domenica 17 dicembre 2023

Consigli per il Natale 2023 parte II! Sabbie bituminose, distopie patriarcali, libri scomparsi, fantasmi dell'inverno, orti inquietanti e pamphlet editoriali

 Ed ecco a tempo ancora più record, il secondo post dei consigli natalizi, così avrete persino qualche giorno per pensare di usarli, nel caso!


DUCKS di Kate Beaton, Bao Publishing:

 Kate Beaton è un'autrice che fa fumetti umoristici sulla letteratura o almeno io l'avevo conosciuta così, ormai qualche anno fa.

 Bene. Dimenticate il lato umorista. "Ducks" è vita vera, vita vera e distopica, cruda e crudele. 

Un concentrato di rara forza in cui si può capire con estrema facilità in cosa consiste vivere in una società patriarcale intrisa di cultura dello stupro.

 Messa così, mi direte, sembra che vi stia presentando una tragedia shakesperiana, invece si tratta "solo" di due anni di lavoro in una zona del Canada in cui si estraggono sabbie bituminose. 

 Beaton, come molti studenti e studentesse, termina l'università con elevato debito universitario. 

 Il suo sogno è lavorare nell'editoria e con i libri, ma anche in Canada sembra non sia un lavoro abbastanza remunerativo per ripagare decine di migliaia di euro in un tempo che le banche possano giudicare consono.

 Così, spinta dall'esperienza di un parente (maschio, dettaglio non irrilevante), decide di andare a cercare lavoro nei grandi cantieri di estrazione di sabbie bituminose, luogo dove sostanzialmente c'è una donna ogni dieci uomini.

 E già qui entriamo nel campo della distopia. Aggiungete che per aumentare gli introiti e diminuire le spese (in modo da terminare quel periodo nel minor tempo possibile per poi potersi dedicare al resto della sua esistenza, quello per cui ha studiato), Beaton accetta di vivere all'interno del campo e fare doppi turni, entrando in una sorta di microcosmo autosufficiente che sembra esistere al di fuori delle regole e del tempo del mondo civilizzato.

 Ebbene, succede tutto quello che potete facilmente immaginate. 

 Molestie, battute da caserma, senso di straniamento, solitudine, infantilizzazione e sopraffazione.

 La cultura dello stupro in diretta, un universo di dominio e sopraffazione che va dallo stupro appunto, a quel clima generale per cui una donna non è un essere umano, (spesso parlano di donne davanti a lei come se lei non fosse presente, come se lei non fosse una persona né ovviamente lo fossero quelle di cui parlano), ma un oggetto, un essere vivente sottomesso e a completa disposizione e funzione degli uomini. 

 E' interessante e molto forte da leggere, forse più per gli uomini che per le donne. Perché noi sappiamo cosa dobbiamo vedere, sentire e subire dal giorno uno della nostra nascita. 

 Gli uomini invece si stupiscono dell'ovvio, non hanno idea di quanto tacciamo e sopportiamo e compartecipano spesso involontariamente al mantenimento dello status quo, nel senso che non hanno una reale volontà di non partecipare al banchetto dell'orrore.

 Ed è un libro che rende benissimo consapevoli del perché sì, si parla di TUTTI gli uomini. Non perché siano tutti colpevoli, non lo sono certo tutti gli uomini del libro, talvolta anzi si rilevano alleati inaspettati. Ma perché tutti detengono una posizione di privilegio e potere che rarissimamente desiderano realmente sovvertire. Spesso il massimo che credono di poter e di voler fare è rimanerne fuori. Ma come cantava De André, anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti.

 E ci tengo a dire, che se batto anche io su questo punto è solo per un motivo: è un ottimo momento per capire, per usare il proprio tempo a distruggere questo sistema, lo è perché ora più di prima è finita l'era della sopportazione.

E' ora di distruggere tutto perché un giorno chi legga "Ducks" lo faccia pensando che fosse davvero una distopia e non la realtà.


LA VITA SEGRETA DEI LIBRI FANTASMA di Andrea Kerbaker:

 Chi ha lavorato in libreria, sa che molto raramente può accadere un fatto assai affascinante: il ritiro dal commercio di un titolo. Tu sei lì che hai appena finito di esporre le novità, quando arriva una tragica mail che impone di togliere dalla vendita un determinato titolo.

 

 Quando lavoravo in libreria mi è successo un paio di volte. 

 La prima non ho mai saputo perché (il libro, un'autobiografia, riapparve mesi e mesi dopo direttamente in una nuova edizione), nel secondo si trattava di un tragicomico caso di graphic novel apparsa senza la graphic novel: sostanzialmente era stata mandata in stampa solo la lunga e corposa introduzione, priva poi del contenuto fumettoso successivo. 

 Ci sono stati però altri casi famosi, di solito conclamati errori di stampa scoperti in extremis, titoli scritti male, copertine non abbastanza translucide.

 Ma nella storia della letteratura ci sono stati vari casi di libri usciti una volta e mai più riapparsi o riapparsi con altri titoli o in altre forme. 

 I motivi? I più svariati. Da un cambio di sensibilità nel pubblico (io vi giuro che mi sale il crimine tutte le volte che sento usare le parole "politically correct", mi verrebbe da mandare chiunque la pronuncia direttamente nella preistoria, all'alba dei tempi, a godersi i tempi privi di qualsiasi civilizzazione e a divertirsi a scoprire il fuoco e fare pitoti), a un pentimento sul contenuto alle molte altre molteplici possibilità date da quello straordinario oggetto che è il libro. 

 Andrea Kerbaker ci ha scritto questo volumetto per bibliofili molto molto gustoso e straconsigliato.


I FANTASMI DELL'INVERNO di AA VV, Neri Pozza:

 Nel mondo anglosassone, come tutt3 sanno, il natale non è solo racconti zuccherini, ma anche racconti di fantasmi ("Il canto di Natale" di Dickens docet).

Nel 2021 uscì per Neri Pozza l'antologia "Natale con i fantasmi" (poi ripubblicata lo scorso anno con la copertina cartonata originale, bellissima, ve lo dico così non vi sbagliate), quest'anno è stata la volta di "I fantasmi dell'inverno". 

 Dodici racconti di fantasmi di grandi autori autrici del gotico contemporaneo, perfetti per quei momenti morti dopo pranzi e cene, quando tutti pretendono che tu veda Disney+ mentre tu ricerchi solo l'agognato silenzio di una stanza con un camino, il vento che ulula e neve a perdita d'occhio fuori dalla finestra per chilometri.


L'ORTO AMERICANO di Pupi Avati, Solferino:

 Un consiglio sulla fiducia. Amo il Pupi Avati da giallo all'italiana e avevo trovato il libro "Il signor diavolo" molto grazioso, con quell'atmosfera da provincia ultracattolica del nord-est soffocante e bigotta, davvero interessante e indovinata. Il seguito, "L'archivio del diavolo", era stato purtroppo troppo assurdo e lo avevo trovato pessimo.

 "L'orto americano", da cui verrà tratto un film, sembra invece promettere molto bene.

 Uno scrittore incrocia una ragazza americana poco dopo la Liberazione a Bologna e se ne innamora. Anni dopo, durante un viaggio in America, scoprirà casualmente che quella ragazza scomparve in Italia e decide di risolverne il mistero.

 Mi dà un po' di vibes da Scerbanenco con "Traditori di tutti" e un po' di "Gotico rurale" alla Baldini, amo il terrore della pianura padana. 


MANIFESTO CONTRO L'EDITORIA di Gog Edizioni:

Raramente mi piacciono i pamphlet perché raramente mi faccio fomentare dalle estreme opinioni altrui. Anche questo volumetto non fa eccezione al riguardo e non lo condivido in toto, ma ho apprezzato l'idea di spogliare l'editoria di quel manto di magia che divora tanta gente. 

 Troppe persone pensano al mondo del libro come un luogo fatato dove passi il tempo a cercare il nuovo Italo Calvino e rimangono impreparate a una realtà di industria e commercio, dove devi sgomitare tra molti e molte figli di papà per trovare un posto al sole.

 Questo non vuol dire che sia TUTTO e SEMPRE così, ma molte cose tocca dirle, pane al pane e vino al vino e in questo piccolo manifesto che prende di mira tutto e tutt3 (ho tremato al pezzo sui blogger, ma tutto sommato ci sono andati anche leggeri visto quello che gira).

 Il tono è sarcastico e i capitoletti, molto brevi, assomigliano ai post di un blog. Meno al vetriolo di quel che meriterebbe seriamente l'editoria, ma forse in questo caso sono io ad avere opinioni estreme (e non solo contro i colossi, ma anche verso molt3 indie).


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