venerdì 15 dicembre 2023

I consigli per il Natale 2023 parte I! Sciamane islandesi, dicerie, personagge LGBT, racconti gotico-femministi, pastasciutte antifasciste e femminielli

  Quest'anno, soprattutto dopo la mia breve, ma intensissima visita a Più Libri Più Liberi, dove ho visto un sacco di titoli bellissimi, mi sono imposta di fare almeno un post di consigli natalizi.

 Oggi, dopo un passaggio in una bella libreria del centro di Roma, con una selezione molto interessante, ho ancora più libri da consigliare. 

 Spero di riuscire ad arrivare a quota due post, ma intanto uno lo lancio nel cosmo!

 Non la faccio troppo lunga per non rubare troppo spazio ai libri: scatenatevi!


SEIDMADUR. Lo sciamano di Maddalena Marcarini, Agenzia Alcatraz:

 Un horror coi fiocchi e controfiocchi uscito dalla penna di un’autrice italiana, Maddalena Marcarini e ambientato in Islanda.

 Pregio assoluto e principale, oltre alla storia: lo sfondo islandese non è una cosa vaga per turisti degli iceberg e neanche la scusa per una vaga ambientazione esotica. Il setting in questo caso è letteralmente tutto, dal folklore che permea ogni pagina, alle descrizioni ghiacciate e selvagge all’enorme e raffinata conoscenza delle leggende e dalla magia islandese e groenlandese.

 La protagonista, Erlen, è una ragazza di origini islandesi che ha vissuto molti anni in Canada con sua madre, una donna peculiare che tutti credevano un po’ matta. La donna credeva e diceva infatti di essere una sciamana e neanche le suppliche della figlia, bullizzata e maltrattata a scuola, riuscivano a contenere le sue folli esternazioni.

 Morta la madre, Erlen vivacchia qualche anno tra case famiglia e tentativi di rimanere a galla con lavoretti vari, ma qualcosa di enormemente doloroso la consuma da dentro e decide infine di tornare in Islanda per uccidersi.

 La storia inizia nel momento in cui potrebbe finire: Erlen si getta nelle acque gelide, prontissima a morire, ma un uomo, Ottar, la salva. E non è un uomo qualunque, ma uno sciamano, esattamente come sua madre e forse quel loro incontro non è neanche così casuale.

 Nel frattempo una creatura ancestrale e mostruosa si aggira per le strade dell’Islanda, reclamando ossa, denti e bambini per un macabro rituale. Chi è? Chi potrà fermarlo? Chi è realmente ..?

 Una storia bellissima e avvincente, originale e imperdibile per gli appassionati del genere. 

 Ma soprattutto da leggere adesso, con il gelo (più o meno) e il buio che ci lasciano scivolare più facilmente in nordici incubi.


SCREAM QUEER di Javier Parra, Odoya edizioni:

 Chiunque abbia passato parte della propria vita a cercare scrupolosamente tracce LGBT in film e libri, sa che praticamente fino a 10/15 anni fa al massimo, l'unico genere in cui le persone LGBT venivano rappresentate con una certa regolarità era l'horror.

 I motivi sono molteplici. Da una parte era un genere di nicchia che lasciava effettivamente più libertà a registi e sceneggiatori, dall'altra era ammissibile, anzi condivisibile, che persone LGBT fossero invischiate in storie torbide e assurde, fuori dall'ordinario, inquietanti e in cui facevano quasi sicuramente una brutta fine.

 Eppure, non per forza questo ha significato rappresentazioni banali. Nei gialli all'italiana ci sono personaggi LGBT (tantissimi personagge lesbiche) molto interessanti, quasi psicanalitici (es. il sogno lesbico di "Una lucertola con le pelle di donna" o l'amico musicista del protagonista di "Profondo rosso").

 "Scream Queer" con un occhio più all'estero che al solo universo italiano, propone percorsi tra film horror, personaggi e immaginari LGBT nella storia del cinema. 

 Con lo stile divulgativo che contraddistingue i saggi Odoya, vi calerete in un mondo di suggerimenti cinematografici (non tutti da seguire perché talvolta trash, ma sicuramente da conoscere) e rimandi letterari risparmiandovi la fatica fatta da me e molt3 altr3 nel rintracciare tracce LGBT nei tempi del grande oscurantismo.


IL GLICINE RAMPICANTE e altri racconti gotico-femministi di Charlotte Perkins Gilman, Abeditore:

 Sono anni che un'amica mi consiglia di leggere "La carta da parati gialla" di Perkins Gilman e anni che ad Halloween mi dimentico di cercarlo (anche questa volta, andrò alla prossima annata).

 Mi narrano in molti sia un piccolo gioiello gotico, ma anche l'unica cosa che si trova in giro di quest'autrice vittoriana. 

 Abeditore ha incrementato la sua bibliografia con questa raccolta di racconti.

 Perché gotico -femministi? Perché il gotico regna, ma l'autrice, attivista per i diritti delle donne e scrittrice di saggi sul mondo economico femminile di inizio '900, inserisce all'interno dei racconti tracce di quella che era la complicata e iniqua condizione femminile di quegli anni. E dei nostri.

  Nelle serate post pradiali delle vacanze natalizie, questi racconti saranno un toccasana.


IMBUSTASTORIE di AA VV, Abeditore:

 E’ qualche anno che Abeditore ha inventato gli Imbustastorie. Buste da spedire o tenere che hanno all’interno tre racconti impaginati su un solo foglio, fronte-retro, proprio come una lettera che giunge da lontano per raccontarci nuove terribili e affascinanti.

 Tutti gli imbustastorie hanno un tema specifico e le tre storie propongono dei racconti gotici e fantastici classici, sempre poco noti e molto ricercati, chicche per veri appassionati, nella solita splendida cornice grafica di Lorenzo Incarbone.

 Come sottolineo sempre, i libri Abeditore è un doppio piacere leggerli e averli perché il contenuto si sposa perfettamente all'estetica: un racconto può essere letto in un'antologia come tante altre e avere un sapore ed essere estratto da una busta, con illustrazioni e font d'epoca, e averne tutto un altro.

 Quello di un vero racconto di paura vittoriano, davanti a un camino in una sera d'inverno (con una tazza di cioccolata).

 

STORIE DI GUAPPI E FEMMINIELLI di Monica Florio, Guida Editori:

 Un piccolo saggio, molto interessante, avvistato a Più libri Più liberi, su due figure in qualche modo antitetiche dell'immaginario napoletano: i guappi e i femminielli.

 I primi sono l'espressione più orrendamente tossica di un modello patriarcale di prevaricazione e violenza, che pure nella memoria rimane talvolta paradossalmente come personaggio positivo, in grado di incarnare un certo desiderio di ordine.

 L'autrice sveste questi ricordi popolari positivi e riveste la figura della sua storia negativa e oscura, ancora non sopita in ambienti camorristici.

 Diversa, molto più antica e molto più affascinante, è invece la figura del femminiello, che affonda le sue radici nei miti nella Magna Grecia, con rituali (la figliata) e credenze (la fortuna) che ammantano questa figura della storia e dell'universo LGBT di un'unicità etnologica irripetibile e, spesso, ancora inafferrabile.


LA PASTASCIUTTA DEI CERVI di Marco Cerri, Viella Ed.:

 Ho scoperto l'usanza della pastasciutta antifascista al nord, dato che qua nel centro-sud non sia ancora particolarmente diffusa. Questo libro di Viella, uscito a Luglio 2023, racconta le origini di questo pasto condiviso, simbolo della resistenza.


 Il 25 luglio 1943, dopo la destituzione di Mussolini, i fratelli Cervi assieme ad altri antifascisti del posto, proposero una pastasciutta di festeggiamenti.

 Sul sito di Istoreco Reggio Emilia Albertina Soliani, Presidente dell’Istituto Alcide Cervi, così spiega la nascita dell'usanza:

 "Mussolini era caduto il 25 luglio e i Fratelli Cervi lo avevano saputo stando sui campi, nelle ore successive. La risposta è stata questo dono, questa condivisione fra tutti. Una Festa, la pasta che nutre, la fiducia nel futuro. Qualsiasi cosa fosse accaduta, sarebbe stato questo sogno, questo legame tra la gente, cioè la democrazia, che avrebbe vinto sul buio di quei giorni. Cominciò così la Resistenza. I Cervi non videro il 25 aprile: alla fine di dicembre dello stesso anno furono fucilati a Reggio Emilia. Ma è rimasta la Pastasciutta, sono rimasti il loro sogno e l’idea di un mappamondo che appartiene all’umanità, non alla disumanità. Ci troveremo in tanti, insieme, con questo stesso sentimento di amore e di pace".

Il libro di Viella, scritto da Marco Cerri, racconta questa bella storia, da conoscere e diffondere, ovunque. 

 Perché ultimamente, a sinistra, sembriamo rifuggire l'immaginario, dimenticando molte cose sull'egemonia culturale e la memoria: si vive anche di simboli, di momenti, di condivisioni, di sogni.


VOSTRA BEFANA di Barbara Cuoghi e Elenia Beretta, Topipittori:

 Le feste natalizie non mi fanno impazzire, l'unico giorno per me veramente degno di nota è il 6 Gennaio, quando arriva la befana.

 Come sa chi segue il blog, per me Babbo Natale non è mai esistito, mi hanno sempre detto che era finto e che era un'invenzione degli americani, Santa Lucia nessuno me l'ha mai nominata e credo che tuttora i bambini del Lazio siano all'oscuro della sua figura, Gesù Bambino mai sentito portasse regali fino a quando sono stata adulta. 

 L'unica creatura fantastica preposta a farmi felice era la befana e in generale, a parte i doni e le calze di Piazza Navona che prendevano i miei nonni, a me della befana piaceva un po' tutto.

 Mi piaceva fosse un'anziana signora scorbutica e povera (precisamente "vestita alla romana" che nessuno ha mai saputo cosa volesse dire), che volasse su una scopa e che fosse molto irascibile (amava prenderti a scopettate). 

 Mi piaceva fosse una creatura misteriosa, senza un vero perché. Non aveva una connotazione religiosa, non aveva nessuna leggenda buona e neanche cattiva, non era rassicurante e nemmeno bonaria, non voleva farti nessuna morale, era un'anziana magica che una volta l'anno volava su una scopa per portare regali MA ANCHE carbone.

 Mi ricordo lo sconcerto, tutti gli anni, quando nelle calze piene di dolciumi di marche mai sentite, trovavo implacabilmente il carbone: come mi aveva scoperta? Come sapeva quello che combinavo?

 Da adulta, la amo ancora tantissimo e mi spiace che ci siano pochi libri a lei dedicati, sia per adulti che ne indaghino le origini folkloristiche, sia per bambini.

 Quest'anno a Più libri Più liberi ho visto il libro perfetto sulla befana: "Vostra befana" di Barbara Cuoghi e Eliana Beretta.

 Disegni e colori bellissimi, ma anche il contenuto è splendido. Racconta le origini antichissime di questa strega sopravvissuta al cattolicesimo, svela l'esistenza di tante colleghe europee e ovviamente spiega per filo e per segno cosa fa la notte del sei gennaio la befana nostra.

 Mille di questi libri, e mille anni ancora di befana!


DICONO CHE di Gilles Rochier e Daniel Casanave, Comicout:

 Come nascono un pettegolezzo, una diceria, una calunnia, una fake news?

Anni fa mi capitò la rara opportunità di cortocircuitare una “diceria”. Mentre svolgevo il tirocinio in un archivio romano, mi capitò di chiacchierare con due tizie che vi svolgevano uno di quei sottolavori sottopagati. Erano molto affrante dal fatto che si stesse per svolgere un concorso per archivista, ma si sapesse già il nome del vincitore, perché “si sa come vanno queste cose”.

 Con molta sorpresa scoprii che il concorso era nel mio paese e con ancor più grande sorpresa scoprii che la vincitrice sarei stata proprio io.

 Ci rimasi di sasso, anche perché peraltro non ne sapevo l'esistenza visto che, non avendo i titoli, non avrei potuto partecipare neanche volendo. Loro erano mortificate, ma io ero sconcertata che qualcuno che nemmeno sapevo chi fosse, dava per certo che avrei vinto un concorso di cui nemmeno sapevo l'esistenza.

 Dopo un iniziale momento di smarrimento, trovai la questione interessante perché non a tutti capita di cortocircuitare un pettegolezzo in questo modo.

 “Dicono che” di Gilles Rochier e Daniel Casanave racconta proprio il modo subdolo in cui le voci corrono, e da innocenti diventano devastanti, da insinuazioni diventano certezze, da una sciocchezza diventano una catastrofe. E anche quale parte possiamo giocare noi, nel fermarle e nel trasformarle in qualcosa di terribile.

 

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