Ormai è da circa un mese (un mese?? Come può essere passato un mese??)
che millanto di voler scrivere un post sui libri su alcune figure femminili dell'antica Roma importantissime e magari ingiustamente meno conosciute.
L'idea mi è venuta dopo aver trovato al mercato alla modica cifra di tre euro "Lavinia" della somma Ursula K. Le Guin ed. Cavallo di Ferro, incentrato sulla figura mitologica di quella che fu la seconda moglie di Enea.
Rinfresco la memoria: Enea è scappato da Troia, padre sulle spalle, figlio alla mano, moglie morta bruciata, prende una nave e scappa verso nuovi lidi.
Girovagando Ulisse style seduce una potentissima e bellissima regina, Didone, ma nonostante l'ottima ospitalità sente che può avere molto più di Cartagine e, guidato da promesse e profezie, molla la donzella (non prima di averla sedotta che va bene girovagare, ma l'omo ha delle necessità) e approda in quel del Lazio dove, il re del sud del Lazio, Latino, gli promette in sposa sua figlia Lavinia, già mezza promessa a Turno. Scoppia la guerra e dopo vari atti eroici l'Eneide si interrompe causa morte del sommo Virgilio.
Della bella Lavinia rimangono poche righe, tanto belle quanto anonime, visto che assai più spazio viene dato all'indomita regina Amata, che presa da un furore a metà tra il magico e il rigetto verso lo straniero conquistatore, si oppone con tutte le sue forze ai troiani e al matrimonio della sua unica figlia.
"Lavinia accolse il discorso della madre con lacrime
sparse sulle gote accese, e un intenso rossore
le aggiunse fuoco e accorse sul viso bruciante.
Come se alcuno macchiasse avorio indiano con porpora
sanguigna o come quando candidi gigli rosseggiano
mischiati a molte rose,
tali colori la fanciulla rendeva dal volto."
Amata |
Ursula K. Le Guin ha cercato di indagare il mistero non tanto della furiosa madre, quanto della quieta figliola, presa nella morsa di un destino più grande di lei.
Così le dona un carattere mesto e quieto, ma non per questo privo di personalità. Fa del rapporto con una madre giovane, infuriata col destino per avergli tolto prematuramente i figli maschi lasciandole una femmina inutile e (per lei) anonima, il fulcro di un romanzo credibile proprio perché privo di atti particolarmente eroici. Lavinia riesce a influire sul corso della storia senza uscire dai canoni femminili imposti dall'allora società romana, ma piuttosto piegandoli fino alle sue estreme conseguenze: si oppone con grazia alle nozze col cugino, caldeggiatissime da sua madre, riesce a ottenere l'approvazione del popolo grazie ai suoi poteri sacerdotali, entra in contatto col divino attraverso profezie arcaiche e riesce a integrare culturalmente "lo straniero" unendosi a lui e introducendolo nel tessuto sociale con pazienza e senza clamori. Tutti coloro che si oppongono con troppa foga all'integrazione, finiscono per perdere, da Amata ad Ascanio, perché non è nell'estremismo che si ottiene la pace, ma dalla misura.
Un libro particolare, molto rarefatto, scritto con la mano di una grande come la Le Guin.
Ma la sezione di biografie (vere) trabocca di personaggi romani femminili prontamente ignorati, ecco alcuni suggerimenti!
ARIANNA e IRENE:
In quel di Bisanzio succedevano cose di ogni tipo nell'ambito dei soliti intrighi per la successione. Anche qui "Il trono di spade" dal vivo era assai più assurdo e convincente della saga (che ormai mi rassegnerò rimanga incompiuta) di Martin.
Lo dimostra la storia di Ariadne (o Arianna), figlia dell'imperatore Teodosio, che finì per essere un po' la versione estrema della citazione fiabesca: chi sposerà mia figlia avrà il mio regno.
L'imperatrice Irene |
Figlia dell'imperatore Leone I, sposò Zenone, che alla morte del padre di lei divenne imperatore, peccato che lo zio Basilisco (un nome un programma) ne usurpasse il trono costringendoli a una fuga precipitosa in Oriente dove Zenone poi, morì.
Ariadne però non rimase in silenzio e in esilio ad aspettare la morte, ma riuscì a spodestare Basilisco sposando Anastasio, uomo che aveva i favori dell'esercito e degli alti dignitari.
La porpora ossia il trono viaggiava con la sua figura di figlia dell'imperatore: la frase fiabesca era a doppio taglio, la figlia legata al regno infatti non era solo una figura passiva, ma un simbolo e i simboli hanno potere. Per saperne di più: "Arianna. La garante della porpora" di ed. Jaca Book di Alberto Magliaro.
Altro personaggio interessantissimo è l'imperatrice Irene, unica donna ad aver regnato non come consorte, ma come imperatrice. Donna volitiva al punto da accecare suo figlio per conservare il trono, duramente difeso dall'invasione musulmana e dalla rivolta dei cinque cognati che, sentitosi usurpati, avevano cercato di spodestarla. La sua fine fu all'altezza degli intrighi, ma non della sua figura: con uno stratagemma perse il titolo di imperatrice e venne segregata sull'isola di Lesbo. Vi ho raccontato solo una minima parte delle gesta di questa imperatrici. Storici cari, mi pare il momento di smettere di scrivere libri su quella languidona di Maria Antonietta e di sprecare un po' di inchiostro e Bit per questa donna.
GIULIA DOMNA:
Siriana, moglie di Settimio Severo, discendeva da una famiglia di élite sacerdotale, dedita al culto di un dio solare. Donna di grande cultura fu meno focosa di Irene e Fulvia, ma seppe lo stesso influenzare il marito (saggiamente) senza assumere o pretendere mai ruoli di rilievo.
Proprio come la Lavinia descritta dalla Le Guin riuscì, un po' meno mestamente, a muoversi in quei confini dedicati al ruolo della donna romana. Fu accanto al marito durante la difficile presa del potere alla morte di Commodo e lo seguì in tutte le sue spedizioni dall'Antiochia alla Britannia, dove rimasero tre anni, fatto ancora inconsueto per l'epoca. Tenuta in alta considerazione dal marito, fu una donna di grande spessore culturale e intellettuale, tanto che, alla sua morte, con l'ascesa al trono del loro figlio, Caracalla, ricevette per un periodo persino un incarico di cancelleria durante la sua sventurata spedizione contro i Parti. Quando infine Caracalla venne spodestato da Macrino, quest'ultimo cercò prima di catturare il di lei favore, (anche in ragione del grande favore che godeva presso il popolo), poi la esiliò in Antiochia dove essa si lasciò morire di fame.
Su di lei un altro volume Jaca Book "Giulia Domna. L'imperatrice filosofa" di Alberto Magnani.
FULVIA:
Quando a lavoro giunse il libro "Fulvia. Una matrona tra i signori della guerra" di Francesca Rhor Vio, della Edises che con una nuova collana composta da piccole biografie, sta cercando di mettere toppe qui e lì alle vite non ancora giustamente raccontate, mi domandai essa chi caspita fosse.
Non avevo ricordo infatti di Fulvia, prima moglie di Marco Antonio, probabilmente tralasciata dai miei libri delle superiori poiché considerata personaggio secondario. Vi rinfresco anche qui la memoria.
Vi ricordate il bonazzo romano che guerreggiando pensò di fare anche una capatina da Cleopatra che se ne stava assisa sul trono d'Egitto a sedurre imperatori romani random? Ebbene aveva una prima moglie, Fulvia, dal caratterino piuttosto ferreo e volitivo, affatto dedito al focolare e alla calzetta.
Essa, alle sue terze nozze con Marco Antonio, aveva avuto un primo matrimonio che si era concluso in modo alquanto turbolento (e un secondo più anonimo): suo marito, Publio Clodio era stato coinvolto in numerose congiure all'epoca della crisi della repubblica romana, congiure in cui aveva avuto una sua parte anche Cicerone per cui Fulvia provò in seguito un odio palese e di cui, Salomè style, chiese la testa anni dopo. Comunque, sposa di Marco Antonio, brigò grazie a ricchezza, parentele e amicizie dell'epoca del primo marito, per la sua ascesa, ma si tradì quando lui prese a tradirla con Cleopatra. Gli scatenò infatti contro Ottaviano, cosa che Marco Antonio non prese affatto bene e per cui la rimproverò abbastanza aspramente da lasciarla a morire sola in Grecia.
Essa, alle sue terze nozze con Marco Antonio, aveva avuto un primo matrimonio che si era concluso in modo alquanto turbolento (e un secondo più anonimo): suo marito, Publio Clodio era stato coinvolto in numerose congiure all'epoca della crisi della repubblica romana, congiure in cui aveva avuto una sua parte anche Cicerone per cui Fulvia provò in seguito un odio palese e di cui, Salomè style, chiese la testa anni dopo. Comunque, sposa di Marco Antonio, brigò grazie a ricchezza, parentele e amicizie dell'epoca del primo marito, per la sua ascesa, ma si tradì quando lui prese a tradirla con Cleopatra. Gli scatenò infatti contro Ottaviano, cosa che Marco Antonio non prese affatto bene e per cui la rimproverò abbastanza aspramente da lasciarla a morire sola in Grecia.
Marco Antonio non pianse una moglie tanto devota quanto focosa, anzi, colse l'occasione per far pace con Ottaviano sposandone la sorella.
SERENA:
Concludo questo elenco con Serena, nipote dell'imperatore Teodosio e moglie di Stilicone, considerata l'ultima imperatrice romana prima delle invasioni barbariche.
Figura femminile che si studia di striscio durante le lezioni di storia e solo in funzione del fatto che fu la consorte dell'ultimo baluardo militare che tentò di opporsi alla fine dell'impero, mi rimase impressa per il suo nome.
Claudiano, poeta a lei molto vicino e devoto, scrisse infatti in suo onore un "Elogio di Serena" e, io che al liceo avevo una cara amica con quel nome, rimasi colpita.
Ritenevo infatti che Serena fosse un nome moderno e vedermelo catapultato nel 400 d. C. mi fece uno strano effetto. Forse è per questo che ho immaginato in vesti eccezionalmente contemporanee questa imperatrice che subì le conseguenze delle scelte sbagliate del pur dotato consorte, il quale pensò bene di scatenare una guerra con l'Impero d'Oriente mentre le popolazioni germaniche premevano a nord. Stilicone fu quindi eliminato e lei ne seguì la triste sorte assieme ai figli.
Su di lei, un altro libro breve e snello della Jaca Book "Serena. L'ultima romana" di Alberto Magnani.
Tutta la collana delle biografie dedicate a figure femminili della Jaca Book comunque merita. Mentre cercavo le immagini, per dire, ho appreso l'esistenza di Scirin, la regina dei Magi. DEVO sapere!
E voi avete qualche figura femminile romana che ricordate con forza?
Alle medie avevo letto "Agata e pietra nera", sempre di Ursula K e lo ho amato alla follia ed ora ho paura a rileggerlo perché cosa ne sarebbe di me se non mi piacesse più?! *dramma*
RispondiEliminaBarbs
Segnalo che la Le Guin ha scritto anche fantascienza. Di questo genere io ho letto l'incipit di "I reietti de l'altro pianeta", riedito recentemente da Mondadori, e devo dire che prende. Sarà uno dei prossimi che leggerò.
RispondiEliminaho appreso l'esistenza di Scirin, la regina dei Magi
RispondiEliminaE io che conoscevo solo Scirin Scintilla della Melevisione! XD
(Una genietta in stile Alì Babà, quindi in effetti di tradizione mediorientale).
Bel post sulle donne romane della storia, grazie!
http://www.ibs.it/code/9788816435148/scarcia-gianroberto/scirin-regina-dei.html
EliminaMi viene voglia di leggerli tutti *0*
Io adoro la Le Guin (Tenar è un nome che ho preso in prestito dai suoi romanzi) e faccio le fusa ogni volta che vedo un post che ne parla! Tra l'altro trovo Lavinia splendido e mi spiace un sacco che sia passato così inosservato proprio in Italia.
RispondiEliminaBei consigli, grazie! :) soprattutto il libro su Fulvia mi attira non poco (ho un'attrazione quasi morbosa per la tarda repubblica romana) ;) ricambio con questa segnalazione, non proprio nuovissima ma di sicuro effetto soprattutto per i liceali http://www.ibs.it/code/9788811661221/grimal-pierre/memorie-agrippina.html
RispondiEliminaLa fantascienza della Le Guin merita: https://ilcomizietto.wordpress.com/2015/06/29/libro-i-reietti-dellaltro-pianeta/
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