giovedì 2 marzo 2017

Ogni stagione ha il suo libro. Del come le stagioni dell'anno influenzino le mie abitudini di lettura e perché ciò assurdamente avvenga: Autunno halloweenoso, inverno incolore, primavera giappo ed estate gialla.

 In queste assai belle primissime giornate di Marzo, con un sole freddo, ma coinvolgente a illuminare le torbide strade cittadine, mi sono tornati in mente molti ricordi delle superiori.

 Non che non ci siano stati altri Marzi soleggiati, ma, me ne sono accorta in anni di ritorni a casa da nord al centro, la luce della Lombardia non è quella del Lazio, e non perché nulla è come casa. 

 Semplicemente la luce del Lazio è proprio diversa, qualcuno saprà di certo spiegare più scientificamente la questione, (magari è un'inclinazione dei raggi solari, non lo so), ma quando scendo a casa mia il sole mi sembra sempre più forte, il cielo più azzurro, i colori più pieni.

 O forse sono semplicemente suggestionata perché sono contenta di essere a casa.

 In ogni caso, questo clima bambagioso mi ha messo una fortissima voglia di leggere libri di autori giapponesi. 

 Non che non ce l'abbia di solito, ma è proprio una frenesia che mi ha portato, ad esempio, a dedicare il pomeriggio di ieri alla lettura vorace e compulsiva de "La seconda vita di Naoko" di Keigo Higashino invece che alla stesura di questo post.

 Mi sono accorta di conseguenza di non aver mai parlato di questa perversione libraria, degna della rubrica di Guido Vitiello su Internazionale: la voglia di leggere determinati libri a seconda della stagione.

 Ebbene sì, a seconda dei mesi, per un fatale mix di ricordi, madeleine letterarie e clima, mi assale il desiderio di buttarmi su un certo genere di libri piuttosto che su un altro.

 Come avviene? Cosa mi attira di più stagionalmente (se non si fosse capito dai miei ciclici post sul blog)?

 Ecco le mie preferenze stagione per stagione!


AUTUNNO:

 Ormai lo avrete intuito, in autunno, soprattutto nel mese di ottobre, mi inzucchifico, proprio come il buon imperatore Claudio.


Per me già da metà settembre dovrebbe fare frescho e dovrebbe essere accettabile vagare con una tazza di the caldo tra le mani mentre le foglie cadono.

  Quando poi il calendario oltrepassa la soglia del 30 settembre e si precipita in ottobre, pretendo colori autunnali, sciarpa, vetrine piene di zucche e nebbia sottile. 

 Per dare una mano alla mia pretenziosa immaginazione (soprattutto se il clima non la aiuta), inizio a disegnare vedendo horror e cucinando biscotti alla zucca e passando il mio tempo ad ammassare decorazioni per Halloween, la mia festa favorita in assoluto (NB Non ho quasi decorazioni natalizie e in genere non ho nessuna particolare passione per le festività, quindi è proprio una fissazione circoscritta).

 Si tratta di un mix fatale tra stagione favorita (anche perché c'è il mio compleanno), sollievo per la fine dell'estate (che a me piace eh, ma quando abiti in una città senza mare è un incubo) e gioia per Halloween che mi ricorda molto casa mia, boscosa e ombrosa.

 Ovviamente le zucche chiamano horror o noir, vampiri e fantasmi, sia classici sia moderni.

 Ma anche storie che non sono necessariamente horror, ma nascondono profonde inquietudini quotidiane (penso ai racconti di Yoko Ogawa per dire). Tutto ciò che insomma racconta le fatali ombre che si allungano talvolta cupe sulle nostre vite, che siano sovrannaturali o meno.

 Se poi leggo coi biscotti succitati e il the accanto, ascoltando Guccini (dovete sapere che ho anche la fissazione di ascoltare alcune canzoni in determinate stagioni), ben abbozzolata nella mia copertina, dopo che per tre mesi ho sudato come un suino all'equatore, sono ancora più happy.


INVERNO:

L' inverno è l'unica stagione in cui non ho un genere favorito.

 Probabilmente essendo il periodo dell'anno in cui studiavo di più, è stato anche sempre quello in cui statisticamente ho letto meno e in modo confusamente onnivoro. Quello che mi prestavano leggevo, quello che trovavo in biblioteca ingurgitavo senza un vero senso logico.

 Forse l'unica vera voglia che ho in inverno è di rileggere almeno uno o due libri della saga di Darkover di Marion Zimmer Bradley.

 Il primo motivo è che questa saga tra il fantasy e la fantascienza è ambientata su un modo dove sostanzialmente c'è sempre un rigido inverno e le estati sono al massimo primavere marzoline.

 Il secondo è che lo ricollego al mio periodo universitario, quando mi costringevo a studiare le mie tot pagine al giorno prima di poter leggere almeno un po' dei (fortunatamente molti) libri della saga che compravo in una bellissima libreria che purtroppo ha chiuso.

 Le mie storie preferite sono quelle delle libere amazzoni, Jaelle e Margali, forse perché sono sostanzialmente al chiuso e riprendono molti dei miei must invernali: cibo abbastanza pesante, bagni caldi e coperte.


PRIMAVERA:

 In quarto ginnasio avevo una compagna di classe che veniva dalla Calabria.

 Era una ragazza stranissima (non perché venisse dalla Calabria, ma perché era proprio strana), una di quelle mitomani che dicono di avere tremila problemi e raccontano bugie a piovere. 

 Poiché la madre conosceva la madre di una delle mie migliori amiche mi ritrovai nella situazione di doverle essere amica a forza per aiutarla a inserirsi in paese.

 Tentai, tentò la mia migliore amica e tentò anche un'altra mia compagna di classe con cui andavo molto d'accordo, ma alla fine dell'anno fu chiaro, dopo un increscioso episodio che evito di rivelare, che non era molto a posto.

 L'anno dopo non tornò a scuola e si trasferì. 
 Quello che mi ha lasciato questa strana tizia di cui nulla ho mai più saputo è la conoscenza di Banana Yoshimoto. Mi prestò infatti, nella primavera del quarto ginnasio, "N.P.".

 Chi lo avrà letto capirà che la combinazione tra la stranezza della mia amica e il libro aveva tutte le potenzialità per creare una combo emotiva molto forte.

 E infatti fu così. Tuttora ricordo quando mi prestò il libro nel cortile della scuola e tuttora ricordo la frenesia con cui cercai gli altri in biblioteca.

 Un paio di anni dopo, comprai distrattamente "Lucertola" (la sua migliore raccolta di racconti) all'inizio di Marzo e alcune Pasque dopo usai i soliti soldi della mancetta dei miei nonni per comprare "Presagio Triste".

Anche quello lo ricordo chiaramente e mi è rimasto impresso con una tale forza che ogni primavera la voglia di leggere scrittori giapponesi diventa fortissima.

 E, se posso dirlo, sarà quel loro continuo riferirsi alla fioritura dei ciliegi, ma, ricordi personali a parte, penso davvero che non ci sia stagione che più si adatti a loro.


ESTATE:

 In estate ho due fissazioni ben divise.

  Nella prima parte, il periodo in cui di solito si vota, amo leggere racconti horror classici.

 Ho parlato in alcuni post di come è nata questa mia fissazione.

 Poiché da quando ho compiuto 18 anni sono quasi sempre stata convocata ai seggi come segretaria o scrutatrice (negli ultimi anni come presidente anche, un piccolo incubo vi assicuro), ho passato infinite ore seduta su sedie di frazioni sperdute del mio paese ad attendere che qualcuno venisse a votare a referendum che registravano il 20% di affluenza.

 Quando sei costretta a condividere l'aula di una scuola di musica in cui attendi 200 votanti in 15 ore e vuoi sfuggire a quei discorsi inquietanti che si intessono tra la gente con cui sei intrappolata (e una volta vi giuro, ho dovuto ascoltare per quasi due ore, l'elenco di tutti gli aborti spontanei delle presenti ed erano parecchi) l'unica cosa che puoi fare è leggere.

 Per puro caso ho iniziato a portarmi i racconti di Lovecraft (solo una volta ho azzardato "Il pozzo della solitudine" sconvolgendo il carabiniere di turno che aveva voluto a tutti i costi leggerne la trama, probabilmente anche lui colpito da un impeto di noia) e poi ho continuato con quelli di Poe, poi con "Dracula" di Bram Stoker, poi con "Carmilla"... e insomma ora ogni volta che si avvicina il turno estivo delle elezioni mi parte la frenesia automatica.

 Nella seconda parte, quella in cui ci si rotola felici su una spiaggia nel disperato tentativo di dimenticare che due settimane dopo sarai di nuovo a lavoro, invece, amo moltissimo i gialli, preferibilmente thriller.

 L'estate è l'unica stagione in cui accetto di leggere quei gialli generalmente ansiolitici con serial killer o isole in cui si aggira un devastante assassino o simili. Tra l'altro, preferibilmente, stranieri.

 Due anni fa avevo scoperto "D'estate i gatti si annoiano" di Philippe Georget e il Marlowe di Raymond Chandler, l'anno scorso "L'isola dei cacciatori d'uccelli" di Peter May.

Anche voi avete codesta fissazione da lettori? Pure voi fremete ad ogni stagione per leggere sempre lo stesso filone? E quale? E perché? Non lasciatemi sola nel delirio stagionale! Testimoniate!

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