lunedì 2 gennaio 2017

Piccole scienziate crescono (se magari gli fate leggere qualche libro scientifico in più). Da un appello virale di una libraia e di sua sorella, un elenco di libri per ragazz* su scienziate donne, così non avete più scuse.

 In questi festosi giorni, la libraia della Libreria Controvento di Telese Terme (provincia di Benevento), Filomena Grimaldi, ha pubblicato su fb un appello di sua sorella.


La sorella in questione, in visita da Londra, assiste a quella che una scena comune in libreria: la perenne preoccupazione del genitore in visita (non tutti ovviamente, diciamo troppi considerando che la preoccupazione non dovrebbe neanche esistere) nel comprendere se il libro che stanno scegliendo sia da maschio o da femmina.

 Nei libri da non regalare ai maschi ci sono solitamente copertine rosa (ormai mi è venuto in odio questo povero colore strumentalizzato), danza, trucchi, parrucchi, tulle e vestiario.

 Neanche le fate e i fiori. Ricordo una drammatica volta in cui una madre (inglese) ridusse alle lacrime il figlio di 4 o 5 anni perché voleva un libro sulle fate e lei gridando gliene diceva di tutti i colori. Doveva posare quel libro, i maschi non leggevano quella roba!

 Per le femmine ci allarghiamo verso molti altri i campi: i libri scientifici, ad esempio, non sembrano essere proprio il regalo per una femmina. Ma non solo.

 Splendidi libri di robotica, esperimenti chimici, dinosauri, avventure piratesche, minerali, castelli e cavalieri, non sembrano incontrare il favore di molti padri, madri, nonni e nonne.

 Posto che ogni bambino e bambina dovrebbe essere libero di scegliersi i libri da solo, la domanda permane: perché le bambine non dovrebbero avere interesse per i libri scientifici?

 E perché, nel caso lo dimostrassero dovrebbero temere di essere "giudicate", (ipotesi inquietante paventata da un lettore su fb a mò di giustifica dei genitori solerti censori)?

 Perché nel 2016 esistono genitori preoccupati di capire se un libro è da maschio o da femmina? 

 Ma soprattutto, i genitori che si apprestano a fare questi pensieri, non si rendono conto che, implicitamente, stanno considerando le loro figlie troppo stupide per alcuni campi del sapere?


 Perché ai maschi verrà forse negato il piacere della danza e del belletto, ma nessuno si permetterebbe mai di dire loro che "No, il manuale del giovane scrittore non te lo compro perché è da femmina".

 Verrà mai l'epoca in cui a TUTTE verrà concesso di non essere più graziose bamboline da ammaestrare, ma anche esseri senzienti degne di ogni genere di sogni e avventure?

All'alba del 2014 anche la Lego ha introdotto le prime
figure di scienziate donne. 2014.
 Se avete parenti e amici che seguono questa strada che dovrebbe essere scomparsa almeno 40 anni fa, se la vostra bimba inizia a subire gli influssi malefici della pressione esterna (e quindi torna da scuola pronunciando inquietanti frasi come "No, non gioco più con questo perché l'amichetta x mi dice che non è da femmina"), se il vostro bimbo inizia a postulare strane teorie come "Le femmine questo NON possono farlo", allora l'elenco di libri di seguito fa per voi.

 Trattasi di una piccolissima bibliografia sulle donne di scienza che le bimbe possano prendere a esempio e i maschi possano leggere per farsi venire il dubbio che forse non proprio tutto l'hanno inventato loro (e se è quasi successo c'è un motivo non troppo nobile).


DONNE NELLA SCIENZA, collana dell'Editoriale scienza:

Curiosa la storia di Ada Lovelace, figlia del
poeta Byron. Sua madre, matematica anch'essa
la spinse verso studi scientifici preoccupata che
avesse ripreso un po' troppo dal turbolento padre
Si chiedeva a un gruppo di bambini in età scolare di fare i nomi di alcuni inventori e scienziati, i primi che venissero loro in mente.
  Maschi e femmine facevano esclusivamente nomi maschili e, bisogna dirlo, in assoluta buona fede, visto che alla fine quando gli intervistatori svelavano loro l'esistenza di scienziate donne, i bambini cadevano letteralmente dalle nuvole (e accoglievano la rivelazione con autentico stupore).

 Se in letteratura capita di incappare in qualche donna (più raramente di quanto si dovrebbe, ma almeno accade), se in storia ogni tanto qualche regina o contessa fa effettivamente il suo dovere (e non solo come moglie, thank you Matilde di Canossa, Elisabetta I, Giovanna d'Arco, Eleonora d'Arborea ecc.) nelle scienze c'è il niente cosmico.

 Certo, ci si può sempre immedesimare in qualche scienziato di sesso maschile, ma è importante per le bambine di ogni ordine e grado sapere che effettivamente ci sono state delle donne scienziate e inventrici, che quello è per loro un percorso possibile.

Come fare?
L'Editoriale scienza giunge in vostro soccorso con una collana dedicata alle inventrici e alle scienziate: "Donne nella scienza".

 In essa potrete trovare Ada Lovelace, la donna che postulò il primo programma per un protocalcolatore (inteso come computer) e contribuì con i suoi studi, assieme a Babbage, a porre le basi dell'informatica.
 Ci sono le storie di Marie Curie, doppio premio nobel e di sua figlia, quella della meno conosciuta Lisa Meitner che scoprì la fissione nucleare o la genetista Barbara McClintock.
Tutte sono accomunate oltre che dal genio, dalle lotte che hanno dovuto affrontare per essere accettate dalla comunità scientifica. Non solo dovevano studiare (tra mille difficoltà), ma anche combattere per farsi prendere seriamente. Toste il doppio.



NELLO SPAZIO CON SAMANTHA di Samantha Cristoforetti e Stefano Sandrelli ed. Feltrinelli Kids:

 L'unica area scientifica che mi appassionava da bambina era l'astronomia.

 Avevo un grosso atlante su cui ho imparato tutto quello che so sui pianeti (anche perché non ho ricordi di aver mai studiato pianeti e simili se non l'ultimo anno delle superiori in quella strana materia che era geografia astronomica), la composizione gassosa, i vari satelliti, la fascia d'asteroidi e il povero Plutone ora declassato.

 Ovviamente non ho mai pensato di fare l'astronauta e, devo dire, non tanto perché ero femmina quanto perché ero italiana. 

 Gli italiani, nel mio immaginario, non diventavano astronauti, non ne avevamo proprio modo: i razzi partivano dagli Stati Uniti e dal mio punto di vista non c'era un motivo logico per il quale gli americani avrebbero dovuto spedire in orbita degli stranieri.

 Poi vennero Vittori, Nespoli e Guidoni, ma escludendo Vittori che mi era anche geograficamente vicino, provenendo da Viterbo, niente poteva impressionarmi particolarmente, ero già adulta.

 E invece Samantha Cristoforetti ha colpito anche me, e non solo perché è preparatissima e perché donna, ma perché ha creduto a una cosa incredibile e con grande lavoro e impegno l'ha ottenuta.

 Se non è un esempio per stuoli di bambine e ragazzine lei, non so chi possa esserlo.
 Se avete nipotine avventurose che guardano i cieli, questo è il libro per loro.


PRIMATI le amicizie avventurose di Jane Goodall, Dian Fossey e Biruté Galdikas, di Jim Ottaviani e Maris Wicks ed. IlCastoro:

 Quando le pubblicità, i giocattoli o le raffigurazioni audiovisive in generale vogliono far compiere qualcosa di scientifico ad un personaggio femminile, bene che va fa la dottoressa (anche se solitamente è un'infermiera), ma ogni tanto appare un inedito mestiere: la naturalista.

 Nel mio immaginario è una cosa a metà tra la biologa, la botanica e l'etologa e ho il vivo sospetto che questo lavoro non esista (smentitemi pure), ma credo sia concesso alle bambine in virtù del fatto che prendersi cura degli animali rientra appunto in un "lavoro di cura" e che le piante insomma sono esseri viventi immobili che non promettono spericolate avventure.

 Per le bambine affascinate da questo mestiere che amano la natura e gli animali, invece della dottoressa peluche (o in contemporanea) potete proporre loro le storie vere di tre scienziate: Jane Goodall, Dian Fossey e Birutè Galdikas.

 La prima è famosa per i suoi studi sugli scimpanzè e sulle conseguenti fondamentali scoperte nel campo dei primati, la seconda Dian Fossey si dedicò ai gorilla (e pagò con la vita i suoi studi) e infine Birutè Galdikas che si concentrò sugli oranghi.

 Sulla vita di Jane Goodall c'è anche "Io...Jane" uno splendido illustrato di Patrick McDonnell sempre della ed. IlCastoro, splendido e molto commovente.


PICCOLO GENIO. Scopri il talento che c'è in te di Alberto Pellai e Barbara Tamborini ed. DeAgostini:

Un tempo su "Minnie" (mi pare), c'era una rubrica sui grandi quando erano piccoli.

 Lì ho appreso l'esistenza di Lorenz, il fatto che Einstein bambino avesse dei problemi scolastici, la dura vita di Marie Curie e molte altre vite di grandi. L'idea originale era parlarti della loro infanzia, come se fossero bambini come te e non adulti che avevano già compiuto grandi cose e avanzavano senza macchia e senza paura.

 "Piccolo genio" usa lo stesso spunto e racconta ai bambini le vite di grandi geni quando erano loro coetanei, un po' a titolo informativo, un po' a titolo motivazionale.

  La cosa interessante è che nel parco genialità ci sono uomini e donne, sportivi, scienziati, aviatrici, astronome, pittori, attori e attrici fino ad arrivare a dieci bambini e dieci bambine.

 Non tutti hanno la stessa attitudine, ma tutti, bambini e bambine devono avere la possibilità di scoprirlo.


REGINE DELLA SCIENZA di Serena Manfrè ed. Anicia:

In "Una stanza tutta per sé", Virgina Woolf spiegava magnificamente dove fossero finite tutte le donne che avrebbero potuto cambiare la storia e non l'avevano fatto.
 Postulava infatti l'esistenza di un'ipotetica sorella di Shakespeare, talentuosa quanto lui, ma costretta a sposarsi, a far figli e infine indotta, per disperazione al suicidio.

 In "Regine della scienza", rassegna di biografie di scienziate celebri, ci sono Rita Levi Montalcini, l'astronoma Caroline Herschel, Ipazia e un personaggio particolare, tale suor Celeste al secolo Virginia Galilei.

 Chi era costei?

 Non una letterata, ma  la figlia primogenita di Galileo Galilei che, per togliersi rapidamente l'impiccio, la fece monacare a sedici anni.

 La ragazza non gli serbò rancore ed ebbe con lui un intenso scambio epistolare, rimanendogli vicino durante il terribile periodo del processo della santa Inquisizione.

 Le lettere ci restituiscono una ragazza piena di vita, arguta e affettuosa. Cosa avrebbe potuto fare se Galileo avesse deciso di educarla? Non lo sapremo mai.


IPAZIA E LA MUSICA DEI PIANETI di Roberta Torre, ill. Pia Valentinis ed. RueBallu:

 Non poteva mancare nell'elenco uno dei personaggi femminili più celebri della storia: Ipazia.

 Al contrario di Suor Celeste aka Virginia Galilei, Ipazia ebbe un padre, Teone, che la istruì e prese come allieva.

 Astronoma, matematica e anche filosofa, divenne superiore al padre e un personaggio di spicco in quel di Alessandria d'Egitto dove però in quegli anni si stava compiendo un enorme gioco di potere.

 I cristiani, appoggiati dal potere imperiali, riuscirono a far dichiarare illegale qualsiasi pratica pagana, distrussero i templi, costrinsero i pagani alla conversione e arrivarono ai ferri corti anche con gli ebrei.
  Vi era infatti un gigantesco conflitto di potere tra il bramoso vescovo Cirillo (poi santo) e il prefetto.

  Il vescovo, tanto per cambiare, voleva diventare l'unico potere dominante in città e a furia di ordire intrighi e cacciare minoranze con la forza vi riuscì.

 Ipazia finì nel bel mezzo di questo delirio di potere vescovile. 

 Le folle, che quando vengono incitate e fomentate, perdono ogni controllo (perché si sentono autorizzate a farlo) la linciarono e fecero a pezzi.

 Non fu solo una scienziata, ma un monito contro ogni deriva autoritaria, contro la folla che si fa massa crudele e senza scrupoli, contro l'abdicazione ad ogni umanità e ragionevolezza.

 Il bel libro di Roberta Torre, illustrato da Pia Valentinis spiega cose certo molto difficili, ma in modo appropriato (e sono dell'opinione che a nascondere le cose difficili a oltranza non si risolva mai niente).


BREVE STORIA DELLE DONNE di Jacky Fleming ed. Corbaccio:

 Una delle cose più faticose è convincere molte persone (in questo caso solitamente molti uomini) che nella storia le donne sono state vittime di un sistema di potere che vedeva nell'oppressione del genere femminile una delle sue basi fondanti (in quanto gruppo "altro" più numeroso rispetto a quello maschile e in quanto indispensabile per il controllo del bene più prezioso: la discendenza). Meglio conosciuto alle masse come Patriarcato.

 Malgrado sia un dato lampante e luminoso, malgrado le donne siano state tenute recluse, lontano dai luoghi di potere e in stato di profondo svantaggio culturale (e lo siano ancora adesso in molte parti del mondo) molti si ostinano a negare l'incidenza negativa di questa oppressione.

 Non è da essa che derivano le poche donne scienziate, inventrici, i minori risultati conseguiti all'interno della storia di ogni ordine e grado, dicono i negazionisti, bensì dalle "minori naturali capacità".


Questa della mitologica natura della donne che renderebbe incostanti, emotive, infantili, immature, meno intelligenti, meno propense allo studio, poco tenaci, facili alla noia, addirittura meno evolute, è una gigantesca calunnia che si è perpetrata nei secoli a beneficio del sistema dominante (e che vuole continuare a dominare).

 Opprimere e basta espone alla ribellione, bisogna fare di meglio, bisogna convincere gli oppressi dell'assoluta bontà degli oppressori e che anzi, in caso qualsiasi cambiamento non porterà beneficio, ma il caos.

 Questo breve volumetto illustrato è illuminante senza essere pedante.

 Non solo, ma utilizza un sistema retorico molto efficace, esponendo le assurde minorazioni attribuite alle donne senza criticarle, ma confutandole con ingegnose vignette o esempi apertamente contrari.
 Da regalare non alle bambine, ma ai loro genitori.


La rassegna si chiude qui, speriamo che l'anno nuovo porti altri tomi! 

 Ad esempio uno sulla vita di Vera Rubin, astronoma statunitense recentemente scomparsa, che scoprì la materia oscura e che combatté per tutta la vita per farsi strada nel mondo scientifico, sperando che molte altre ragazze seguissero le sue orme.

Ps. Speriamo anche che porti un po' di buonsenso, ci fosse quello questi post neanche esisterebbero.

8 commenti:

  1. Resta l'impressione che, invece di progredire, negli ultimi 30 anni ci sia stata una tremenda involuzione in fatto di approccio ai generi (intesi come sessuali). Perché, per esperienza personale, tutte 'ste fisime sui "libri da maschio - libri da femmina", quando ero piccola io, secondo me mica ce le si faceva così tanto.

    Non so se è stato un caso solo nella mia famiglia (però, anche considerando le mie amichette di allora, non mi pareva proprio), ma io - una volta stabilito il mio totale innamoramento per la lettura - sono stata sepolta di libri scientifici (anche perché figuravano nel novero dei libri "istruttivi").
    A parte mio padre, che sperava di trasmetterci il suo amore per la natura e ci ha omaggiato di un sacco di libri di ecologia, etologia, ecc., ricordo che per la prima comunione ricevetti un libro sul corpo umano e uno di biologia (per ragazzi). E se pure un'anziana zia di mia madre arrivò, per la medesima occasione, a regalarmi "La famiglia Robinson" (avventure in terre sconosciute di una famiglia di naufraghi - uno dei libri che ho più riletto nella mia vita!), c'è da pensare che 30 anni fa ci si facesse davvero meno problemi sul sesso di destinazione dei vari romanzi (tant'è che la mia libreria di bambina pullulava anche di Salgari, Verne, Twain, Cooper - gli autori preferiti di mio padre, che non trovò strano regalarli anche a noi figlie).

    Ci sarebbe da chiedersi che cavolo sia successo poi perché si facessero così tanti passi indietro in questo ambito. Mah! Che tristezza :-\

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  2. Te lo dico io cosa è successo: il marketing! Ovvero i pubblicitari hanno scoperto che era più vantaggioso differenziare i prodotti in "da maschi" e da "da femmine", perchè se ne vendono di più. molto banalmente! Facendo un esempio estremo, pensiamo ai vestitini rosa da bambina: se poi mi nasce un maschietto, non posso riciclarli... Inoltre gli adulti pare si sentano rassicurati, comprando cose dichiaratamente "del genere giusto". Senza sapere o pensare che chi si occupa di marketing non si preoccupa certo dell'identità sessuale dei bambini, ma solo di vendere il più possibile! Sconvolgente, vero?

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    1. Sì, ma anche il marketing ha senso fino ad un certo punto. Se tu precludi delle così grosse aree di vendita a metà della popolazione (perché le donne sono la metà) sei stupido.
      Prendi il lego scienziata nell'immagine del post. La lego non aveva figure di personaggi femminili del genere e l'ha introdotte dopo che la lettera di una bambina è diventata virale. La poveretta voleva giocare con dei lego con bamboccette femmine, ma trovava solo scenari noiosi e rosa, niente di avventuroso. A quel punto la Lego deve aver scoperto il davvero insospettabile mondo delle ragazzine avventurose e ha fatto nuovi giocattoli per questo incredibile target (fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2014/08/07/news/dalla_casalinga_alla_scienziata_la_svolta_femminista_della_lego-93303263/). Dividere le cose in robe da maschi e da femmina dimezza le possibilità di vendita, che senso ha?

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  3. Grande articolo! Ce ne vorrebbero di più, molti di più, ovunque.
    Proprio il Post, che hai linkato e che leggo ogni giorno, pubblica spesso studi, notizie, riflessioni di esperti/e sulla condizione femminile, gli stereotipi, le discriminazioni, l'ignoranza delle "questioni femminili" eccetera - giusto ieri leggevo "una donna sarebbe in grado di fare il lavoro di Babbo Natale?", di quella serie Rieduchescional Channel, e i bambini rispondevano di no perché non saprebbe guidare la slitta, si perderebbe in cielo, avrebbe di sicuro figli che romperebbero i giocattoli, non avrebbe tempo perché deve cucinare i biscotti...
    Beh, non hai idea della quantità e della qualità dei commenti, ovviamente maschili, che seguono quegli articoli.
    Nei casi migliori, rarissimi, si hanno uomini che comprendono il succo dell'articolo e sono d'accordo. Seguono quelli che comprendono ma non sono sicuri della bontà della trattazione. Ultimi nella fascia "positiva" ci sono quelli che non capiscono, secondo loro non è vero, però sono aperti al dialogo per vedere se magari, per la completa mancanza di informazioni a riguardo, si sono sempre sbagliati.
    Poi vengono le decine e decine che "non è vero", "ormai anche solo come respiri sei maschilista", "se le donne non X, allora ci sarà un motivo", "non conosco donne che si lamentino di questo", "però anche noi maschi dobbiamo subire Y e Z" (questa cosa del lamentarsi perché "le donne poverine ma noi uomini più poverini ancora" ho scoperto che si chiama male tears, da non confondere con la pratica sessuale), "siete le solite esagerate" e via andando in un crescere di maschi che si spalleggiano a vicenda e donne che, se hanno il tempo la voglia e l'energia per commentare, vengono seppellite da valanghe di risposte boriose, stizzite o ironiche.
    Osservo questo fenomeno da un bel po', lo vedo ripetersi con regolarità a ogni articolo sulle donne nonostante i commentatori non siano mai gli stessi, e non penso che ci siano pletore di uomini carogne, maschilisti, incattiviti e superficiali. Penso che ci siano pletore di uomini ignoranti, nel senso che costoro ignorano tutta una metà del mondo, perché nessuno ha mai insegnato loro a "studiarla".
    Siamo - spesso anche noi donne - talmente abituati a considerare la femmina come "accessorio" del maschio che se qualcuno prova a mostrarci un punto di vista differente lo rigettiamo, ne siamo spaventati o inorriditi o comunque diffidenti.
    Servono libri come quelli che proponi, genitori che impostino modi nuovi di educare i figli, tanti e tanti articoli come questo che mostrino una verità lampante, sperando che le persone smettano di voltarsi per non guardarla.

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  4. Io ho avuto più libri che giocattoli "main stream"...a parte le 2 Barbie, la casa e un sacco di vestitini fatti dalle nonne, io passavo ore coi Lego ma soprattutto coi libri tipo 1000 domande 1000 risposte e tanti altri libri simili, l'atlante degli animali, i vari manuali delle Giovani Marmotte e simili (che ho ancora), l'enciclopedia delle Giovani Marmotte che veniva venduta in edicola (all'incirca 1983), erano grandi volumi tipo enciclopedia dei ragazzi e mi hanno insegnato un mondo. Poi anche i libri di Richard Scarry mi hanno insegnato un mondo, quando ero più piccola, ci ho imparato a leggere...
    Ad ogni modo avrei "mentito, rubato, ingannato..." (cit. Rossella O'Hara) per avere il Piccolo chimico. Che i miei non mi hanno mi comprato per paura che avesse cose pericolose...Volevo anche il microscopio. L'aveva portato a scuola in 3a media un mio compagno. Eravamo in 4 "piccoli scienziati": le lotte per usarlo....
    Sono sicura che i miei mi avrebbero comprato il libro della Cristoforetti e Piccolo genio ad occhi chiusi e facendo la coda dalle 8 del mattino aspettando che aprisse la libreria:)

    Post scriptum sui giocattoli: avrei fatto carte false per avere She-ra e tutto il playset, ma avevo già 10 anni...Adesso non fanno più né She-ra, né simili...erano guerriere, ma con le cose di plastica trasparenti coi brillantini, effetto perlato, erano tutte una meraviglia...

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  5. Articolo interessantissimo, che oltre a offrire una spunto di riflessione fornisce anche delle risposte e dei suggerimenti - belli anche i libri che hai segnalato.
    Ammetto di essere stata, da bambina, poco interessata alla scienza, ma ricordo benissimo che rimaneva imbambolata davanti alle pubblicità delle piste per macchinine, e non ho mai avuto il coraggio di chiederne una in regalo perché pensavo che fossero 'giochi da maschi'. Adesso me ne pento, perché non mi sono goduta un gioco che avrebbe potuto divertirmi, e mi chiedo: chissà quante ragazzine vorrebbero ricevere in dono dei guantoni da boxe o il set del piccolo chimico; quanti ragazzini vorrebbero che i genitori li iscrivano a danza classica e invece si ritrovano a fare calcio? Tanti, probabilmente.
    Ho condiviso il tuo articolo su Twitter e spero di avergli dato almeno un poco di visibilità in più, perché questa discriminazione di genere che facciamo a partire dall'infanzia deve veramente scomparire.

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    1. Sempre per la categoria "infanzia anni '80 con meno paranoie di genere", io ho avuto una fortuna: alla mia nascita, mio zio aveva vent'anni. Gli ha detto sfiga, e ha avuto solo nipoti femmine. Non per questo si è fatto dei problemi e, con la scusa di fare regali a noi, s'è levato un po' di sfizi lui. E' così che pareeeeecchi natali fa io ho ricevuto in dono la mia pista Polystil XD
      Un semplice 8 che, alla lunga, stufava assai (ma ampliarla con i set più ricchi avrebbe richiesto un rene °_°), e poi i contatti delle automobiline andavano puliti in continuazione, perché se pigliavano polvere non c'era verso di comandarle... ma quanto divertimento!
      Lo stesso Natale (mi pare) ricevetti dalla (allora ancora solo futura) zia un set di tazzine da tè della Disney e una bambola coi capelli in lana. Anche questi stra-usati e sfruttati.
      A trent'anni di distanza quella bambola sta ancora su uno scaffale della mia stanza, con accanto i modellini Bburago che mi regalava lo zio.
      Dovremmo seriamente farci tutti molti meno problemi :P

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  6. A casa mia le cose da "maschio" e da "femmina" non esistevano. Sarà che mia madre è anticonformista, sarà che ho solo 22 mesi di differenza con mio fratello più piccolo, a casa mia i regali e i libri erano di tutti i tipi (anni 90), quindi ho giocato con: Barbie, macchinine, soldatini, Lego, dinosauri, peluche.
    E le letture erano variegate: Salgari e libri di avventure anni 60 (residui di infanzia di mio padre), versioni ridotte dei classici (lato mamma), libri sui dinosauri (a gogo, sapevo tutto sui dinosauri), libri sui razzi e aeroplani (mio fratello era in fissa) etc.
    Probabilmente è servito visto che io "da grande" faccio la scienziata ;)

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