mercoledì 11 ottobre 2017

Il perturbante mondo delle scrittrici dell'occulto vittoriane. Marie Corelli, Pamela Colman Smith e Dion Fortune, tra tarocchi, migliaia di libri venduti e battaglie magiche contro i nazisti!

 Il periodo vittoriano, a distanza di quasi 120 anni, rimane uno di quei curiosi momenti storici in grado di continuare a influenzare potentemente se non la storia, di certo l'immaginario fantastico occidentale.

I nostri incubi e i nostri mostri, il dottor Frankenstein, Van Helsing, Dracula, Carmilla,  sono nati sotto la stella della regina Vittoria. 


 Così come il germe dell'investigazione dei lati più oscuri dell'animo umano, quel romanzo giallo che nasce già perfettamente formato sotto l'adunca forma di Sherlock Holmes o, al contrario, le flessuose sembianze di Lupin, il ladro gentiluomo.

 Se ci pensiamo attentamente siamo rimasti sempre lì e ben poco è stato inventato dopo per quel che riguarda il perturbante. 
 Non siamo più stati capaci, in un certo senso, di indagare così a fondo i nostri demoni, presi da una parte da incubi fin troppo reali (due guerre mondiali, il terrorismo, la guerra fredda), dall'altra investiti in pieno da un razionalismo tecnologico che a lungo ci siamo illusi potesse portar luce anche negli oscuri recessi dell'animo umano.

 Se c'è una persona a questo mondo che non crede in nessuna forma di occultismo, che detesta qualsiasi deriva fuffologica e fa davvero davvero fatica a trattenersi davanti a qualsiasi accenno mistico e misterico, posso assicurarvi, quella sono io.

 Tuttavia, ogni tanto mi chiedo se l'illuminismo non ci abbia tolto quella minima misura d'ambiguità in cui s'incontravano realtà e immaginazione, fatti e desideri incofessabili anche a noi stessi, nella quale riuscivamo davvero a guardare in faccia i mostri che anche adesso sfuggono al nostro raziocinio, ma cui non sappiamo dare più un nome.

 Il male assume spesso delle forme che vanno al di là della nostra umana comprensione e del nostro miglior raziocinio.


 L'uomo che compie una strage al festival country uccidendo decine di persone fino al produttore che violenta le sue attrici minacciandole di non farle più lavorare, la gente che va a fare turismo sessuale nel sud-est asiatico o la tratta delle bianche, sono solo alcune delle sfaccettature che rendono questo mondo fatto di sfruttati e sfruttatori, un posto spesso abietto.

 E certe volte l'unico modo per dargli un nome (e come dicono le leggende, conoscere il nome dei nostri incubi, è spesso l'unico modo per avere potere su di loro) diventa ridurli a un'entità archetipale, impossibile e reale al tempo stesso.
 Proprio come la crudeltà umana.

 Per iniziare questo viaggio nel magico mondo vittoriano (è il caso di dirlo), ecco a voi un primo post dedicato a tre scrittrici dell'epoca. 

Tanto per capire, con chi avevamo a che fare.


MARIE CORELLI:
 Presa dal raptus degli anni '80, ho recentemente rivisto dopo tantissimo tempo, "Piramide di paura", un'avventura del giovane Sherlock Holmes che da piccola mi aveva assolutamente terrorizzata.

 Rivedendola, mi sono anche resa conto perché (basti pensare che la storia inizia con un fagiano arrosto che prende vita e cerca di cavare gli occhi all'uomo in procinto di mangiarlo) e ho ravvisato tutta una serie di elementi Steampunk che da bambina mi erano assolutamente oscuri.

 Come mi era oscuro il fatto che piazzare una piramide e una setta dedita ad alcuni culti egizi, non era una strampalata idea dello sceneggiatore, ma un riferimento storico ben preciso alla mania vittoriana per sette segrete e mistiche medio-orientali pesantemente condite di esoterismo e spiritismo.

 Il tema era talmente in voga all'epoca da rendere regina delle vendite libresche un personaggio curioso come Marie Corelli, al secolo Mary Mills.

 Madame Corelli, autrice di romanzi sospesi tra horror, sovrannaturale, principesse egizie, magia e teosofia, bistrattata dagli intellettuali suoi contemporanei e amatissima dai lettori, è saltata ai miei ciechi occhi di lettrice del XXI° secolo, quando un annetto fa, giunse in libreria la riedizione del suo "Ziska. La strega delle piramidi".

 Chi era costei?

 Mary Mills nacque, figlia di un amore clandestino tra il poeta e paroliere Charles Mackay e una delle sue serve. Detta così pare una cosa sordida, ma in realtà Mackay sposò la donna in seconde nozze e diede a Mary un'educazione da vera signorina borghese.

 Convinta che sarebbe diventata una pianista di fama e non molto felice di origini che considerava un po' sordide, Mary cambiò il suo nome nel più affascinante Marie Corelli e raccontò per il resto della sua vita di essere molto più giovane e, soprattutto, figlia di un conte italiano.

 Passata che fu la febbre del pianoforte iniziò a scrivere e macinò nel corso della sua esistenza decine di romanzi e racconti che vendevano migliaia di copie alla faccia di critici e scrittori ben più blasonati, come Joseph Conrad e, si racconta, era tra le scrittrici favorite della stessa regina Vittoria.

 Morì a 69 anni, dopo una quarantennale storia d'amore con Bertha Vyver, sua unica erede e assieme alla quale è sepolta a Stratford-Upon-Avon.

 In italiano si possono attualmente trovare, oltre a Ziska, altri due romanzi in commercio "Vendetta!" e "La vita eterna" ed. Gargoyle Books e "L'idillio dei due mondi" ed. Venexia.


PAMELA COLMAN SMITH:

 Forse non tutti sanno che i tarocchi più diffusi della storia sono nati in epoca vittoriana e sono opera dell'artista e scrittrice Pamela Colman Smith detta Pixie.

  La sua biografia, peculiare, ci restituisce un mondo molto più moderno di quello che siamo soliti immaginare e inizia nel 1878 a Londra, dove nasce, figlia di un mercante americano e di una donna giamaicana. 

 Grazie al lavoro del padre, la maggior parte della sua infanzia e giovinezza si svolgono per la maggior parte negli Stati Uniti dove Pamela studia arte presso il neonato Pratt Institute.

 Tornata in Inghilterra, inizia la sua carriera di illustratrice e scrittrice, dando alle stampe alcune fiabe per bambini basate sul folklore giamaicano e illustrando manifesti pubblicitari e libri tra i quali "La tana del verme bianco" di Bram Stoker.

 Ma da dove nasce il vero capolavoro della sua vita, i tarocchi?

 Dalla sua appartenenza a una curiosa (per noi scettici moderni, per quanto in pochi si sia rimasti) società segreta chiamata Golden Dawn (letteralmente "Alba dorata" no, non ci sono nessi con l'estrema destra attuale).

 Come già accennato, l'età vittoriana fu un periodo privilegiato per una sorta di rinascita esoterica in cui il confine tra scientifico e quello che definirei con poco rispetto l'occultismo fuffologico, era davvero labile.

  Forse, considerando quello che sta succedendo anche adesso, questo rifugio nell'incredibile, nel magico e nel mistero, è proprio di tutte le epoche che finiscono per scontrarsi con grossi mutamenti tecnologici che non riescono ad elaborare. O forse è solo una mia pia speranza.

 In ogni caso, uno dei principali sfoghi di questa mania esoterica fu la nascita della Golden Dawn, società segreta a cui aderirono molteplici intellettuali vittoriano, tra cui Pamela Colman Smith, William Butler Yeats (che fu fervente adepto) e, più tardi, il famoso Alesteir Crowley.

 Questa società, a grandissime linee, mescolava misticismi occidentali, Qabbalah, fondamenti di magia e teosofie orientali, e si proponeva, attraverso studi e un lungo percorso iniziatico, di portare gli adepti a una nuova consapevolezza spirituale.

 (Siccome anche per me tutto questo è solo fuffologia applicata, se siete curiosi, sul sito della Bietti edizioni, c'è un articolo molto particolareggiato in merito).

 I tarocchi di Pamela Colman Smith si innestano in un momento particolare della Golden Dawn, ossia uno scisma interno che portò gli adepti a dividersi in due gruppi differenti. 
 La Colman Smith aderì a quello "ribelle" e le venne commissionato dal fondatore, il famoso mazzo di tarocchi che tutti noi conosciamo.
 Morì, anche lei curiosamente dopo una lunga storia d'amore di quarant'anni con una donna, nel 1951, dimenticata da tutti.


DION FORTUNE:

 Dion Fortune, al secolo Violet Mary Firth, fu psicanalista, scrittrice, teosofa e occultista, dalla produzione curiosamente divisa tra saggistica dell'occultismo e romanzi più che fantastici, quasi fantascientifici.
La sua biografia è stupefacente, in tutti i sensi.

 Nata in una famiglia benestante, studiò Freud e divenne psicanalista, poi, dal punto di vista di un razionalista potremmo dire, il tracollo.

 A vent'anni, convinta di essere stata vittima di una sorta di attacco psichico da parte della preside del College dove aveva iniziato a lavorare, cominciò a interessarsi di poteri psichici e magia (che comunque erano già presenti nella sua vita grazie a una madre che affermava di avere poteri a guaritrice), fino a divenire anche lei, un'adepta della suddetta Golden Dawn.

Iniziò quindi la sua produzione saggistica proprio con "Come difendersi dagli influssi negativi", ma quello che viene considerato il suo capolavoro rimane "La cabala mistica".

 In contemporanea, mantenne una curiosa produzione narrativa. 

 Alcune opere hanno un intento smaccatamente esoterico, come "La sacerdotessa del mare"in cui un uomo ricco e vessato dalle donne della sua famiglia riesce a trovare sé stesso grazie all'incontro con una figura femminile "positiva" e magica che lo porteranno a diventare un uomo nuovo.

  Il più interessante a molti anni di distanza rimane "I segreti di Taverner. Dottore dell'occulto" in cui si narrano i casi della clinica psichiatrica del dottor Taverner, dove vengono ricoverate persone i cui disturbi psichici sfociano nell'occultismo e nel sovrannaturale.

 La sua vita fu poi incredibilmente costellata da una serie di episodi che sarebbe interessante sapere come si svolsero davvero: uno su tutti la sua fuoriuscita dalla Golden Dawn a cui seguì la creazione di un nuovo tempio (la Golden Dawn era peggio della sinistra italiana in quanto a scissioni) e una battaglia psichica con un altro curioso personaggio dell'epoca, Moina Mathers.


 Mentre un altro episodio fa sorgere il dubbio che J.K. Rowling (che in Harry Potter ha descritto una situazione molto simile) conoscesse la storia di questa strana occultista.

 Una delle sue opere s'intitola infatti "La battaglia magica d'Inghilterra".

 A seguito della dichiarazione di guerra tra Gran Bretagna e Germania nazista, (puro sull'occultismo nazista ci sarebbe da fare un post), e ai conseguenti bombardamenti su Londra, Dion Fortune raccolse attorno a sé una serie di occultisti e, paragonandosi ai cavalieri arturiani in cerca del Graal, lanciò una controffensiva magica contro Hitler.

 Il libro raccoglie i documenti e le lettere risalenti al periodo di questa presunta battaglia e, se siete interessati, è uscito in Italia per la casa editrice Tre editori (ormai quasi vent'anni fa, quindi credo dobbiate appoggiarvi per forza ai canali dell'usato).

Se siete incuriositi dalle opere di Dion Fortune, c'è un'analisi abbastanza accurata all'interno di "Guida alla letteratura esoterica" a cura di Claudio Asciuti ed. Odoya.

Le conoscevate già? Ci sono appassionati del mondo vittoriano tra i lettori? 
 Domani nuova infornata! 

2 commenti:

  1. Il periodo vittoriano è favoloso in tutti i sensi :)
    In seguito alla segnalazione su questo blog comprai il libro della odoya Victoriana.

    RispondiElimina
  2. "Tuttavia, ogni tanto mi chiedo se l'illuminismo non ci abbia tolto quella minima misura d'ambiguità in cui s'incontravano realtà e immaginazione, fatti e desideri incofessabili anche a noi stessi, nella quale riuscivamo davvero a guardare in faccia i mostri che anche adesso sfuggono al nostro raziocinio, ma cui non sappiamo dare più un nome.

    Il male assume spesso delle forme che vanno al di là della nostra umana comprensione e del nostro miglior raziocinio.



    L'uomo che compie una strage al festival country uccidendo decine di persone fino al produttore che violenta le sue attrici minacciandole di non farle più lavorare, la gente che va a fare turismo sessuale nel sud-est asiatico o la tratta delle bianche, sono solo alcune delle sfaccettature che rendono questo mondo fatto di sfruttati e sfruttatori, un posto spesso abietto.

    E certe volte l'unico modo per dargli un nome (e come dicono le leggende, conoscere il nome dei nostri incubi, è spesso l'unico modo per avere potere su di loro) diventa ridurli a un'entità archetipale, impossibile e reale al tempo stesso.
    Proprio come la crudeltà umana."

    APPLAUSI. Non avrei saputo dirlo meglio.

    Avendo molto in comune, a livello di atteggiamento intellettuale, con le scrittrici vittoriane, posso solo apprezzare questo post.

    Hai visto il film "Gothic", girato da Ken Russell nel 1986? Alla luce di quanto hai scritto, credo che lo apprezzerai.

    Non sono comunque meravigliata della tua voglia di sghignazzare, davanti alle esibizioni di misticismo e superficiale occultismo. Le persone realmente in grado di riconoscere, nominare e controllare gli archetipi difficilmente ne parlano "coram populo". Il silenzio è il primo requisito del buon mago ("non gettate le vostre perle ai porci" disse anche Cristo...). A esibirsi sono solo i pagliacci. E i pagliacci possono unicamente far ridere.

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