lunedì 18 novembre 2013

Libri da sala d'attesa. Le infide caratteristiche dei libri scelti per prolungate attese e i consigli (non richiesti lo so) per evitare le loro astute trappole!

Per varie e numerose ragioni, in questi giorni mi trovo a dover annegare tra mille faccende burocratiche.
Disegno di Norman Rockwell.
 In Italia l'equazione al riguardo è molto semplice e sempre la stessa: faccenda burocratica=ufficio e ufficio=ore e ore e ore di attesa. Sin dalle superiori, come il resto della cittadinanza, mi sono trovata ad attendere una quantità di tempo a dir poco imbarazzante in sale d'attesa varie ed eventuali. Nei miei ricordi i due casi più spaventosi risalgono ad un malauguratissimo certificato di sana e robusta costituzione del liceo, per cui collezionai di seguito quattro ore dal medico e altre tre in posta. Un evento così epico, da rimanere impresso a fuoco nella mia memoria. Non so se ci fosse una pandemia, il ritiro della pensione, l'ici in scadenza o che altro, fatto sta che riuscii a terminare il terrificante "La città della gioia" di Dominique Lapierre rimanendo poi a fissare il soffitto per un tempo imprecisato.
 Cosa si fa infatti quando si sa di dover attendere per ore in un punto? In genere ci si arma di un libro, il quale, subdolo prontamente ci tradirà.

 CARATTERISTICHE TIPICHE DI UN LIBRO SCELTO DURANTE UNA PROLUNGATA ATTESA:  

Libro evidentemente non
da sala d'attesa del dentista.
1) L'argomento principale si rivela essere proprio quello che, per questioni di tatto/crisi d'ansia, non dovrebbe essere toccato in quella circostanza specifica. 
 Se state aspettando di farvi visitare dalla ginecologa, come minimo la protagonista del vostro presunto romanzo d'amore prenderà le febbri puerperali e il marito amorevole si rifarà una famiglia con l'amante ventenne di origine francese (se vi ricorda un film specifico avete ragione).
Se siete il cinquantesimo in lista per l'esame di sociologia, gli studenti goliardici e beoni del vostro libro fino a quel momento super spassoso, non solo non passeranno più un esame, ma perderanno la borsa di studio e finiranno per dover rinunciare agli studi dandosi ai più biechi lavori (poi uno di loro farà immancabilmente lo scrittore e si risolleverà dalle tristi sorti, ma per gli altri non c'è speranza). Lui sa dove colpirvi dove fa più male, non avete scampo.

 2) La pallosità. Se, esperti della malevolenza libresca, avrete cercato di virare sul sicuro evitando romanzi con una qualche attinenza al reale, puntando a storie fantasy, vampiresche e classici vari, puntualmente beccherete l'unico libro della saga o della sterminata produzione letteraria dello scrittore-monumento che è praticamente illeggibile. Prendiamo appunto "Gli eredi di Shannara" di Terry Brooks. Già non amo come scrive e trovo che le sue trame siano scopiazzate un po' in giro, figurarsi cosa può essere un tomo che non ha ragione di esistere. Nel tentativo, infatti, di allungare quanto più possibile il brodo, ha scritto un libro di esclusiva preparazione ad una nuova (per lui danarosa) saga. Non succede nulla se non introdurre i personaggi e montare le trame. Una cosa del genere ha ragione di esistere? Certo, per l'unico motivo di essere proprio il fatidico libro che sceglierete per tediarvi sull'infinito e immondo intercity Milano-Roma. Otto ore soli col nulla.
 Altra possibilità è che siate le uniche persone a cui il libro dell'anno, quello che TUTTI, pure la persona col 99% di compatibilità su Anobii vi ha consigliato, faccia schifo e pietà. E' un caso comune ed in genere è pure più frustrante degli altri perché: a) In genere quel libro specifico l'avete comprato e non preso in prestito. b) Non vi capacitate che proprio voi siate gli unici a non coglierne la profonda bellezza.

Con l'Ulisse di Joyce dovreste
andare sul sicuro.
3) Il libro è troppo corto. Vuoi che tutti gli anziani della città abbiano l'influenza lo stesso giorno in cui ti trascini a fare il certificato medico, vuoi che quel giorno all'anagrafe i computer abbiano un problema letale che li rallenta mortalmente, l'attesa che credevi dovesse durare al massimo mezz'ora si dilata all'infinito. Così, quel libretto corto corto che avevi portato per non caricarti di troppo peso o quell'infinito tomo di cui ti mancavano solo le ultime cinquanta pagine, finiscono prima di subito. E', se vogliamo, una legge di Murphy della libreria applicata al lettore. Anche qui ho il mio esempio personale. Fidando di dover solo ritirare una ricetta, avevo portato con me "Il dio delle piccole cose", mi mancava l'ultimo capitolo. Praticamente ho fatto in tempo a rileggerlo e, come si sa, rileggere un libro che hai finito il giorno stesso non è che sia il top della vita.

CONSIGLI A CHI DEVE PORTARSI UN LIBRO PER UNA PROLUNGATA ATTESA: 
Ormai esperta di lunghi viaggi in treno, posso con certezza darvi queste direttive al riguardo.
 Innanzitutto, portate con voi uno di quei libri che DOVETE leggere (perché è un classico immortale, perché l'ha scritto il vostro vicino di casa che l'ha pubblicato con ilmylibrostupendo.itte e attende la vostra recensione, perché avete un esame tre giorni dopo e state rimandando da mesi la sua ostica lettura). La mancanza di un wi-fi decente e di un modo per distrarsi favoriranno oltremisura l'arduo compito.
In verità il libro non parla degli
 amorazzi di Kant, ma rende bene
 l'idea.
 Seconda possibilità: armatevi di un libro del vostro scrittore favorito di cui avete centellinato l'opera nel timore che finisse. C'è sempre qualche opera minore da saccheggiare. Può dirvi male (come ha detto male a me con le ultime edizioni di Mishima), ma al 90% vi dirà bene. Certo la bibliografia del vostro SOMMO personale si sarà assottigliata, ma per una buona causa. 
Terza possibilità: le biografie. Non a tutti piace la saggistica, ma a chiunque piace farsi i fatti degli altri. E' statistico e matematico, anche se molti potrebbero giurare sulla testa dei propri parenti che così non è. Le biografie, se ben scelte, possono catapultarvi in un altro mondo, epoca, pensiero e forma mentis in poche rapide mosse. Ce n'è per tutti i gusti, gli amanti di robe militari possono calarsi nelle vesti di Napoleone, le leziose signore in quelle della principessa Sissi e chi ama il torbido inganno in quelle dei Borgia. Chi ama il cinema può saccheggiare pettegolezzi su Fellini e la Magnani, chi gli scrittori leggere l'opera completa delle perversioni sessuali di D'Annunzio.
 Il quid delle biografie sta nel suscitare una forza emulatoria che in genere ti lancia verso mille battaglie. 
Sali sul treno assonnato e in balia di Trenitalia, scendi col coltello tra i denti pronto a conquistare Babilonia come Alessandro Magno.
 Il tempo passa e ti galvanizza pure. E scusate se è poco. 

E voi? Avete altri inquietanti ricordi di libri da sala d'attesa?

10 commenti:

  1. Condivido. Di solito io uso la strategia "Libro da leggere per forza". Quasi sempre funziona e può anche capitare che il malaugurato volume, ormai carico di polvere per il troppo lungo abbandono, si riveli interessante. Altrimenti almeno potrete liberare i vostri scaffali da un volume che stazionava lì da tempo immemorabile e di cui tutti vi chiedevano "L'hai letto? Com'è?".

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  2. ah, quindi limitarsi a scegliere un qualunque libro di Sellerio perchè mi entra comodamente in borsa non va bene? X°D

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    1. Ho cercato di pensare ad un libro Sellerio che ho trovato illeggibile e ce l'ho fatta: la saga di Aristotele di Margaret Doody.

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    2. Fantastico, ho giusto preso un suo libro questa mattina... non uno di quelli però!

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  3. Potresti illustrare i tuoi rimedi contro uno dei problemi più grandi delle sale da aspetto?
    Sto parlando dell'eterno parlare ad alta voce delle altre persone!
    Come fai a concentrarti nella lettura? =)

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    1. Personalmente ho il potere paranormale di riuscire a isolarmi dal mondo esterno e se mi metto a leggere non sento più nulla (potere che credo di condividere con tutte le persone che hanno fatto l'università). In alternativa cuffie e musica classica sotto, l'estraniamento è sicuro ;)

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  4. hai dimenticato il libro da portare in vacanza: sai che avrai poco tempo per leggere e ti manca un centinaio di pagine. E se invece ti annoi e te le spari in un pomeriggio? Ne porti un altro? Ma già il primo è da ottocentopagine, portarne un altro (non piccolo sennò rischi di nuovo) mina la possibilità di mettere altre cose fondamentali in valigia, tipo - che so - la piastra x i capelli :p

    Detto questo, quanti De Carlo, De Cataldo e Selassiè (scommetto che qualcuno l'ha chiamata così) in più avete venduto oggi? :D

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    1. Vabbeh ma in vacanza sei vacanza, hai tanti modi di distrarti ;)
      Eh, Natale is coming si iniziano a vendere pacchi e pacchi di libri da grande consumo.

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    2. una volta in vacanza mi sono disperata... finiti i libri che avevo portato, ho letto quelli di mia madre (scoprendo ken follett ma sorbendomi anche la woodwiss pur di leggermi qualcosa...mai più!) e ho comprato gli unici libri in italiano che avevano a Rodi (l'unico brutto libro scritto da ken follett, con la mia solita fortuna). da quel momento ho sempre esagerato coi libri!

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  5. Proprio per evitare questi inconvenienti (già provati tutti sulla mia pelle), mi sono comprata un e-reader. Quando esco ed ho il timore di dovere aspettare molto, lo porto con me: in questo modo so che se un libro non mi piace, allora avrò comunque un'ampia scelta di libri e riuscirò ad ingannare il tempo. Ormai i libri cartacei li leggo praticamente soltanto a casa :)

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