sfondi disturbanti si alternano a creature batuffolose come cani, gatti, cucciolini e farfalle sbrilluccicose che vagano indisturbate per l'intera pagina. La glitterata pissi pissi si iscrive a blogger o wordpress o a qualche altra piattaforma e immediatamente viene seguita da una schiera di altre glitterate che cominceranno a commentarle ogni post con "Amore, tesoro, salsiccia e pomodoro".
Tra le ultime letture segnalate c'è sempre una qualche saga romance con aitanti principi azzurri e sospiri sospirosi e i loro post, se non servono per incensare delle loro colleghe o annunciare film tratti dai loro libri preferiti (con conseguente gossip et pettegolezzo sugli attori scelti e sul set, annesso), riguardano quasi solo recensioni che seguono pedissequamente le trame dei libri appena letti.
In verità, hanno una mia parte di ammirazione, così prese da questo mondo fatato fatto di sogni, amore, dolcezze, orsetti e cucciolosità. Mi ricordano infatti l'ardore con cui mia sorella piccola difende al oltranza il suo amore per i "One direction" kontro tutto e tutti,
IL LIBRAIO:
In un misto di ispirazione che nasce dalla volontà di vendicarsi dei clienti molesti e dalle reminiscenze liceali dei compagni di classe capre che non distinguevano Dante da Manzoni e adesso probabilmente sono dirigenti in qualche multinazionale, i librai aprono tonanti blog.
Il piatto forte generalmente sono gli strafalcioni della clientela, che nonostante una posizione sociale di un certo livello si rivela talvolta ignorante like goat, come una capra.
Ore e ore di lunghe vessazioni. di insulti velati ("Sei un commesso se tu fossi più intelligente non lavoreresti qui", questo il piatto forte per chi lavora nelle librerie di catena) nutrono quel piccolo spirito malvagio che si libera poi sotto forma di una pioggia di post lavici sui best-seller fotocopia dell'anno, di perfidie sottili sulle madri che cercano il libro per le vacanze dei figli all'alba del primo giorno di scuola del nuovo anno e si lamentano se gli tocca ordinarlo e cercano conforto in quel tragico giorno in cui qualche cliente vomita accidentalmente su una pila di diari e gli tocca pulire.
Prima di leggergli pensi che il mestiere di libraio sia il più fantastico del mondo, subito dopo prendi in considerazione di abbandonare la tua laurea in lettere e iscriverti ad una più sicura ingegneria gestionale.
L'AMANTE DI JANE AUSTEN:
Le amanti di Jane Austen prezzemolano per il web assieme alla loro grafica minimalista.
Tutto è bianco o nei colori pastello, morbidi corsivo, dipinti di epoca vittoriana o preraffaellita si ammassano nei post e negli spazi liberi ai lati o sul banner.
Amano smodatamente i club del libro, il the, i biscottini e le buone chiacchierate tra le amiche. In genere sono delle inguaribili romantiche, collegate a decine di altri blog su Jane Austen e altri classici che fanno sognare un'epoca in cui gli uomini erano presuntamente educati e meravigliosi come mr. Darcy, le donne indossavano crinoline e ombrellini, enormi tenute di campagne alla "Downtown Abbey" si estendevano in Inghilterra, attraversate da mute di cani alla ricerca di volpi, cavalli e cavalieri, pallide arie primaverili e tante leziosità. Amano tutto ciò che fa veteroinglese e si circondano di gadget a tema, dalla tazzina alle cartoline d'epoca, dai poster ai segnalibri di metallo con la tazzina e la scarpetta sopra. Se volete farle felici un biglietto aereo per la brughiera è il miglior regalo della terra e se volete sposarla vi basta regalarle un tour per i luoghi dell'amata Jane. A quel punto anche l'austeniana più glaciale vi implorerà di metterle la fede al dito.
Le comprendo, premettendo una sospensione della credulità storica, uno dei modi migliori per sopravvivere a questo mondo è appassionarsi a qualcosa, possibilmente lontano e sognante.
IL CRITICATORE MASCHERATO:
Il criticatore mascherato mi ricorda un po' quei miei conoscenti fricchettoni che durante l'adolescenza mi raccontavano della "grande guerra nelle strade" dove presunto sangue scorreva a fiumi e vi erano aggressioni fasciste ogni tre per due.
Considerando che sono cresciuta in un posto pacifico e tranquillo ero sempre in bilico tra il dubbio e la credulità ("L'informazione è controllata! Ai giornali non interessa quello che ci succede! Distorcono tutto!"). Poi un giorno mi sono trovata per caso in mezzo ad una di queste robe da guerra nelle strade e mi sono ritrovata a dar loro parte di ragione.
Il criticatore mascherato è esattamente come i miei vecchi conoscenti: critica l'editoria italiana, i premi, i candidati ai premi, i concorsi letterari, gli editor, i giornali, coloro che pubblicano e coloro che non pubblicano. Aspirano a smascherare connivenze e fanno le pulci agli alberi genealogici degli scrittori meglio di Marco Travaglio a Berlusconi. Molti li odiano, le case editrici spesso li ignorano, la maggioranza pensa che esagerino. Poi un giorno qualcuno di questa maggioranza si ritroverà in mezzo a qualcosa di sospetto e allora forse, sarà costretto a dar loro parte di ragione.
IL LIT-HIPSTER-BLOGGER:
Tra le cose che gli hipster amano ci sono i libri.
Ovviamente i libri ggggiusti, quelli cool, gli autori di nicchia, l'esordiente lituano, il sudafricano che scrive racconti post-apartheid, il giapponese che parla della gioventù di Shibuya. Il lit-hipster blogger si riconosce subito dalla grafica del suo blog: bianco e pastellato come quello delle amanti di Jane Austen, differisce però nei caratteri, generalmente minimal, ma curatissimi e soprattutto per l'onnipresenza delle foto. Ci sono foto di copertine di libri poggiate su sfondi neutri con luci tenui o smarmellamenti alla instagram, foto del libro con un pasticcino dello stesso colore vicino, libro aperto con tazza bianca fumante accanto, libro chiuso con coppa di fragole e mirtilli, blogger che si autofotografa allo specchio perfettamente vestito e occhialuto con libro in braccio.
In alternativa avrete un'intera serie di fotografie di lui che fotografa libri ovunque sia (frequentemente) in vacanza, al mare, sui monti o a Londra e Berlino.
Raramente il vero lit-hipster-blogger (a meno che non sia autoironico) scrive qualcosa che non siano recensioni o delicate considerazioni sull'editoria attuale o focose critiche personali ai grandi classici della letteratura, ma comunque raramente essi hanno ispirazioni che vadano oltre al tentacolare una vasta rete di utili hipsteriani contatti o il semplice, "Guarda come sò bravo".
Di sicuro sono rimasti fuori millanta tipi di bookblogger, farò un'altra tornata nel caso. Ora spero di non diventare una paria della blogosfera, forza volemose bene!
Bellissima disamina!
RispondiEliminaIo odio i blog glitterati e quelli hipster, mentre adoro i librai e i criticatori, e mi diverto molto con le appassionate di crinoline (per quella faccenda che spieghi: "uno dei modi migliori per sopravvivere a questo mondo è appassionarsi a qualcosa, possibilmente lontano e sognante"...).
Ma tu, nel lit-blogger libraio, ti ci riconosci? ;)
Ovviamente, ne ho tutti i tic!
EliminaAlcuni li ho trovati, non sopporto i glietterati, per il resto alcuni sono interessanti! Però tutti troppo simili e alla lunga, se non contengono un minimo della personalità dell'autore/autrice del blog, mi stancano e li abbandono...
RispondiEliminaIo non sopporto i lit-blog glitterati, zuccherosi, miciosi... e nemmeno i libri di cui parlano. Uffi però, non rientro in nessuna di queste categorie. :P devi rimediare e fare una lista completa dei vari lit-blogger a giro per la rete... che oggi proliferano come funghi dopo il temporale.
RispondiEliminaFarò anche una seconda parte promise ;)
EliminaPersonalmente più delle etichette mi interessano le recensioni.
RispondiEliminaNel senso che potrei tranquillamente leggermi anche lit-hipster e glietterate messe insieme se sono interessato alla recensione del libro o dell'argomento in questione.
Mi faccio trascinare più dagli argomenti che dal blogger stesso. :-)
No beh ovvio, ma infatti se escludiamo i template delle glitterate pissi pissi che rendono abbastanza difficoltosa la lettura, quel che conta non è la cornice, ma quel che si scrive. Tuttavia, nella mia malvagità, non ho potuto fare a meno di fare un breve elenco (di cui peraltro faccio parte) ;)
EliminaPuro vangelo!! Sai cos'è? Che sfoltito da tutti gli orpelli il mondo dei blog e' uguale uguale al mondo reale, a tutti i tipi che si incontrano per strada o al bar o in libreria... In fondo il tuo divertente post ha anche un fine antropologico e ambientalistico: un inno alla (we)biodiversità :)
RispondiEliminaP.s. Accetti il mio commento pur non conoscendoci? ;)
In realtà mi commentano credo solo persone che non conosco, quindi fai pure :)
EliminaConcordo su internet specchio dell'anima!
Grazie, mi hai regalato un sorriso! Ti seguo da un po' e non sono una bookblogger, bensì una più modesta mommyblogger, ciononostante mi ritrovo perfettamente nello stereotipo dell'amante di Jane Austen. Dì la verità, mi hai spiata per scriverlo?
RispondiEliminaContinua così!
Ahahaha mi sento presa in causa, giusto ieri ho infilato il Jane Austen tour nei suggerimenti del regalo di laurea xD
RispondiEliminaahahaha, che poi a me Jane Austen piace, vorrei essere anche io una "Downtown Abbey" girl, ma sono troppo cinica -.-"
EliminaIo sono l'amante di Jane Austen, in senso lato. Il mio blog è praticamente il regno dei Preraffaelliti, con tanto di sfondo con carta da parati di William Morris. Eh va beh, ma questa è una passione di gioventù, nata in adolescenza, portata fino ad oggi, passata per una tesi di laurea a tema.
RispondiEliminaFrequento pure i club del libro, con il the, i biscottini e le buone chiacchierate tra le amiche. Riprendiamo ad ottobre, che l'estate sembra che siano tutti iperimpegnati. Giuro che mi fermo qui a somiglianze!
Che dire? Jane Austen non è proprio il mio mito, ma la trovo piacevole, preferisco Virginia Woolf.
Tu dove ti collocheresti? :P
Ma ovviamente corrispondo in pieno alla tipologia "libraio" (con una puntarella di smascheratore), ma mi piacerebbe essere un'austeniana
EliminaVorrei segnalare un'altra categoria antropologica/bookblogghesca: quella di coloro che cercano un rifugio lontano e sognante non a ritroso nel tempo, ma al di là degli Oceani! Penso in particolare ai fulminati per l'Oriente (fra i quali mi colloco anch'io).
RispondiEliminaTamakatsura