venerdì 20 novembre 2015

Piccole recensioni tra amici! Un trittico di novità, (una novità per questo blog): "Woody" di Baccomo, "La strana biblioteca" di Murakami e "Ospiti Paganti" di Sarah Waters!

 E dopo una serie di post molto seri, ecco che finalmente riesco a buttare giù un nuovo "Piccole recensioni tra amici". In questo caso sono tre recensioni di libri usciti nell'ultimo mese o giù di lì, una vera rarità per me.
Una vecchissima (1988) iniziativa Feltrinelli.
Si vendevano libri al chilo!
 Ogni tanto mi interrogo se non dovrei stilare una serie di elenchi di libri appena usciti che mi interessano.
 Tipo: "Questa settimana è arrivato in libreria questo questo e quest'altro, sembra interessante!".
 Da una parte ammetto che non lo faccio per pigrizia e al contempo eccesso di scrupolo: fare una serie di segnalazioni sensate richiede molto tempo e, comunque, se non ho ancora avuto il tempo se non di leggere, almeno di campionare i libri, temo di dare giudizi non veritieri e consigliarvi porcherie o palle memorabili.
 Inoltre, io tendenzialmente leggo poche novità. Non c'è un motivo preciso, l'ho sempre fatto. A meno che non esca un libro da me lungamente atteso (come la riedizione di questi giorni di "On writing" di Stephen King ed. Frassinelli) o dei miei scrittori favoriti, sono sempre piuttosto guardinga nei confronti delle novità di narrativa (con la saggistica sono più possibilista). Il mio unico sistema di scelta dei libri rimane la fascinazione che la trama può avere su di me, (classici a parte che continuo a leggere con costanza).
 Cosa ne pensate? Credete che una rubrica sulle nuove uscite secondo me meritevoli gioverebbe al blog? Attendo consigli!
Intanto eccovi le mie tre recensioni nuove nuove! Buone letture!


"WOODY" di Federico Baccomo, ill. Alessandro Sanna ed. Giunti:
 Come ben sapete, io non ho una particolare passione per gli animali. Praticamente nessuno nella mia famiglia ne ha mai posseduti e penso che quindi in questo giochi molto l'abitudine, specialmente dall'infanzia.  
Per questo trovo doppiamente bravo Baccomo aka Duchesne che ha smesso di raccontarci i drammi degli studi legali e della gente che sta bene per scrivere una storia piccola (ma più lunga avrebbe stonato), simile ad una fiaba crudele.
 Woody è un cane di razza basenji (a me ignota) di mezza taglia, allegro e innamorato della sua padrona, ovviamente. Adora le sue coccole, le carezze, le uscite e il suo mondo si svolge in funzione dell'adorato oggetto del suo amore. 
 La quale però ha a sua volta un oggetto del suo amore che non è molto amorevole, anzi, è piuttosto violento e, talvolta, la picchia. Woody dal suo punto di vista di cane vede tutto in modo molto preciso: padrona picchiata da "Fili amore" (il suo fidanzato), padrona da difendere, Fili-amore da allontanare e azzannare.
  Ma Woody, che ha solo seguito il suo istinto di difesa (che negli esseri umani vittime di violenze viene annichilito) viene bollato per questo come "Cane pericoloso".
 Per lui inizia un'avventura terribile, fatta di incomprensione, carcerieri, compagmi di prigonia e di una speranza che non vuole e non può morire: la sua padrona tornerà e lo riporterà a casa, lui ne è assolutamente certo.
 E' una storia piccola, ma davvero davvero davvero commovente, anche per chi, come me, ha l'empatia animale che gli difetta. L'espediente narrativo del punto di vista animale è stato usato più e più volte nella letteratura e anche stavolta non tradisce. Bravissimo Baccomo che ha scelto di non dare pensieri "umani" e magari "filosofici" al cane, ma di restituirci pensieri frammentati e istintivi, puri e senza complicazioni: certe volte realtà che noi ammantiamo di complessità sono molto più semplici e ci vogliono menti semplici per comprenderlo davvero.


"LA  STRANA BIBLIOTECA" di Haruki Murakami ill. di Lorenzo Ceccotti ed. Einaudi :
 Uscita perfetta per Natale perché, la storia, cortissima e illustrata benissimo da LRNZ è un regalo coi controfiocchi agli appassionati dello scrittore giapponese. 
 Quindi, dal punto di vista del marketing, nulla da eccepire. E neanche da quello dei disegni, appunto favolosi e inquietanti che lasciano comunque enorme spazio all'immaginazione, e dell'impaginazione a suon di donuts succulenti.  
Il racconto lascia un po' l'amaro in bocca per un solo motivo: è troppo corto. 
 Eppure nella sua piccolezza ha tutti gli elementi che gli amanti di Murakami adorano: una storia che parte normalissima e finisce in mondo parallelo, la grande apparizione dell'uomo-pecora, sempre più alter ego letterario e psicanalitico dello scrittore, ragazzine bellissime e inquietanti e quella magia assoluta che Murakami sa infondere alle descrizioni del cibo.
 Allora. L'ideale sarebbe mettersi a leggere questo libro con una scatola di donuts freschi, croccanti e belli oleosi (ma in Italia è ancora difficile), in assenza almeno ben scongelati, in assenza di ciambelle fritte glassate e possibilmente calde. Secondo me, questo renderebbe la vostra esperienza di lettura una delle più indimenticabili della vostra vita. 
 Comunque la storia è quella di un ragazzino amante delle biblioteche e ansioso di scoprire il sistema di funzionamento delle tasse nell'impero ottomano.
Per soddisfare questa sua curiosità si ritrova a chiedere aiuto ad uno strano bibliotecario che non sembra proprio una persona raccomandabile e, in effetti, forse non lo è. Non vi dico di più perché la storia è brevissima.

 Sul retro del libro, l'Einaudi suggerisce una chiave di lettura simbolica: il potere della lettura che riesce a trascinarci con forza fuori dalla nostra vita vera, certe volte con una potenza tale da renderci impossibile ritornare alla realtà.
  Per chi legge abitualmente Murakami c'è anche la possibilità che il ragazzino non sia così fantasioso. La seconda teoria è sorretta dalla mancanza di un paio di scarpe di cuoio. Cosa sto dicendo? Leggete e capirete. Da collezione e da avere. Ora addento una ciambella, pardon.


"GLI OSPITI PAGANTI" di Sarah Waters ed. Ponte alle Grazie:
 Non ho mai amato molto Sarah Waters. Questa autrice inglese, osannata da molti e apprezzata anche da grandi scrittore non di "genere" (per genere intendiamo "genere storico" e "tematica lgbt"), come Stephen King, astutamente messo a ciarlare in copertina dalla casa editrice Ponte Alle Grazie, ecco mi è sempre stata molto indigesta.  
Ha infatti una vera passione per le descrizioni lunghe, lente, molto particolareggiate che io personalmente non amo. Trovo che troppa descrizione, anche a fin di bene, nel senso che nel suo caso permettono un'immedesimazione perfetta nei diversi periodi storici, tolga spazio all'immaginazione.
 Questo "Gli ospiti paganti" è il primo suo libro che riesco vittoriosamente a terminare e mi ha confermato tutti i motivi per cui è molto amata dai suoi fan e poco da me.
 La storia è quella di Frances Wray alto borghese inglese decaduta a seguito di una serie di sfortunati eventi: suo padre ha mandato in rovina la famiglia con investimenti sbagliati e i suoi due fratelli maschi sono morti durante la prima guerra mondiale. E' il 1922, Frances non ha neanche trent'anni, ma vive già come un'anziana zitella assieme a sua madre, una donna che non si è mai rassegnata alla perdita del loro status sociale. La trama prende le mosse da una loro decisione disperata: nonostante sia socialmente riprovevole, hanno bisogno di affittare alcune stanze della casa e giunge così una giovane coppia di sposi, "gli ospiti paganti" del titolo.
 La loro irruzione risveglierà la vita che Frances credeva sopita. Dopo un passato da suffragetta, addirittura un arresto e una grande e contrastata storia d'amore, Frances si è adattata ad una vita non sua, fatta di riti minuziosi e grandi lavori domestici (che, ve lo dico, sono descritti in modo talmente minuzioso che anche voi sarete in grado di pulire una casa vittoriana alla fine del libro), l'arrivo dell'allegra coppietta porterà a varie conseguenze: risveglio dei sensi, relazioni illecite, aggressioni e infine anche un omicidio.
 La storia ha una trama semplice e una lingua incredibilmente densa. Il lato migliore del libro è che vi verrà voglia di vedere la Londra degli anni 20 (e in assenza di andare nella Londra attuale), il peggiore è che alla fine della giostra è davvero "tanto fumo e poco arrosto".
 In ogni caso un buon libro per passare qualche pomeriggio di lettura senza impegno. particolarmente indicato per chi ama le ambientazioni storiche e "Downton Abbey".

Voi ne avete già letto qualcuno? Ve ne ispira almeno uno? Testimoniate!

2 commenti:

  1. Se leggo Woody penso che mi taglio la pancia e mi impicco con le mie budella XD
    Io empatizzo con gli animali a mille,le storie dove soffrono mi distruggono!
    Murakami Haruki invece mi ispira da morire!!!!!

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  2. Condivido il parere di Lazyfish su "Woody". Ho pianto su un libro per la prima volta a 7 anni: vi si raccontava la morte di un cane. Da allora ho un livello di tolleranza bassissimo per questo tipo di narrazioni, emotivamente mi devastano. 'Un gliela posso fare...

    Ieri, invece, mi è stato regalato proprio il racconto di Murakami, autore che ho letto diverse volte in passato, ma che da anni non frequento. Questa storia di biblioteca pare interessante, lo leggerò volentieri. Ricordo che di Murakami mi piacevano molto le atmosfere, ma raramente avevo l'impressione di capire davvero ciò che volesse dire... ^^;

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