lunedì 13 giugno 2016

Eravamo tutti Bataclan, perché non sono tutti Pulse? Una riflessione sulla strage di Orlando a base di omofobia e terrorismo. (In Appendice un Cose realmente avvenute! Lo giuro! Perché insomma, tocca pure ridere un po').

Ebbene.
 La vignetta di oggi era in realtà pronta per ieri, ma poi, come avrete visto e saputo se abitate su questa terra, è arrivata la terribile notizia della strage nel locale gay a Orlando in cui sono state uccise 50 persone per mano di una persona che ora stanno cercando di capire se fosse terrorista, omofoba o terrorista e omofoba.

 Mai come in questo caso mi pare che questa categorizzazione sia assolutamente senza senso. 

 Perché mai un terrorista e un omofobo che ammazza 50 persone dovrebbero avere una definizione diversa? Lo scopo degli omofobi non è forse lo stesso dei terroristi? Seminare il terrore? Incutere timore? Eliminare chi riteniamo non si conformi alla nostra moralità, ai nostri desideri o stile di vita?

 Durante le stragi di Parigi si scrisse in ogni dove che i terroristi volevano colpire il nostro modo di vivere: la libertà di uscire a mangiare in un ristorante etnico, di ascoltare un concerto metal, di andare a vedere il calcio allo stadio.
 In questo caso cosa c'è di differente? 
 Che invece di colpire una maggioranza di persone, questo tizio si sia concentrato su una minoranza che, in fondo, sta sulle scatole a tutti gli estremisti di tutte le religioni monoteiste (e anche a molta gente che non ha manco bisogno del paravento religioso)?
 Stamattina la mia bacheca di fb era piena di messaggi di cordoglio e solidarietà, ma anche di posizioni senza senso: "Ah, se i gay non si recludessero in locali tutti "per loro" non sarebbero un bersaglio facile (risulta che qualcuno abbia mai detto agli ebrei di non recludersi nelle sinagoghe o ai cattolici di non andare in Chiesa la domenica?)", "Ah, ma se fossero più discreti questo non accadrebbe, lo diciamo per loro."
 No, forse lo dite per voi, perché è sempre la storia che "Non sono io a essere razzista, siete voi che siete negri".

Disegno della fumettista Patrizia Mandanici (storica
disegnatrice di Legs Weaver)
http://patriziamandanici.blogspot.it/
 Il fatto che si cerchi di definire (a livello mediatico, poi ovvio che per le indagini questo abbia un peso anche per comprendere se questo tizio aveva agganci di vario genere ecc) se questo fosse un terrorista o un omofobo x la dice lunga su quello che sottilmente in sotto testo si pensa: se colpisce la maggioranza è terrorismo, se colpisce la minoranza è omofobia
 No, è sempre terrorismo, "solo" la motivazione è diversa.
 Anche noi meritavamo ci si dicesse come un sol uomo e una sola donna: "Non permetteremo ai terroristi di incidere sul modo in cui vogliamo vivere". 

Non c'è nessuna differenza tra il Bataclan e il Pulse. 

 Semmai la differenza sta nella diversa percezione dell'avvenimento: nel primo caso tutti si sentivano colpiti, nel secondo, vabbeh, è omofobia, non è proprio una cosa che mi riguarda, hanno pensato in tanti.

 E questo pensiero è il motivo per cui abbiamo dovuto aspettare anni una legge sulle Unioni Civili, per cui non esiste ancora una legge contro l'omofobia in Italia, per cui abbiamo dovuto sopportare mesi di incivili discussioni alla Camera, al Senato, a lavoro, sul tram, in famiglia, su leggi che avrebbero dovuto riguardare la nostra vita.

Ill. di Alessandro Baronciani
http://alessandrobaronciani.blogspot.it/
Quando si tratta di combattere per un diritto di una minoranza, la minoranza è sola.

 Quando la maggioranza capisce che il sistema democratico le conferisce il "privilegio" di decidere cosa farne della minoranza, allora la questione diventa di tutti.

 Finché il punto sarà "noi e loro" e non sarà "il mio diritto è anche un tuo diritto", "il mio dolore è anche il tuo dolore", stiamo pur certi che di Pulse ce ne saranno eccome.

Il problema non è solo l'omofobia, il problema più dilagante è l'indifferenza o il magico "non sono fatti miei". Finché il mondo non sarà un posto più giusto, sono sempre fatti di tutti, siamo sempre implicati.

 Come diceva De Andrè in una frase molto abusata: "Anche se voi vi credete assolti, siete per sempre coinvolti".

 Scusate lo sfogo, so già che tra una settimana mi pentirò anche di averlo scritto perché questo è un blog che parla di altro, chi capita qui merita francamente di avere due minuti di sollievo dal delirio generale e magari farsi una risata. 
 Vi lascio (direte voi in modo completamente insensato, ma insomma oggi  non ci stavo proprio che mi privassero pure della vignetta) con un Cose realmente avvenute! Lo giuro! proveniente direttamente dal delirio scolastico di questi giorni.
 Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Devastazione"!



26 commenti:

  1. Ho pensato la stessa cosa quando questa ho letto sul giornale "deve esser stabilito se è un hate crime o un atto di terrorismo", farà differenza a livello politico, d'indagine, sicuramente di percezione mediatica ... ma poi alla fine si tratta sempre di un idiota (per essere gentile) che ha ucciso cinquanta persone.
    Mi chiedo come verrà catalogato se risulterà essere entrambe le cose.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In America probabilmente hanno quest'ansia anche perché gli serve per la campagna elettorale: a Trump fa comodo se è un estremista islamico, alla Clinton probabilmente se è omofobo. Questo la dice lunghissima sul populismo di cui soprattutto Trump è affetto: perché mai dovremmo avere più paura di un terrorista islamico che di un omofobo? Le stragi ci sono comunque. Ovviamente è l'oggetto del populismo che cambia: se l'assassino appartiene al gruppo che abbiamo deciso essere la causa di TUTTI i nostri problemi, allora daje favoloso centro. Se invece appartiene a quella schiera che voterà Trump in massa, ossia gli omofobi conservatori, allora li arrancherà un po' e minimizzerà dicendo: ah, beh, ma era un pazzo. Spero che i giornali facciamo una bella riflessione su questo particolare non irrilevante, non so perché non ci spero.

      Elimina
    2. Una cosa del genere in campagna elettorale è un'opportunità ghiotta!
      Adesso nasceranno i problemi seri: che si mette su Facebook? "Siamo tutti Orlando" o "siamo tutti gay"? bandierina americana o bandierina arcobaleno?
      "Purtroppo" mi sono persa la reazione di Salvini... anche lui sarà in dubbio: "mi scaglio contro il terrorista islamico col rischio che mi ritrovo a difendere i gay (e la famosa lobby gay)!".
      Su una riflessione seria sui giornali sull'accaduto nutro anch'io dei dubbi... ma magari cercando bene...

      Elimina
    3. Questa strage secondo me sta mandando in tilt i cervelli dei cretini di tutto il mondo: perché non c'è distinzione tra "hate-crime offender" e terrorista. Un terrorista è INSTRINSECAMENTE un hate-crime offender, e nessuno sembra accorgersi che la distinzione tra i due non ha alcun senso. Se fosse stato un cristiano fondamentalista a sparare, sarebbe stato comunque un terrorista, e anche un hate-crime offender.
      Mi immagino il cervello di Adinolfi andare in cortocircuito come l'alabarda spaziale di Mazinga Z.

      Elimina
    4. Tra l'altro c'è l'ipotesi che fosse egli stesso gay, improvvisatosi terrorista per auto-hate-crime (!!!)
      Credo che parte del silenzio sia dovuto al numero di cervelli implosi per decidere contro chi urlare.

      Elimina
    5. Andrea a parte che il fatto che fosse nelle chat gay e lo avessero visto lì nei dintorni per me può anche voler dire che magari uno se la prepara una strage, quindi stava sondando il terreno e capendo dove e come andare.
      Secondo poi la famosa "omofobia interiorizzata" è in realtà una variante di una forma di auto-odio presente in tutte le minoranze.
      Tale è la pressione sociale in senso negativo che si subisce nel sentirsi additati come minoranza e discriminati e limitati nella vita di tutti i giorni (cosa che assicuro se non ne fai parte non puoi capire) che molti, non riuscendola a sostenere negano in modo violento la loro appartenenza. Trovi così i neri suprematisti bianchi, gli ex ebrei che diventano praticamente nazisti, i gay repressi che diventano i peggiori nemici di quelli che invece vivono liberamente. E' un meccanismo complesso che di certo qualche psicologo che legge il blog saprà descrivere meglio di me e che mescola rancore a invidia, non accettazione a odio per chi, al contrario di chi si reprime, dimostra che si può combattere per avere una vita felice. Mettici pure che magari uno è anche un soggetto instabile di suo e avrai un mix micidiale. In realtà questo discorso secondo me vale anche per i kamikaze non omofobi: di certo alla base della confusione dei terroristi francesi c'è anche una confusione sull'appartenenza, l'incapacità di tenere insieme regole morali spesso diametralmente opposte. E' difficile volere disperatamente una cosa e non riuscire a fare i conti col fatto che intimamente la si ritiene la cosa più sbagliata del creato.

      Elimina
  2. Non posso che essere d'accordo su tutto quanto hai scritto. In queste ore non so se mi disgusti più il fatto che si tenti di sentirsi al sicuro affermando che il dolore e il pericolo sono destinati a generici "altri" o dalla consapevolezza che molti non siano realmente addolorati dalla strage perché ha colpito persone che già attirano su di sé pregiudizi e ostilità più o meno evidenti (io direi "più", visto l'esempio anche da te citato del recente dibattito sulle unioni civili e dell'ignoranza che abbiamo visto scatenarsi da parte di persone per cui "omofobo" è quasi un complimento). In qualche modo, è come se, insistendo sul movente omofobico, si affermasse la minor gravità di un fatto terribile, come se, non diversamente da chi chiudeva gli occhi di fronte alle deportazioni naziste, si pensasse, con un misto di consolazione e rivalsa, "non mi riguarda". Senza capire che OGNI attacco alla vita umana e alla libertà di espressione è questione che riguarda tutti noi, che sia opera di uno squilibrato o di un estremista di qualsivoglia religione.

    RispondiElimina
  3. Certo che sì, su tutto quel che hai scritto.

    RispondiElimina
  4. quello scambio di messaggi tra il ragazzo e la madre mi ha devastato. il "male" non può essere classificato con un nome, è "male" e basta.

    RispondiElimina
  5. Eravamo tutti Bataclan, perché non sono tutti Pulse?

    Più o meno è quello che mi sto chiedendo da stamattina, in effetti.
    Però so benissimo che la risposta è questa:

    nel primo caso tutti si sentivano colpiti, nel secondo, vabbeh, è omofobia, non è proprio una cosa che mi riguarda, hanno pensato in tanti.

    Anzi, secondo me l'urgenza di stabilire con precisione se si tratta di un estremista islamico o di un "semplice" omofobo che ha sbroccato (aldilà delle giustificate esigenze d'indagine) è proprio perchè, nel secondo caso, un sacco di gente potrà tirare un sospiro di sollievo e dire "Ah, vabbè, non è una cosa che possa succedere anche a me!".
    Mentre, si trattasse davvero di un estremista dell'ISIS che ha agito sul modello del Bataclan, nessuno potrebbe sentirsi tranquillo: oggi è toccato alla comunità LGBT, domani potrebbe toccare alle femministe, o ai partecipanti a un concerto rock, o ai clienti di un centro commerciale, ecc.
    Per questo tutti (tutti quelli che non si ritengono toccati dalla questione lgbt, cioè) stanno trattenendo il respiro e sperando che fosse "solo" un omofobo sbroccato: per poter continuare a fare la vita di sempre senza temere che il più semplice atto quotidiano possa far "inca22are" qualche radicalista religioso che scelga di farsi esplodere nel negozio sottocasa. Se fosse solo un "omofobo", il problema non riguarderebbe tutti, ma solo una minoranza, appunto. Con buona pace di tutti quelli che amano tenere la testa sotto la sabbia.

    RispondiElimina
  6. Sono animata anch'io dagli stessi pensieri da ieri, definire quest'atto atroce come terrorista e omofobo mi è parso importante e pericoloso allo stesso tempo. E' un atto omofobo, o se vogliamo anche un atto omofobo, perché ha colpito un gruppo di persone che si riconosce come parte di una comunità, di una minoranza che (per farla breve) si definisce per determinate caratteristiche. E da una parte è importante sottolinearlo per mostrare a chi ne nega l'esistenza che l'omofobia esiste ed è viva e vegeta e crudele. D'altra parte, ho letto commenti che parlavano di 'nostri morti' ponendo una barriera e una bandiera di rivendicazione che mi è parso mancasse il punto e mi sono sentita a disagio perché quei morti - se di qualcuno si possono dire - sono di tutti, dovrebbero essere affari di tutti.

    Hai ragione, Libraia, il punto è "noi e loro", ancora una volta.


    [A margine, posso parlare per me soltanto ma seguo questo blog proprio perché unisce leggerezza - calviniana - e ironia a riflessioni e questioni di una certa levatura. Tanto per mettere comodo lo "sfogo", mi pare sia più che al suo posto qui.]

    RispondiElimina
  7. Speravo ne parlassi almeno tu, perché da due giorni sto cercando una voce indignata, qualcuno che dica qualcosa, e non lo trovo.
    Non ho facebook né twitter, seguo solo qualche blog di disegnatori e un paio di siti di notizie, e nessuno si è precipitato a postare vignette inneggianti la fratellanza cosmica o foto simboleggianti un profondo cordoglio o anche solo qualche riga di dolore e solidarietà, come invece è accaduto SUBITO e in quantità a mio parere al limite dell'esagerazione con il Bataclan o Charlie.
    Sono due giorni che accendo la tv aspettando qualche messaggio da parte di attori, musicisti, personalità in vista, almeno uno tra quelli che possono influenzare il "sentire comune" e che, con il Bataclan, hanno prodotto di tutto: dichiarazioni, canzoni, filmati, reportage, video e chi più ne ha più ne metta.
    Niente. C'è un silenzio assordante da parte di chi, per quell'attacco "solo terroristico", aveva fatto veramente tanto rumore.
    Avevo seriamente bisogno di leggere qualcosa in merito, quindi ti ringrazio di averne scritto. A volte anche sapere che c'è qualcuno che si incazza tanto quanto te ti fa stare bene. Non nel modo in cui lo fa quando posta vignette esilaranti, ma è comunque una sensazione positiva.
    Altro non mi viene da dire, non riesco ad analizzare la situazione, l'attentatore, la gravità, la colpa eccetera, perché ancora il mio cervello non ha fatto quel "click" necessario per capire cos'è successo. Non riesco a elaborarlo. L'assurdità della notizia è troppo elevata, è come sentire che qualcuno ha sparato in un Pet Food perché gli stanno sulle palle gli animalisti, o che ha preso a fucilate i raccogliatori di pomodori perché odia i vegani. Non riesco a elaborare in modo "logico" l'idea di uno che spara sulla gente solo perché non gli va bene con chi va a letto.
    E so quanta omofobia ci sia nel mondo da secoli, ne leggo e ne parlo e ne vedo film e ne scrivo io stessa da sempre... ma questo livello no, è troppo alto, non sono ancora capace di analizzare, di dire "ok, è successo" e metabolizzare.
    Avrei bisogno di ondate, vere e proprie ondate di indignazione, manifestazioni in ogni città del mondo, una sollevazione popolare trasversale e generale, per poter assimilare questa cosa. Ma non vedo nulla del genere.

    RispondiElimina
  8. Sono perfettamente d'accordo con te ed hai fatto bene a scriverne qui nonostante questo sia un blog che parla di altro!
    Questo atteggiamento è vergognoso!

    RispondiElimina
  9. Sono perfettamente d'accordo con te ed hai fatto bene a scriverne qui nonostante questo sia un blog che parla di altro!
    Questo atteggiamento è vergognoso!

    RispondiElimina
  10. Mi fa vomitare il concetto "se solo fossero più discreti".Me lo sono sentita dire tante volte:eh sì,a me i gay sono anche simpatici,sai,basta che non sìano proprio quelli "esagerati".Ed io penso sempre:ma a te,che cazzo te ne frega???Perchè ti deve dare fastidio come uno si comporta o veste o parla,finchè non ti causa un danno?Fanno i progressisti,ti dicono che hanno anche amici gay per farti vedere che sono avanti,tolleranti,intelligenti.Poi arriva quel "basta che non sìano esagerati".
    Ed a me vengono su tante parolacce.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il fatto, cara Lazyfish, è che molti sono impreparati a chi non è conforme a una società sempre più rigida e normata. Chi osa non adeguarsi è vissuto come un elemento di disordine che deve essere combattuto, se no chissà cosa succede.
      Molti attuano questo meccanismo in modo inconscio e sono quelli che sparano cavolate come "Lo stereotipo gay" o "mi vanno bene i gay ma se non ostentano", ma poi se i gay li conoscono davvero e ci ragioni, vengono a più miti consigli.
      Gli omofobi che hanno varie gradazioni di gravità della loro condizione d'odio, invece, vivono l'omosessualità come un'onta: come osa questa gente mostrare che la società non è rigidamente orientata come ci sforziamo di imporre ogni santo giorno che viene in terra? Abbiamo creato religioni per questo! Codici morali! Leggi!Punizioni! E questa gente si ostina ad essere così.
      Il fatto che sia una condizione naturale (e che quindi la natura non abbia in effetti l'ordine a cui tendono in modo neanche troppo velatamente fascista) gli risulta un'idea così insostenibile da portarli a inventare fantasiose menzogne komplottiste delle quali si autoconvincono, tipo quella calunnia immonda che è la teoria del gender.

      Elimina
  11. Scusami, ma mi sembra che unisci due concetti molto diversi.
    Anche io trovo atroce l'ipocrisia di chi trova i gay "simpatici", una caratteristica di popolazione che li colloca tra gli scoiattoli e i video di Paperissima. Da una classificazione del genere, che pensa di essere positiva ma mostra solo quanto consideri l'omosessualità qualcosa di "altro", non può che derivare la sensazione che un po' se la siano cercata, gaieggiando così impunemente non incontreranno sempre persone tolleranti come loro.
    D'altra parte, non vedo cosa ci sia di male ad essere infastiditi o imbarazzati dalle persone che si vestono e si comportano ostentando lo stereotipo del gay stravagante ed effeminato. Posso provare lo stesso fastidio per una ragazza vestita volgarmente (per me) o per un tamarro a camicia aperta, catenone d'oro e pelo di fuori, non vedo perchè questo dovrebbe rendermi un omofobo ai tuoi occhi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Senti, io sono buona e cara, ma certe cose non le posso leggere.
      Esattamente cosa ti disturba se un essere umano si comporta come gli aggrada e non come la società impone? Sei limitato nelle tue libertà personali? Hai qualche immane trauma? Cosa ti infastidisce? La camicia a fiori? La voce? E perché? Chi sei? Il centro dell'universo?
      Pensi che uno dovrebbe chiedersi prima di uscire: "Oh cavolo, oggi forse dovrei gesticolare di meno, magari incontro uno che si sente imbarazzato perché non mi muovo in modo virile"?
      Le cose per cui dovresti essere imbarazzato sono altre: la maleducazione, lo sfruttamento sistematico dell'essere umano sugli altri, la gente che compra la miseria altrui, il disprezzo per il prossimo (quello che tu metti in atto dicendo che una persona effemminata e stravagante ti può infastidire o imbarazzare), la violenza, il sessismo, la disonestà ecc ecc ecc
      Se tutti ci sentissimo imbarazzati e infastiditi per ciò che rende peggiore il mondo e non per il modo in cui gli altri sono (se questi altri non fanno del male a nessuno e francamente stento a capire come "ostentare lo stereotipo gay" possa farlo), allora il mondo sarebbe quel bel posto che purtroppo non è.
      Inoltre, sottolineo che nessuno dà agli omosessuali maschi e femmine il manuale dello stereotipo gay,come nessuno lo dà agli uomini che ostentano virilità, alle sciure che ostentano sciurezza, alle beghine che ostentano beghinaggine e via dicendo: certe volte le persone sono proprio come le vedi e non vedo perché dovrebbe essere un problema.
      Detto ciò: io non penso che tu sia omofobo, ma penso che se hai problemi di imbarazzo o infastidimento allora qualche cosa che non va c'è. Forse non è esattamente omofobia, ma incapacità di accorgersi di avere un pregiudizio e di saperlo superare.
      Al contrario dell'omosessualità che è una condizione naturale degli esseri umani, il pregiudizio è innaturale e può essere combattuto (anche quello contro i truzzi e le ragazze che ritieni volgari). Magari provaci, ne guadagnerai anche tu. Non sia mai che un giorno qualcuno trovi imbarazzante o fonte di fastidio anche te.

      Elimina
    2. E aggiungo:
      Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento
      perché rubacchiavano.
      Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto
      perché mi stavano antipatici.
      Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato
      perché mi erano FASTIDIOSI.
      Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente
      perché non ero comunista.
      Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.
      Bertolt Brecht

      Elimina
  12. Boh, non capisco se mi sono espresso male, perché sono d'accordo con te e mi sono preso un cazziatone. È ovvio che chiunque possa vestirsi e fare ciò che gli pare finché non mi danneggia... come posso riformulare? Non mi piacciono? Non lo apprezzo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vah che non c'è niente di male. Io ad esempio non sopporto i grassoni, sgradevoli, urlatori, ipocriti e pieni di sé: per cui quando vedo Adinolfi in una trasmissione TV, cambio canale.
      Se ti dà fastidio un gay dall'aspetto particolarmente queer e/o macchiettistico, cerca di capire perché - io lo so perché mi imbarazzano e fanno incazzare quelli con l'aspetto di Adinolfi: perché Adinolfi mi sta sui coglioni - e di superare la cosa, pace, amen. Mica puoi impedire a un tipo di avere un aspetto particolarmente queer e/o macchiettistico. Se uno si trova bene così è meglio per lui: a 'sto mondo è pieno di gente che si trova a disagio con se stessa per cose in realtà del tutto normali, ed altri che sono fieri di frodare il fisco per milioni e/o andare con le minorenni, direi che ci sono problemi molto più grossi di un ragazzo a cui piacciono smodatamente i glitter e i pantajazz anni '70.

      Elimina
    2. Oppure, visto che le lesbiche in 'sto discorso risultano sempre non pervenute, direi che ci sono problemi molto più grossi di una giovane fanciulla a cui piace smodatamente giocare a calcio, avere i capelli a spazzola, e indossare quotidianamente camicie da boscaiola.
      Sempre per restare negli stereotipi gay.

      Elimina
  13. E comunque sentirmi citare contro Brecht, e pure a proposito, mi ha fatto sentire una bruttissima persona...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Riguardo ai pregiudizi latenti, non so, penso di averne come tutti ma cerco di controllarli e orientare i miei comportamenti secondo giustizia.

      Elimina
  14. Io credo sia legittimo voler distinguere tra "terrorista" e "pazzo che ha sbroccato". Il fatto che a Orlando l'attentatore fosse un gay omofobo con evidenti problemi psichiatrici e non un membro di una cellula Isis è per certi versi rassicurante. Non perché "tanto ha ammazzato gente con cui non c'entro nulla" ma perché induce a vederlo come un caso isolato, e non come parte di una strategia del terrore che prevede altri attacchi (a gay, ad appassionati di metal, a gente al ristorante, a chi prende la metro, a chiunque). A Parigi ci sono stati attacchi simultanei in diverse zone della città, gestiti da un commando organizzato, è una cosa un po' diversa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà non si capisce perché questo tizio dovesse essere classificato come "pazzo che ha sbroccato". Non era pazzo e non ha sbroccato, ma premeditato un attacco verso quelli che considerava gli oggetti del suo odio. Ripeto, al netto delle indagini, perché adesso consideriamo degni della qualifica di terrorista "solo" quelli che appartengono all'Isis? Ci sono stati vari tipi di terrorismo nella storia, il fatto che adesso quello più preponderante sia di matrice islamica non toglie che possano essercene altri. In questo caso specifico non c'è nessun pazzo folle, ma una persona che ha deciso di compiere un crimine d'odio e sì, seminare terrore, esattamente come al Bataclan. Lì l'obiettivo erano i cittadini francesi colpiti in modo indiscriminato, al Pulse, il terrorista aveva circoscritto l'obiettivo a quelli presenti al Pulse (e quindi classificati come gay). Non è l'obiettivo che rende un terrorista tale, ma l'intentp. In questo caso l'intento era uccidere e seminare terrore in una minoranza. A Parigi l'intento era uccidere e seminare terrore per tutti. Il punto è sulla semantica, non sull'indagine. Sull'indagine si può appunto questionare se appartenesse a una cellula o fosse un "lupo solitario", fatto non irrilevante per i motivi che citi anche tu. Ma non è che se uno agisce in modo terroristico da solo è un "pazzo che ha sbroccato", è un terrorista comunque.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...