Questo inverno, piena di buona volontà, avevo iniziato una rubrica sulle curiosità e stranezze della storia del libro nominata "Rieduchescional libraia" .
Volevo dimostrare che il libro non è solo un oggetto incidentalmente cartaceo che contiene incidentalmente una storia, ma un oggetto con una sua storia piena di trame inquietanti, risvolti sociologici, rivoluzioni, sangue, amori, magie e invidie.
Nessun'altra cosa materiale può vantare un legame così simbiotico con l'uomo, né una tale e continua intrusione nelle vicende storiche. Perché altrimenti con tanta ostinazione si sarebbero dati al rogo i libri nella storia? Perché stilare di continuo liste di libri proibiti? E perchè dovremmo farci tante domande sul famoso passaggio tecnologico all'e-reader?
La risposta è dentro di voi, però è sbagliata, quindi immergetevi nelle stranezze e nelle trame inquietanti che quel silenzioso oggetto sui vostri scaffali custodisce misterioso. E spaventatevi!
LA VERA TRISTE STORIA DEL POVERO GUTENBERG:
Tutti noi fortunatamente attribuiamo l'invenzione della stampa al grande Johann Gutenberg, un geniale orafo che riuscì non solo a inventare la stampa a caratteri mobili, ma, ed è qui l'eccezionalità, a sfornarla come Atena uscita dalla capoccia di Zeus: perfetta. Gutenberg, come molti inventori, aveva l'idea, ma non i soldi, così si fece finanziare l'impresa da un banchiere, tale Fust che a onor del vero lo foraggiò per molti anni credendo nell'impresa.
Non era però un mecenate illuminato ma lo faceva per danaro, così mentre dava denari a Gutenberg per i suoi esperimenti, stringeva segreti accordi con il di lui assistente, tale Peter Schoffer (a cui, tanto per rimarcare l'alleanza, successivamente diede anche in sposa sua figlia). Quando finalmente il nostro Johann riusciva nell'impresa stampando la celebre Bibbia a 42 linee, Fust, con l'appoggio e la testimonianza di Schoffer gli fece causa per riavere indietro i soldi investiti. Ovviamente Guty la perse e dovette cedere gran parte dell'attrezzatura, senza contare il fatto di aver involontariamente allevato in seno la serpe che gli portò via tutti i segreti dell'invenzione. I due fedifraghi misero su una redditizia tipografia, mentre lui vedeva bruciare il suo secondo laboratorio nel successivo saccheggio di Magonza. Morì in povertà.
LIBRI A PRANZO CHE BONTA':
Gnammy |
Il detto "divoratore di libri" non è sempre stato inteso in senso figurato.
Tra gli esseri viventi che amano ingerire letteralmente i libri ci sono, tra acari e topi anche gli esseri umani. Svariati sono i casi di cosiddetta bibliofagia nella storia e svariate le motivazioni che sono principalmente 3.
Assorbimento della conoscenza: In epoche antiche quando il libro era considerato un oggetto al confine tra mondi e perciò ambiguo, gli si attribuivano svariate proprietà per così dire magiche. I monaci irlandesi credevano che bastasse un salterio a renderli invulnerabili in battaglia, altri erano convinti che ingoiando le pagine si assorbisse una conoscenza superiore per direttissima.
L'idea (che era presente già in antichi culti, ad esempio nell'antico Egitto) deve probabilmente la sua diffusione da alcuni episodi della Bibbia i cui più famosi (e poetici) sono quelli del profeta Ezechiele e di Giovanni nell'Apocalisse. Il primo così si svolse:
E tu, figlio dell'uomo, ascolta ciò che ti dico e non esser ribelle come questa genìa di ribelli; apri la bocca e mangia ciò che io ti do». Io guardai ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto all'interno e all'esterno e vi erano scritti lamenti, pianti e guai.Mi disse: «Figlio dell'uomo, mangia ciò che hai davanti, mangia questo rotolo, poi và e parla alla casa d'Israele». Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo,dicendomi: «Figlio dell'uomo, nutrisci il ventre e riempi le viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai e fu per la mia bocca dolce come il miele.
Super gnammy |
Il secondo è praticamente identico, ma con una piccola variante sul gusto della carta e delle parole:
"Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: "Và, prendi il libro aperto dalla mano dell'angelo che sta ritto sul mare e sulla terra". Allora mi avvicinai all'angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: "Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele". Presi quel piccolo libro dalla mano dell'angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l'ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l'amarezza."
Altro esempio, reale però, quello dell'ambasciatore fiammingo di Carlo V a Costantinopoli, Augier de Gister che scrisse come i turchi raccontassero che i tartari divorassero tutti i libri che trovavano, convinti di poterne assorbire la conoscenza.
Del resto, se "In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio"...
Punizione:
Narrano le leggende da ufficio che accada ancora oggi: persone che sbagliano un progetto e per fare ammenda devono mangiarselo. In passato però è accaduto sul serio: alcuni uomini che scrissero libelli controversi furono costretti a smangiucchiarseli. Come fu il caso di uno scrittore scandinavo costretto nel 1643 a mangiare, cotto con tanto di zuppa il suo libello politico: Dania
ad exteros de perfidia Suecoru.
Celebre anche il caso di Bernabò Visconti, famoso per la sua crudeltà, che costrinse due legati papali, venuti a notificargli una qualche bolla in merito a una controversia sul territorio di Bologna, a mangiarsela. E non era semplice carta, ma ben più ostica pergamena.
Sorta di perversione:
Alcuni uomini soffrono di strane perversioni legate ai libri. Se non c'è ancora un modo per chiamare i leccatori di libri, esistono però i bibliomani e i ladri compulsivi di libri, di cui parleremo un'altra volta. I bibliofagi in questo caso mangiano i libri spinti da un impulso irresistibile. Uno dei casi più peculiari è quello di Johann Ernst Biren, duca di Curlandia (dov'è? non lo so), che ispirò a Balzac il personaggio di Biron, segretario di Carlo XII di Svezia ne "Le illusioni perdute". Il giovane scrivendo nottetempo mangiava e mangiava pezzetti di carta e pergamena, senza sapersi fermare.
LA BIBBIA CATTIVA:
Una bibbia cattiva esposta alla British Library |
La cosa a noi sembra un peccato veniale, ma all'epoca scatenò l'inferno. Il re si arrabbiò a morte e fece bruciare tutte le copie di quella passata alla storia appunto come "La bibbia cattiva" (se ne salvarono pare 11 che ora hanno un valore stratosferico), costrinse i due tipografi a pagare un'ingente multa e li licenziò. Considerando che era la puritana Inghilterra del '600 andò loro anche bene.
INQUIETANTE PELLE UMANA:
L'esemplare di Harvard |
Che un tempo i libri si rilegassero con pelli di vari animali è cosa risaputa. Che i più pregiati libri d'ore fossero fatti di pagine di feti d'agnello anche, ma forse non tutti sanno che, seppur rarissimamente per le copertine veniva talvolta usata pelle umana. E' una notizia di pochi giorni fa il rinvenimento nella biblioteca di Harvard di un inquietante volumetto dal titolo "I destini dell'anima", con tanto di scritta all'interno: "Un libro sull'anima umana merita di avere una copertura umana". Anche la biblioteca Ambrosiana può sfoggiare un suo esemplare: il "Trattato di Anatomia" di Van Holsbéek stampato a Bruxelles nel 1861. Svariate biblioteche americane conservano alcuni esemplari (alcuni a tema come "La danza della morte" altre no). Si tratta in alcuni casi di un desiderio espresso del defunto che donava la sua pelle e in altri, come quello di Harvard di persone di cui nessuno rivendicava i resti.
Era un'usanza del periodo principalmente ottocentesca e confesso che non ne conosco i motivi, anche se considerando le loro passioni per cose inquietanti come le fotografie post mortem azzarderei uno "spirito dei tempi".
Scommetto che nessuno adesso citerà più la poltrona in pelle umana di Fantozzi!
bell'articolo, grazie giovane libraia. i libri con pelle umana sono frutto di passione, si conosce una copia della Costituzione degli stati uniti che un ardente patriota e combattente della guerra civile volle fosse rilegata con la sua pelle per i discendenti. Alla fine dell'800, in piena era "abitanti di marte" una nobile francese lasciò la pelle della sua schiena perchè rilegasse una copia del trattato su marte di Camille Flammarion, noto astronomo, divulgatore e tombeur de femme. A me ste copie fan tutte schifo. Ciao
RispondiEliminaDevo dire anche a me. Però la copia all'Ambrosiana sarei curiosa almeno di vederla..
Eliminale rilegature in pelle umana fanno davvero orrore! a tal proposito, segnalo questo libro, anche se alquanto brutto, a dire il vero... peccato perchè la trama sembrava interessante: http://www.neripozza.it/collane_dett.php?id_coll=1&id_lib=421
RispondiEliminaIn effetti la trama è carina, però con queste storie bisogna essere davvero bravi, il ridicolo è sempre dietro l'angolo.
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