Abbiamo
tutti passato l’adolescenza e post adolescenza a cercare qualcosa
del quale sentivamo oscuramente il bisogno
o per il quale provavamo un incipiente interesse, ma che, vuoi la
provincia, vuoi la geografia, vuoi lo spirito del tempo, non ci era
concesso raggiungere.
Io
ho passato, ad esempio, parecchie ore
dei miei ultimi anni del liceo e dei primi dell’università, alla
ricerca di film e libri a tematica lgbt.
Posso assicurarvi che si trattava di una faccenda laboriosa anche per
una biblioteconoma in erba, naturalmente portata per sviscerare i
complicati link di un web ancor meno organizzato dell’attuale.
"Laura Dean continua a lasciarmi" di Mariko Tamaki (minipancake frutto della mia follia) |
Per
anni ho scartabellato biblioteche e chiesto in prestito all’hi-fi
del paese oscuri film vincitori di altrettanto oscuri premi indie il
cui unico pregio era stato quello di farlidoppiare anche in Italia
dando la flebile speranza ad alcuni produttori di ricavarne qualcosa
(ah, la triste vita di chi non padroneggia le lingue straniere!).
Nulla
lasciava presagire quello che è accaduto negli ultimi 10 anni:
una valanga di telefilm con personaggi lgbt, film (ancora troppo
pochi o troppo tragici in verità, romanzi (idem) e fumetti.
E’
stato come aprire una diga
e i ragazzini di adesso, non dico assolutamente riescano a trovare
rappresentazioni o materiali lgbt nella stessa misura dei loro
coetanei etero, ma ehi, ragazzi, è una valanga in confronto a quello
che per anni ho faticosamente estratto qui e lì come pepite nel
klondike.
Questo
è stato il mio primo pensiero leggendo il nuovo libro di Mariko
Tamaki,
disegnato da Rosemary Valero-O’Connell: “Laura
Dean continua a lasciarmi” ed. Bao Publishing.
Ci
troviamo infatti davanti a una storia che anche solo pochi anni fa
non sarebbe mai stata raccontata così
(e la protagonista lo dice anche ad un certo punto): lei
sta con lei che continua a lasciarla.
Non
ci sono relazioni clandestine, coming out, genitori che non devono
sapere, ostacoli sociali di sorta.
La storia non parla di un amore lgbt con tutte le solite conseguenze
e correlazioni del caso.
La storia parla di un amore che, in questo caso, è tra due ragazze.
Potrebbe
essere un sintomo di progresso o di come la carica rivoluzionaria
delle relazioni lgbt stia completamente detonando davanti a una
società che le sta assimilando nel modo che le è più congeniale
(le relazioni omosessuali hanno iniziato ad apparire fortemente
accettabili e accettate nella società odierna nel momento in cui i
matrimoni gay sono riusciti a connotare nell’istituzione più
normalizzante della storia nella percezione comune una componente
percepita come promiscua e destabilizzante).
Ai
posteri l’ardua sentenza. Ma
di certo graphic come questa dismostrano che l’assimilazione si sta
svolgendo in modo ineluttabile e incredibilmente meno complessa di
quel che ci saremmo aspettati anche solo pochi anni fa.
Mariko
Tamaki è una già conosciuta autrice canadese di origine asiatiche
che, solitamente, va in coppia con sua cugina Jillian. Insieme hanno
prodotto vari titoli dei quali due tradotti in Italia: “E la chiamano estate” e “Skim”.
Pur
conservando anche qui un certo tocco rarefatto nella scrittura,
si capisce chiaramente il perché stavolta Mariko abbia abbandonato
la cugina in favore di una nuova disegnatrice.
Il
livello e il tono delle storie sono completamente diversi. Pur
trattando tutte le graphic di temi adolescenziali
come l’amore, le relazioni con altre persone più o meno adulte
(che tendono a comportarsi in modo irresponsabilmente poco adulto coi
più giovani ponendoli sul loro stesso piano di maturità), le nuove
consapevolezze sentimentali, ma anche sessuali,
“Laura Dean continua a lasciarmi”, conserva un tono più leggero.
“Skim”
raccontava tra lunghi silenzi, disperati tentativi di accettazione e
una certa rassegnazione propria degli adolescenti che pensano la
propria adolescenza non finirà mai, dell’innamoramento
di una studentessa canadese di origine asiatica per la sua insegnante
fricchettona e instabile.
Non
c’è un adulto scarsamente maturo che approfitta di qualcuno del
quale dovrebbe prendersi cura, ma due
adolescenti che hanno una storia assai tipica, a prescindere
dall’orientamento sessuale:
come nella storia del piccolo principe”, la protagonista,
Frederica, è il giardiniere e la bella Laura che continua a
lasciarla è chiaramente la rosa.
Se
Saint-Exupery rendeva poetico un rapporto fondamentalmente
sbilanciato,
le cose sono in verità ben diverse. Frederica infatti è
completamente in balia dei capricci di Laura, che sa di essere
irresistibile, è consapevole di essere la parte forte della coppia:
è lei la più bella, la più desiderata, quella che l’altra
dovrebbe considerarsi fortunata a poter frequentare.
Si
vede spesso nei telefilm americani
(la storia è ambientata in California), la
gente che dice:
beh tu sei un 60 e x è un 100 intendendo una scala di valori in cui
la persona desiderata è assai più bella e intelligente di te,
quindi poco da pretendere o da scherzare.
La
base di questo squilibrio è la fonte della sofferenza di Frederica
che, all’inizio, scopre Laura a tradirla. Laura che l’ha già
lasciata varie volte per poi tornare sempre senza troppa fatica. Sa
che Frederica si sente fortunata ad averla e non la lascerà mai.
Nel
lungo viaggio interiore che Frederica affronterà per capire che
l’unico valore di una persona è quello che riesce a darsi,
molti personaggi assai queer si affollano attorno alla protagonista.
Se nelle precedenti graphic i genitori e gli adulti hanno sempre una
connotazione negativa e distante, qui sono sì fonte di guai seri
(che in Italia avrebbero anche portato alla galera immagino), ma
anche riferimenti positivi a cui aggrapparsi.
Il
mondo può essere molto incidentato, ma i buoni amici non ti faranno
sentire mai solo.
Anzi, come in
“Skim”, anche qui la protagonista si
rende conto dei suoi errori,
della sua vulnerabilità e di quanto sbagliata sia la sua relazione
solo
specchiandosi in un’altra persona.
Vedendo
i propri amici muoversi affannosamente come noi in un mondo che
appare una gigantesca ragnatela pronta a imprigionarci, possiamo
individuare i nostri nodi, sperare di tagliarli e tornare liberi.
Frederica
ce la fa perché ha molte persone che la amano e rendono un amore
sbagliato quello che è: un falso amore.
La
stessa identica storia avrebbe potuto essere assai diversa e
incredibilmente distruttiva, ma è anche qui la morale della storia:
sei tu che decidi che qualcuno possa continuare a lasciarti, sei tu
che decidi se essere una buona amica o un appuntamento favoloso. Devi
avere fiducia e devi darti valore e allora i falsi idoli saranno
tutti smascherati,
anche se si presentano sotto le sembianze di ragazze dalla bellezza
abbagliante.
Aggiungo questo post scriptum necessario oggi.
Il mondo descritto nel fumetto non è ancora purtroppo la regola: E' letteralmente il migliore dei mondi possibili allo stato attuale. Mentre in California o Canada adolescenti lgbt si lasciano e si prendono alla luce del sole come è giusto che sia a quell'età, purtroppo in altre parti del mondo la situazione è drammatica.
Sarah Hijazi |
Non avrei fatto questo post scriptum che so essere lapalissiano se oggi non fosse arrivata la notizia del suicidio di Sarah Hijazi, una giovane donna di appena trent'anni che qualche anno fa si macchiò dell'incredibile reato di sventolare una bandiera arcobaleno ad un concerto.
Per questo terribile reato fu arrestata e in carcere subì pesanti violenze prima di trovare rifugio in Canada. Oggi si è uccisa ed è per lei e per chi al mondo non è neanche libero di agitare una bandiera arcobaleno mentre va al concerto del suo gruppo preferito che dobbiamo lottare.
E ce n'è da fare, anche a casa nostra, dove non riusciamo neanche a far approvare una legge contro l'omotransfobia con la Chiesa cattolica più intransigente e influente che grida alla limitazione della libertà di opinione (perché ovviamente l'omotransfobia per certa gente non è un crimine, ma una legittima opinione).
Dobbiamo rendere questo mondo migliore per tutt* e che non esista più nessuna Sarah. Anche per questo, lavorare per tirare Zaki, lo studente dell'università di Bologna attualmente imprigionato nelle carceri egiziane, sarebbe un inizio.
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