venerdì 6 settembre 2013

I clienti più molesti. Parte seconda di molte.

 Bene. Settembre is coming. Fa ancora molto caldo, e ne sono felice visto che è stato inverno praticamente fino a metà giugno, ma le vacanze sono agli sgoccioli per tutti. 
Ergo, le librerie son di nuovo piene di quella fauna sciamante e vociante che ad Agosto era stata data per dispersa: i clienti.
 Costoro, abbronzati e caricati a molla, vagano sconcertati dalla mancanza di numerosi libri che gli servono per una scadenza che è al massimo dopodomani. Possibile mai che i magazzini delle case editrici abbiano chiuso ad Agosto? Ma davvero ai magazzinieri sono concesse delle ferie estive?
 Questo sconcerto si riflette in modo immediato in una molestitudine d'assalto peggiorata dal rinvigorimento energetico estivo. E perciò, dopo neanche cinque giorni dal loro rientro eccovi qui: i clienti più molesti parte II.

 IL CLIENTE CHE NON SA NEANCHE LUI QUELLO CHE CERCA: Le commesse di intimo, a cui va sempre il mio pensiero, non hanno di questi problemi, se una vuole un reggiseno taglia 3 coppa C, quello vuole (al massimo, credo, possono trovare arduo consigliare un corsetto in pelle ad una sciura intrisa di 50 sfumature che vuole dire addio alle mutande della nonna). In libreria, invece, il cliente che non sa quello che cerca è diffusissimo. Ce ne sono due tipi:
a) Il cliente che è venuto a curiosare. 
 Gira e vaga sperando di sentirsi ispirato da qualcosa, e va benissimo, il problema è quando arriva da te con fare estatico e dice: "Sa, oggi vorrei leggere qualcosa sull'amore, cosa mi consiglia?" (sic!). Se cerchi di circoscrivere l'ambito "amore" a romanzi, sociologia, psicologia e qualsiasi altra logia, lui ti guarda come la sciura vestita di giallo che vessava il maggiordomo Ambrogio negli anni '80: "Mmm, ho voglia di qualcosa di buono." 
Dopo aver fatto notare che l'amore è un argomento molto dibattuto da qualche millennio, il cliente curioso se ne va sconsolato e anche un filino indispettito: ma come? Tu non sei lì per indovinare e consigliare?
b) Il cliente che pensa di sapere quello che vuole ma non lo sa. 
 Costui o costei arriva o con un biglietto dal titolo, autore, editore e tutto il resto errato ,oppure con una vaga idea in testa. Nel caso dell'errore l'unico problema sta nel convincerlo che no, "La pioggia prima che cada" non è di Murakami, glielo giuro. Nel caso della vaga idea è peggio perché lui si aspetta che da qualche vago indizio tu possa risalire a quello che desidera. 
 "Cerco un libro che due mesi fa tenevate qui in basso a sinistra e ha la copertina rossa? Non se lo ricorda?"
Oppure, cercano quel libro base che può far capire la meccanica quantistica anche ad un bambino, o il catalogo completo degli orologi o l'enciclopedia del marmo. L'eventualità che un simile libro non esista o che, se pure esiste, bisogna avere un titolo per ritrovarlo, non sfiora mai le loro menti. Interrogando il catalogo, per loro, si può superare qualsiasi ostacolo, manco il pc del lavoro fosse un automa di centesima generazione pronto a dominare il mondo.

IL SIMPATICONE: Ti dà del tu a prescindere. Pensa che poiché fai servizio al pubblico tu debba essere l'anima della festa. Si appropinqua con fare piacione e comincia a fare battute di pessimo gusto sugli altri clienti. Convinto che tu non abbia nulla da fare se non sfogliare volumi come se fossi in cima al Parnaso, tenta di intessere dotte (secondo lui) e non richieste dissertazione sull'arte di cucinare una frisella, su Heidegger, le battaglie napoleoniche e l'avanguardia russa del secondo '300. Stupito dal fatto che non solo hai da fare e non puoi dedicargli tempo, ma non sei versata in tutte le arti e materie, ti fissa perplesso chiedendosi (e talvolta chiedendoti) che razza di titolo di studio hai. Talvolta si arrende davanti alla fila dei clienti in attesa, altre ti si piazza accanto come il diavolo sulla spalla e continua a ridacchiare e fare battute finché con una scusa non riesci a scappare in bagno.

COLUI E COLEI CHE SANNO FARE IL TUO LAVORO MEGLIO DI TE: Lo ammetto, sono quelli che mi causano maggiormente crisi di nervi, persino più delle sciure o dei padri della domenica. Probabilmente perché nel 70% dei casi le  tipologie si sovrappongono. 
 Essi cercano un libro X, tipo "I seminari" di Lacan. Sono certissimi che ne esista una sola edizione di 100 pagine che loro hanno visto da qualche parte non ricordano dove e come né in quale edizione. Visto che ti hanno giù fornito titolo e autore (ignorando ovviamente che Lacan ne ha fatti vari di seminari). non si capacitano che tu non scodelli il libro tra le loro mani in due secondi nonostante ti abbiano già dato abbastanza (per loro) informazioni.
  L'unica spiegazione plausibile nel loro universo è che TU  e solo TU non sappia fare il tuo lavoro.  A quel punto inizia la vessazione mentale: innanzitutto è chiaro che non sai usare un pc, né tanto meno un catalogo, anche per loro il computer è come una sfinge futuristica: tu metti Lacan come parola chiave e di sicuro può uscire solo il libro che stanno cercando. Ti fanno perdere ore a fare una ricerca su internet che dovrebbero fare loro a casa che la libreria non è l'istituto per il catalogo unico, gli mostri la sezione e tutti i libri di quell'autore dicendo che se non si fidano di te e del pc almeno dovrebbero fidarsi dell'evidenza. Se ne vanno insultandoti o chiedendo di vedere un responsabile, se tu fossi alle loro dipendenze saresti già stato licenziato. Anzi, se l'Italia va a rotoli come minimo è colpa tua.

 In questi giorni l'ultima tipologia è particolarmente vivace, c'è un unico periodo dell'anno in cui è disposta a fare quello che dici tu: Natale. In quel momento di disperazione pur di non essere inghiottiti dalla folla  pendono dalle tue labbra.
 Secondo tempo finito. Palla al centro.

5 commenti:

  1. Tutti sanno fare tutto. Però non lo fanno. Strano, eh? :D

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    1. E tutti sono convinti che il computer sappia tutto. Sei tu che non lo sai usare..

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    2. Sono gli estremisti della fazione "Non puoi controllare sul computer?" domanda che rigorosamente accompagna una richiesta priva di dati...

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  2. Che brutta razza il cliente...colui che spende, meglio che vada a comprar mutande! Io non so mai cosa voglio quando entro in libreria, viaggio sognante tra gli scaffali ed esco sempre con qualcosa, non rompo mai,inutile chiedere info, il 99% della gente che vende libri conosce solo il titolo commerciale del momento.

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    1. Ciao Giorgia, grazie per il tuo intervento e per aver letto il post :)
      E' però un commento un po' strano su un blog del genere. Come ho scritto varie volte il cliente si aspetta spesso che il libraio sappia l'opera omnia di ogni argomento, cosa che umanamente non è possibile (se fossi Pico della Mirandola oggigiorno starei facendo ricerca malpagata da qualche parte suppongo). Se io pretendessi da un libraio X consigli su Donna Haraway suppongo che forse, se lavora da molti anni come libraio, può ricordare l'argomento e financo la casa editrice.Punto. Io stesso sono ferratissima su alcune materie, ma se mi chiedi lumi sulla Finanza o sull'Astronomia non è che possa essere di grande aiuto. Tutti conosciamo invece tutti i titoli commerciali del momento perché con essi si campa, visto che il 99% della gente che compra libri è solo quelli che conosce.
      In realtà per me non sono il 99%, diciamo il 70%, ma di sicuro la maggioranza. Basta guardare le inquietanti classifiche di vendita, che ogni tanto, in giro, sento dire siano state manipolate da qualcuno. Mi dispiace, ma il popolo italiano legge davvero Fabio Volo, la Mazzantini, Faletti e compagnia bella. Poi ogni tanto capita che in classifica ci va Citati (è successo per ben 1 settimana, qualche anno fa): niente paura, era solo andato da Fazio. ;)

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