martedì 4 luglio 2023

Le hit dell'estate 2023 parte I! Un'analisi non richiesta delle hit estive passate e spassate tra le radio tra mele cotogne, balere, misoginia, triplette, trapper, duetti lisergici e testi inquietanti

 Quest’anno per motivi di lavoro (motivi liminari: mi aiuta a concentrarmi) sto ascoltando moltissimo la radio. 

 Come molt3 sapranno non c’è periodo migliore per avere un occhio musicale sulla società italiana di quello estivo.

 Canzoni e canzonette ci accompagnano nelle meritate vacanze, sempre più care e sempre più per me all’insegna di un unico pensiero: quando aboliscono gli stabilimenti balneari e ci ridanno il pubblico demanio senza che io debba essere costretta a pagarlo?

 Comunque, data la quantità di canzoni che escono e che ascolto, ho deciso di monitorare testi e canzoni e di commentarli, come una qualsiasi sciura di paese, così almeno quello che penso lo metto nero su bianco. 

Andiamo!

“TAXI SULLA LUNA” di TONY EFFE e EMMA MARRONE:

 E’ in verità questa la canzone che mi ha fatto venire l’idea di commentare quello che ascoltavo. E’, per dirla carinamente, orrenda: nella musica, nel modo in cui viene cantata (se non hai una mela cotogna in bocca non sei un trapper, ThaSup re delle mele cotogne nelle guance), ma soprattutto nel testo.

 Non è che i testi debbano essere educativi e sappiamo che i trapper quando sono in buona hanno un’idea delle donne che è al massimo “Lei è la mia Queen, ha delle belle tette e un bel sedere e io la ricopro di borsette di Gucci e la porto in giro in Lamborghini” e quando è in cattiva (quasi sempre): “Lei è un p*****ana, pensa solo ai soldi (lui no eh), sta con me solo per i soldi, la Lamborghini e le borsette di Gucci”.

 Qui però trascendiamo, visto che lui all’inizio candidamente afferma di mettere “caramelle nel suo drink”.
 Chissà che ci mette questo cattivo ragazzetto nel drink di una che ha appena conosciuto e che manco si ricorda come si chiama (Vanessa? Martina?). Bene che va la stessa droga che ha assunto lui, male che va qualcosa che non la renda presente a sé stessa.

 L’apice della ridicolaggine si raggiunge quando lui si impegna a descrivercela “ha un sedere grosso, gioca bene a Fifa, è piccola”, e irrompe Emma Marrone con un ritornello che appartiene chiaramente a un’altra canzone, storia e scenario visto che parla di baci, alte maree, sole, cuore, amore.

 Perché Emma si sia prestata a fare la vocalist qualunque per una canzonetta trapper rimane un mistero glorioso. Certe volte, bisogna ricordare anche da cantanti, che si merita di meglio.

Ps. La cover del "singolo" è la cosa migliore, peccato non c'entri nulla.

"DISCO PARADISE" di FEDEZ, ARTICOLO 31 e ANNALISA:

Ormai Fedez, come dicono molt3, è più imprenditore che cantante. 

Sepolti i tempi in cui si lamentava che la vita ce l’avesse con lui, ora è passato a canzonette estive dal sicuro impatto, che intendiamoci non è che sia una cosa semplice, se lo fosse, lo farebbero tutt3.

 Cantanti vari ed eventuali si prestano a gorgheggiare con lui perché sono dineri facili e chi siamo noi per giudicarli.

 A me quella con Orietta Berti non era per niente dispiaciuta, sarà che la collego a un’estate felice. 

 Quella dell’anno scorso quasi non pervenuta, quest’anno appena sento Annalisa che attacca con “Ohohohoho” mi sembra di tornare a quando avevo 10 anni e guardavo Sailor Moon

 Diciamoci la verità, sembra, come buona parte delle canzoni di Tommaso Paradiso, una sigla dei bei tempi di Bim Bum Bam. Non è nemmeno un insulto perché le sigle erano fantastiche e danno una pista a molta produzione “seria” attuale, ma non so se per un cantante è un complimento.

“PAZZA MUSICA” di MENGONI ED ELODIE:

La canzone non mi fa impazzire particolarmente, ma apprezzo molto il tentativo di fare del groove, quando il groove adesso è una roba quasi mitologica.

 Invece di canticchiare robine leggere e di facile impatto, Mengoni ed Elodie cercano una via un po’ diversa, consc3 forse del fatto che dopo un po’ se fai sempre le stesse cose che due palle, dopotutto il bello di essere cantanti affermat3 è anche permettersi il lusso di provare a fare una hit senza i 3 o 4 ingredienti alla moda (e poi insomma le mode cambiano, prima o poi ci libereremo pure di questa malefica trap).

 I più originali fino ad adesso e da quello che sento dalle classifiche in radio, è anche stato un tentativo apprezzato.

“FRAGOLE PANNA E CHAMPAGNE” di ACHILLE LAURO e ROSE VILLAIN:

 Non si sa bene cosa sia successo ad Achille Lauro dopo la drammatica debacle dell’Eurovision con San Marino.
 Lo dico seriamente, a parte le ironie col cavallo meccanico, può essere che pensarsi artista internazionale e scoprirsi artista del grande raccordo anulare sia stato un trauma difficile da superare.

 Da quel momento è sparito, ha fatto un tour nei teatri (ma perché? Che senso ha?), e da una canzone oggettivamente bellissima come “Bam bam twist” (secondo me la più bella della tragica estate 2020 che pure a hit stava messa bene), è passato a “Fragole panna e champagne”, una canzonetta proprio canzonetta che serve giusto a dire “Ehi sono ancora vivo”. 

 Si evince un vago accenno ska sul fondo, ma probabilmente il testo da scuole medie pieno di bamboline e caramelle e Rose Villain (una che doveva sfondare 10 anni fa e ora sta cercando di recuperare con la rincorsa, ma non ha né voce né particolare apporto artistico da dare al mondo) che canta di gola e con tutte le E aperte non lo aiutano. Achille torna in te.

"ARANCIATA" di MADAME:

 Credo sia sostanzialmente l’unica donna italiana che questa estate gorgheggia da sola.

 Per il resto solo duetti e voci maschili (sono talmente tanti i cantanti maschi che sono costretti anche a fare dei tripletti, ma di questo parleremo), e la canzone a me piace. 

 Un amore da giovanissimi, ricordi dell'adolescenza. Noi che non sappiamo lui come si chiami, ma conosciamo il nome di quella che dava le feste (Clara). Lui che se ne va. Una storia come tante altre, ma la resa è incredibilmente moderna.

 Secondo me è anche migliorata nel cantare visto che finalmente scandisce le parole e i testi sono davvero interessanti. 

 E’ uno di quei casi in cui è meglio separare l’artista dall’opera perché se la ascolti pensando che non ha ancora capito di non essere una perseguitata, ma che mentire sulla vaccinazione è reato, ti prende male e non ti godi quella che è una produzione artistica in palese crescita.

“LA DISCOTECA ITALIANA” di ROVAZZI e ORIETTA BERTI:

 E’ una boutade, come tutte le canzoni di Rovazzi. Lui ne è perfettamente conscio e questo rende l’operazione credibile e godibile. 

 La canzone è un inno ironico alle balere, e Orietta Berti, (regina di Romagna e di un immaginario fermo agli anni ’60 e per questo per noi tutt3 incantato anche se ormai sono passati 60 anni e tra un po’ non li hanno visti manco i nostri genitori), è assolutamente perfetta. 

 Infatti, bisogna dare a Orietta quello che è di Orietta, è stata lei che, a mollo sulla Costa Crociere durante Sanremo, aveva proposto a Rovazzi un duetto insieme.

 Il risultato è carino, forse meno d’effetto di quello che immagino dovesse sembrare in corso di produzione, ma a me fa simpatia per un motivo principale: Orietta gorgheggia come gorgheggiava mia nonna quando cantava le canzoni della sua gioventù.

 E’ un mondo che sta scomparendo e ci saluta con tutto l’entusiasmo di cui, ci piaccia o no, è stato capace e che forse dico forse dovremmo apprendere prima che sia troppo tardi.

"TILT" di ELISA e LA RAPPRESENTANTE DI LISTA:

 L’unico duetto di due donne è durato un paio di settimane, poi è sparito dalla circolazione. 

 E’ un tentativo vagamente lisergico che funziona solo a metà perché la Rappresentante di lista ha una voce effettivamente lisergica, mentre Elisa ha una voce splendida che però fa più pensare alle fatate rocche carsiche e non convince in queste variazioni. 

 Quindi per metà senti una roba che ti fa viaggiare per il cosmo mentre balli mezz3 ubriach3 e per l’altra metà stai ascoltando una canzone standard di Elisa ed esci dal trip. Peccato.

ITALODISCO dei THE KOLORS:

Per me finora la canzone migliore dell’estate. 

 I The Kolors forse per il nome da diario anni 2000, forse per il loro passaggio (dopo lunga gavetta però) da Maria De Filippi, non vengono mai presi troppo sul serio, eppure fanno belle canzoni.

 Si dedicano al loro mestiere senza svarionare (sì, sto pensando a le Vibrazioni) e fanno la loro musica senza prendere scorciatoie come duetti improbabili, ritornelli vintage e testi solecuoreamore.

 E’ una canzone estiva con tutti i crismi delle canzoni estive: spensierata, graziosa, leggera, ballabile. 

“PARAFULMINI” di ERNIA, BRESH e FABRI FIBRA:

 La sovrappopolazione di rapper, trapper e non si sa bene che altro, uomini è tale che questa estate in molti sono stati costretti a cantare canzoni in tre o quattro. 

Qualcuno dirà che sono tutti BRO io la chiamo saturazione del mercato

 Bresh, come tutte le anziane, non so chi sia, Ernia è quello che un paio di anni fa esprimeva il suo massimo amore dicendo che voleva menare il tipo della sua ex tipa anche perché loro due insieme erano come una finale di non so bene che coppa di calcio (complimentone).

 Fabri Fibra, l’unico vero rapper a mio parere che l’Italia abbia avuto, l’unico che è ancora incaxxato come una iena e che ha sempre giustamente cantato incaxxato come una iena, si presta quasi ogni estate a fare il terzo di un'improbabile canzone.

 In questo caso ovviamente ce l’ha con una tipa che non aveva creduto in lui e ora che ha sfondato è felicissimo di poterle dire: AHA, tipo Bart Simpson. 

 Visto che ha passato i 40 da un pezzo si suppone che queste rivincite da scuole medie debbano essere finite e anche i duetti-tripletti senza un testo degno di questo nome.

“DESTINAZIONE MARE” di TIZIANO FERRO:

Non posso dimenticare che nell’estate del 2009 Tiziano Ferro cantava “Ti do questa notizia in conclusione, notizia è l’anagramma del mio nome” stupendoci sulle possibilità di frasi assurde, ma arzigogolate all’interno di una hit estiva.

 “Destinazione mare” è una canzone evidentemente estiva, da ascoltare in macchina al tramonto quando torni impanato e salsedinato dal mare come una sogliola pronta da mettere in forno.

 Una canzone col tocco vagamente amaro ci vuole tutte le estati, a scanso di competitors, la palma quest’anno è sua.

A presto la seconda parte!

Ps Che gioia scrivere di nuovo un post vecchia maniera!

1 commento:

  1. Le hit di successo di Annalisa hanno avuto un effetto di traino per tutti gli altri cantanti, che hanno tentato di combinare pop e musica disco con elementi di rap. Operazioni commerciali, talvolta gradevoli, effetto della liberazione da covid. La gente vuole annegare nel divertimento e nella leggerezza.

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