Nella fausta giornata di ieri, mi è successo uno spiacevole fatto di cui ho già dato conto su fb.Un cliente mi ha chiesto dei libri per uscire dall'omosessualità. Davanti alla mia perplessità e al mio sconcerto, invece di mettersi paciosamente davanti al settore a tematica glbt (in cui comunque non teniamo niente del genere), notando che l'argomento mi dava fastidio, ha iniziato a punzecchiarmi, forte del fatto che il povero libraio di catena mai e poi mai può mandarti a quel paese.
Prima ha iniziato a dire che era una malattia mentale visto che molti psicologi dicevano così, poi davanti alla mia domanda "Quali psicologi?", mi ha nominato quel Nicolosi già da me citato in precedenza e qui in Italia cristianamente pubblicato dalla San Paolo. Di seguito mi ha detto che tanti suoi amici erano usciti dall'omosessualità per poi cercare di intavolare con me una conversazione con un sorrisetto da schiaffi piantato in faccia. Ora, qualcuno mi accusa di essere malvagia coi clienti in questo blog, ma posso assicurarvi che molti clienti sono molto più malvagi di me. Per un'ora non ho avuto pace. Si ripresentava sempre col suo sorrisetto e nuove domande a cui cercavo di sfuggire scappando in un'altra sezione col sangue al cervello.
Poiché in libreria passano e spassano tante persone è ovvio che si creino talvolta delle condizioni di imbarazzo tra i due fronti. Generalmente, a meno che non si abbia a che vedere con un sadico, come quello di cui sopra, è il cliente a vivere personali momenti di imbarazzo. In tanti pensano che il malvagio libraio sia una sorta di lepriacano giudicante con un enorme libro mastro in cui mettere il loro nome e accanto il libro che cercano. In genere le vergogne dei clienti sono assolutamente insensate, quelli che chiedono cose di cui vergognarsi davvero (come l'omofobo sopra), non hanno nessuna cognizione del fatto che dovrebbero seppellirsi seduta stante. Se anche voi vi siete mai vergognati in libreria ecco di seguito i casi più comuni e come farsi passare la voglia di avvampare.
I LIBRI SUL SESSO:
Pace all'anima sua. |
In assoluto sono i libri che causano più traumi e crisi mystiche nel cliente. Innanzitutto c'è sempre qualche maniaco piantato davanti a questa immaginifica sezione dove convivono giochi sul sesso da fare in coppia, manuali di educazione sessuale illustrati, il Kamasutra, vari testi tantrici, l'autobiografia di Califano e tutti quei libri su come far soffrire gli uomini da vere stronze. E' uno scaffale che è letteralmente impossibile da tenere in ordine, ma del resto è pure inutile visto che sono rarissimi i casi in cui il cliente vuole essere fisicamente accompagnato lì davanti. Improvvisamente servizievole, dopo averti chiesto un Kamasutra illustrato, annuncia che se lo cercherà da solo (nell'80% dei casi deve da te ritornare mesto e penitente). Poiché il 90% dei fruitori di tali libri è di sesso maschile, ha questo rapporto di simil cameratismo col libraio maschio, mentre fissa con odio la libraia femmina, magari dell'età di sua figlia, che gli spiega in un crescendo surreale, quale libro sul sadomasochismo sia in effetti più completo. Per evitare tali imbarazzanti momenti ho visto qualsiasi cosa. Clienti che venivano direttamente con l'isbn del libro pur di non pronunciarne il titolo, clienti che omettevano le parole considerate xxxx dalla frase col risultato che cercare il benedetto libro diventava impossibile, clienti che scrivevano il titolo su un foglietto rifiutandosi ostinatamente di rispondere a voce a qualsiasi mia domanda, altresì clienti che chiedevano espressamente la presenza di un simile del loro sesso pronto a consigliarli. In tutti i casi costoro erano uomini. Le donne non comprano apertamente libri sul sesso se non nell'adolescenza, dai 18 anni in su sanno già come procurarseli senza che il mondo venga a saperlo (sono già allenate coi sex toys). Il risultato ottenuto dai vari clienti vergognosi è solo uno: mettere in tale evidenza il loro imbarazzo da renderlo praticamente comico.
L'UOMO CHE LEGGE ROMANZI ROSA:
Esistono. Sono ben nascosti ma ci sono. Il loro nume tutelare è Federico Moccia, che ha cercato inutilmente di invitarli al coming out raccontando in ogni dove quanto San Valentino sia per lui la festa nazionale, ami sua moglie e vorrebbe avere di nuovo 15 anni per amare e correre in moto in libertà, ma niente: i veri uomini non piangono e non leggono romanzi rosa. Tuttavia in libreria c'è una nutrita schiera di uomini che non leggono romanzi rosa, ma li comprano spesso. Tutti costoro hanno delle pigrissime mogli che non schiodano il sedere da casa e li mandano in giro a compiere spiacevoli missioni come fargli prendere pacchi di assorbenti con e senza ali, ma soprattutto pile di libri pieni di amore e torte a NY. Di tanto in tanto, questi mitologici esseri, che continuano a ripetere a gran voce, scandendo bene le parole "E' per la mia fidanzata" o "E' per mia moglie", arriva a farsi consigliare dal libraio. Ovviamente il libraio deve aver sempre ben presente che lui non sa nemmeno esattamente di che parlano, sono cose che non lo riguardano, è solo una vittima degli eventi. Lo sappia, la prego, mi creda, glielo giuro. C'era un cliente in una precedente libreria dove ho lavorato che tornava più volte in settimana, faceva man bassa di romanzetti rosa e se li faceva impacchettare uno ad uno ripetendo che erano regali. L'uomo più generoso del mondo.
Esistono. Sono ben nascosti ma ci sono. Il loro nume tutelare è Federico Moccia, che ha cercato inutilmente di invitarli al coming out raccontando in ogni dove quanto San Valentino sia per lui la festa nazionale, ami sua moglie e vorrebbe avere di nuovo 15 anni per amare e correre in moto in libertà, ma niente: i veri uomini non piangono e non leggono romanzi rosa. Tuttavia in libreria c'è una nutrita schiera di uomini che non leggono romanzi rosa, ma li comprano spesso. Tutti costoro hanno delle pigrissime mogli che non schiodano il sedere da casa e li mandano in giro a compiere spiacevoli missioni come fargli prendere pacchi di assorbenti con e senza ali, ma soprattutto pile di libri pieni di amore e torte a NY. Di tanto in tanto, questi mitologici esseri, che continuano a ripetere a gran voce, scandendo bene le parole "E' per la mia fidanzata" o "E' per mia moglie", arriva a farsi consigliare dal libraio. Ovviamente il libraio deve aver sempre ben presente che lui non sa nemmeno esattamente di che parlano, sono cose che non lo riguardano, è solo una vittima degli eventi. Lo sappia, la prego, mi creda, glielo giuro. C'era un cliente in una precedente libreria dove ho lavorato che tornava più volte in settimana, faceva man bassa di romanzetti rosa e se li faceva impacchettare uno ad uno ripetendo che erano regali. L'uomo più generoso del mondo.
L'ADULTO CHE CERCA LIBRI PER BAMBINI:
Chiariamo, come ho già detto ci sono dei libri da adulti che in effetti vengono sistemati nella sezione dei ragazzi per puro pregiudizio. Tuttavia esistono anche degli adulti che, appassionati di libri per adolescenti (di cui alcuni son splendidi, leggetevi "Wonder" di R. J. Palacio o "Quando mi troverai" di...) o di fiabe illustrate o di autori come Bianca Pitzorno, stazionano nella sezione per bambini con crescente panico interiore. Quando gli viene il dubbio che tu lo stia giudicando o fissando male in genere si rivolta come una biscia e lancia un'invettiva contro i librai rei di infilare perle meravigliose nella sezione per ragazzi. Ma li leggiamo davvero i libri? Con che criterio decidiamo gli spostamenti? Altresì si lancia in complicate elucubrazioni su come "La guerra dei bottoni" sia un libro per adulti, "Harry Potter" pure (gli harrypottiani rappresentano l'80% della comunità) e chiedendosi perché mai i giochi di prestigio dovrebbero essere appannaggio dei soli seenni. Tutto giusto, tutto condivisibile. Solo che togli qui, annuisci là, dai ragione lassù, praticamente i bambini dovrebbero leggere praticamente solo Peppa Pig e una manciata di altri libri. Tutto il resto è CHIARAMENTE per adulti. Ammettere che piace leggere cose di età trasversali non è un'opzione prevista.
IL CLIENTE CHE SI LANCIA IN ACCOPPIATE VIRTUOSISTICHE:
E' quel distinto cliente dai raffinati gusti letterari che ogni tanto vorrebbe tanto leggere un libro di Fabio Volo o magari una biografia su Marilyn Monroe. Altresì è il tizio che vorrebbe comprarsi "The little book of the big penis" o "The big butt book", siccome teme lo sguardo indagatore del libraio o del cassiere, usa la vecchia tecnica dell'edicola. Per comprare l'unico libro che gli interessa, ma di cui intimamente si vergogna, ne prende altri dieci di tenore completamente diverso. Ecco quindi "Organon" di Aristotele, "L'uomo in rivolta" di Camus, "Perché leggere i classici" di Calvino e "Amore, zucchero e cannella" apparire nella stessa cesta. Grazie a questa vergogna si raggiungono picchi di assurdità considerevoli. I migliori avvengono quando il cliente non trova il libro vergognoso e deve chiedertelo. Alcuni, nel disperato tentativo di non gettare il discretito su di loro arrivano a mostrarti Tolstoj e Sveva Casati Modigliani in contemporanea chiedendoti "Sono indecisa tra questi due libri, non è che potrebbe darmi un suggerimento?"
Certo signore, certo, guardi cassi Tolstoj, sopravvalutato, la Casati Modigliani invece è quello che le serve, si fidi di me.
IL GAY VELATO:
Giunge, agitato come se stesse per farti una fatidica dichiarazione o fintamente noncurante mentre in realtà suda le proverbiali sette camicie. Vuole un libro a tematica, il titolo lo dice a bassa voce, ti chiede vergognoso se esista la sezione Glbt, finge di stupirsi se gli dico che un saggio sui matrimoni gay si trova nella sezione dedicata all'omosessualità e se proprio è nel panico aggiunge che non è per lui, ma per un amico, anzi, glielo hanno consigliato, anzi non sa proprio di cosa parli. Ragazzi e ragazze ve lo dico, io sono una di voi, quindi magari c'ho l'occhio clinico e non conta quello che dico, ma davvero, quando state per chiedermi un libro io lo so già che siete gay. Lo so pure se mi chiedete una cosa che non c'entra niente, tipo "La storia dei servizi segreti". Non è che si capisce che siete gay solo se domandate al libraio "Apocalissi queer". Vi dirò di più, al libraio non importa niente, egli vuole solo vendervi il libro e che possibilmente lo disturbiate il meno possibile con domande cretine come "Per uscire devo usare la porta?". Nel caso sfortuito incontraste un libraio omofobo (ma considerando il grado non solo sinistrorso, ma anche glbtq del mestiere mi pare difficile), ricordate che siete voi il cliente e in quanto tale avete il coltello dalla parte del manico. Pensate al caso inverso: al libraio gay che se la deve vedere col cliente omofobo senza potergli dire niente. Quelli sì che sono drammi.
E voi cosa vi vergognate a chiedere in libreria? E perché, soprattutto?
La tua disavventura col cliente omofobo è assurda. Più assurdo però è che un povero negoziante/libraio/commesso/quelcheè non possa difendersi dagli importuni solo perché compaiono in veste di cliente...
RispondiEliminaEra un cliente occasionale? Se sì, peccato, perché in caso diverso (un numero di telefono lasciato per comunicazioni su un ordine, un numero di targa intravisto, un nominativo sul form della fidelity card...) avrei un sacco di buone e fantasiose idee su come fargli passare la voglia di importunare libraie... è_é
Faccio parte dell'esercito degli adulti che pascolano allegri nella sezione ragazzi, senza peraltro fare piega alcuna XD
Per il resto sono felice che anche una libraia scriva "Sveva Casati Modigliani". A me hanno fatto notare solo quest'anno che in realtà è "Modignani", dopo secoli che dicevo "Modigliani", e son rimasta esterrefatta! Non me ne ero mai, mai accorta! Ma perché??? O__O
Oh mio dio! Solo adesso apro gli occhi O.o
EliminaEh... pare sia un lapsus diffusissimo. Forse il primo caso di fraintendimento collettivo e perdurante del nome di un autore di libri!
EliminaE dire che di suoi volumi, per casa, me ne sono girati tanti negli anni (e io stessa ne ho regalati), visto che mia madre li legge volentieri...
Mah, va' tu a capire!
Forse il nome è troppo lungo e nessuno arriva mai a leggerlo per intero? XD
Devo ammettere che solo una volta mi sono vergognato di leggere un libro o, meglio, mi sono vergognato che mi sia piaciuto.
RispondiEliminaIl libro in questione è Scrupoli di Judith Krantz. Ho scoperto questo testo quando avevo 13 anni ed ero ospite da mia zia per l'estate. Ricordo che l'ho iniziato perché sulla copertina di quell'edizione (CDE, copertina rigida con sovracoperta) c'era la figura di una donna sexy. Il primo capitolo parlava del mondo della moda e stavo per abbandonare, quando a metà del secondo capitolo era descritta una scena di sesso molto spinta. Tutti i miei ormoni di 13enne hanno deciso che dovevo continuare quel libro e quella sera ho continuato a saltare le pagine alla ricerca delle scene di sesso che definire erotiche era decisamente errato: erano assolutamente pornografiche.
(Un piccolo inciso. Anni dopo mi è venuto in mente questo libro quando, a cena a casa di un mio amico, il padrone di casa a un certo punto ha esclamato: "Fermi tutti! è l'ora del porno-thriller del lunedì", spiegandoci che ogni lunedì su Italia7Gold facevano un film thriller così orribile che se nei primi 10 min non partiva una scena di sesso di certo la gente avrebbe cambiato canale. Ha detto che il pensiero che la sera ci sarebbe stato uno di questi film era l'unica cosa che gli permetteva di affrontare il lunedì.)
Tornado al libro, quella particolare edizione è rimasta a casa di mia zia, ma quando me ne è capitata tra le mani una copia non ho potuto resistere e l'ho riletto. Effettivamente ammetto che le scene di sesso erano spinte come me le ricordavo, non hanno perso né guadagnato nulla, non è che a 13 anni me le immaginassi più forti di quello che erano, però ho letto il libro senza saltare le pagine e i personaggi sono così stereotipati, la trama così scontata, lo stile così ovvio che mi sto ancora domandando se l'autrice scriva così perché è il meglio che possa fare o se stia prendendo in giro il lettore in modo sottile suggerendogli di ridere assieme a lei delle prevedibili vicende che capitano ai suoi banali personaggi.
Ecco, quello è un libro che mi vergogno a far sapere che mi è piaciuto, ma finora in libreria non ho avuto particolari pudori :-)
"Sveva Casati Modignani" -> davvero?!?! :O
RispondiEliminaDetto questo,prima di avere figli avevo sempre il terrore di aggirarmi nel settore giocattoli per vedere le nuove uscite di Lego, Transformers e altre cose che mi piacevano da piccolo. Da quando sono padre mi sento autorizzato ad aggirarmi per quei settori senza sentirmi colpevole, ma con il solo obbiettivo di ampliare la MIA collezione di transformers (che quei due non toccheranno finchè non verrà certificata la loro capacità di maneggiarli senza romperli).
In libreria la cosa non mi tange, tanto compro solo su IBS ^___^
Il cliente che sceglie le accoppiate virtuosistiche sono io quando vado in libreria a comprare i regali di compleanno insieme a qualche amico. Fa sempre un ottimo effetto quando il festeggiato apre i pacchi e trova sia il romanzo che tanto desiderava sia "Puttanelle magre", manuale per dimagrire ed essere fighe.
RispondiEliminaE se invece desiderava tanto "Puttanelle magre" come la sfanghi?
EliminaOddio, mi unisco all'errore per la Sveva Casati Modignani!
RispondiEliminaUltimamente mi stanno facendo vergognare gli altri perché a me piacciono i libri di Alessandro Baricco. Sembra che sia un delitto!
Non mi è capitato di dovermi vergognare di qualche acquisto in libreria. Non ancora...
e se ci fosse un etero che vuole leggere un libro gblt come lo riconosci? ^^
RispondiEliminaLo riconosco dal fatto che gli etero non si vergognano a chiedere libri glbt (a meno che non si stia parlando di robe particolari). L'ansia di essere riconosciuti e che quindi all'80% li fa riconoscere è proprio solo della comunità velata :) Se non hai nulla da voler tener nascosto, non hai neanche l'ansia o la vergogna a chiedere.
EliminaGiusto ^^
EliminaFinora, in libreria, ho richiesto classici della letteratura da secchioni marciti, autobiografie di ex-prostitute, santi&madonne assortiti, ricettari di afrodisiaci, saggi sulla simbologia delle chiese romaniche, porno-diari di adolescenti intraprendenti... e non mi sono mai vergognata. xD L'unica volta in cui io mi sia sentita seriamente imbarazzata è stata in biblioteca, quando cercavo "Maria Maddalena e il Santo Graal" di Margaret Starbird... forse, perché non volevo far credere che io prestassi fede alla presunte rivelazioni da "Codice Da Vinci". xD Per tutto il resto, mi ha soccorso la mia beata ingenuità... o la mia faccia di bronzo.
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