Finalmente torno su questi schermi (finalmente per me che dopo un po' di giorni che non scrivo mi prende la smania). Volevo ricominciare prima, anche per arrivare in tempo con qualche post di Halloween, ma ho un dente del giudizio che mi sta facendo impazzire e sono in ritardo. Recupererò i prossimi giorni!
Oggi, visto che il Lucca Comics non attende certo i miei malanni ed ormai è in corso da qualche giorno, posto la seconda intervista fatta per l'occasione.
In questo caso la gentilissima intervistata è Sara Menetti fumettista e illustratrice bolognese la cui specialità sono bellissimi carnet de voyage e splendide illustrazioni per l'infanzia.
Personalmente l'ho conosciute grazie alla sua striscia "Cose stupide che succedono a chi cerca lavoro" che pubblica ormai regolarmente su "Aspirina" e narra in poche battute le disavventure di chi cerca di sopravvivere con un lavoro creativo in un mondo che la creatività non è che abbia molta voglia di retribuirla.
Ho pensato fosse una buona idea intervistarla per il Lucca Comics per due motivi:
1) E' brava e dovete conoscerla anche voi.
2) Fa parte di un collettivo indipendente che raccoglie dodici fumettisti che ha ha nome Mammaiuto.
Nell'ambiente del fumetto inizia ad essere molto conosciuto e trovo sia giusto, necessario e interessante dare visibilità ad un progetto che non nasce in una realtà editoriale consolidata. Come vedrete nel corso dell'intervista. far parte di un collettivo indipendente è una scelta che consente e prevede percorsi e intenti completamente diversi che hanno ovviamente un obiettivo economico, ma non solo.
Perciò vi consiglio di leggere questa intervista per scoprire un'autrice e un modo alternativo di produrre fumetti. Buona lettura!
Sara Menetti: il suo sito è http://www.saramenetti.it/ |
In questo caso la gentilissima intervistata è Sara Menetti fumettista e illustratrice bolognese la cui specialità sono bellissimi carnet de voyage e splendide illustrazioni per l'infanzia.
Personalmente l'ho conosciute grazie alla sua striscia "Cose stupide che succedono a chi cerca lavoro" che pubblica ormai regolarmente su "Aspirina" e narra in poche battute le disavventure di chi cerca di sopravvivere con un lavoro creativo in un mondo che la creatività non è che abbia molta voglia di retribuirla.
Ho pensato fosse una buona idea intervistarla per il Lucca Comics per due motivi:
1) E' brava e dovete conoscerla anche voi.
2) Fa parte di un collettivo indipendente che raccoglie dodici fumettisti che ha ha nome Mammaiuto.
Nell'ambiente del fumetto inizia ad essere molto conosciuto e trovo sia giusto, necessario e interessante dare visibilità ad un progetto che non nasce in una realtà editoriale consolidata. Come vedrete nel corso dell'intervista. far parte di un collettivo indipendente è una scelta che consente e prevede percorsi e intenti completamente diversi che hanno ovviamente un obiettivo economico, ma non solo.
Perciò vi consiglio di leggere questa intervista per scoprire un'autrice e un modo alternativo di produrre fumetti. Buona lettura!
Tu
fai parte del collettivo Mammaiuto. Potresti spiegare a grandi linee
di cosa si tratta?
Mammaiuto
è un'associazione culturale composta da dodici autori.
I soci
fondatori sono sei, io mi sono unita al gruppo in un secondo momento
portando in dote "Fototessere", una collezione di ritratti
e discorsi rappresentati in un formato di quattro vignette verticali.
Oltre a essere un ambiente creativo straordinario composto da autori
bravissimi e (non a caso) già affermati, Mammaiuto è un progetto
libero e generoso: gli autori pubblicano i propri contenuti sul sito
con cadenza regolare, quindi i fumetti e le storie targate Mammaiuto
sono tutte in lettura online, gratis. Tutti possono leggerci e il
nostro scopo è proprio quello di far leggere a tutti le nostre
storie.
Di
tanto in tanto Mammaiuto stampa copie cartacee dei libri in lettura
gratuita sul sito: chi ama il nostro lavoro e vuole sostenere sia
l'Associazione che il singolo autore, ha la possibilità di farlo
mediante l'acquisto di un volume (stampato in ottima qualità e con
edizioni molto curate) in vendita sullo shop online e alle varie
fiere.
C'è
stata una polemica, recentemente, tra autori che criticavano la
scelta di mettere online lavori fruibile gratuitamente e altri che
invece difendevano questa scelta. Molti tuoi lavori si trovano gratis
sul web, cosa ne pensi al riguardo?
Se
molti dei miei lavori si trovano gratis in rete è perché ce li ho
messi io: il percorso che ho fatto finora (e sto continuando a fare)
ha come parte integrante questo aspetto di libera condivisione e non
ho intenzione di voltargli le spalle.
Da diversi anni posto strisce e vignette online e l'ingresso in Mammaiuto è stato il naturale proseguimento di una tendenza che già avevo, con in più l'ottima conseguenza dell'ampliamento del bacino di lettori e il miglioramento del livello dei miei lavori. Questo non vuole dire che tutti debbano seguire l'esempio e considerare la pubblicazione in rete come sola strada per arrivare a diventare autori affermati: dev'essere ogni aspirante fumettista a decidere cosa è meglio per sé e per il suo lavoro, prendendo la posizione che rispecchia meglio la sua concezione.
Da diversi anni posto strisce e vignette online e l'ingresso in Mammaiuto è stato il naturale proseguimento di una tendenza che già avevo, con in più l'ottima conseguenza dell'ampliamento del bacino di lettori e il miglioramento del livello dei miei lavori. Questo non vuole dire che tutti debbano seguire l'esempio e considerare la pubblicazione in rete come sola strada per arrivare a diventare autori affermati: dev'essere ogni aspirante fumettista a decidere cosa è meglio per sé e per il suo lavoro, prendendo la posizione che rispecchia meglio la sua concezione.
Molte
autrici, anche affermate, lamentano un forte sessismo nel mondo del
fumetto. Cosa ne pensi? Ritieni di essere stata trattata diversamente
in quanto autrice donna in qualche occasione o da altri colleghi?
Il
sessismo c'è nel mondo lavorativo in generale e l'ambiente del
fumetto, facendone parte, non ne è di certo esonerato.
Nel mio
piccolo, posso raccontare un episodio accaduto di recente a una
fiera: una persona ha commentato la mia presenza dietro al banco
facendo i complimenti agli amici e colleghi di Mammaiuto per "la
nuova assistente" (con un'osservazione rivolta a loro ma diretta
chiaramente a me).
Voleva essere un commento piacione, ma ha
suscitato solo diverse riflessioni sull'episodio, dal motivo della
necessità di farmi sapere il suo giudizio sul mio aspetto fisico al
fatto ben più grave che, nella sua valutazione, una ragazza dietro
al banco non potesse essere una delle autrici in dedica ma fosse lì
solo in qualità di "assistente".
Progetti
prossimi venturi?
Sicuramente
fare altri viaggi e altri diari di viaggio.
A volte mi domando se i lettori non si stanchino di vedermi imperversare per pagine e pagine con i miei racconti sui luoghi che visito, ma finché ho voglia di disegnarli e raccontarli vado avanti e mi scuso con chi dovesse annoiarsi!
A volte mi domando se i lettori non si stanchino di vedermi imperversare per pagine e pagine con i miei racconti sui luoghi che visito, ma finché ho voglia di disegnarli e raccontarli vado avanti e mi scuso con chi dovesse annoiarsi!
A parte questo, ho in mente due storie lunghe a fumetti
da scrivere e disegnare ma sto ancora combattendo con la mia paura
atavica dello "scrivere".
Con il supporto morale e tecnico
di Mammaiuto sto facendo passi in avanti, spero di riuscire a
sbloccarmi presto perché ho davvero molta voglia di lavorare sui
disegni e vedere queste storie venire alla luce.
Tra
le tue strisce c'è la serie “Cose stupide che succedono a chi
cerca lavoro” nel quale si evince un problema di antica data: fare
il fumettista non è percepito come un lavoro vero, perché secondo
te?
E'
un lavoro estremamente precario ed è un dato di fatto che, almeno in
Italia, non si possa vivere di soli fumetti pur essendo autori già
affermati. A questo aggiungiamo il fatto che i fumetti vengono visti
come qualcosa di poco serio, delle strisce che appaiono su riviste e
quotidiani per strappare quella risata in più -e non come un mezzo
per raccontare storie in maniera straordinaria…ed ecco qua, quella
del/della fumettista sarà sempre dipinta come una figura che fa
disegnini per passione.
Tu
hai lavorato come illustratrice di alcuni libri per ragazzi. Come si
articola un lavoro del genere, non completamente originale e per un
pubblico così peculiare al tempo stesso?
Non mi sento mai
all'altezza come illustratrice, quindi passo giorni a studiare uno
stile adatto, che rimanga riconoscibile e riconducibile a me ma che
sappia adattarsi alla storia che i miei disegni andranno ad
affiancare, facendo molta ricerca sul periodo storico al quale devo
fare riferimento o sull'atmosfera che voglio ricreare.
Per arrivare a
questo leggo a fondo il testo che mi è stato consegnato, apro
moltissimi libri di illustrazioni, manifesti, pubblicità e me li
studio per trovare riferimenti che mi siano d'ispirazione, poi
comincio a riempire fogli e fogli di prove con svariate tecniche.;
sono giorni parecchio travagliati (i peggiori, quelli della "ricerca
dello stile"!), che culminano con i suddetti fogli scagliati
brutalmente giù dalla scrivania e grossi dubbi sulle mie capacità.
Dopo la sfuriata, normalmente, seleziono le prove che passano i miei controlli qualità e ci lavoro nuovamente sopra, infine le propongo all'editor e trascorro i giorni (o le ore) tra l'invio e la ricezione di una risposta sollazzandomi con i soliti pensieri e dubbi sulle mie capacità d'illustratrice.
Dopo la sfuriata, normalmente, seleziono le prove che passano i miei controlli qualità e ci lavoro nuovamente sopra, infine le propongo all'editor e trascorro i giorni (o le ore) tra l'invio e la ricezione di una risposta sollazzandomi con i soliti pensieri e dubbi sulle mie capacità d'illustratrice.
Cosa
leggevi da bambina?
Grazie
ai miei cugini, a mio fratello e alle mie sorelle (tutti più grandi
di me), avevo una grossa scorta di Topolini degli anni '70 e '80,
conservati alla mia portata nel ripiano più basso dell'armadio.
Io e
i Topolini eravamo inseparabili, li leggevo a ogni ora del giorno e
della notte, in ogni stanza della casa: in bagno, a tavola durante
colazione-pranzo-cena (per la disperazione di mia mamma che quando
leggevo non riusciva in nessun modo a comunicare con me) e a letto,
con la torcia sotto le coperte.
Di narrativa apprezzavo moltissimo (e
apprezzo tuttora) autori come Bianca Pitzorno, Roald Dahl, Rodari e
Vamba, dei quali ho conservato i libri che tuttora rileggo
volentieri. Mi piacevano anche i classici come "Pollyanna"
e "Il giardino segreto", i libri fantasy come "La
Storia Infinita" e "Narnia", o ancora quelli sulle
storie mitologiche di tutto il mondo ("Storie di bambini molto
antichi" è stato in cima alla mia lista per molto tempo, sono
stata felicissima di sapere della nuova edizione illustrata da Rita
Petruccioli!) .
Un
fumetto che vorresti assolutamente consigliare?
"Come
prima" di Alfred, un lavoro impeccabile e bellissimo,
estremamente coinvolgente dal punto di vista emotivo.
Quando
hai deciso che saresti diventata una fumettista?
Alle
elementari, come quasi tutti i colleghi! Tra le medie e le
superiori però ho ricevuto il veto genitoriale perché pensavano che
questa velleità fosse una "cavata di testa", quindi sono
finita a fare una scuola da gente coi piedi per terra. Finita quella
e fatto un anno di università, però, sono tornata al mio primo vero
interesse.
I
tuoi autori preferiti?
Vado
con l'elenco dei primi che mi vengono in mente: Joann Sfar per le sue
storie oniriche intrecciate con mitologie e leggende, Watterson,
Schulz, Liniers per le strisce sintetiche ma cariche di poesia e
sempre capaci di strappare un sorriso, Craig Thompson per la sua
narrazione delicata.
Un
collega da tenere d'occhio?
Francesco
Guarnaccia, già arruolato nelle file Mammaiuto, che l'anno scorso ha
esordito con il suo volume "From Here to Eternity" (ora
esaurito): giovane, con un sacco di idee e molto eclettico, una
qualità che mi colpisce sempre.
Sarete
al Lucca Comics?
Sì,
ci trovate alla Self Area, padiglione San Romano (Piazza San Romano)
in mezzo alle migliori realtà dell'autoproduzione italiana a
fumetti: uno stand che vale la pena visitare!
Ringraziando nuovamente Sara, lancio un grido: se siete tra i fortunati o fortunate a Lucca, fateci un salto!!
Credo di essere finita su una preview di "Tokyo" per caso, mesi fa, e me ne sono subito innamorata.
RispondiEliminaPer fortuna ho preso subito un appunto, e in questi giorni di preparazione pre-Lucca (dove sono stata ieri) me lo sono ritrovato. Così, una volta in SelfArea, sono andata dritta allo stand Mammaiuto proprio allo scopo di acquistare il volume. E ho avuto la fortuna di trovarci proprio Sara, che me l'ha autografato con tanto di "disegnino"!
Purtroppo ero di corsa, e non ho potuto fermarmi a chiacchierare, anzi credo di essere risultata pure un po' scontrosa ^^; Ma l'incontro mi ha fatto assai piacere e, oggi, ritrovare qui questa intervista in cui riuscire a conoscere meglio Sara è proprio un regalo. Grazie, Libraia! ;)