venerdì 9 dicembre 2016

Come recuperare lo spirito natalizio in poche rapide pagine. 6 Suggerimenti per ritornare ai natali della nostra infanzia tra Baum, Serao, Dumas e Guareschi.

 Natale si avvicina, come avevo previsto sto facendo molta fatica a sciorinare i miei suggerimenti prima che arrivi, inesorabile, il 25, eppur mi impegno.

 Oggi contribuirò alla causa con un post estremamente natalizio: suggerirò racconti e novelle di grandi autori del passato con ambientazione natalizia.

 Io non sono il tipo che addobba casa (ho più addobbi di Halloween che di Natale) e mette Michael Bublè a tutte le ore mentre cucina biscotti allo zenzero e, ammetto che, di anno, in anno, faccio sempre una sempre più estrema fatica per sentire anche quel minimo di spirito natalizio.

 Eppure questo è stato un anno molto complicato per questo mondo che appare sempre più arrabbiato e sembra disposto a sacrificare le fatiche del passato per un egoismo devastante e un odio verso chiunque ci viene comodo ritenere responsabili di questo caos che monta monta monta come se avessimo già dimenticato a cosa ci ha portati.

 Perciò penso che ovviamente lo spirito natalizio non risolverà niente e di certo molti lo trovano anche senza senso in un periodo in cui, come già insegnava Marcovaldo, è più consumismo che altro, ma un racconto in più di Natale da regalare non fa mai male.

 Semina qua, semina là, magari qualche miglioramento c'è e l'odio arretra, almeno un poco.

 Bene, dopo questo discorso pieno di buoni sentimenti, degno di un pessimo film di Natale e non certo di questo blog, vi lascio coi miei consigli di semina natalizia.

 Buona lettura!


LA VOLPE ALLA MANGIATOIA di Pamela Lyndon Travers ed. Sellerio:

 L'autrice di Mary Poppins, ebbe un'infanzia discretamente infelice.

Rimasta orfana di padre da bambina, con una madre in balia di frequenti crisi depressive, per sollevare il morale dei suoi fratelli iniziò a inventare e poi scrivere racconti.

 "La volpe alla mangiatoia" è uno di questi, una favola di Natale in cui l'autrice sembra curiosamente due personaggi: la parente più grande che racconta la storia e uno dei bambini a cui viene raccontata.

 Tre pargoli, in una Londra appena uscita dalla guerra e ancora pesantemente ferita dai bombardamenti, portano i loro giocattoli in Chiesa per i bambini poveri, ma non è che siano proprio al top della felicità.

 Partendo dalla domanda di uno di loro, "Perché nel presepe non ci sono animali selvatici?" la parente più grande che li ha accompagnati in Chiesa e poi alla raccolta, per placare le tre pesti inventa per loro la storia della volpe che voleva entrare nella grotta, ma le veniva impedito dagli altri animali che la consideravano cattiva e pericolosa.

 Eppure anche la volpe, come tutti gli esseri viventi su questa terra, dai migliori ai peggiori, può avere, in fondo, qualcosa di importantissimo da donare.

 E non sta a nessuno stabilire presuntuosamente la grandezza del dono perché è il dono stesso una forma di grandezza.

 La traduzione è un po' vintage, ma a Natale anche la lingua vetusta finisce per avere un suo perché.


RICORDI DI NATALE di Matilde Serao e Giulio Laurenti ed. Graphe.it:

Molte giornaliste e intellettuali di fine '800, inizio '900 sono rimaste incredibilmente affascinate da un medio oriente purtroppo in larga parte ormai scomparso. 

Matilde Serao, che compì un viaggio in Palestina nel 1893, fu tra queste.

 Nel 1899 diede alle stampe i ricordi di questo suo viaggio e il libricino delle edizioni Graphe.it ne ha selezionato uno in particolare, quello legato alla città di Betlemme. La Serao caricò di particolare misticismo la città in cui nacque Gesù e riporta con attenzione le fisionomie degli abitanti e descrive i brulli colli attorno.

 Il racconto abbinato (la collana abbina un pezzo classico ad un moderno) ha un tratto in comune col succitato racconto di Pamela Travers: un insegnante di sax ricorda di quando, bambino, sistemava nel presepe familiare, la statuina di un grosso orango che a scuola gli era stato impedito di usare perché, no, gli oranghi in Palestina non esistevano.

 I tipici dispetti tra cugini (che tutti abbiamo dovuto subire in qualche misura) causano la sparizione dell'orango, ma contribuiscono a creare quella mole di ricordi che, anni dopo, ci accorgiamo essere il vero succo dei natali della nostra infanzia.


NATALE SUL MARE di Joseph Conrad ed. Elliot:

 Non un vero racconto quanto un insieme di ricordi raccogliticci, malinconici, spesso cinici eppure potentissimi.

 In poche pagine un Conrad ormai anziano rievoca i veri Natali da lupo di mare, quando, col vento in poppa e il rischio di scontrarsi con qualche altra imbarcazione, gli auguri e i dolci natalizi sembravano robetta da misero abitante della terraferma, esemplare umano spesso ipocrita e infelice senza saperlo.

 Come giustificare altrimenti la disperata speranza di felicità che una così larga fetta di umanità riversa nel giorno di Natale? 

 Doni che dovrebbero essere sorprese durante l'anno, scambiate con frenesia e dopo ansiolitiche code, in un giorno preciso a cui ci si aggrappa per dare un senso a tutto.

  Chi passa il Natale in mezzo al mare (e non su stupide navi passeggeri, ma su navi che per mesi non incrociano anima viva e sopravvivono tra mille intemperie) il senso della vita ce l'ha sempre ben presente, la vita non la insegue con affanno sperando di trovarla in mille stupidaggini, ma la vive.

 E sa anche riconoscere un vero Natale quando lo incrocia, anche se ha la forma di un barile pieno di vecchie riviste, lanciato in mezzo al mare verso una baleniera che batte bandiera americana.


VITA E AVVENTURE DI BABBO NATALE di L. Frank Baum ed. Mattioli 1885:

 Io ho sempre creduto alla Befana, mai a Babbo Natale che i miei genitori, come scrivo spesso, mi hanno sempre presentato come un'invenzione della Coca Cola e dell'America capitalista.

 Inoltre i pietosi film americani sempre più irriverenti sulla figura di questo pasciuto anziano in realtà quasi sempre impersonato da povera gente generalmente dedita all'alcol che guadagna quelle due lire almeno per capodanno (o da uomini sboccati che ovviamente a tutto credono tranne che al Natale) mi hanno ulteriormente maldisposto. 

 Per me Babbo Natale è tutto tranne che magia.

 Tuttavia penso che in questo mondo sempre meno magico e sempre più materiale e materialistico, reintrodurre un po' di sano stupore e di splendore leggendario, male non faccia.

 I bambini non hanno bisogno di bugie, ma di un certo magico mistero sì e penso seriamente non faccia male neanche agli adulti per distendere i nervi e godersi un momento dell'anno che oltre a svuotare il portafogli dovrebbe riempire l'animo.

 Proprio per questo straconsiglio il libro di L. Frank Baum, l'autore de "Il mago di Oz", "Vita e avventure di Babbo Natale" che racconta della ninfa dei boschi che adottò un bambino piccino e abbandonato nei boschi e lo rese il panciuto signore che rende felici i bambini,

  "Perché i bambini innocenti hanno diritto ad essere felici finché non saranno abbastanza cresciuti da sostenere le prove cui l'espone l'umana condizione".

  Un libro piccolo che potrebbe ricordare in un Natale in cui immagini di guerra rimbalzano sui nostri schermi, che tutti abbiamo dei doveri verso chi è più piccolo e indifeso e non riesce a sostenere ancora le forze immense della vita e della storia.


LO SCHIACCHIANOCI di E.T.A. Hoffmann e Alexandre Dumas:

 Dovete sapere che alle medie recitai la parte della perfida fata confetto dello Schiaccianoci nella recita scolastica.

 Con un orrendo fiocco azzurro tra i capelli, consegnavo un raro esemplare di ragazzino poco più basso di me che calzava i panni dello schiaccianoci, a un esercito di topi malvagi.

 Credevo fosse solo un balletto di Cajkovskij dal quale la mia professoressa di musica sembrava essere particolarmente ossessionata, scoprii solo dopo che era un racconto di E.T.A. Hoffmann, autore tedesco di racconti con una fissa particolare per i congegni meccanici che aveva titolo "Lo "Schiaccianoci e il re dei topi".

 Fu una fiaba così celebre che ispirò persino una sorta di remake da parte di Alexandre Dumas padre, "Lo schiaccianoci".

 La storia è quella della piccola Maria alla quale il padrino dona una serie di giocattoli meccanici tra cui uno schiaccianoci a forma di soldatino.
  La notte, Maria sogna di precipitare nel mondo del piccolo schiaccianoci dove lo aiuterà a sconfiggere un temibile topo a sette teste.

 Anni dopo un giovane particolarmente bravo a rompere noci con i denti la impalmerà.

 Esiste una bella edizione della Donzelli con entrambe le fiabe illustrate, altrimenti Interlinea ha pubblicato in un piccolo grazioso libro, la fiaba singola di Dumas.


FAVOLA DI NATALE di Giovannino Guareschi ed. Bur:

 Non è un libro è una fonte di lacrime assicurata, sia per la storia che per la sua genesi.

Giovannino Guareschi, infatti, durante la seconda guerra mondiale, venne richiamato al fronte come "punizione" per aver insultato a gran voce per le strade il duce e la sua guerra che avevano spedito il fratello dello scrittore in Russia dove si credeva disperso. 

 Durante l'armistizio, assieme ad altri militari italiani, Guareschi venne catturato dai tedeschi e spedito di campo di concentramento in campo di concentramento, in uno di questi, Sandbostel, scrisse una fiaba natalizia per allietare l'animo dei compagni di prigionia.

 La storia, che venne non solo letta, ma anche musicata da Arturo Coppola, racconta la storia di Albertino che vorrebbe rivedere il papà rinchiuso in un lager.

 Tenta di mandargli una poesia sotto forma di un uccellino, ma il volatile poetico non riesce a oltrepassare la frontiera.

 Il bambino però non si dà per vinto e parte per raggiungere il padre assieme al cane e alla nonna. 
 Un angelo, prima di essere abbattuto in volo, li porta fino al bosco in cui si congiungono i due paesi in cui è diviso il mondo: quello della guerra e quello della pace e sarà proprio lì che Albertino ritroverà suo padre, fuggito dal campo per raggiungerlo.

 Sarà la felicità di una sola notte con un panettone autarchico accanto al fuoco, ma quando l'oscurità avvolge tutto, anche una piccola e flebile luce può fare una luce immensa.

Vi è venuta voglia di Natale? O almeno di leggere cose natalizie? A me, mentre preparavo il post, molto (e ammetto, ho anche voglia di biscotti allo zenzero).


1 commento:

  1. Mi è piaciuta la tua premessa :) il mio rapporto col Natale è stato altalenante... per tutta l'infanzia e buona parte dell'adolescenza lo adoravo e lo attendevo, ma non per il cenone i regali e quella roba lì, quanto per l'atmosfera che si respirava in casa mia, soprattutto grazie a due persone speciali che in quel periodo dell'anno venivano a trovarci. Poi, per forza di cose, le situazioni son cambiate e a Natale provavo soltanto malinconia perché mi mancava troppo quello che accadeva prima. Negli ultimi anni sono invece riuscita a godermelo tantissimo, perché essendo andata a convivere col mio ragazzo abbiamo dato vita alle nostre tradizioni dentro la nostra piccola casetta. Quest'anno, però, che è stato un anno pessimo sono molteplici punti di vista, proprio non riesco a buttarmi nello spirito giusto (non ho neanche tirato fuori le scatole degli addobbi, ancora) e se mi impegnerò sarà solo per non rovinare l'atmosfera a chi mi sta intorno. Detto ciò - e ti chiedo scusa per questo pippone probabilmente non necessario! - questi tuoi consigli mi hanno fatto sentire un po' di magia e ne avessi una possibilità me li leggerei tutti :) in particolare mi ispirano quello della Travers, Baum e Guareschi, che sembrano davvero stupendi!

    Alla prossima ^^

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