Ebbene, come ogni anno mi sono ridotta all'ultimissimo per i regali di Natale, sono pessima lo so.
Tuttavia, le code in libreria mi suggeriscono che molti di voi sono ancora in cerca dei doni per il 24 e il 25 (senza dimenticare che ci sono poi tutte le persone che non avete calcolato vi faranno un dono costringendovi a riparare il 27) e per la befana del 6 Gennaio per la quale sono in amplissimo anticipo.
In un rush finale che mi impedisce qualsiasi coerenza in questi due giorni vi consiglierò il grosso di quel che di regalabile c'è in libreria, secondo me. Ci saranno cose per ragazzi, gialli, saggi e tutto quello abbia destato la mia attenzione.
Siccome, come ben sapete, ho dei gusti un po' eclettici, c'è di tutto un po' anche cose che sembrano poco regalose.
In realtà, citando il buon Ranganathan ricordate sempre che "Ogni lettore ha il suo libro" e "Ogni libro ha il suo lettore", quindi nessun consiglio dovrebbe essere poi completamente sprecato.
Buona lettura!
PANE di Maurizio De Giovanni ed. Einaudi:
L'ultimo capitolo de I Bastardi di Pizzofalcone, la serie di Maurizio De Giovanni ambientata in un commissariato del centro di Napoli, è, secondo me uno dei più riusciti della saga (che secondo me ha una base meno potente dell'altra, quella che ha come protagonista il commissario Ricciardi).
Il motivo è presto detto: De Giovanni ha una penna particolarmente felice nel descrivere le piccole miserie quotidiane, quelle che si nascondono dietro le facciate di sorrisi e apparenza o anche quelle molto palesi che però non siamo più capaci di vedere.
In "Pane" viene assassinato un panettiere di quartiere, fa il panificatore da tre generazioni e lo vede come una missione. Anche per non allontanarsi dalla città ha ritrattato la testimonianza contro un camorrista che aveva visto in azione durante un omicidio.
Tutti, soprattutto il giovane e rampante magistrato di successo, conteso dalle tv nazionali, seguono questa pista, ma l'ispettore Lojacono (che di magistrati rampanti è quasi perito) non ne è convinto.
Chi avrà ragione?
In tutta onestà non è davvero l'indagine, comunque godibilissima, la parte migliore del libro, ma il significato racchiuso da quella rosetta in copertina.
Il pane, riflette De Giovanni, in Italia ce l'hanno tutti, nessuno si muore più di fame no?
Ma gli anziani con la pensione minima mangiano davvero a fine mese? E mangiare solo pasta per dieci giorni e ridursi a 80 anni a rubare un pezzetto di parmigiano subendo l'umiliazione dei carabinieri è dignitoso? Vuol dire che mangiamo davvero tutti?
Mangiano davvero tutti quelli che non hanno lavoro? O la vergogna di recarsi alle mense della Caritas li costringe a umilianti digiuni? E quelli che il lavoro ce l'hanno, ma non basta più?
Che ne è di tutta quella parte della società che conosciamo solo attraverso i dati Istat sulla povertà? Perché ce ne dimentichiamo tutti, narrativa compresa?
Consigliatissimo per chi ama i gialli e la bella scrittura scorrevole.
IO IN TE CERCO LA VITA di Anna Kuliscioff, L'orma editore:
Anna Kuliscioff, splendida figura di intellettuale italiana che inorridirebbe se sapesse che dai suoi tempi la radicalità del libero pensiero si è ormai piegata alla radicalità del pensiero liberista, è ricordata da troppi o come la compagna di Turati o per niente.
L'Orma editore che ormai da qualche anno pubblica una graziosa collana "i pacchetti" di piccoli libri formati da epistole di grandi del passato (già passarono per la collana Virginia Woolf, Gramsci, Verdi e Mary Shelley).
E' un'idea resa ancor più graziosa dal fatto che il libretto è già avvolto in un involucro potenzialmente spendibile con un piego di libri in posta. Un libro che contiene lettere e può diventare una lettera sostanzialmente.
In questo, dedicato alla Kuliscioff, viene fuori il carattere di una donna simili ad altre del passato, come la Mozzoni, Luxemburg, Emma Goldman, aveva un carattere radicale e deciso che le permise di avere una vita ricca, appassionata, sempre fedele ai propri ideali.
Di famiglia russa ebraica, fu costretta a fuggire in Svizzera a causa della sua fede anarchica e lì conobbe un giovane italiano, Andrea Costa da cui ebbe la sua unica figlia (Andreina, che come molti figli, ebbe una vita decisamente opposta a sua madre sposando un giovane industriale milanese) e successivamente divenne la compagna di Turati.
Portò avanti la battaglia per il voto alle donne e fu tra le fondatrici del partito socialista italiano.
Le sue lettere denotano una passione politica che non venne mai meno e che bruciò per l'intera esistenza.
Un libro che andrebbe letto in tempi oscuri in cui ci sentiamo incapaci di credere a tutto, comportandoci spesso come bambini privi di responsabilità.
Siamo solo noi che possiamo rendere migliore questo mondo e la speranza di riuscirci rimane il più radicale dei pensieri.
I LIBRI DA PARATI di VERBAVOLANT edizioni:
La VerbaVolant edizioni è una casa editrice che ha inventato e brevettato una tipologia di libro molto bella e molto regalabile, specialmente se conoscete persone che hanno i muri di casa orrendamente vuoti (io odio le case così, mi sembra sempre che gli abitanti ci vivano tra un trasloco e l'altro o siano pronti alla fuga): i libri da parati.
Sono una versione particolare degli albi illustrati e si leggono aprendoli man mano come una cartina stradale.
Alla fine della storia, avrete su un lato l'intera vicenda e sull'altro un'illustrazione meravigliosa e appendibile.
Splendidi "Primavere", "Le luci alle finestre" e "Mare chiuso", ma meritano tutti.
Il prezzo, per la qualità e la bellezza delle illustrazioni, è davvero bassissimo: 12 euro.
Straconsigliato. Fidatevi, farete un figurone.
VIA DEL GAMBERO 77 di Sara Garagnani e Camilla de Concini:
Ogni troppo mi arrivano mail in cui mi si propongono romanzi e libri che hanno per protagoniste "donne forti" (che non so mai bene cosa voglia dire) o sono scritti da "donne forti".
Oltre all'irritazione palese per essere considerata blogger privilegiata per questi tomi in quanto donna, non capisco mai perché dovrei trovare interessante un particolare libro solo perché ha per protagonista una donna.
Ovviamente ci sono delle eccezioni per alcuni argomenti e "Via del Gambero 77", graphic novel prodotta in occasione del venticinquesimo anniversario della nascita della Casa delle donne contro la violenza di Modena, è una di queste.
La motivazione è presto detta: l'argomento è la violenza contro le donne e il modo in cui può essere superata a livello sociale.
Le protagoniste sono infatti quattro donne di generazioni diverse che subiscono in modo diverso un tipo di violenza non tanto (o non solo) fisica, quanto psicologica e non solo da una precisa persona, ma da un intero contesto sociale inconsapevolmente sessista sino alla radice.
Quella fatta dalle frasi di chi ti dice che "Devi sopportare tuo marito o il tuo compagno perché è tanto nervoso ed è un brutto periodo", del fidanzato che al liceo che "Preferirebbe non uscissi coi tuoi amici il sabato sera se lui non c'è, perché insomma chissà cosa potrebbe accadere" (tra l'altro in questo gioco malato di limitazioni prese per fedeltà spesso si precipita in modo incrociato).
Una violenza subdola e nascosta che pian piano mangia la libertà del singolo o nel quale il singolo, cresciuto in un contesto sociale fortemente strutturato e oppressivo, non ha mai creduto di possedere.
E' una bella graphic novel che punta il dito su quel lento lavorio di parole, pregiudizi e luoghi comuni che preparano il terreno alla violenza, alla giustificazione silenziosa a quelle insinuazioni che tempestano sempre la vittima e mai il carnefice.
E oltre a puntarlo ci ricorda cosa è stato possibile fare grazie a un'epoca di ribellione collettiva e cosa ancora si potrebbe fare tutt* unit*.
Purtroppo essendo un'autoproduzione della Casa delle donne contro la violenza di Modena è acquistabile solo online su youcanprint, ma se volete fare (o farvi) un regalo tosto e interessante vale la pena.
BELLA NAPOLI di Cristiano Cavina ed. Edt:
Essendo piena di parenti partenopei, ogni anno vado alla ricerca del libro che mi svolti i regali per i parenti campani.
In genere me la cavo con generici libri di Luciano De Crescenzo o gol del Napoli, ma quest'anno l'EDT che di solito fa guide turistiche di successo, ma ha anche avviato alcune fiorenti collane di narrativa, mi è venuta in soccorso con un libretto graziosissimo ad un ottimo prezzo "Bella Napoli" di Cristiano Cavina.
Come vede Napoli un viaggiatore un po' svampito proveniente da un ridente paesello dell'appennino tosco-romagnolo?
Un luogo terribile degno della peggior Gomorra? Il paradiso del nordico che si ingozza di pizza alla mozzarella di bufala circondato da limoni di Sorrento?
Nulla di tutto ciò. Conscio del fatto che Napoli è una città a sé, con una propria fortissima identità, Cavina la descrive come una grande città Europea con i pregi e i difetti delle grandi città europee (esclusi i mezzi pubblici, la cui follia rivaleggia solo con quelli romani).
Gli expat che ti mettono in guardia da millemila pericoli che poi in loco si ridimensionano quasi sempre, l'impossibilità di trovare i posti dove mangiano i locali e non solite trappole per turisti.
Il Napoli, i vicoli bui in cui è meglio non avventurarsi in stile Gotham city, il tipico nonno napoletano con la perenne tazzina di caffè e il "voi", i neomelodici che vendono migliaia di cd, i pachistani felici e molto altro in questo libro che è composto da piccoli deliziosi capitoli protesi nella disperata impresa di condensare l'inafferrabile: la napoletanità.
Ok, primo round finito, spero di essere stata di un qualche aiuto, domani il secondo!
Cavina sul "appennino tosco-emiliano"? Tsk! ¬__¬
RispondiEliminaommiddio sono incorsa nella solita gaffes: era la Romagna!!
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