Cosmopolitan, di cui faccio uso nelle due settimane estive di vacanza è uno dei giornali che più si lancia in queste domande opinabili. |
Ogni giornalazzo femminile che si rispetti, nel tentativo di sembrare emancipato e al passo coi tempi e con le starrr di Hollywood così prese dai loro molteplici amori prima di dedicarsi alla famiglia, ai film indipendenti e alle adozioni internazionali, ad un certo punto incappa nella fatidica rubrica/domanda ficcata a caso: qual è il posto più strano dove hai fatto sesso?
Ora, mi sfugge il motivo di tale curiosità per tre motivi:
1) Una persona sana di mente a meno che non sia un'esibizionista non ti dice DAVVERO dove ha fatto sesso in modo strano.
2) Non credo che tutta questa gente sulla terra abbia fatto sesso in posti strani (a sentire tutti praticamente gli aerei dovrebbero essere più affollati di un locale per scambisti nella profonda provincia il sabato sera).
3) Che ce frega?
Comunque, partendo da tale discutibile curiosità, me ne è venuta in mente una più sensata: quali sono i posti più strani dove avete letto?
Io ne ho una manciata e ve li illustrerò (anche se c'è la buonissima curiosità che anche voi pensiate: che ce frega?).
A SCUOLA:
Tutto accadde quando durante il primo classico mi misi a leggere la saga di Harry Potter per cui andava pazza mia sorella minore. Iniziai sonnolenta col primo libro e arrivai al quarto particolarmente presa bene, così lo leggevo un po' ovunque smozzicando pagine su pagine. Avvenne che un giorno, per la troppa acqua e i pessimi tetti, si allagassero alcune aule dell'ultimo piano del mio liceo, così, la mia classe che era quella con meno alunni di tutto l'istituto (minimo storico in secondo classico: 14 persone), venne prontamente cacciata dall'aula ancora abile dove ci trovavamo, per essere ficcata nella sala professori.
Qui, la mia professoressa di italiano si produsse in tre ore di interrogazione, durante le quali stavo seriamente rischiando di dormire. Al contrario dei banchi della mia classe, i tavoli della sala professori promettevano un'interessante protezione dagli sguardi, così presi Harry Potter e iniziai a leggerlo sulle ginocchia. Leggere a scuola a quel punto divenne una droga. Durante tutte le interrogazioni, le lezioni di religione (indimenticabile la prof di religione, che seguivo solo costretta dai miei, che disse a mia madre che mi credeva depressa perché avevo sempre la testa china sul banco), i buchi morti tra una lezione e l'altra, continuai a leggere voracemente per tutto il primo e secondo classico. Mai più letto così tanto in vita mia. Smisi questa pratica quasi del tutto durante l'ultimo anno, quando i compiti in classe avevano cadenza praticamente giornaliera per prepararci al diploma (e alla famosa terza prova).
DIETRO I LIBRI SUGLI INDIANI D'AMERICA:
Quando ero piccola leggevo già con ostinazione.
Non sono un piccolo genio in niente, ma mio padre con strano slancio didattico si mise a insegnarmi a leggere prima delle elementari e a cinque (come ricorda tuttora con sconcerto la mia migliore amica che conosco praticamente dalla culla), già leggevo benissimo. Imbeccata così leggevo quasi ai limiti dell'asocialità, così quando combinai non mi ricordo che a dieci anni (mi pare che avessi finto di star male perché avevo dimenticato di fare un compito di scienze, ma potrei sbagliarmi), mio padre mi proibì severissimamente di leggere Topolino. In casa avevamo una quantità impressionante di Topolino che la sorella di mio nonno aveva accumulato in non so quanti anni. Topolino vintage anni '60 e '7' che leggevo in continuazione. Fu una tragedia a cui ovviai astutamente. Quell'anno le maestre si erano fissate sugli indiani d'america.
Un anno a scoprire che mangiavano, come vivevano, dove vivevano, gli europei coloni cattivi e via dicendo. Avevamo in continuazione compiti e letture sui Maya, così ad un certo punto, avevo iniziato a infilare i Topolino in mezzo ai libri di scuola e a fingermi profondamente assorta nello studio. La punizione, che aveva la biblica durata di due mesi (ho avuto diciamo un'educazione paramilitare), terminò quando confessai a mio padre il trucco. Esso, smosso da orgoglio per l'astuzia della sua pargola, fece cessare la punizione e continuai a leggere indisturbata i miei Topolino anni '60.
NEL BAGNO DI MIA ZIA A CAPODANNO:
Chi ha passato almeno un Capodanno della sua vita a Napoli e dintorni sa di quale incubo io stia parlando.
A partire da mezzanotte per almeno un'ora buona sembra di stare in mezzo ad un attacco aereo in grande stile: boati che manco le bombe e una coltre di fumo che rimane per ore, ma che nella prima ora e mezza raggiunge la densità di una nebbia fitta e raggiunge picche di irrespirabilità da crisi asmatiche.
O almeno questo era lo scenario a casa delle sorelle di mio padre i cui figli (i miei ahimé cugini) erano grandi fan dei botti apotropaici. Minorenne e costretta a seguire mio padre in questi revival natalizi, tentavo di sopravvivere all'incubo chiudendomi in bagno a leggere. Generalmente era uno dei pochi posti della casa ad avere ancora dell'ossigeno nell'aria e ad essere immune dagli schiamazzi vocianti dei miei parenti, presi dall'incomprensibile gioia dell'inizio di un nuovo anno.
In quel bagno ricordo nitidamente di aver letto per la prima volta "Carmilla" in un'orrenda edizione 100 pagine 1000 lire della Newton. Libro che ancora non mi spiego come mia cugina che a stento leggeva Cioè, potesse avere in casa. Bei momenti.
E voi? Quali sono i posti più strani dove avete letto in vita vostra?
Quando c'era lezione d'Italiano mi capitava spesso di leggere il giornale, approfittando della vista corta dell'insegnante. Il silenzio era sufficiente, l'attenzione non era richiesta, e andare bene all'interrogazione mi salvava da eventuali controlli.
RispondiEliminaAnche io leggevo a scuola e, paradossalmente, lo facevo più spesso quando ero letteralmente sotto il naso dei professori (prima fila, banco praticamente appiccicato alla cattedra causa sovraffollamento... il più insospettabile dei luoghi).
RispondiEliminaLettrice in incognito presente! io sono arrivata a leggere a pranzo col libro sulle ginocchia, non potendo assolutamente interrompere nemmeno per la durata di un piatto di pasta...
RispondiEliminaMa leggere a scuola o occultare libri da diporto e fumetti dentro i testi scolastici è roba strana? O_o
RispondiEliminaNo, perché io l'ho fatto credo per tutta la vita da studentessa, trovandola la cosa più naturale del mondo XD
Al liceo tenevo gialli e manga sulle ginocchia o appoggiati sul ripiano sottobanco. Per il resto, dico spesso che, alle elementari, ho imparato a fare le divisioni in colonna solo grazie a "Heidi": le nostre maestre erano solite darci 4 o 5 operazioni alla volta da svolgere in classe, e se finivamo prima dei compagni dovevamo stare buoni al nostro posto in silenzio finché tutti non fossero stati pronti a correggere insieme; ora, io ero deboluccia con le divisioni, ma pur di sfruttare quei 'minuti di scarto' per re-immergermi nel mio libro ("Heidi", appunto), imparai a farle, e bene, a tempo di record! XD
Per il resto è mia abitudine avere sempre un libro con me tipo 'ciambella di salvataggio' per ogni situazione, per cui mi è capitato di leggere un po' ovunque. Trovandolo, appunto, abbastanza naturale, non ho mai tenuto il conto dei posti 'strani' ^^
ho pensato la stessa cosa! :)
EliminaNo beh, quelli sono i posti più strani dove IO ho letto :) Attendevo appunto sconcertanti rivelazioni (tipo leggere mentre si sta facendo una scalata su roccia o sull'orlo di un vulcano..) ;)
EliminaQuel giornale! Lo compro solo per ridere degli assurdi articoli che scrivono, esilarante davvero!!
RispondiEliminaIl bagno è uno dei luoghi più frequentati per la lettura a casa mia.
RispondiEliminaHo letto nelle aule universitarie, infilandomi in lezioni a caso, non del mio corso, sempre che il professore non fosse di quelli che non volesse uditori (o finti tali) tra i piedi.
Al limite della blasfemia, ho letto durante una messa. Era inverno, faceva freddo, non c'era un posto per sedersi e aspettavo un'amica che non arrivava mai, quindi sono entrata in chiesa. Mi sono messa in un angolo e un po' sentivo il prete e un po' leggevo. L'unica cosa è che dovevo un po' nascondermi dai fedeli, che sono peggio dei sacerdoti.
Il posto più strano? Sopra gli alberi. Ce n'era uno in particolare nel giardino dei miei che aveva una biforcazione ottima in cui appoggiare il fondo schiena. Quando poi dovevo abbandonare la lettura per qualche momento lasciavo il libro aperto a cavalcioni di un ramo, ed è successo che un giorno purtroppo è scivolato giù il cane si è mangiucchiato un angolo. Per fortuna il libro era mio.
RispondiEliminaUn posto invece in cui non riesco a leggere è nella vasca da bagno. Ci ho provato ma ho sempre paura di bagnare il libro in qualche modo.
Affidata ad un'amica di mia madre, quel pomeriggio dovette aiutare ad organizzare una Mostra, dopo un po nn mi vide piu: Eravamo in biblioteca ed io mi ero messa a leggere in pace nella casetta di cartone della pimpa, dopo circa 2 ore ne uscii per avvisarla su dov'ero e tornai Al mio libro, avevo 7 anni credo
RispondiEliminaLeggere mentre si fa anche qualcosa d'altro, non importa dove. Questo è leggere strano. E sì, era proprio quello che pensate e no, non era per disinteresse. Era un libro a tema.
RispondiEliminaChe cose imbarazzanti mi fate dire.
Che ho vinto?
Leggo praticamente ovunque, sul bidet con il libro in bilico sulla gamba sinistra, mentre mi lavo i denti, mentre taglio le verdure, in metropolitana, in pullman, in taxi. Ovunque, mica voglio sprecare tempo! Ah, dimenticavo, leggo anche camminando per la strada. Purtroppo ora che sono diventata presbite è un pochino più difficile, sigh!
RispondiEliminaLeggere a scuola spesso, c'era appunto un'insegnante che mi odiava perché sapeva, e sapeva che io sapevo che lei sapeva, e tuttavia me ne fregavo; è anche capitato che dopo la ricreazione non rientrassi più in aula per finire di leggere in pace in giardino/corridoio/scale anti incendio, e leggevo sempre sui gradini della palestra in primavera durante l'ora di educazione fisica. ma a scuola nostra facevamo un po' come volevamo, specie gli ultimi anni.
RispondiEliminaIn generale a me piace leggere all'aperto: una primavera andavo spesso a leggere/studiare sul ramo di un albero nel parco del pensionato in cui stavo, un pomeriggio invernale mi sono volontariamente assiderata ai giardini pubblici di milano perché per ore ho letto accoccolata sopra/dentro una radice d'albero enorme, al mare mi piace leggere abbarbicata sulle falesie/scogliere come il bonsai di karate kid iii, oppure dentro le rientranze delle scogliere (ché chiamarle grotte è eccessivo).
Il posto più strano che mi viene in mente però è il marciapiede: potevo almeno entrare in un bar (comportamento normale), invece no, e non mi spiego il motivo. Il secondo posto più strano è la chiesa durante un concerto di natale: il violino strideva e io ero seduta accanto a uno scaffalino di libri... è finita che ho letto quasi integralmente una biografia di sant'agostino, uno di quei volumi in cui la copertina pesa più delle pagine. non mi capacito di come abbia potuto leggere così' velocemente tutte quelle pagine, ma so che non sentivo più il violino infernale.