Vergognosamente in ritardo pubblico la seconda infornata di consigli estivi (ahimè, temo, l'ultima).
ill by Pascal Campion |
Al ritorno dalle ferie (mamma mia non pensiamoci già) farò un bel post al riguardo per capire se ho azzeccato tutte le scommesse, un po' mi mancano i tempi in cui ero più ggggiovane e osavo di più, adesso se non ho la quasi certezza che il libro potrebbe piacermi non lo tocco manco per sbaglio e sicuramente perdo un sacco di belle scoperte.
Ma vabbeh, non fate come me e gustatevi i miei consigli estivi!
Diario della mia scomparsa di Azuma Hideo ed. JPop:
Tendenzialmente le storie giapponesi sono abbastanza simili, come insegna qualsiasi spokon: una persona ha un obiettivo e lo coltiva fino allo sfinimento perché o perfezione o morte. Quando, infine il nostro eroe giunge all'agognato successo cosa fa? Mica si riposa! Continua a lavorare a cottimo fino alla fine dei suoi tempi.
Non è proprio andata così per Azuma Hideo, il papà di Pollon e Nana Supergirl.
Azuma Hideo infatti, dopo aver raggiunto il successo, cade di una spirale fatta di alcolismo ed esaurimento che lo ha portato a vivere come un senzatetto.
Se nella società occidentale la cosa è malvista (dico questo per tacermi dei disgraziati che si vantano di buttare coperte e i poveri beni a questa povera gente), in quella giapponese è, possibilmente ancor peggio.
Eppure il mangaka riesce a raccontare questo suo profondo disagio e la sua vita per strada con il tono della grande commedia che è maschera per un terribile dolore.
Un piccolo gioello, da leggere e regalare in questi tempi senza compassione.
I'm every woman di Liv Stromquist ed. Fandango:
Liv Stromquist si occupa in modo molto arguto della posizione femminile nella società e nella storia.
Ben lungi da darsi facili risposte, analizza a freddo e con una certa ironia una serie di dati che ci consegnano l'immagine perfetta della nostra società: creata dagli uomini e per gli uomini E sostenuta da molte donne che trovano, per formazione o convinzione, un cambiamento inconcepibile.
Il suo precedente "I sentimenti del principe Carlo" era davvero notevole e grazioso è anche questo "I'm every woman" (sono tutte opere fumettose) che riesuma tanti fantasmi della storia: le grandi donne dietro i grandi uomini.
Non una cosa leziosa e tanto tanto pucciosa, ma un efferato crimine storico che hanno cercato di farci passare per tale.
Calypso di David Sedaris ed. Mondadori:
Sedaris era uno di quegli autori che andavano tanto nei primi anni 2000 quando le case editrici (e forse, immagino, anche gli autori stessi) sperimentavano delle gustose e curiose e non per forza pallose nuove forme narrative.
Più che l'ansia di primeggiare sembrava esserci quella di folleggiare e il catalogo della collana strade blu della Mondadori, ormai tristemente scomparso nell'oblio editoriale, ne è la conferma.
Sedaris, autore comico americano, è sopravvissuto alle nebbie del tempo ed è tornato con questo "Calypso" una sorta di patchwork autobiografico estremamente godibile.
Per chi ama i racconti slice of life.
Rosalia Montmasson di Marco Ferrari ed. Mondadori:
La quarta recita: l'unica donna tra i garibaldini sbarcati a Marsala (in verità ce ne fu almeno un'altra: Antonia Masanello, che si finse uomo e combatté attivamente per poi morire, appena ventottenne e poverissima).
Compagna di Francesco Crispi (che chiunque di noi ex-liceali ricorda per l'eccezionale capacità di essere perennemente presente in qualsiasi pagina del libro di storia post-risorgimento fino alla sua morte), fu parte attivissima dei moti risorgimentali a partire dalle cospirazioni mazziniane fino alla spedizione dei mille a cui partecipò come infermiera e combattente vera e propria.
Il finale di tale eroica storia ci mostra poi il lato penoso dell'immortale Crispi: la ripudiò con una menzogna per sposare una giovane borbonica. Si nasce incendiari e si muore pompieri e da quel punto di vista Rose, detta Rosalia, merita ben più memoria di Crispi.
Le regine del terrore di Davide Barzi ed. Nona Arte:
Come fu che due potenziali sciure milanesi divennero le incontrastate regine del terrore creando uno dei personaggi archetipo del fumetto italiano?
Eh, è una bella bella domanda, e questo saggio dedicato alle sorelle Giussani, creatrici di Diabolik, risponde con una storia affascinante che racconta un'Italia che fu, piena d'inventiva, di casi di cronaca assurdi (Diabolik nasce da una storia di cronaca nera torinese, in cui l'omicida aveva firmato bigliettini a nome Diabolich), una tenacia, un'intelligenza, ma anche un'incoscienza davvero fuori dal comune.
Imitatissime, riuscirono nell'impresa di agguantare un archetipo, il sogno della vita di ogni fumettista e scrittore.
Assolutamente da leggere.
Tranny di Laura Jane Grace ed. Tsunami :
Nata come Tom Gabel, prima di accettare la propria identità e decidere di intraprendere la sua vita come donna ha lottato strenuamente contro la sua vera indole. Si è sposata due volte, ha avuto una figlia, ha avuto un lungo percorso attraverso la dipendenza e solo a 32 anni decide finalmente di uscire allo scoperto.
La sua storia è raccolta, anche attraverso i suoi diari, in questa bella biografia edita dalla Tsunami edizioni, una casa editrice che in campo musicale è un'assoluta garanzia.
La saga di Hoke Moseley di Charles Willeford (4 libri ed. Feltrinelli):
Avevo consigliato forse un paio di estati fa "Miami blues" un giallo ambientato a Miami che ricordava molto la scrittura di Raymond Chandler, ma con un protagonista identico allo sceriffo Hopper di Stranger Things.
Anche i restanti gialli si fanno leggere con gusto anche se le trame dei gialli solitamente sono assai meno preponderanti del contorno hard boiled annaffiato da abbondanti birre.
L'ultimo della serie è "Come si muore oggi" e prende le mosse dai trafficanti di migranti sul confine sud degli Stati Uniti.
Febbre di Jonathan Bazzi ed. Fandango:
Lo vedete anche nelle foto delle mie letture estive. Ho avuto la GRANDISSIMA fortuna di trovarlo esposto appena entrata in biblioteca, non ci potevo credere. Ne sento parlare benissimo da quando è uscito e ho letto alcuni pezzi, scritti davvero davvero bene.
Jonathan Bazzi parla di una strana febbre persistente che qualche anno fa proprio non passava. Incurabile e ingestibile lo porta a fare una serie di analisi che, infine, danno un risultato: è sieropositivo.
Ma cosa vuol dire essere sieropositivo negli anni 2010, quando ormai di hiv si parla solo al passato, quasi fossero una drammatica epidemia perduta, tipo la Spagnola?
Scommetto che non CI deluderà.
Il mio saccheggio odierno in biblioteca
Ciao, scusa, ma il saggio sui "libri" che stavi scrivendo (avevi collocato la sua probabile uscita verso dicembre scorso)? me lo sono forse perso? mi sarebbe molto interessato leggerlo :-/
RispondiEliminaahimè è finita male, una storia un po' triste che quando si sarà risolta (prima o poi) magari racconterò. Diciamo che è stata una questione che non ha proprio reso felice il mio inverno già abbastanza provato dal cambio lavoro sigh
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