sabato 19 marzo 2016

Come scelgo i libri da leggere? Il mio metodo personale nella selezione dei libri meritevoli di attenzione tra senso del potere, tasche piene, giretti in libreria, saggistica sempre buona e tuuuutti i miei no.

 Qualche settimana fa ormai, un lettore del blog ha fatto una domanda quanto fondamentale, quanto da me ingiustamente ignorata fino ad adesso: come scelgo i libri che leggo? 

Notava che, seppure stroncassi di tanto in tanto qualche libro, la media di quelli consigliati come buoni era decisamente superiore. Possibile che scelga sempre e solo libri che mi piacciano?  Oppure ometto per pietà quelli che non mi piacciono?

 Premetto che da quando leggo il blog sono riuscita a liberarmi del vizio terribile del dover finire un libro a tutti i costi. Non ho più molto tempo da perdere visti i ritmi, perciò prolungo la lettura fino a quando non è chiaro che no, non ce la posso fare. Una delle ultime vittime è stato "Shirley" di Charlotte Bronte, dove ho resistito fino a pag 180 prima di gettare la spugna. 
 Detto ciò, ho pensato fosse interessante scrivere un post in cui spiego il mio metodo di selezione bibliografica, e spero commentiate molto, perché sono curiosa di sapere i vostri!
 Bando alle ciance! Si va!

IL GIRO:
 Uno dei motivi per cui mi piace lavorare in libreria è che l'ho sempre collegata ad una certa sensazione inebriante di possibilità.  
La mia faccia in libreria quando ho denaro da spendere
 Essendo stata una lettrice vorace fin da piccola, per me, avere dei soldi da poter spendere a mio piacimento in libri è sempre stato il top della vita: non appena i miei nonni mi lasciavano una mancetta, non appena avevo pagato le tasse universitarie e potevo spendere un po' di soldi delle ripetizioni a mio piacimento, altro che vestiario (e infatti si vedeva da come andavo in giro)! Libri!!!
 Il mio sistema di scelta primigenio è perciò probabilmente collegato a quel meraviglioso e brevissimo momento che intercorreva tra l'avere i soldi in tasca e quindi poter scegliere un libro e il momento dell'acquisto, quando tutti gli altri desideri dovevano essere rimandati tra brucianti rimpianti e aneliti. Il segreto era girare per la libreria a oltranza, senza un'idea precisa, alla ricerca della trama che mi facesse scattare il tac nel cervello e la voglia di aprire il portafoglio. 
 Ho pochi autori cult che compro a prescindere e non ho fissazioni particolari su case editrici, collane, carta, traduttori, autori maschi e femmine, inoltre leggo moltissimi libri di "genere", fantascienza in primis. Quello che guardo davvero è la trama (tanto che mi accorgo del sesso dell'autore solo dopo parecchio che ho letto): se mi convince passo a leggere l'inizio e magari qualche spezzone campionato e se il libro passa l'esame lo prendo. Dopo anni e anni e anni di allenamento, fallisco assai raramente.
olè
 Quando questo accade posso assicurarvi che mi sale una rabbia e un'insofferenza talmente furiosa da rendere necessario il defenestramento istantaneo nel libro. Non chiedetemi perché, ma mi dà proprio fastidio averlo a casa (è l'idiozia lo so) perciò finché non l'ho regalato o portato in biblioteca a far del male al prossimo, quell'irritazione molesta non mi abbandona. A distanza di tre anni ancora provo un risentimento profondo verso un Newton della Nemirovski.
 Per quel che riguarda la biblioteca, il discorso è molto diverso, per due motivi.
 Il primo è che la biblioteca, oltre alla qualità del catalogo deve guardare alla quantità, (in compenso oltre al commercio deve guardare anche alla conservazione grazie a dio) e nella massa è molto più difficile capare dei libri di livello adeguato. Inoltre, non dovendo donare la mia pecunia ad alcun negozio, sono molto più disposta a rischiare, soprattutto per quel che riguarda la narrativa. Non è un caso se le mie più grandi cantonate degli ultimi anni provengano dai suoi scaffali, ma va bene anche così. Chi non risica non rosica.

NO CONSIGLI, SI' RECENSIONI:
 Per un bel po' di anni ci ho provato a farmi consigliare, soprattutto alle superiori ero assai propensa, ma poi. Anni di delusioni e di rarissime soddisfazioni (a mia memoria non ricordo un libro che mi hanno consigliato ad essermi piaciuto) mi hanno convinto di dover ringraziare per il pensiero, ma rifiutare con un sorriso. Ogni tanto ci riprovo, più che altro quando vengo messa alle strette, ma niet, non ho ancora trovato il mio consigliere di fiducia.
Certo, non tutti sono come me, altrimenti questo blog non avrebbe senso di esistere, ma personalmente fatico ad accettare consigli per due ordini di problemi:
1) Tra un libro consigliato e uno scelto da me, scelgo sempre il secondo, così i consigliati finisco per leggerli in condizioni di disperazione (non ho altro sottomano) e con mesi di ritardo.
2) La narrativa è un bacino talmente che profondo che, con l'eccezione dei classici, preferisco attingervi personalmente: la vita è breve, i libri da essere letti e scoperti tanti.
Su di me funzionano molto meglio le recensioni. Raramente una recensione può distogliermi dalla lettura di un libro che VOGLIO leggere, ma, devo ammettere, raramente mi trovo in disaccordo con una buona recensione.
 Accade molto più spesso che mi trovi in disaccordo con le analisi che si fanno dei libri in uscita. Quando mi capita di leggere spiegoni di due pagine sulle novità in libreria quasi sempre mi chiedo: ma che caspita sto leggendo?? Deve mancarmi una sorta di comunione psichica coi critici perché, ho spesso la sensazione che parlino per partito preso, dall'alto di qualcosa o con l'ansia di dimostrarmi quanto siano bravi. La critica letteraria non serve per far apparire cool o good il critico, ma per dare un'opinione, possibilmente sincera e senza fronzoli, se manca quella e spesso manca, per me, stiamo pettinando le bambole.

IL PROBLEMA SAGGISTICA:
 Se voi pensate che io legga tanto, sappiate che ho una collega che oltre a lavorare molto più di me, legge scatervate di libri di ogni argomento. La affascinano, per dire, dalla fisica alla psicologia e legge in modo vorace qualsiasi autore meglio se straniero meglio se il più straniero possibile.
 Non solo, se le mie intuizioni con la narrativa fanno cilecca diciamo tre volte su dieci, per quel che riguarda la saggistica non fallisco quasi mai.
Amo i saggi e su questi accetto assai volentieri consigli.
 Non è che sia più brava io, semplicemente il livello dei saggi è sempre mediamente più elevato della narrativa. Non è un caso se il valore di una casa editrice risulta immediato dal livello dei saggi che pubblica.
 Il problema, almeno per me, sorge nel momento in cui mi accorgo che ci sono interi settori che, con tutta la buona volontà non filo mai: la psicologia, per dire, mi interessa solo nel momento in cui si parla di qualche caso clinico particolare, ma a livello scientifico esercita su di me un fascino pari a zero.
 Idem l'etologia e intere branche della filosofia o della sociologia.
  Non capisco praticamente nulla di fisica e matematica, ma mi affascinano le storie dei fisici e dei matematici o la funzione degli studi scientifici nella storia, inoltre l'idea di avventurarmi in mondi di cui non so niente ha qualcosa di avventuroso. Ho insomma delle lacune gigantesche che sento di dover prima o poi colmare e lo farò. E' gustoso anche avere una wish list a cui attingere andando sul sicuro quando non si sa cosa leggere.

COSA NON LEGGO:
 Cinque o sei anni fa trovavo spesso quei libretti gratuiti dove ci sono i primi due capitoli dei libri in uscita. Un'idea carina che non ho capito se è caduta in disuso causa social imperanti o semplicemente è caduta in disuso vicino casa mia.
 Comunque, un pomeriggio estivo, vado in pausa pranzo e, sotto il sole, mi metto a leggere questo incipit giallo. Nell'arco di venti pagine avevo il mal di stomaco: un detective aveva trovato una scena del delitto in stile messa nera in cui i corpi di due persone erano stati fatti a pezzi (ricordo vari particolari sui loro intestini) e mescolati a quelli di alcuni ovini in modo da formare un pentacolo e non so che altro. Buttai il libretto, ma ormai il danno era fatto: l'immagine delle frattaglie si era ben fissata nella mia mente e non voleva andarsene.
 Allora,  io ho questo limite per cui non riesco né a vedere film violenti, né a leggere libri troppo violenti in modo gratuito. Perciò non leggo tutti quei libri in cui vengono descritte con dovizia di particolari splatter o tentativi di verismo estremo trame in cui la protagonista è una donna stuprata che tenta di riprendersi, in cui rapiscono gente random per rinchiuderla da qualche parte, in cui una setta ti circuisce togliendoti la dignità, in cui uccidono bambini ecc. 
(Gli horror sono ovviamente un'altra faccenda).
 Se la cosa ha un contesto che mi permette di superare il problema: è un libro con una cornice storica, un giallo in cui una descrizione del genere ha senso o una distopia, per dire, allora ce la posso fare. In tutti gli altri casi, passo. 
 Purtroppo ho l'angoscia molto facile al riguardo.
 Non leggo libri di religione.
 Non leggo, anche perché sull'argomento sono una capra ammaestrata, libri di musica.
 Non leggo, per pregiudizio lo so, ma c'ho poco tempo da perdere, libri di autori che in realtà sono personaggi famosi che hanno improvvisamente "scritto" un'imperdibile storia.
 Per il resto, se mi capita, leggo un po' di tutto, senza precludermi niente. Ovviamente se mi mettono davanti un romanzo giapponese e uno sudamericano, tenderò a scegliere il primo, ma tento di spizzicare tutto al grande buffet del libro.

 Ecco, questo è il mio metodo, che, a ben guardare, fidandosi unicamente su intuizione e gusti personali, non lo definirei manco tale, il vostro qual è? Sono curiosa! Testimoniate!

11 commenti:

  1. Le mie priorità, da una decina d'anni a questa parte, sono i classici: di fronte ai pilastri della letteratura sono disposta a correre il rischio di una lettura poco gradita, con la certezza di poter comunque entrare in contatto con un'opera che ha o ha avuto un suo significato (in realtà, anche di fronte a letture poco apprezzate di classici, quasi sempre sono riuscita a riconoscerne il valore).
    Ultimamente mi sono buttata anche su alcune novità e su autori viventi, per scegliere i quali mi affido spesso alle recensioni: frequentando blog e siti mi sono fatta delle idee abbastanza chiare su cosa di quanto è piaciuto agli autori delle recensioni possa piacere o non piacere a me, quindi i fallimenti sono rari.
    Non leggo poesia, o meglio, se la leggo preferisco centellinarla, ma evito di divorare interi canzonieri... fanno eccezione i poemi, che non mi stancherei mai di riprendere.
    La saggistica la lascio ai periodi di tranquillità e di solito ne accosto la lettura a quella di un testo narrativo, dato che la sera prima di dormire o in una sala d'aspetto un romanzo o una raccolta di racconti mi permetterebbe di concentrarmi più di un saggio.
    Quanto alle pre-selezioni in base alla casa editrice, devo confessare che l'eccessivo montaggio di certe pubblicazioni dei maggiori editori con la creazione del tutto artificiosa di "casi letterari" e gli elevati costi delle nuove edizioni di questo genere ho preso in maggiore considerazione gli editori indipendenti e le loro edizioni tascabili, inoltrandomi in un mondo di pubblicazioni che mi sta dando parecchie soddisfazioni!

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  2. Anche io non riesco a leggere i libri che mi vengono consigliati, ma ho una grande fortuna/sfortuna: tutto sommato, sono circondata solo da un paio di persone che leggono!! Dato che sono una amante dei libri - e vorrei tanto riuscire a leggere moooolto di più, e più a lungo - da alcuni anni sto comprando molti libri usati, perchè altrimenti potrei permettermi solo un paio di volumi al mese. Ci sono un nutrito numero di autori e autrici che seguo da anni, e quindi sono "imprescindibili", li metto nella lista degli acquisti senza pensarci troppo, e poi ci sono argomenti specifici, ad esempio solitamente non resisto a tutto ciò che riguarda il Giappone, dalla saggistica alla letteratura. Mi piace leggere le recensioni, ma non sempre servono a suggestionarmi, se un autore lo conosco sono disposta ad "andare sulla fiducia". Quando ho un pò di tempo mi piace andare per librerie con un taccuino ed annotarmi eventuali titoli di cui non avevo sentito parlare, con casa editrice e prezzo, ripromettendomi di fare delle ricerche per saperne qualcosa di più. Però anche io, quando resto delusa da un libro, faccio di tutto per liberarmene. Faccio invece ancora un pò di resistenza all'idea di smettere la lettura di un libro se non riesce a prendermi. solitamente lo trascino per mesi, nel frattempo ne inizio e finisco altri. Se proprio l'idea di riprenderlo in mano e leggere mi annoia mortalmente, allora mi rassegno a riporlo sullo scaffale...

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  3. Io spesso leggo l'incipit del libro (a riconferma di quanto diceva il buon Marquez), ma altre volte mi attirano semplicemente il titolo e la copertina, e così ho scoperto alcuni dei libri che mi sono rimasti nel cuore come "Norwegian Wood" di Haruki Murakami, "In Asia" di Tiziano Terzani, "Latte Nero" di Elif Shafak, e quindi sono grata al mio istinto che pare funzionare bene :D Come ultimo spunto anch'io mi affido a recensioni, anche lette qui :), e a volte ai consigli, che vanno ad allungare una lista da cui penso non depennerò mai tutti i titoli!
    Ho una curiosità comunque, non ti ho mai sentita parlare di libri scritti da giornalisti o riguardanti il mondo del giornalismo! Ne leggi? Consiglieresti qualcosa di interessante?

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    1. Oddio, sul giornalismo leggo più che altro biografie di giornalisti o qualche leccornia storica, tipo questo http://www.nerbini.it/Nerbini.it/volumi/073-Falce%20e%20fumetto.htm

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    2. Sembra interessante, grazie del consiglio! :)

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  4. Io accolgo i consigli solo di alcune persone fidate, i cui gusti ho verificato e coincidono con i miei. Se altri mi dicono la loro mi segno il libro, a mente o sul telefono, ma raramente vado a cercarlo e anche se lo trovo all'usato lo prendo solo se è a prezzi stracciatissimi. Le recensioni mi invogliano molto e in particolare gli autori citati nelle pagine dei critici o da altri scrittori che seguo su fb/blog Es: Leggo un saggio su Calvino e l'autore cita Perec, vado alla ricerca di Perec/ leggo il blog di tizia X che parla di scrittrice Y o leggo racconto di scrittrice Y, vado a cercarla.
    Poi capita spesso che rimanga folgorato da un autore di cui cerco di recuperare tutta la produzione, al momento faccio così con Houellebecq e Foster Wallace.
    Infine per i libri di cui non so assolutamente nulla né sull'autore né sul libro in sè (ma è molto raro) leggo la trama e la sinossi sulla seconda di copertina.

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  5. ...ah, una cosa importante! Oltre ai blog che seguo, dai quali spesso anche io traggo qualche spunto, o vengo a conoscenza dell'imminente uscita di un nuovo libro di un autore che amo, ascolto molto Radio3, in particolare Fahrenheit. La conduzione è fatta da gente intelligente e aperta e che tratta gli autori con rispetto, competenza e genuino interesse, ed ascoltare gli autori parlare, ascoltare le domande, mi aiuta molto a capire se voglio leggere proprio quel libro oppure no. Quando ero molto più giovane ero onnivora e macinavo tutto quello che mi passava sotto mano, ma con la maturità non sono solo i soldi a mancare, bisogna tenere conto anche del tempo a disposizione e della propria capacità di concentrazione, per questo scegliere un libro richiede un minimo di riflessione. Però la sensazione che si prova quando si becca quello che ti fa innamorare e divorare le sue pagine, beh, è una sensazione impagabile...!!! Per chi fosse interessato, oltre all'imprescindibile Radio3 c'è adesso anche Radiolibri, una radio sul web interamente dedicata proprio al mondo dei libri, in cui si possono ascoltare recensioni e non solo. Hanno anche un archivio di podcast apprezzabile: http://www.radiolibri.it/

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    1. argh, anche io da "giovanissima" ero molto più onnivora e dedita al rischio. Da quel punto di vista sento di aver perduto qualcosa :(

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  6. Dunque scelta libri è un argomento difficile. Di solito scelgo secondo l'umore e di consigli accetto solo quelli di mia madre (che legge più di me). E recensioni su internet ma non sempre mi fido (delle tue sì).
    Leggo molti libri di genere, molta narrativa e pochissimi saggi.
    Non leggo libri scritti da persone famose e per una forma di snobismo ereditato dalla genitrice, autori italiani che scrivono bestseller (la Ferrante mi ha quasi fatto ricredere). Facevo parte di un Bookclub quindi leggevo libri suggeriti dai partecipanti ma siamo dispersi ormai.
    In libreria vado a ispirazione, in realtà spesso entro cercando un libro specifico che non hanno e finisco a comprare tutt'altro.
    Al momento, dopo 3 anni di permanenza londinese ho deciso che è arrivato il momento di Shakespeare.

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  7. Da qualche anno le biblioteche pubbliche mi sono di grande conforto, permettendomi di seguire ogni mattana che mi passa per la testa. Di conseguenza i miei acquisti si dividono ormai in due categorie:
    1) libri che ho in biblioteca e mi sono tanto piaciuti che li ho comprati; e siccome li ho letti di recente per il momento non li leggo
    2) Libri che ho preso per curiosità, interesse, amore sviscerato per il loro autore e che leggerei volentieri ma purtroppo ho sei libri in scadenza da finire al più presto (e dopo averli restituiti regolarmente torno a casa con sei interessantissimi libri che non avevo minimamente programmato e che mi precipito a leggere, tanto quelli che ho comprato non scappano mica.
    Insomma, ho smesso di leggere i MIEI libri. Quasi.
    Oltre all'espositore delle biblioteche pubbliche, a qualche occasionale consiglio della libraia di fiducia (ebbene sì, da tre anni HO una libraia di fiducia) e a qualche suggerimento di amici, faccio parte di una specie di circolo di lettura in rete cui sono debitrice di buone scoperte e tavanate galattiche ( peccato che nella maggior parte dei casi parlino di libri per bambini) e qualche volta navigo a caccia di recensioni (quelle vere, dei lettori, non quelle dei critici).
    Quanto a quel che leggo: classici, soprattutto dell'Ottocento, soprattutto inglesi, storie d'amore, gialli, biografie e autobiografie, romanzi storici, saggi di storia, un po' di psicologia e di recente anche un pizzico di antropologia e qualcosina di psicologia. Fantascienza e fantasy, anche (la fantasy quasi esclusivamente inglese). Epica, anche, e favole.

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  8. Per me i migliori consigli vengono dagli altri libri. Ad esempio, "Le ore" -> "Mrs Dalloway" oppure "Satori" -> "Shibumi" -> "Il castigo dell'Eiger".
    Poi le biblioteche pubbliche, dove ti arrischi in autori sconosciuti perché anche se sono sole tanto non li paghi e al massimo non li leggi.
    Poi gli amici che ti PRESTANO (non genericamente ti consigliano) libri per la stessa ragione di cui sopra, oltre al fatto che i nostri gusti li conosciamo. Io so della mia cerchia a chi potrebbero/non potrebbero piacere certi libri. Raramente sbagliamo.
    Comprare libri di un autore mai letto è una cosa che non faccio quasi mai, forse solo nell'usato. Ecco, una volta mi sono imbattuta in un libro di Qiu Xialong tipo a 5 euro e da lì non l'ho più mollato. Ho capito che mi poteva piacere dalla trama e dall'ambientazione. Detesto quando invece di mettermi la trama e due note biografiche sull'autore pubblicano un estratto del libro. Non mi aiuta per nulla.

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