Una cosa che mi colpì molto anni fa, mentre guardavo un programma Rai assieme ai miei nonni, fu una frase del conduttore che non ho mai dimenticato.
Diceva che nei momenti più solenni, più gravi, riusciva solo a concentrarsi su cose irrilevanti e portava a esempio il giorno in cui i ladri entrarono a casa sua devastando tutto. Per ore gli riuscì solo di pensare che quel giorno avrebbe saltato la spesa.
Per giorni pensai che fosse stato un vero sciocco e non avevo capito che mi aveva solo spiegato un trucco fondamentale per resistere.
Diceva che nei momenti più solenni, più gravi, riusciva solo a concentrarsi su cose irrilevanti e portava a esempio il giorno in cui i ladri entrarono a casa sua devastando tutto. Per ore gli riuscì solo di pensare che quel giorno avrebbe saltato la spesa.
Per giorni pensai che fosse stato un vero sciocco e non avevo capito che mi aveva solo spiegato un trucco fondamentale per resistere.
E' da questo trucco che inizia "Dall'inferno si ritorna", ed. Giunti, romanzo terribilmente vero uscito in libreria l'11 Marzo: davanti ad un evento sconvolgente, possiamo salvarci rifugiandoci nelle cose trascurabili, in quelle che fino al momento della catastrofe ci rassicuravano, facendoci sentire protetti.
Bibi ha cinque anni, vive in un quartiere abbastanza ricco di Kigali in Rwanda assieme a sua madre e suo fratello. E' una tutsi ed è il 1994 l'anno del tentato genocidio da parte degli hutu estremisti che in 101 giorni portarono alla morte, nel silenzio e nello sgomento del mondo, quasi un milione di persone.
Tra questi c'era tutta la famiglia di Bibi, che, piccolissima e ferita gravemente, circondata dai corpi dei suoi cari, assassinati da quelli che fino al giorno prima erano i vicini, gli amici, le persone del paese, riesce a reagire solo pensando al succo di ananas.
Vuole berlo e per berlo deve rimanere sveglia. Non può credere che non lo berrà mai più, che sua madre non affetterà più frutta per lei, che suo fratello non potrà più cercare di rubargliela, ma quel pensiero, tanto irrilevante quanto fisso, la mantiene vigile e le salva la vita.
E nelle settimane successive, quando diventerà una profuga in fuga verso lo Zaire, gliela salveranno i ricordi e l'insegnamento di suo nonno, detto Monsieur Umuhati, il coraggioso, da quando sopravvisse al primo tentativo di genocidio nel 1959.
E nelle settimane successive, quando diventerà una profuga in fuga verso lo Zaire, gliela salveranno i ricordi e l'insegnamento di suo nonno, detto Monsieur Umuhati, il coraggioso, da quando sopravvisse al primo tentativo di genocidio nel 1959.
Prima di morire aveva insegnato ai nipoti tutto ciò che poteva per sopravvivere in caso di una nuova carneficina, perché, anche se nessuno gli credeva, era riuscito a comprendere da impercettibili segnali che nuovi tempi bui si stavano riaffacciando.
Bibi esiste davvero, si è salvata e adesso studia, giovanissima, a Roma e questa è la sua storia, raccolta e scritta senza manierismi e con un coinvolgimento che non cede al romanzesco dalla giornalista Christiana Ruggeri, reporter particolarmente attenta ai destini dei paesi africani e dei minori.
Con mano sicura, riesce a trovare le parole per raccontare i giorni terribili di vent'anni fa in cui Dio sembrava aver voltato le spalle all'Africa e vi tornò per mettere la sua mano sulla testa di una bambina.
Con mano sicura, riesce a trovare le parole per raccontare i giorni terribili di vent'anni fa in cui Dio sembrava aver voltato le spalle all'Africa e vi tornò per mettere la sua mano sulla testa di una bambina.
Si chiede Bibi, che un giorno racconterà da sola la sua storia, perché quel giorno lei si salvò mentre in tanti rimasero per le strade circondati dal silenzio del mondo.
E' la domanda che si fanno molti sopravvissuti e trovare risposte è difficile, tuttavia un libro può aiutare a non dimenticare spezzando quel silenzio tanti anni dopo.
Per quelle ottocentomila persone è ovviamente troppo tardi, ma forse stavolta aiuterà a impedire il ritorno dei tempi bui, quelli a cui il nonno di Bibi l'aveva preparata sperando di sbagliarsi.
E' la domanda che si fanno molti sopravvissuti e trovare risposte è difficile, tuttavia un libro può aiutare a non dimenticare spezzando quel silenzio tanti anni dopo.
Per quelle ottocentomila persone è ovviamente troppo tardi, ma forse stavolta aiuterà a impedire il ritorno dei tempi bui, quelli a cui il nonno di Bibi l'aveva preparata sperando di sbagliarsi.
Christiana Ruggeri
"Dall'inferno si ritorna" ed.Giunti
pp. 240, 14,90 euro
Dall'11 Marzo in libreria!
La metà del ricavato di questo libro verrà devoluto dalla scrittrice al progetto Rwanda Onlus, per la costruzione della mensa di una scuola materna nella casa della Pace e della Riconciliazione di Kigali.
Codesto post è sponsorizzato, per sapere cosa intendo vai al link!
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