Mentre stilo l'elenco dei libri che vi suggerirò di strennare per i vostri amici (ma anche i vostri nemici, che magari siete costretti a far loro un cadeau, ma potete sempre vendicarvi donando loro qualcosa di davvero speciale, tipo il romanzo della Chiabotto) concludo questa delirante e lo so, poco piena di post, settimana, con un post che mi frulla nella mente da un bel po'.
Possono avercelo di due tipi, a seconda di quello che loro giudicano importante in questo grazioso oggetto:
1) Hanno ambigui rapporti con la trama e i personaggi.
2) Hanno ambigui rapporti con l'oggetto libro.
L'idea di tale post mi è venuta in mente guardando le gallerie foto della pagine fb di moltissime bookblogger (soprattutto anglosassoni) che invocano un Mr. Grey nella loro vita e spammano continuamente copertine pieni di maschi villosi e seducenti. Mi sono sempre chiesta, come scatti l'idea di diventare la groupie di un personaggio. Io amo moltissimo alcuni libri e al massimo posso capire diventare una fan sfegatata di uno scrittore o una scrittrice in carne ed ossa, ma mi è sempre sfuggito il meccanismo mentale che porta a idolatrare degli esseri che per quanto ben scritti esistono solo su carta, ma vabbeh, se ne parlo di cui sotto.
Morbosità da lettori, un breve elenco:
"I LIBRI SONO I MIEI UNICI AMICI":
E' vero, i libri non tradiscono, ci sono sempre, anche il sabato sera, quando ti lasci, quando perdi il lavoro o il tuo ex o la tua ex si fidanzano e sposano nel giro di tre giorni dopo che ti hanno tenuto in ballo per anni dicendo che non credevano al matrimonio, quando tutto precipita, i libri sono lì.
Vi comprendo, anche io quando sono triste, basta che apra un libro e anche per tre minuti me ne sto al sicuro in un mondo parallelo, però regà quando si chiudono si ritorna alla realtà.
Nella realtà tendenzialmente si ha bisogno di amici reali che ti facciano uscire, parlino con te, ti aiutino a ragionare e a scrivere un cv quando vuoi solo buttarti da un ponte dopo l'ennesimo colloquio senza risposta. Sono esistiti nella storia esseri umani che hanno potuto fare a meno del contatto fisico e anche persone che hanno fruttuosamente tratto beneficio dalla sola compagnia dei libri senza per questo diventare sociopatici, tuttavia teniamo sempre presente Guglielmo da Baskerville.
Il protagonista de "Il nome della Rosa" perde quasi la vita per le proprie idee, insegue un libro e ha fondato tutta la sua vita sul loro studio. Se non ci fossero stati i libri non ci sarebbe neanche stato il personaggio. Eppure alla fine tra morire bruciato assieme ad essi e salvarsi salvando l'incauto discepolo, sceglie di fuggire.
I libri possono anche essere i nostri migliori amici, ma non possono essere i nostri unici amici, altrimenti, che lo si voglia o no, la vita rischia di diventare fine a sé stessa.
QUELLE CHE SI INNAMORANO DEI PROTAGONISTI DEI LIBRI:
Fatevi un giro in internet, lo dico seriamente e concentratevi sulle gallerie delle foto delle pagine fb, peraltro alcune parecchio seguite, di molti blog (per farvi capire vi lascio un link casuale a una di esse, così guardate con occhi quello di cui parlo: https://www.facebook.com/BexnBooks/photos_stream).
Le innamorate (raramente gli innamorati sono uomini) dei protagonisti dei libri, sono quelle donne che pervicacemente vogliono credere al principe azzurro.
Sono le Twilight mom che inquietantemente si dichiaravano innamorate di un diciassettenne eterno che beveva il sangue degli animali per sopravvivere e generava figli da morto, sono le sospiratrici indefesse di corpi nudi, depilati o villosi, carichi di desiderio e genitali fuori misura che promettono gran sesso e gran matrimonio. Uno degli uomini che passerebbe una vita terribile se fosse di carne e ossa e non di carta, sarebbe il famoso Darcy, il cui merito principale, peraltro, sta nell'interessarsi a una donna intelligente e stranamente riottosa per la sua epoca (quindi tecnicamente ha meriti riflessi).
Gallerie di foto piene di machi si ammassano a gruppi di lettura tematici e a inquietanti forum, dove signore che non riesco a immaginare, parlano di ciò che farebbero ai loro beniamini se solo potessero respirare. La mia domanda è: ma se le italiane hanno tutti questi desideri sopiti di muscolo, eros, pathos, uomini selvaggi e vena pulsante sul collo, come mai mi sembra di essere circondata principalmente da beghine? Dove si nascondono queste connazionali passionali pronte a tutto pur di essere sdraiate su un tavolo da un ventisettenne che le tortura non facendole andare in bagno? Perché va bene sublimare, va bene sospirare e non so che altro sulla rassicurante carta (o su un rassicurante e-reader), ma 'sto desiderio se non si traduce in qualcosa di vivo, cos'è, se non l'ennesimo tentativo di sfuggire alla noia?
I GATTARI DEI LIBRI:
C'è gente, molta gente purtroppo, che vive in case discutibili.
Io non sono Martha Stewart e manco SOS Tata, casa mia è l'incasinata casa di una che a malavoglia pulisce a malavoglia mette a posto, ma comunque lo fa regolarmente (anche perché se no la dolce metà farebbe di me tante allegre polpette).
Lo dico così non posso essere accusata di sciuraggine (che poi le sciure, tendenzialmente hanno la domestica).
Io mi riferisco perciò a quelle persone che non puliscono casa mai o che hanno la fissa dell'accumulo. Alcuni accumulano cibo, altri vestiti, altri gatti, altri libri.
La fissa dell'accumulo dei libri che sembra una cosa tanto favolosa e commovente e anche letteraria, in realtà rischia di essere inquietante esattamente come l'accumulo di bottiglie di birra.
Il gattaro dei libri infatti, spesso ha iniziato la sua collezione con un intento nobile (anche perché diciamocelo, l'accumulo smodato dei libri è un rischio in cui ogni lettore forte rischia di incorrere), ma poi, ad un certo punto, ha completamente perso la Trebisonda. L'accumulo sensato ha preso la via dell'accumulo bulimico. Quintali di tomi, spesso non letti, hanno preso ad accatastarsi senza pietà, prendendo il possesso dell'intera casa. Generalmente, poiché l'accumulatore di libri, ci tiene al possesso, ma non all'oggetto, i poveretti sono lasciati letteralmente a marcire, prender polvere o riempirsi di insetti, in cumuli su cui i pochi sventurati ospiti vanno a sbattere. Non c'è un ordine, una cura, un tentativo di collezione, niente.
Per quelli che obietteranno al solito: eh, ma con l'e-reader il problema è risolto, rispondo subito che no, non è risolto per niente. Il gattaro dei libri schifa l'e-reader (al massimo accatasta pure quelli), un aggeggio che non gli consente di possedere nulla di concreto, di visibile, che non lo appaghi nel suo desiderio.
QUELLI CHE VIVONO PENSANDO DI ESSERE IN UN LIBRO:
E' bello cercare di trasformare in realtà le proprie fantasie, non nego di aver passato buona parte dell'adolescenza nel disperato tentativo di immaginarmi in un manga, perciò comprendo quale sia il meccanismo mentale che scatta.
Inoltre, come se non bastasse, la maggior parte dei libri rosa partono dal presupposto che i tuoi sogni non si sono avverati solo perché tu, distrattamente, ti sei dimenticata di farli accadere.
E' un po' il concetto di quel librazzo di new age di imperituro successo, "The Secret" e di tutte quelle robe sulla: "legge dell'attrazione".
Se speri intensamente che una cosa ti accada, step dopo step, essa accadrà. Perciò ragazzi da domani speriamo tutti intensamente di diventare delle stelle di Hollywood e di sposare Monica Bellucci (persino io potrei farlo visto che ora Monica è mezza francese) che ci accadrà. Comunque, sostanzialmente esistono tutta una serie di persone che tempo fa avevo classificato, in parte, come "il cliente che non smette mai di sognare" che vive nella convinzione di essere in un libro.
Poiché raramente si immedesimano in personaggi complessi, sviluppano una modo di fare sostanzialmente bidimensionale, con pochi nessi logici e schemi mentali che non prevedono alcuna complessità. Non solo, diventano anche molesti di conseguenza, come le sciure che cercano di sedurre i librai, gli uomini che si credono machi senza macchia e senza paura et ovvio irresistibili.
Molti confondono anche la politica di un paese con la fantascienza o, al contrario, fingono di vivere in un libro a parte, mentre fuori il mondo va avanti, come se il mondo su di loro non potesse avere conseguenze. Del resto, le pubblicità ci martellano ovunque: sii protagonista, protagonista, scrivi il tuo libro, la tua vita da protagonista.
Poi, il problema è che qualcuno non riesce più a capire dove finisce la finzione ed inizia la realtà.
Variante visiva: quelli che vivono pensando di essere in un film.
Poi, il problema è che qualcuno non riesce più a capire dove finisce la finzione ed inizia la realtà.
Variante visiva: quelli che vivono pensando di essere in un film.
E voi? Conoscete altre morbosità librarie? Ho omesso volontariamente le molestatrici di librai perché ormai di questa simpatica cricca ho parlato più volte.
Neanche io ho mai capito le esagerazioni di cui hai scritto! Comunque posso aggiungere una categoria: le lettrici esibizioniste. Quelle per cui possedere dei libri e farsi foto con loro è sexy, ma non li leggono, (o sono pochi quelli che leggono, tanto per darsi un tono). Di solito sono anche: "quelle che si innamorano dei personaggi dei libri". Personalmente posso capire l'essere estremamente sognatori quando si è adolescenti dopodiché credo che ci sia troppo da vivere per non rendersi conto di essere in una realtà molto più complessa di quella dei libri. :)
RispondiEliminaIn alcuni periodi della mia vita i libri sono stati quasi i miei unici amici. Poi mi sono fatta amici veri parlando di quei libri! E tendo all'accumulo. Di solito leggo ciò che compro, ma a volte ammetto di comprare con l'idea di leggere in futuro e quei libri vanno ad accumularsi senza neppure essere letti. Di fatto i libri stanno conquistando casa mia. C'è un piccolo scaffale libreria anche in cucina e in bagno...
RispondiEliminaTenar stai attenta al gattarianesimo! ;)
EliminaChe poi a casa mia non mancano neppure i gatti!
EliminaE' la terza volta che scrivo il commento... oggi Google mi sta facendo impazzire!
RispondiEliminaIo sono una dei decerebrati che pensa di vivere in un libro o, peggio, in un manga. Mi succede nei momenti di noia, quando c'è un calo di vita sociale e lavorativa. Mi perdo proprio con la mente. Prima scrivevo fanfiction e sublimavo il tutto, ma sono due anni che non riesco più: immaginare soltanto è più veloce che scrivere, cercando le parole più efficaci.
Mi capitava molto spesso quando dovevo preparare un esame all'università ed ero a ridosso di un appello: mollavo tutto per scrivere la fanfic. Roba da scimuniti, ma era ed è un rifugio quando qualcosa non mi piace.
No vabbeh, ma io parlo di altri casi. C'è ad esempio la protagonista del film di Virzì "Tutta la vita davanti" che ogni tanto immagina che la vita abbia una colonna sonora, come un musical, simile a Bjork in "Dancer in the dark", casi che non sono paragonabili alle scimunite che vedo vagare per la libreria atteggiandosi come le assistenti di Miranda di "I love shopping". Ho assistito a scene durante le sfilate milanesi che non ti puoi immaginare ;) Aiutare a superare lo stress di alcuni momenti con l'immaginazione è invece una cosa condivisibilissima (lo faccio anche io!!!). La differenza è che anche quando sei immersa nell'immaginazione sai sempre che non è la realtà, nell'altro caso le persone sono convinte che sia proprio la realtà. Non so se sono riuscita a spiegarmi :)
EliminaOk, ho capito. No, sono ancora sana di mente! Fiuuu...
Eliminapurtroppo mi riconosco, almeno in parte, in tutte queste categorie! XD non in maniera così esagerata, però mi ritrovo in diverse cose che scrivi: libri e personaggi sono miei amici (o addirittura mi ci riconosco), vi trovo conforto per "staccare", oltre che dalla noia, dalle incazzature o dalla tristezza del momento, sono un luogo meraviglioso dove rifugiarsi (anche se in aggiunta, e non in sostituzione, del mondo reale e degli amici veri), arrivo anche a innamorarmi dei personaggi più affascinanti (ma per fortuna non ho letto le cinquanta sfumature: mi limito ad adorare Andrè Marek (Timeline, chrichton), Alessandro Magno ecc.), ma anche a odiarli o disprezzarli; sono gattara, sia di gatti (ne ho 4) sia di libri, che accumulo a dismisura, anche se per ora solo sugli scaffali e non in giro per la casa, anche se magari non ho tempo di leggerli tutti; per quanto riguarda l'ultima categoria, personalmente oscillo tra il desiderio di essere in un libro (e magari per un po' ci credo davvero, mi sento l'eroina coraggiosa e fiera che dimostra il suo valore al mondo) e la consapevolezza che la mia vita è molto diversa da quella descritta tra le pagine, quindi o mi deprimo o mi ci tuffo per rifugiarmici. sapevo già perfettamente di essere ossessionata dai libri, ma questo post mi ha inquietato! XD
RispondiEliminaio amo Adamsberg della Vargas :)
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