Ora che sono in ferie e purtroppo non al mare e nemmeno in uno di quei luoghi vacanzieri dove ci si lanciano bikini al suono convulso di Brigitte de bardò e meu amigu charlie brown, ma molto più mestamente al mio paese natio, mi rendo conto di aver sviluppato dei tic di tipo lavorativo compulsivo.
Pure l'innocuo libraio non è immune da alcune fastidiose abitudini di origine lavorativa che in vacanza diventano la croce e la causa che ti impediscono di rilassarti davvero. Ovviamente in questi giorni mi sta succedendo all'ennesima potenza, così, per esorcizzare tali inquietanti abitudini, ho pensato di condividerle catarticamente con voi, chissà che non mi passino.
ENTRARE COMPULSIVAMENTE IN LIBRERIA:
E' una cosa che pare tanto romantica, ma se voi faceste i pescivendoli l'ultima cosa che vi verrebbe in mente sarebbe passare i pomeriggi per pescherie o se foste dei falegnami andarvene per boschi a massaggiare cortecce sarebbe chiaramente indice di un vostro decadimento psichico totale. Il libraio che, in borghese e pure in vacanza, si ostina a passeggiare per i corridoi colmi di tomi di altre librerie, rischia di travalicare il romanticismo intellettuale, per cadere direttamente nella trappola della dipendenza. Devo toccare libri, devo vedere i libri, come farò a vivere se rimango indietro con le novità? In un pomeriggio sono entrata in libreria tre volte, quasi senza pensarci, senza dover assolutamente comprare nulla. Fissavo le vetrine colme di libri della Newton come se sorbissi una dose di qualcosa. Quando mi sono resa conto che il mio sguardo si era perso sulla gambina della Parodi intenta a chiudere il forno col tacco, ho capito di dover fuggire.
E' una cosa che pare tanto romantica, ma se voi faceste i pescivendoli l'ultima cosa che vi verrebbe in mente sarebbe passare i pomeriggi per pescherie o se foste dei falegnami andarvene per boschi a massaggiare cortecce sarebbe chiaramente indice di un vostro decadimento psichico totale. Il libraio che, in borghese e pure in vacanza, si ostina a passeggiare per i corridoi colmi di tomi di altre librerie, rischia di travalicare il romanticismo intellettuale, per cadere direttamente nella trappola della dipendenza. Devo toccare libri, devo vedere i libri, come farò a vivere se rimango indietro con le novità? In un pomeriggio sono entrata in libreria tre volte, quasi senza pensarci, senza dover assolutamente comprare nulla. Fissavo le vetrine colme di libri della Newton come se sorbissi una dose di qualcosa. Quando mi sono resa conto che il mio sguardo si era perso sulla gambina della Parodi intenta a chiudere il forno col tacco, ho capito di dover fuggire.
Personalmente questa paturnia del "Come farà la libreria ad andare avanti senza di me?" io non ce l'ho. La libreria senza di me va avanti in modo perfettamente uguale, magari pure meglio, tuttavia ho dei colleghi con l'ansia perenne che la loro assenza possa causare a noialtri drammi irreparabili. Chiamano dal Giappone per ricordarci che il giorno X ci sarà una presentazione, terrorizzati che nonostante le mille locandine attorno a noi a ricordarcelo, ci sia una sorta di amnesia di gruppo a cui solo loro possono porre rimedio. Passano in negozio già bardati per la partenza di montagna, con tanto di scarponi e cartine, per accertarsi che le novità siano tutte esposte come di dovere, e, se non lo sono, ritardano la partenza per spostare pile di libri tra le grida dei parenti esasperati che li reclamano. Cacciarli gridando minacce è l'unico modo per liberarsi di loro.
Torni al paese natio dopo mesi e invece di goderti la cena a casa della tua migliore amica, inizi a farle l'analisi ragionata della sua libreria casalinga. Quei cinquanta volumetti innocentemente allineati su n ripiano rischiano di diventare l'ossessione della serata. Da quando leggi Fabio Volo? Chi ti ha regalato Canfora? Dove hai trovato quell'edizione anni '80 de "Il signore degli anelli". Ti informi su quale fine abbiano fatto quei libretti rossi tanto carini che aveva fin dalle medie e del perché ci siano dei libri della biblioteca scaduti da ormai tre anni? Il terzo grado subisce escalation da film di James Bond con tanto di tortura finale annessa. Dopo un'ora la conversazione è ancora fissa sulla libreria e se non lo è lei, lo sono di sicuro i tuoi occhi: ipnotizzati.
LEGGERE IL FAMOSO BUON LIBRO:
Sei in ferie e devi rilassarti. Cosa fa una persona normale di solito? Legge. Ma un libraio in vacanza, se legge ha sempre il retrogusto di un non totale rilassamento emotivo, ergo per distrarsi ha bisogno non di un libro così, ma del LIBRO, quello che consiglierai ai clienti nei secoli dei secoli. Inizia così la caccia al tesoro tra recensioni, consigli, biblioteche, prestiti incrociati e tabelle dei pro e dei contro. Sette miei amici mi hanno detto che l'Ultimo di Grossman è ottimo, due lo schifano perchè è israeliano e sostengono la causa palestinese, quattro vorrebbero defenestrarlo. Che fare? L'ultimo Pulitzer è ottimo, no è una schifezza, no è stupendo, sì è stupendo ma parla della storia ragionata del cancro e magari non è proprio proprio un libro da vacanza. il 95% delle volte si finisce per leggere una sonora schifezza o per non leggere proprio niente.
Sei in ferie e devi rilassarti. Cosa fa una persona normale di solito? Legge. Ma un libraio in vacanza, se legge ha sempre il retrogusto di un non totale rilassamento emotivo, ergo per distrarsi ha bisogno non di un libro così, ma del LIBRO, quello che consiglierai ai clienti nei secoli dei secoli. Inizia così la caccia al tesoro tra recensioni, consigli, biblioteche, prestiti incrociati e tabelle dei pro e dei contro. Sette miei amici mi hanno detto che l'Ultimo di Grossman è ottimo, due lo schifano perchè è israeliano e sostengono la causa palestinese, quattro vorrebbero defenestrarlo. Che fare? L'ultimo Pulitzer è ottimo, no è una schifezza, no è stupendo, sì è stupendo ma parla della storia ragionata del cancro e magari non è proprio proprio un libro da vacanza. il 95% delle volte si finisce per leggere una sonora schifezza o per non leggere proprio niente.
RIEVOCARE EPISODI LAVORATIVI A VACCA:
I tuoi amici non ti vedono da sedici mesi e quando giungi tra loro è giubilo e delizia. Vogliono parlare, ridere e scherzare con te. Ti chiedono come va, come stai, che fai, come va il lavoro. Tu rispondi un po' a stento, poi apri le dighe e vai a ruota libera. Inizi a parlare del tuo lavoro seriamente, poi per ridere. Rievochi episodi e aneddoti che si rivelano divertenti e salaci per te e solo per te, ordini tre birre e continui a ricordare facendo riferimenti a cose che i tuoi amici o non possono o non vogliono capire. Dopo due ore di rievocazione storica su tutte le amene storielle da libraia, li vedi sviluppare diverse reazioni: l'odio, la noia, la sonnolenza, la rottura dell'amicizia. Al termine della terza birra l'unico rimasto a tavolo con te è quello che devi riaccompagnare a casa.
I tuoi amici non ti vedono da sedici mesi e quando giungi tra loro è giubilo e delizia. Vogliono parlare, ridere e scherzare con te. Ti chiedono come va, come stai, che fai, come va il lavoro. Tu rispondi un po' a stento, poi apri le dighe e vai a ruota libera. Inizi a parlare del tuo lavoro seriamente, poi per ridere. Rievochi episodi e aneddoti che si rivelano divertenti e salaci per te e solo per te, ordini tre birre e continui a ricordare facendo riferimenti a cose che i tuoi amici o non possono o non vogliono capire. Dopo due ore di rievocazione storica su tutte le amene storielle da libraia, li vedi sviluppare diverse reazioni: l'odio, la noia, la sonnolenza, la rottura dell'amicizia. Al termine della terza birra l'unico rimasto a tavolo con te è quello che devi riaccompagnare a casa.
Certo, in confronto al manager che gestisce un'azienda fingendo di rilassarsi sotto una palma, io sto sempre messa meglio, tuttavia preferisco le vacanze a base di trenini e daiquiri. L'unica cosa che funziona davvero per staccare la spina è staccare il cervello.
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