martedì 3 settembre 2013

La nobile arte del maternage. Libri su madri acrobate della vita tanto yéyé e libri per chi i figli non vuole vederli manco in cartolina.

In questi ultimi tempi sono circondata da conoscenti, parenti e soprattutto colleghe nel bel mezzo di una sorta di boom demografico. Vuoi che sia l'età, vuoi che quando c'è la crisi la gente si sente spinta a figliare maggiormente, qua è un annuncio continuo di nuove gravidanze.
 Gli ultimi progressi tecnologici e le leggi (ovviamente dei paesi con cui confiniamo mai le nostre), hanno poi aperto le porte all'infelice domanda:  "E tu quando?" anche a noi popolo lesbico, che insomma per alcune sarà una gioia, ma per altre è un incubo. Ora persino mia madre si sente autorizzata a caldeggiarmi un viaggetto in Spagna.
Io sono felice che la gente spupi, lo sono di meno quando inizia a pretendere che lo faccia anche io. 
 Devo ammettere che fino a uno o due anni fa, che alcune donne avessero l'ambizione di far figli mi lasciava indifferente, non era ancora iniziato quel subdolo lavoro di pressione sociale a cui tutt* si sentono in dovere di partecipare quando ritengono che, insomma, è ora che pure tu ti dia da fare.
 Le librerie sono uno di quei posti in cui la maggioranza dei lavoratori è di sesso femminile perciò ritrovarsi circondate da colleghe che discutono di poppate, teoremi educativi e doglie del parto diventa  un'impresa eroica, quando poi ti mostrano felici la sezione di maternità lo è ancora di più.
 Innanzitutto vi informo che la nobile arte della maternità adesso non si chiama più così, adesso nei libri su come allevare un figlio dentro e fuori di noi si chiama maternage. Fa più fico, come ora è più fico per una madre confessare di detestare i propri pupi e ricordare che la donna moderna è acrobata della vita e porta avanti le sue mille sfaccettature di moglie, madre, lavoratrice, maestra di yoga, amante del pilates con tanti difetti sì, ma sempre col sorriso sulle labbra!
 Non ci credete? Ebbene ecco a voi "Le mamme non mettono mai i tacchi"di Luana Troncanetti, in cui le sante parole dell'ironica autrice ci annunciano che il tacco non ti rende davvero più femminile (quindi donne sentiamoci sollevate che possiamo anche farne a meno), è solo un figlio farà di te una vera donna!
 Sempre inseguita dal teorema del "Tu non vuoi un figlio, ma prima o poi cambierai idea" ho scoperto che ora per decidere di essere madre basta dichiararsi imperfetta. Una volta che l'hai capito è un attimo che ti viene l'istinto materno. Essere imperfetta ora è un must. Perciò ecco che l'editoria vi propone "Piccole donne rompono" di Lia Celi o la celeberrima Claudia de Lillo di "Non solo mamma" che è l'elastimom per eccellenza.
 Incuriosita da questo incredibile fatto che basterebbe mettermi a ridere e prendere tutto con garbata ironia per sentirmi improvvisamente vogliosa di procreare, mi accorgo che ai padri imperfetti viene concesso di essere più politically scorrect e di pubblicare titoli (anche di successo) come "Fai la nanna piccolo bastardo". Le madri imperfette all'insulto non ci sono ancora arrivate che insomma si può avere una figlia un po' rompina signora mia, ma oltre non si va eh.
 A quel punto scopro che nella sezione di maternage nulla mi consiglia di non figliare o mi tranquillizza dicendo che baby, non tutte devono fare bambini. Possibile mai, mi chiedo sgomenta, che a nessuno sia venuta questa strana idea?
 Rovistando desperada in giro trovo il libro per me nella sezione di sociologia dedicata alle donne, ed è il santo "La maternità può attendere" di Elena Rosci, ed. Mondadori.
Lo sfogli e finalmente capisci di essere sul pianeta terra: donne che si sono pentite di avere figli perché la carriera è morta (non tutte sono acrobate della vita), donne che lamentano come i mariti dopo i figli le vedano solo come casalinghe, donne che un figlio dopotutto non lo vogliono, donne che lo vogliono e non pensano che tutti dovrebbero averlo. Ah, finalmente! 
E' questo il libro che consiglio, (assieme a "Di mamma ce n'è più d'una" di Loredana Lipperini ed. Feltrinelli) a tutte le ragazze vittime della pressione sociale del "Quando fai un figlio?".
 Attendo che se ne scrivano altri, alla fine la pillola è in giro da un consistente numero di anni. E per tutte le altre che vogliono gettarsi nella nobile arte del maternage non temete, la sezione al riguardo trabocca!
 (Prima o poi, suppongo, esisterà anche un libro che insegni come evitare di scartavetrare il cervello altrui con tali insistenti richieste di pargoli.)

7 commenti:

  1. "Prima o poi, suppongo, esisterà anche un libro che insegni come evitare di scartavetrare il cervello altrui con tali insistenti richieste di pargoli" e nessuno lo leggerà :(
    Io ho smesso di abbozzare gentilmente quando me lo chiedono. Di fronte a una risposta diretta come: dopo dieci anni di matrimonio se non abbiamo figli ci sarà un perché, e non sono fatti tuoi, di solito succedono due cose: 1) mi danno dell'arrogante maleducata, 2) se ne vanno a consigliare la maternità (pardon, il maternage) ad altri.
    esprit74follet

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    1. Considerando che l'editoria risponde alle leggi del mercato e che in molte stanno finalmente iniziando a pensare che avere un figlio non è il top esistenziale (non è solo e per forza quello almeno), secondo me ancora qualche anno e troveremo la sezione per i/le childfree ;)
      In America sta andando in voga ora, fido che ce la faremo anche noi!

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  2. Sì, l'eventualità di non VOLERE e non di non POTER AVERE un figlio non è presa nemmeno in considerazione dalla maggior parte delle persone, e si nota dall'imbarazzo che spesso c'è nel chiedere (o non chiedere) a coppie 35/45enni perchè non hanno figli. Bel post, mi fa sentire meno aliena nel mio essere "brava con i bambini" ma nel non desiderare di partorirne uno.

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    1. Sì, anche io rimango stupita dalla mancanza di tatto. Se una volesse avere figli e non potesse? Poi nessuno chiede ad un ragazzo quando ha intenzione di fare figli e non solo perché possono procreare fino a 80 e passa anni.

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    2. Senza contare che se per sbaglio confessi la tua impossibilità di aver figli (e quindi il tuo essere donna-a-metà, perciò stesso un'aberrazione) subito ti suggeriscono, a bruciapelo, 1) di adottare; 2) di sottoporti a quel massacro che sono le pratiche di inseminazione artificiale. Ma lo fanno per il tuo bene, sappilo ;)

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    3. Mia madre, come detto nel post, è già molto lanciata al riguardo e ho ancora vari anni davanti a me, sarà lunga...

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  3. Mia figlia (10 anni) parla di sé al futuro dicendo: quando sarò grande e mi sposerò e avrò dei figli... e io invariabilmente le ricordo "guarda che nessuno ti obbliga, ti sposi e fai dei figli solo se lo vuoi, e solo quando vuoi"... poi magari mi ritroverò a 50 anni come mia madre che continua a chiedere nipoti, chissà.

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